mercoledì 26 dicembre 2012

Guida all'installazione di Aion online

In questi giorni ho impegnato il mio computer nella difficile impresa di scaricare il gioco: "Aion, The Tower of Eternity".
Si tratta di un mmorpg molto simile a WoW, ma free-to-play. Nasce come gioco koreano, quindi molto basato sul farming, e il sistema di combat mi sembra molto discutibile, ma può essere interessante da giocare per la grafica e la storia.
Installarlo è stato però un tantino complesso, che al mio pc stavano molto antipatici i launcher messi a disposizione. Da qui la guida che segue, ove mai qualcun altro incontrasse i miei stessi problemi...

1) Scelta dei server - dando per scontato che a nessuno interessi giocare in Asia, al momento le possibilità sono due: il client americano, della Ncsoft, e quello europeo, della Gameforge.
La scelta più ovvia, sarebbe quella di giocare in Europa. Tuttavia la differenza di ping fra le due regioni non è così notevole (quasi inavvertibile in realtà) e il free-to-play europeo presenta alcune limitazioni (solo 2 pg, blocco di alcune funzionalità di chat, trade, tempi incrementati per il reset di istance e raid ecc.).
Il client americano è invece più conveniente, conservando tutte le funzionalità di quello originale ed è quindi preferibile.

2) Installazione di base - sembrerebbe semplice.
a. Scarica il launcher della ncsoft: ftp://ftp.ncsoft.com/Launcher/NCsoftLauncherSetup.exe
b. Installalo
c. Seleziona Aion fra i giochi non installati nella colonna sinistra e premi play
d. Mettiti comodo per le 6 ore necessarie al download

3) Problemi - in media ad un utente su 10 capita però di imbattersi nell'equivalente Ncsoft della schermata blu della morte di windows, ovvero in questo:


Il download semplicemente si blocca, senza un apparente motivo, a percentuali variabili (20%, 40%, 60%), costringendovi a chiudere il gioco e a ricominciare tutto da capo.
Ad un utente su 12 l'installazione nemmeno si avvia.

4) Come risolvere - dopo lunga sessione di bestemmie incrociate, ho concluso che il problema derivava dal programma "Pando Media Boster" che il client fa installare teoricamente per facilitare il download ma che invece entra in conflitto con chissà quale trappola di Windows messa in piedi da Bill Gates.
L'unica soluzione è modificare direttamente il programma del launcher per fargli evitare Pando.
Come?
Basta seguire la seguente procedura:

  • apri la cartella Ncsoft, solitamente collocata in C:/Programmi
  • apri col notepad il file Games in NCSoft/Launcher/Config/Default
  • usa la funzione cerca in Modifica per individuare tutte le stringhe di codice (solo solo 3 don't worry), <P2P>true<P2P>
  • sostituisci tutti i true con false: <P2P>false<P2P>
  • salva il file
A questo punto riapri il launcher e ricomincia a scaricare da zero.
L'alternativa è ovviamente disinstallare Pando. Ma magari ne avete bisogno per altro: fate voi.

5) Problemi di login - alcuni nuovi utenti hanno problemi, una volta scaricato il gioco, a loggare. Sono frequenti i messaggi di errore per la password e gli id.
Questo può avvenire per due motivi:
 - Il vostro client è settato su Europa (lo fa automaticamente con l'ip). Basta aprire il launcher e scegliere File>settings>advanced e cambiare Europe con North America
 - Il client non riconosce il nome utente (che quelli della Ncsoft chiamano Name display, o qualcosa di simile) ma solo la mail di registrazione.
FAQ: "ma come faccio a scriverci la mail di registrazione se il client non mi fa scrivere la @?
Questo è perché nelle tastiere americane la chiocciola non richiede l'uso di AltGr+ò ma è direttamente sulla tastiera. Basta sostituire il tutto con il codice del tastierino numerico alt+64.

Non dovreste incontrare altri problemi. Enjoy!

lunedì 17 dicembre 2012

Buda+pest 2

Dopo lunga attesa, ecco la pagella di Budapest. Pagella che (preciso) viene data da un tizio che ci è passato per 3 giorni. Ne consegue che potrebbe essere molto inesatta e/o carente.

1) Bellezza architettonica: 7

Cattedrale dai tetti dipinti. So cool!
Visione notturna
Parlamento. Sembra accessibile.
Dall'alto

Di originale c'è ben poco. Nel senso che è come Praga: ricostruita totalmente a metà-fine ottocento in stile neogotico. I palazzi sono comunque bellissimi e le strade sono ancora prive di rotonde: good!
Onnipresenti le statue. Sono dappertutto e di ogni cosa. Bellissima la sinagoga.

2) Cibo: 7
Tipica colazione
Tipica cioccolata calda con panna
Non ho mai mangiato male. E' anche vero che, gulash a parte, non ho notato piatti particolarmente tipici. Probabilmente sono andato nei posti sbagliati. I dolci hanno rating AAA.

3) Vita notturna: 4

Esistono le discoteche: molto fuori dal centro turistico. I pub chiudono a mezzanotte. La metro alle 11 e mezzo. Coro di buuu! dalla curva.

4) Gnocca: 6,5

Presente ma non appariscente. Fidanzate al seguito rendono difficili ispezioni più accurate.

5) Biliardino da hockey: over 9999!












6) Costo della vita: 5

Quando si parla dei paesi dell'est Europa, esiste la tendenza ad equipararli con l'America precolombiana, dove era facile acquistare pellicce di visone in cambio di sacchi di perline. Invece no. I prezzi a Budapest sono molto allineati con i nostri. Per dire: colazione 3 euro e 50; cena 22 euro; similpiadina per strada 4 euro.
Probabilmente esiste una differenza notevole tra la capitale e il resto del paese. Un po' come da noi fra Milano e Barletta. Ma non sperate di far follie con i vostri risparmi.

7) Bilancio conclusivo: 6,5

Mi è moderatamente piaciuta. Ci siamo rimpinzati di cibo e la città offre vedute affascinanti. Eppure si sente la mancanza di un quid (come direbbe il nostro): di un elemento caratterizzante, che distingua quella particolare città da tutte le altre. Non i vestiti e i modi della gente (lingua a parte avrei potuto essere a Firenze), non l'architettura né la cucina.


Ps. ho trovato il mio nume tutelare...


venerdì 7 dicembre 2012

Napolitano può dire messa

Alcune cose tendono a essere dimenticate. Giusto per fare un esempio: vi ricordate delle telefonate fra il Presidente della Repubblica e Mancino intercettate dai pm che indagavano sul caso stato-mafia?
Ok, in questi giorni è uscito il comunicato della Corte Costituzionale che dà ragione a Napolitano: quelle registrazioni andavano distrutte.


Importante è però sottolineare l'imbarazzo. Perché imbarazzo deve esserci stato dentro quella stanza. Fai il giudice da decenni, conosci il codice come le tue tasche e assolutamente non trovi nulla. Nulla, nemmeno un piccolo appiglio, un comma, un codicillo che ti permetta di dar ragione al capo dello stato. Si sono scervellati per quattro ore e alla fine si devono essere detti: 
- oh raga, qui bisogna dire qualcosa. Spariamo a caso
- a caso come?
- boh, apri il codice a caso e buttiamo lì un numero qualunque, tanto alla gente che gli frega?
- vabbé, ma almeno prendiamo un articolo che tratta di intercettazioni. Sempre meglio che niente.
- il solito precisino. Vabbé fai come ti pare.

BAM. Le intercettazioni andavano distrutte per...
l'art. 271

Ma cosa dice l'art. 271?
2. Non possono essere utilizzate le intercettazioni relative a conversazioni o comunicazioni delle persone indicate nell`art. 200 comma 1, quando hanno a oggetto fatti conosciuti per ragione del loro ministero, ufficio o professione, salvo che le stesse persone abbiano deposto sugli stessi fatti o li abbiano in altro modo divulgati
Per chiarire meglio, possiamo riportare anche il comma 1 dell'art. 200:
1. Non possono essere obbligati a deporre su quanto hanno conosciuto per ragione del proprio ministero, ufficio o professione, salvi i casi in cui hanno l'obbligo di riferirne all'autorità giudiziaria:
a) i ministri di confessioni religiose, i cui statuti non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano;
b) gli avvocati, gli investigatori privati autorizzati, i consulenti tecnici e i notai(1);
c) i medici e i chirurghi, i farmacisti, le ostetriche e ogni altro esercente una professione sanitaria;
d) gli esercenti altri uffici o professioni ai quali la legge riconosce la facoltà di astenersi dal deporre determinata dal segreto professionale
Ora, visto che non sembra che Napolitano fosse l'avvocato di Mancino (e ha pure una laurea in giurisprudenza, pensa te) né il medico, né appare evidente l'appartenenza a altre professioni simili, ne devo dedurre che il mio Presidente della Repubblica sia un sacerdote della Chiesa cattolica in incognito e che i due non stessero parlando della trattativa stato-mafia ma bensì amministrando il rito della confessione per via telematica.
L'unico che può sbrogliare il mistero, a questo punto, è il Santo Padre. Vado su twitter a chiedergli se Napolitano è uno dei loro...

martedì 4 dicembre 2012

Il mio portafogli già piange

L'inverno si avvicina e anche le novità editoriali. Questo mese sono usciti tre simpatici oggetti che sarebbe un crimine non pubblicizzare...

L'ultimo libro di Stephen King "La leggenda del vento". Probabilmente si tratta di una spudorata marchetta ai fan della serie de La Torre Nera, giusto per guadagnare quel milioncino di dollari che servono sotto Natale per comprare i regali a amici e parenti, ma comunque assolutamente imperdibile. Costo 19 euro.


L'ennesimo episodio della saga di Shannara: "Il potere della magia". Terry Brooks ormai è ripetitivo, ma come puoi dirgli di no? 18 euro.


Ma soprattutto... George ne ha finito un altro. Tutti in fila nelle librerie per comprare "La danza dei draghi", con altre 500 pagine di cui 400 di storia effettiva e un centinaio piene di nomi di cui non frega un cazzo di niente a nessuno! 19 euro


lunedì 3 dicembre 2012

Farlo in salmì

Avevo una mezza idea di scrivere un post descrittivo di Budapest, giusto per dare un'idea di cosa un turista italiano possa trovare soggiornando in zona per qualche giorno, ma alcune cose hanno la precedenza assoluta. Una in particolare: la follia.
La follia è un tratto tipico del nostro mondo, solo che ormai si esplica in forme talmente lievi e inoffensive da non essere quasi avvertita. Solo questo può venire in mente dopo aver visto il caso del capriolo di Moena.

http://www.trentotoday.it/cronaca/capriolo-investito-esposto-procura.html
I fatti sono questi: in una ridente località del Trentino Alto Adige succede il fattaccio. Una macchina incontra e si scontra con un giovane capriolo che, non essendo un cinghiale - che se lo fosse stato se ne sarebbe andato tranquillo mentre l'autista avrebbe arricchito il meccanico locale - resta ferito mortalmente.
Il guidatore, attualmente sconosciuto, probabilmente perché colto dal panico, non attua nessuna delle due procedure in vigore per casi simili ma fugge via lasciando l'animale agonizzante.
Quali procedure?
Ok, per chi lo volesse sapere, ci sono soltanto due modi giusti di agire in casi del genere:
1) Chiamare il 118. Si tratta della procedura standard, in base alla quale il pronto intervento si mette in contatto con la forestale e la Asl che intervengono per assicurarsi che l'animale non sia capitato sulla strada semplicemente perché sbadato o sfortunato, ma in quanto portatore di una qualche malattia epidemica. 
Il 99% delle volte il povero animale viene caricato, portato al laboratorio di analisi addetto e, una volta dichiarato sano e quindi morto semplicemente per motivi accidentali, viene messo in salmì per la gioia dei presenti.
2) La seconda procedura, definita anche "non ufficiale", viene praticata direttamente dall'autista che, dopo aver smadonnato per minimo dieci minuti sul danno alla carrozzeria, si consola dando il colpo di grazia al capriolo per poi caricarlo in macchina, in barba alla legge, per farlo il salmì personalmente.
Fra i due destini il secondo, per quanto sgradevole, è probabilmente preferibile per il capriolo in questione. Nel primo caso deve infatti morire per conto suo o aspettare che arrivino quelli dell'Asl (e sarebbe il caso di dire "campa cavallo"). Nel secondo muore in fretta senza agonizzare per delle ore.
Stavolta però è stato sfortunato: a trovarlo è stato un veterinario. Dopo aver avvertito mezzo mondo, stanco di aspettare l'Asl, ha chiesto ai tizi della forestale di poter somministrare degli antidolorifici all'animale sofferente ricevendo un picche come risposta. Perché sai, se dei tizi ci devono fare degli esami sopra, io forestale so un cavolo se quello che gli dai influisce o meno sulle analisi.
Seguono ore di discussione che finiscono con il capriolo morto in agonia, i forestali scazzati e l'ordine dei veterinari che denuncia tutti per "crudeltà contro gli animali" perché "bisogna evitare sofferenze inutili agli esseri viventi". 
Ovviamente a nessuno viene in mente di risolvere la situazione nel modo più sensato: una mazzata.

Ma la follia giunge al culmine con il commento di Paolo Casicci sul Venerdì di Repubblica, di cui riporto un breve stralcio:
Annunziata Salines è il veterinario che, notando per caso l'incidente, ha dovuto seguire la prassi che obbliga i liberi professionisti a chiamare il 118 e, attraverso quello, i colleghi dell'Asl. Risultato: il medico è arrivato due ore dopo la chiamata. "Se anziché di un capriolo si fosse trattato di un uomo, e trovandosi sul posto un medico, se quell'ipotetico dottore non avesse prontamente soccorso il ferito, si sarebbe certamente trattato di omissione di soccorso" osserva Salinas. Domanda elementare: "Perché per gli animali non è così?"
Risposta elementare: perché si tratta di animali.
Risposta seria: prova a prendere un ferito in un incidente stradale e a infilargli in vena una siringa di morfina. Poi vai a raccontare a quelli del 118 che "poverino soffriva tanto" e guarda come reagiscono... Se va bene ti prendi un cazziatone. Se va male una denuncia per omicidio colposo. 
Come insegnano in qualsiasi fottuto corso di pronto intervento al minuto 1 della prima lezione soccorrere significa restare sul posto per guidare i soccorsi, non operare a cuore aperto sul ciglio della strada perché tanto sono un medico. Avete visto troppo House gente.
Risposta meno seria: gli esseri umani mica puoi farli in salmì! Hanno un saporaccio...

La Follia.


giovedì 22 novembre 2012

Buda+pest

Volevo solo dire che vado quattro giorni in Ungheria. A breve le mie mirabolanti avventure...

(se torno)

giovedì 15 novembre 2012

Va tutto bene Emma?

Due premesse:
a) James Bond non è mai stato una delle mie icone cinematografiche preferite. Probabilmente perché non mi ha mai affascinato questa storia dell'Inghilterra imperiale e del suo servizio segreto di spie gentiluomo. E mi sono sempre sembrati un po' fascisti;
b) andare al cinema con gli amici che ho io e pretendere di seguire un film seriamente è un po' come presentarsi alla prima della Traviata alla Scala con un naso rosso da clown. Uno spettacolo nello spettacolo.
Detto questo, ecco la mia recensione dell'ultima resa cinematografica di 007 "Skyfall" che, lo dirò subito, non mi è piaciuto.

"Facciamo le cose alla vecchia maniera" (ndr.)

Perché non mi è piaciuto? Le ragioni sono diverse e per comodità andrò per punti.

a) La trama: seriamente, il film è incentrato su una ex spia del governo britannico che per vendicarsi del capo del MI6 ruba la lista degli agenti segreti del mondo occidentale e minaccia di rivelarli, cinque per volta, sul web. Insomma, è il plot di Mission Impossible, ma con un movente peggiore. Banale. Terribilmente e incredibilmente banale. Talmente banale che poteva essere più banale soltanto se ci fosse stato un complotto per mettere le mani sulle armi atomiche e provocare la terza guerra mondiale. Roba vista e rivista in tutte le salse e in tutti i colori.
Per il cinquantenario di James Bond ci aspettavamo di più? Decisamente sì.
Lo svolgimento è semplice, lineare. James ammazza A che ha l'oggetto che lo porta a B, che lo conduce a C.  Seriamente, sui pomeriggi di Italia 1 ho visto storie più complesse. Colpo di scena finale incluso, poteva essere un episodio del Maresciallo Rocca.

b) Altra roba già vista: ci siamo sbellicati dalle risate. Per tutto il film. Un Bond che si estrae una pallottola dal corpo in puro stile Rambo. Un combattimento con tizi asiatici random in un locale che sembrava preso direttamente da Indiana Jones. Un cattivo che è praticamente la copia sputata del Joker di Nolan. L'ennesimo esperto informatico che guida l'agente segreto via radio nei cunicoli di una metropolitana. Su tutto... la preparazione della villa, teatro della battaglia finale, con una serie di trappole artigianali che non si sa davvero se era James Bond a parodiare MacGyver e il bambino di "Mamma ho perso l'areo" o viceversa.
Non esiste un solo momento, in tutto il film, che faccia spalancare la bocca in un moto di stupore. La sensazione preminente è il... "aspetta, ma questo dove l'avevo visto?". E se devo andare al cinema per farmi una panoramica dei migliori film d'azione degli ultimi trent'anni, beh, posso farlo benissimo a casa mia.
Per il cinquantenario di James Bond ci aspettavamo di più? Decisamente sì.

c) La fragilità: l'idea di presentare un Bond un po' invecchiato, fragile emotivamente, non sempre all'altezza della situazione può anche essere carina. Però lo devi fare davvero. E' inutile che mi fai vedere che a 007 tremano le mani quando deve sparare davanti a un bersaglio di plastica, se poi nei combattimenti non sbaglia un colpo nemmeno usando un fucile del '15-'18. E' inutile che fai vedere come fatica a tenere il passo negli allenamenti e che non riesce più, come un tempo, a stare attaccato senza problemi a un'ascensore che sale per cinquanta piani, se poi lo fai correre per quaranta chilometri, evitare i treni della metropolitana che gli cadono in testa e uscire indenne da un lago ghiacciato senza nemmeno fare una smorfia.
Si arriva al paradosso che Bond sembra essere proprio invecchiato, tranne quando deve fare a botte con una ventina di killer mascherati. In quel caso torna in formissima.
Che cagata.

d) Le vecchie maniere: che "oh ragazzi, non stiamo mica qui a smacchiare i leopardi neh". Bond sarà anche vecchio, ma dategli un casolare di campagna, un po' di tritolo, un paio di fucili da caccia e vedi come ti sistema tutti questi giovanotti "alla vecchia maniera". Grazie, ma delle operazioni nostalgia ne abbiamo già avuto abbastanza con Rocky VI.

Voto complessivo: 6

Perché 6?
Perché le scene di azione sono comunque godibili e il vecchietto scozzese che chiama M. - "Emma" - fa simpatia.

ps. La scena di Bond che beve tequila con uno scorpione sulla mano viene candidata d'ufficio al premio per le peggiori tamarrate di sempre.

lunedì 12 novembre 2012

Le ricette di Vissani

Probabilmente anche voi, come me, siete prima o poi entrati in contatto con l'ORRORE culinario. Chi non ha mai avuto un amico o una donna o un capoufficio la cui passione più grande consiste nel preparare nuove e fantasiose ricette? Ovviamente per farvele provare.
E non intendo quelle cose tranquille tipo: "sono solo in casa, non ho voglia di uscire, secondo me alla fin fine l'arancia ci sta benissimo con il tonno. In fondo se va bene con l'anatra..."
No. Voglio proprio dire quelle cose abominevoli tipo patate fritte con stracchino e nutella. Polipo crudo a fette con aglio e polvere di vaniglia. O come dimenticare il "guarda che in fondo il ketchup può benissimo stare sulla pizza al posto del pomodoro"?
Ecco, c'è una persona in Italia, che viene pagata, ogni settimana, per inventarsi un piatto assurdo e immangiabile, da spacciare per buono grazie alla sua fama di grande chef. Si chiama Gianfranco Vissani e scrive sul Venerdì di Repubblica.

La ricetta di questa settimana:
Tagliate l'alga Nori in otto triangoli e formate dei coni incollando i bordi con un po' d'acqua, friggeteli in olio di semi di girasole ben caldo e farciteli con il riso soffiato. Tagliate il tonno in bastoncini regolari e condite con un filo d'olio, sale e pepe. Fate una purea con le zucchine e l'aglio e venatela di cacao. Adagiate...
No, mi spiace. Non esiste forza sul pianeta Terra capace di convincermi che il riso, l'olio d'oliva, il pepe, le zucchine e l'alga Nori abbiano o potranno mai avere un qualche rapporto, anche lontano, con il cacao.
L'ORRORE.

mercoledì 7 novembre 2012

I bambini non hanno più paura dell'uomo nero

La novità di oggi è che forse gli abitanti iuesei non sono completamente cretini. Mi sembra un'ottima notizia.


Un osservatore distratto potrebbe chiedersi: "oh, ma te sei italiano e parli di cattive scelte elettorali? E Berlusconi? Come la mettiamo con Berlusconi?"
Che in effetti è un ottima controargomentazione nel 99% dei casi. Tranne in questo. Perché certo, l'elettore italiano ha fatto negli anni scorsi un grosso errore nel votarlo, ma almeno c'era una ragione chiara. Chiara, certo, non valida. L'elettorato italiano pdiellino è sempre stato formato da 3 grandi categorie:
a) gli evasori fiscali, che votavano B. a ragion veduta;
b) gli anticomunisti, che ancora credono che in Italia ci siano i comunisti;
c) gli spettatori di rete4, che credevano avrebbe abbassato le tasse e reso l'Italia una terra ove sarebbe scorso latte e miele e ognuno avrebbe avuto 40 vergini a disposizione.
Poi ovviamente sappiamo dove sono andate a finire le vergini.
Però capite, c'era una ragione chiara. Populista certo. Il voler credere al "meno tasse per tutti" è sempre stato il punto di confine tra chi non è del tutto idiota e i lettori de Il Giornale, però era quanto meno una scelta razionale. Ove per razionale si intende: "fare qualcosa perché ritieni che ti porterà un vantaggio".
Invece sembra che negli USA esista un buon 48% dei votanti che si reca alle urne per far abbassare le tasse a quell'1% della popolazione composto da miliardari, convinto che in questo modo ne ricaverà un guadagno.
Pur non facendo parte di quell'1%.
Cosa che, a casa mia, si colloca agli antipodi del populismo. E' un po' come fare campagna elettorale nel Sahara promettendo decenni senza pioggia. E il fatto stesso che negli Stati Uniti un tipo come Romney riesca a farsi votare con la promessa di aiutare gli imprenditori a guadagnare di più, è la perfetta dimostrazione di come il diritto di voto andrebbe fortemente limitato.
Quanto meno agli statunitensi.

Poi ovviamente la storia ci fa capire che limitare il diritto di voto serve solo a perpetuare il potere di chi ha i soldi. Quindi siamo costretti ad accettare che anche gli agricoltori mormoni e i tizi che credono che Dio abbia creato le ossa dei dinosauri per prendere in giro gli scienziati decidano dei destini del mondo, anche se, vedendo la campagna elettorale d'oltreoceano, la tentazione viene e le parole di Stendhal tornano alla mente con tutta la loro forza:

Il conte discusse a uno a uno i meriti di ciascuno dei giudici e offrí anche di mutare qualche nome: ma il lettore è probabilmente ormai stanco di tutti questi ragguagli procedurali, di tutti questi intrighi di Corte, dai quali si può dedurre questa morale: che l'uomo il quale s'accosta a una Corte compromette la sua felicità, se è felice; e a ogni modo, si riduce a far dipendere il proprio avvenire dai raggiri d'una cameriera.
D'altra parte in America, con la repubblica, si è obbligati ad annoiarsi tutto il giorno a far la corte ai bottegai del quartiere e a diventar stupidi come loro; e non c'è neanche l'Opera!
Henry Bayle, Stendhal, La Certosa di Parma

martedì 30 ottobre 2012

Ibuk

Mah, eppure non mi sembra di essere una persona così antiquata. Insomma, ho l'adsl, un blog, la pagina facebook, un portatile. Leggo i quotidiani online, faccio i giochini sul computer, telefono con skype. Ho perfino l'homebanking!!!

Eppure questa idea degli studenti che vanno a scuola con il Kindle e il libro di italiano digitalizzato mi fa rabbrividire. Letteralmente. Sarà che ho sempre avuto un rapporto quasi pubico e sensuale con i libri. Un libro di carta puoi macchiarlo, scarabocchiarlo, rompergli la copertina, infilarci dentro appunti e bigliettini, i biglietti del bus e del treno. Puoi piegare le pagine, mettere i segnalibri, riempire a lapis le o delle parole, maltrattarlo con gli evidenziatori. Lo sfogli a distanza di anni e ti chiedi chi cazzo fosse quella Cristina e cosa avesse così di speciale per dedicarle la presa della Bastiglia.
Oppure puoi riverirlo e sforzarti di mantenerlo bianco e puro, per poi bestemmiare contro quella macchia di caffé versata al penultimo giorno di scuola.

Questa idea di avere tutti i libri del mondo in 12 cm di schermo è bella, ma assolutamente terrificante. E il tizio che si presenta vantandosi di leggere su quel coso "I tre moschettieri" scaricati da internet, quando puoi trovarne 3 copie nella biblioteca a 150 metri...
Secondo me ha dei seri problemi.

venerdì 26 ottobre 2012

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_26/berlusconi-mediaset-condanna_73c09698-1f76-11e2-8e43-dbb0054e521d.shtml

Alla faccia di chi dice che nei giorni di pioggia non succede mai niente di buono.
Potrei fare anche un lungo commento sulle occasioni sprecate, il tempo che passa e i danni fatti ormai irrimediabili, ma alla fine... chissenefrega?

giovedì 25 ottobre 2012

Galileo non rassicurava nessuno

Ok, visto che ormai hanno tutti detto la loro stronzata sulla sentenza del tribunale dell'Aquila, prima di conoscere le motivazioni, pure io dico la mia. Giusto per fare il famoso "coro di opinioni fino a quando il fatto non è più di moda" (cit.).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/24/terremoto-clini-sulla-sentenza-unico-precedente-e-quello-di-galileo/392330/

Riassunto delle puntate precedenti: L'Aquila, città dell'Abruzzo, 6 aprile 2009, viene colpita da un sisma di magnitudo 6.3 che causa più di 300 morti e 1500 feriti. Si apre un'inchiesta sulla protezione civile e sulla CGR (Commissione Grandi Rischi), formata da sette scienziati. Dopo tre anni arriva la sentenza di primo grado, che condanna Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi.
Il mondo scientifico (e parte di quello politico) si ribellano. Assurdo condannare degli scienziati perché non hanno saputo prevedere un terremoto: i terremoti sono imprevedibili! Bla bla bla, sempre la solita Italia, bla bla bla la libertà scientifica, bla bla bla Galileo, bla bla bla giudici proni alla volontà popolare e via così. C'è stato perfino chi ha annunciato che da ora in poi non collaborerà più, in quanto scienziato, con le istituzioni politiche.
La gran minaccia.
In tutto ciò, sembra che nessuno abbia la minima idea di quale sia stato l'argomento del processo. Segno evidente che anche gli scienziati vanno inseriti in quelle categorie, come gli artisti, i politici e i fumettari, che quando vedono colpito uno dei loro partono subito lancia in resta senza nemmeno sapere dove sia il benedetto mulino a vento.
Peccato che l'incapacità di prevedere i terremoti non sia un punto a favore della difesa, bensì dell'accusa. Il ragionamento è semplice: se non puoi prevedere che un terremoto ci sarà, come fai a prevedere che non ci sarà? Perché questo è successo nella famosa riunione del 5 aprile con la popolazione. La Commissione Grandi Rischi ha riunito tutti e ha detto: "andate tranquilli, non prevediamo nessuna scossa forte, tornate tutti a casa". Poche ore dopo le case crollavano. Sfiga eh.
Ma la cosa più divertente, se ci può essere qualcosa di divertente in questa tragedia, è che gli imputati se la sarebbero probabilmente cavata con un'assoluzione per insufficienza di prove se non fosse stato per Bertolaso. Vi ricordate di Bertolaso? Il capo della protezione civile a cui piaceva farsi fare massaggi alla cervicale da brasiliane in perizoma (che si sa, i massaggi fatti da una in perizoma sono tutta un'altra cosa).
Vera conferma che del maiale non si butta via niente, le intercettazioni sugli appalti del G8 di Genova tornano utili anche nell'inchiesta sul terremoto dell'Aquila. Bertolaso viene infatti registrato mentre parla con l'assessore regionale dell'Abruzzo Daniela Stati, a cui chiarisce che la Commissione Grandi Rischi è stata convocata a un solo scopo rassicurare la popolazione. Riporto testualmente:

“Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente.

Uno dei vizi degli italiani, insieme ai processi agli scienziati, è quello di trattare i governati come dei bambini di 10 anni. Meglio tenerli buoni e non farli agitare, che poi fanno casino e si fanno male da soli.
Non che nell'80% dei casi non sia giustificato.
Tuttavia, se sei uno scienziato e ci tieni alla tua reputazione, potresti anche far a meno di prestarti ad operazioni che, lo sai benissimo, hanno soltanto un "valore mediatico". Soprattutto se c'è la possibilità, anche remota, che una casa seppellisca una famiglia. Soprattutto in presenza di uno sciame sismico che continua da un mese.
In altre parole, la Commissione doveva fare una cosa sola: andare dai cittadini e dirgli "non abbiamo la più pallida idea di cosa potrebbe succedere domani. Potrebbe esserci una scossa del nono grado ma anche un'invasione dei saturniani o Godzilla che esce dal mare, per quanto ne sappiamo. Quindi boh, fate vobis".
Non sarebbe stato rassicurante ma sarebbe stato esatto. E i sette tizi adesso non avrebbero una condanna in primo grado sulle spalle. Quindi, per quanto mi riguarda, cazzi loro. Francamente non mi fanno nessuna pena e non sono pronto a gridare contro la giustizia oscurantista in loro favore.

Ma forse pensavano di far bene. Si sa, il panico crea problemi. Magari credevano fosse meglio che la gente stesse a casa...
Bella obiezione. Ma chi glielo ha chiesto di preoccuparsi per il panico mio o di altra gente? Immaginatevi un idraulico che viene a casa a stimarti una perdita che ti dice: "nah, stai tranquillo, torno la settimana prossima con calma e la sistemo". Poi la notte ti si allaga casa e quello ti dice "eh vabbé, non ci avevo capito nulla, ma non te l'ho detto perché sennò ti preoccupavi".
Ma vaffanculo, no?

Detto questo... è giusta la condanna per omicidio colposo? Secondo me no. Nel senso che se loro sono colpevoli di omicidio, a quale reato rispondono quelli che hanno organizzato il famoso "evento mediatico"? O vogliamo parlare di quelli che hanno costruito la casa dello studente con piloni di sabbia? Questi tizi sono semplicemente colpevoli di essere dei cretini. Una condanna giusta, sarebbe farli girare vita natural durante con in testa le orecchie d'asino.
Giusto per ricordargli che avere contatti con la politica non è mai facile. Figuriamoci con Bertolaso.

E soprattutto, lasciamo in pace Galileo per favore. Non è che ogni volta che uno scienziato fa una stronzata dobbiamo andare a ripescarlo.
E poi perché sempre Galileo? Ha pure ritrattato. Se proprio vogliamo prendere un esempio di persecuzione utilizzate Giordano Bruno o Copernico. Almeno loro li hanno bruciati.

martedì 23 ottobre 2012

Déjà vu

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/23/finmeccanica-arrestato-dirigente-pozzessere-forniture-irregolari-in-panama/390373/

Spero che qualcuno stia tenendo il conto di quante volte sia stato indagato Scajola. Perché ogni tanto esce la notizia e non so mai se si tratta sempre del reato precedente o se è qualcosa di nuovo.

giovedì 18 ottobre 2012

Trapano

Di ritorno dal dentista, le riflessioni sono due:
a) ho decisamente sbagliato laurea. Non so se i notai prendono di più, ma 150 euro per un'ora di lavoro mi sembra un onorario più che accettabile;
b) con l'anestesia non si sente veramente più niente. Adesso devono solo inventare dei trapani che non facciano rumore e siamo a posto.

Ah, c) adesso sono sicuro di avere una bocca completamente sana. Per 80 euro a carie, sicuramente non se ne farà scappare neanche una.

mercoledì 17 ottobre 2012

All saints day

Cosa spinge una coppia under 35 a recarsi al cinema, in una domenica piovosa, per vedere un film di Paolo Virzì?
Ok, la pioggia. Ma ha anche influito il fatto di avere due ingressi gratis. Ecco quindi la recensione di "Tutti i santi giorni", so che l'aspettavate con ansia...

Sì, ma no, cioè, volevo dire, cioè, hai capito? (ndr.)

Trama: la storia è ambientata a Roma, dove Guido (Luca Marinelli - [già distintosi nel film "La solitudine dei numeri primi" - cit.]) e Antonia (Federica Victoria Caiozo) tirano avanti facendo l'uno il portiere di notte in un grande albergo e l'altra l'impiegata in una agenzia di noleggio auto.
Lui, latinista e grecista, laurea in lettere classiche con tesi sulle vite dei santi, dovrebbe essere il più infelice dei due. Invece no. Nessuna prospettiva di carriera in Italia e nessuna voglia di volarsene in America, da dove il fratello gli lancia offerte di impiego universitario. Si è scavato una nicchia e si accontenta. Lavoro non pesante, ampi tempi morti da riempire leggendo e scrivendo, sesso sfrenato quando torna a casa la mattina presto portando la colazione in camera all'Antonia addormentata.
Beh, in effetti c'è di peggio.
Antonia invece non è felice (e ti pareva, che palle queste donne). Bellissima voce, compone e canta ma senza successo. Nella sua vita, si apre un vuoto che vorrebbe colmare con la nascita di un figlio, scontrandosi però con evidenti problemi di fertilità da parte di entrambi.

Commento: luci che si accendono, titoli di coda che scorrono sullo schermo, la donna si gira e mi fa... "vabbé  dài, carino".
Direi che è tutto.

Commento più approfondito: la forza del film sono i due attori. Sono pucciosissimi insieme e per non farsi intenerire ci vorrebbe veramente un cuore di pietra (che purtroppo non ho). In special modo Marinelli è il compagno di banco che tutti avremmo voluto avere: gentilissimo e sempre pronto a passarti la versione di latino. Anche la Caiozo ne sa a pacchi e veramente non si può credere che non abbia mai fatto l'attrice prima, ma se lo dicono su internet sarà vero.
Per il resto... boh. Difficile dire se sia una corretta rappresentazione della realtà attuale e della generazione dei trentenni di oggi. In primo luogo perché non sono un trentenne, in secondo luogo perché i trentenni attuali sono talmente anonimi che è difficile capire se hanno dei caratteri generali che li accomunino (a parte il fatto di avere una laurea totalmente inutile).
Detto questo, il film è stato molto criticato. Deludente si è detto, perché presentava situazioni prive di veri contenuti drammatici cedendo molto spazio alle piccole comicità quotidiane. Guido che entra in camera da letto, musica classica di sottofondo, caffé e pasta sul vassoio svegliando Antonia con la storia del Santo del giorno, non può che suscitare simpatia e una generale sensazione di benessere che fa passare in secondo piano la vita economica non proprio felicissima della coppia. Però... in fondo il senso del film non è forse questo? 
Che comunque non ci sono capi stronzi, lavori di merda, traffico, freddo d'inverno e caldo d'estate, che possano rovinarti la vita quando hai accanto la persona che ami?
Ovviamente se il film avesse un senso e non fosse semplicemente una bella cartolina composta da Virzì per finir di pagare il mutuo della villa comprata in Costa Azzurra.
E forse i contenuti drammatici proprio non ci sono nella vita dei trentenni di oggi. Forse, e dico forse, se due tizi hanno un lavoro con cui mantenersi, una casa in affitto e un cane, forse possono comunque essere felici. Forse anche in Italia stiamo superando il mito del "devi comprarti una casa, una macchina e andare a Sharm el Sheik a gennaio altrimenti sei un fallito". Speriamo.
Ci sono poi tutte le altre tematiche come il contrasto con il contesto urbano di Roma sguaiato e tamarro, il marito della vicina violento e picchiatore, il dramma della sterilità, il ginecologo cattolico ecc. ecc. Ma alla fine, che ve lo racconto a fare?

Sentenza: un'accozzaglia di temi legati alla società contemporanea con due attori molto bravi. Assolutamente non memorabile ma piacevole.

mercoledì 10 ottobre 2012

In pubblico

Ma quelli di google maps non oscuravano gli abitacoli delle macchine per evitare di ledere il diritto alla privacy? Com'è allora che escono fuori cose come questa?



ps. la mia fonte di cazzate preferita: 

venerdì 5 ottobre 2012

Drenai non Draenei

Per la serie tutti i giorni se ne impara una nuova, ho scoperto che i Draenei della Blizzard in inglese si pronunciano Drenai. A questo punto bisognerebbe capire come si pronunciano i Drenai di David Gemmel. Io li chiamo Drenai e chiamo Drenei quelli di WoW. Se non vi sta bene chiamateli un po' voi come vi pare.
Ah, dimenticavo, questa è la recensione di...
C'ho due spade. Problemi? (ndr.)
 Esisteva un'epoca in cui i vampiri non sbrilluccicavano alla luce del sole, le eroine non piangevano una pagina ogni tre e i maghi, invece di spuntare dai camini e offrirti dolci e salsicce arrosto, ti scioglievano la pelle del volto perché... beh sostanzialmente perché sì.
A questo filone può essere ascritta la produzione letteraria di David Gemmel, di cui vi rimando alla pagina uichi inglese perché quella in italiano fa veramente schifo.
Il motivo per cui questa recensione tratta sostanzialmente dell'ultimo volume della "Saga dei Drenai" è semplice: mi hanno dato questo da leggere. Quindi accontentatevi.

Trama: la storia è ambientata in un mondo post-apocalisse, alla Terry Brooks per intenderci. La scienza degli antichi, avanzata fino al punto da sconfinare nella magia, ha provocato in qualche modo la loro distruzione (sarà stato il solito disastro nucleare). Gli uomini hanno ricominciato da zero. Tanta agricoltura, piccoli regni semi-barbarici, spade e lance e ovviamente minotauri e lupi mannari creati tramite modificazioni genetiche da simpatici stregoni che vanno a disseppellire cose che era meglio lasciare al loro posto. In questo contesto viene scoperta la clonazione e la possibilità di recuperare le anime dall'aldilà, permettendo ad alcune persone di ottenere una quasi-immortalità al prezzo di un continuo ricambio di corpi e alla soppressione delle anime dei cloni.
Chiunque avrebbe pensato che il mago Landris (mi sembra si chiami così, non ho il libro qui con me e non posso controllare), dopo aver ottenuto la vita eterna e, potenzialmente, un'infinità di ricchezze e potere, avrebbe anche potuto accontentarsi. E invece no. Ovviamente non trova di meglio da fare che riportare in vita la più spietata imperatrice della storia che stranamente non si dedica a pulirgli la casa e a preparargli la cena ma tenta di conquistare il mondo.
Il suo nome è Jianna. Bellissima, assolutamente senza freni e inibizioni, della serie che può tranquillamente portarti a letto oppure scuoiarti a seconda di come le gira, e crea uno stato che si estende sul primo dei continenti abitati.
Trovandosi ormai confinato nell'ultimo lembo di terra libera e avendo come vicini i drenai (che sono un popolo che odia gli ibridi, un tempo potente e adesso no) e un generale ribelle, il mago decide di riportare in vita Olek Skilgannon, eroe epico vissuto mille anni prima (e grande amore di Jianna) per combatterla e mettere fine al suo regno di terrore.
Ci riuscirà?

Commento breve: è da leggere. Il commento lungo contiene spoiler a non finire. Vengono anche sottintesi una serie di riferimenti comprensibili solo a chi ha già letto il libro. Continuate a vostro rischio e pericolo...

martedì 2 ottobre 2012

Col cavolo che è colpa di tutti

Oggi hanno arrestato Fiorito.
 1 a 0 e palla al centro.
 
 
Sebbene l'argomento da trattare sia un altro, una parentesi su Taormina dobbiamo per forza aprirla.
Innanzitutto, si può sapere perché cavolo la gente continua ad assumerlo? Non so se Fiorito vive abitualmente in un'universo parallelo in cui Taormina assomiglia a Matt Damon e lotta per la salute dei malati di leucemia contro il bieco affarismo delle assicurazioni private, ma in questo universo la sua impresa più famosa è stata la falsificazione delle prove durante il processo Cogne.
Che l'ultima volta che ho controllato non era esattamente come costruire ospedali in Africa.
Voglio dire, con tutta probabilità, nel ddl sulla corruzione della Severino c'è un codicillo speciale che equipara l'assunzione di Taormina a una confessione da parte dell'imputato.
E se non c'è ci dovrebbe essere.
In ogni caso, il problema non è Fiorito in quanto tale, ma la società che lo circonda. E non voglio parlare degli innumerevoli italiani disonesti e evasori fiscali che lo votano, ma di tutti gli altri. Persone per bene e oneste che si trovano a concordare con questo commento:
 
 
Io capisco il sentirsi in colpa. Posso anche capire, in parte, il discorso sulla responsabilità collettiva.
Ma anche no.
Col cazzo che è anche colpa mia se l'Italia va male. Se l'Italia va male è colpa loro. E questa è una cosa che dovremmo tenere sempre bene in mente. Perché va bene l'immedesimarsi negli altri e l'empatia, però qui si sta esagerando. I ladri sono ladri e vanno messi in galera. Punto. E no, non è colpa mia se Fiorito ha rubato (per il suo partito, al partito, allo stato, oppure ha solo operato un'appropriazione indebita, come dice Taormina, o se è tutto legale ed ha semplicemente commesso il reato di obesità abusiva, nel senso che ha mangiato a spese nostre) e dirò di più... non è nemmeno colpa del mio vicino che posteggia sempre la macchina davanti al passo carrabile impedendo alla signora disabile del piano di sopra di uscire di casa.
Perché lui sarà una testa di cazzo, ma non per questo i consiglieri regionali devono sentirsi giustificati nel rubare.
 
E non me ne frega niente nemmeno del discorso "capro espiatorio". Fiorito è solo uno dei tanti ed è possibile che venga utilizzato come bersaglio su cui scaricare le colpe? Forse. Cazzi suoi. Stavolta abbiamo beccato lui. Domani cercheremo di prendere gli altri
...
ma da qualche parte possiamo iniziare per favore?

lunedì 1 ottobre 2012

Non concordo

Normalmente non dedicherei un post al processo contro il maggiordomo del Papa, ma visto che mi offre l'occasione di parlar male del Concordato ne approfitto.

Innanzitutto vorrei dire che non contesto il processo in sé. Cioè, intendiamoci, se dipendesse da me, solo per il fatto di aver rubato qualcosa al Papa, gli darei una medaglia al valore e lo promuoverei maggiordomo del Presidente della Repubblica (che vedi mai ci passa qualcosa anche sulle famose intercettazioni). Però dipende dalla mia antipatia personale per l'attuale pontefice. Per il resto, dura lex sed lex. Se hai rubato vai in galera.
Il punto in questione è "dove" vai in galera.

Molti non sanno infatti che è ancora in vigore l'art.22 dei Patti Lateranensi del 1929, secondo il quale l'Italia si impegna ad ospitare nei propri istituti penitenziari i cittadini del Vaticano colpevoli di delitti. Ovviamente perché il Vaticano non aveva (e non ha) un penitenziario proprio, a parte alcune celle che vengono utilizzate in casi particolari.
Andrebbe anche bene, e sicuramente andava bene nel '29, ma attualmente presenta una serie di assurdi:
a) il Vaticano esprime un giudizio penale ancora secondo il Codice Zanardelli del 1889. Ne consegue che i condannati dei tribunali pontifici possono scontare, nei nostri penitenziari, pene non previste dal nostro attuale codice giuridico;
b) la pena per l'offesa al Papa è equiparata all'offesa al re. Ma noi non abbiamo più un re...
c) soprattutto... sembra che nelle carte trafugate dal nostro Gabriele, vi siano diverse rivelazioni sul come e il quanto lo Ior fosse implicato nel riciclaggio e nell'elusione delle imposte al fisco italiano da parte dei correntisti.
Quindi, perché mai lo Stato Italiano dovrebbe aver interesse nel punire un tizio che lavora a pro suo? Se lo vogliono incarcerare, lo facciano in Vaticano.
 
Là, e anche oggi il nostro post qualunquista lo abbiamo fatto...

mercoledì 26 settembre 2012

Attrazione multipla

Avete presente quel momento eterno in cui vi scambiate per strada con un'altra persona e cercate di andare entrambi dalla stessa parte, poi vi correggete insieme e continuate a fare questo balletto fino a che uno dei due non si stanca e resta fermo?
Una volta ho letto (sulla solita analisi dei soliti ricercatori americani) che succedeva quando fra due persone scatta un'attrazione sessuale inconscia.
Stamattina mi è successo con tre persone, fra cui una signora di sessant'anni e un ragazzo brufoloso.
 
 
Spero tantissimo che i ricercatori americani si sbaglino...

lunedì 24 settembre 2012

Sul perché non ho letto Multiversum

Nell'attesa di esaminare i due volumi gentilmente prestati dal tizio con l'armatura di pelle e la spada a due mani, vi propongo la recensione di un libro che non ho letto: Multiversum, di L. Patrignani.
Il sedicenne che non conobbe facebook (ndr.)
Ma come fai a recensire un libro se nemmeno lo hai letto?
Calma. Per "leggere un libro", io intendo finirlo. Ma 30 pagine sono state più che sufficienti per esprimere un giudizio: bocciato.
Perché?
Vediamolo.
Alex e Jenny si amano. Cioè no, non ancora. Probabilmente alla fine del romanzo. Però sappiamo già che andrà a finire così, quindi perché lasciarvi nel dubbio? Alex però vive a Milano, mentre Jenny in Australia. Bel problema anche se esistono gli aerei. Però Alex e Jenny vivono in universi paralleli e comunicano solo attraverso una connessione telepatica. E adesso come la mettiamo?
No problem, tanto il multiverso, ovvero la struttura che lega tutti gli universi esistenti, sta collassando per un qualche inpiegabile motivo e saranno i nostri due protagonisti a doverlo rimettere insieme. In questo modo potranno incontrarsi e vivere per sempre insieme felici e contenti, perché l'amore vince sempre sull'odio e... no quella era un'altra cosa.
Ricominciamo. Alex da quando era bambino soffre di quelli che sembrano attacchi epilettici. Durante questi attacchi entra in contatto con la mente di Jenny. A sedici anni riesce finalmente a scambiarci due parole e comincia a pensare che la misteriosa ragazza esista realmente e non sia un parto della sua fantasia o di una qualche malattia mentale.
Queste sono le prime 10 pagine.
A pagina 11 la storia si perde nel vuoto cosmico.
Alex decide che Jenny esiste perché le chiede il nome del sindaco di Sidney (o di Melbourne, non ricordo bene) e su internet verifica che sia la verità. Nell'incontro seguente, i due si danno appuntamento: a Melbourne. Per arrivarci, Alex contatta un suo amico hacker.
Non so se avete presente "Robin Hood in Internet". Era un film che passava ogni tanto su Italia 1 nelle mattinate/pomeriggi estivi per gli studenti che si godevano le vacanze scolastiche davanti al televisore. Nel film un adolescente usa internet per rubare i soldi di una ricca azienda e curare un ragazzo malato. Ecco, in Multiversum un ragazzo in sedia a rotelle usa internet per rubare i soldi a una serie di ricche aziende e aiutare l'amico capitano della squadra di basket.
Mutatis mutandis...
Il vero aspetto surreale della storia non è però legato alla telepatia o all'esistenza degli universi paralleli. Bensì al fatto che né al sedicenne capitano della squadra di basket, né alla ragazzina di Melbourne, né all'hacker che entra nei database delle multinazionali venga in mente che esistono le mail. Perché ovviamente è molto più facile farsi dire il nome del sindaco della città di vattelapesca, controllarlo su internet, fissare un appuntamento telepatico, rubare i soldi alle multinazionali e volare fino in Australia per verificare se la ragazza esiste sul serio, piuttosto che farsi dare il contatto di messenger e parlarci in chat.
Però magari un indirizzo e-mail è complicato da dare per via telepatica. Con quella chiocciola nel mezzo. Bel problema. Però sei un ragazzo di sedici anni che forse ti piace una ragazza di sedici anni e non sai come e quando potrai parlarci di nuovo. Io non so se le nuove generazioni abbiano parametri mentali totalmente diversi dai miei, ma ai miei tempi si chiedeva il numero di telefono.
E porca troia, se hai la memoria di Topo Gigio e non ti ricordi i numeri, chiedile il cognome e cercala su facebook. Oppure dille di cercarti su facebook.
Ma no. Il fatto che dal 1870 esistano altri mezzi di comunicazione, oltre ai piccioni viaggiatori e ai segnali di fumo, sembra una realtà totalmente sconosciuta ai nostri protagonisti. Anche all'amico che ruba i soldi alle multinazionali tramite internet. Probabilmente è perché ormai facebook è troppo mainstream.
Date queste premesse, per me Multiversum finisce qui. Sinceramente, mi spiace per Patrignani. La mia apertura mentale è massima. Posso accettare i personaggi dalla caratterizzazione improbabile (fra l'altro, grazie per l'indovino del primo scalo aereo: era dai tempi de "I piccoli brividi" che non vedevo niente di così stereotipato) e la scrittura scolastica. Posso sospendere la mia incredulità fino ad accettare praticamente qualsiasi cosa, dai multiversi ai draghi, dagli anelli che rendono invisibili alle spade che svelano la verità, dai viaggi spaziali istantanei agli armadi che fungono da porta per mondi abitati da satiri, ma con tutto l'impegno possibile non posso arrivare a credere nell'esistenza, nel mondo occidentale, di un sedicenne in possesso di adsl che non sappia pensare a un modo più semplice del "vado in aereo in Australia" per parlare con una ragazza.
Ovviamente il motivo è semplice. Se Alex cercasse Jenny non la troverebbe, perché nel suo universo è morta all'età di sei anni. Quindi si convincerebbe di essere pazzo, non andrebbe mai in Australia e il libro finirebbe prima di cominciare. Ma se sei costretto ad aprire un plot hole grande come una casa  a pagina 11, per non farti cadere la storia addosso, una cosa è certa: la trama fa acqua.
Il fantasy/fantascienza italiano fa ridere. Accettiamolo.

martedì 18 settembre 2012

Logica e candidati

Periodicamente mi trovo a difendere tizi a cui in contesti normali non presterei il cric per cambiare la ruota della macchina. Ultimamente il 90% di questi tizi è costituito da Beppe Grillo.
 

"Grillo vuole candidare solo incensurati ma lui non lo è". Vi sarebbe contraddizione se Grillo volesse candidarsi. Ma visto che Grillo non vuole (mica è scemo fino a questo punto) where is the problem?

 - Grillo vuole essere curato solo da laureati in medicina, ma lui non lo è!
 - Grillo vuole farsi riparare la macchina solo dai meccanici, ma lui non lo è!
 - Grillo vuole far controllare il riscaldamento solo da un caldaista, ma lui non lo è!
 
Ora le alternative sono due. O il sindaco di Milano è totalmente incapace di pensiero logico e quindi trova assolutamente normale il farsi curare l'appendicite dai fruttivendoli, oppure dice stronzate in modo consapevole.
A dimostrazione che le occasioni in cui era meglio stare zitti sono infinite e distribuite equamente in ogni ceto sociale.

giovedì 13 settembre 2012

Boccialo

Per dovere di LOL, riporto il verbale dell'incontro Francesco Boccia vs theworld verificatosi su twitter:
 
 
In realtà però volevo far notare questo:
 
 
Promemoria: Boccia è uno di quelli che si incazza se i suoi interlocutori virtuali non si firmano con nome e cognome. Ricordarsi di creare un account "Giuseppe Mazzini" per andare a sfotterlo...

mercoledì 12 settembre 2012

Bachman

Se vi avanzano 14 euro (12 se trovate lo sconto) e non sapete come utilizzarli, è presente nelle librerie questo simpatico volume:
 
 
Raccoglie "I vendicatori" e "Desperation", residuati bellici di quando Stephen si firmava Richard Bachman per non apparire troppo commerciale nel suo scrivere tre romanzi all'anno.
Se non li avete letti, può essere un affare...

lunedì 10 settembre 2012

Fanfiction n.2 - Sopdet

La fine dell'estate incalza. Momento perfetto per portare avanti i cicli iniziati. Ecco quindi la recensione di Sopdet, seguito del già presentato Esbat.
Mi sono portato a letto la tua bisnonna, lol! (ndr.)
Di Esbat abbiamo già parlato su questo blog. Trama traballante e caratterizzazione psicologica dei personaggi un tantino aggiustata quando non totalmente funzionale agli interessi della storia controbilanciate da una tendenza splatter assolutamente adorabile. Voto 6+.
Sopdet arriva al 7-
Insomma, ci è moderatamente piaciuto.
Trama: fondamentalmente questo...
Ma approfondiamo. Sesshomaru era stato riportato in vita, alla fine dello scorso libro, dai poteri di Ivy. Naraku/Yobai, alquanto incazzato che il suo piano per distruggere il rivale sia andato in fumo, anche perché si ritrova il tizio dai capelli argentei a un passo dallo squarciargli la gola, accetta il patto propostogli dalla sua dea protettrice (Aiwass, signora del Caos o qualcosa di simile): partecipare a un gioco nel passato in cui lui dovrà cercare di uccidere gli antenati di Ivy, mentre Sesshomaru dovrà impegnarsi a salvarli. N. impersonerà ogni volta un personaggio cattivo (un soldato traditore, un fascista collaborazionista, un poliziotto in borghese sobillatore) mentre S. l'eroe giunto per fermarlo.
Uccisi gli avi, Ivy smetterà di esistere. Quindi non potrà salvare Sesshomaru che quindi bla bla bla.
I due avversarsi si affronteranno quindi in tre epoche storiche dell'Italia contemporanea: la Prima Guerra Mondiale, l'invasione tedesca del '43 e le proteste studentesche del '77. Gli obiettivi di Naraku saranno il bisnonno Giuseppe (ucciso con successo ma il dritto aveva già copulato), la nonna Matilde e la madre Alice. Nel frattempo manda un suo servitore a uccidere Ivy nel presente, che mica puoi lasciare in circolazione una tizia che potenzialmente ammazza i demoni con una matita da disegno.
In tutto questo Sesshomaru corre avanti e indietro, uccide quello, uccide questo, va a letto con la bisnonna di Ivy (Adelina) e gli trasmette non si sa quali mistici poteri che gli permetteranno di proteggere la bisnipote nel presente.
In cosa Sopdet è meglio di Esbat?
La trama ha un senso. E scusate se è poco. Ci sono evidenti forzature che non fanno onore né alla scrittrice né al correttore di bozze. La scena in cui Sesshomaru sta per uccidere Naraku e Ivy in quello stesso istante li disegna in un fumetto facendoli diventare entrambi umani per un errore di didascalia, ad esempio grida allo stesso tempo deus ex machina e vendetta, ma nel contesto si può dire che la storia funzioni. Procede a sbalzi e per trovate estemporanee ma che comunque ci possono stare, a differenza del "dammiquellochevoglio - no! - allora ti faccio avere un orgasmo per convincerti!" dello scorso libro.
Anche i personaggi vengono presentati meglio. Sesshomaru reagisce agli eventi in modo razionale. Nel senso che non passa da "quanto mi fanno schifo gli umani, preferirei morire piuttosto che toccarne uno" a "faccio sesso con una cinquantenne" nel giro di mezza pagina. Quanto meno ci impiega quasi un libro intero. Lo stesso vale per Naraku, a cui viene fornito un background psicologico decente invece di aver scritto in fronte: "sono lo stesso personaggio del manga, se volete sapere perché faccio quello che faccio andatevelo a leggere".
(Noterete fra l'altro che continuo a chiamarli Sesshomaru e Naraku. Passi per Yobai, ma mi rifiuto di scrivere più di una volta Hyotsuki)
Nota di merito anche per la ricerca storica. Viste le premesse (due demoni giapponesi sul fronte austriaco) poteva andare molto peggio.
Cosa resta uguale?
In negativo, la totale insignificanza di quella che dovrebbe essere la protagonista femminile della storia. Forse è un'impressione mia, ma mi sembra che anche alla Manni non piaccia granché occuparsi di Ivy. La sensazione è che la side story nel presente sia trattata come un male necessario, da sbrigare più in fretta possibile per poter poi parlare di Sesshomaru. La ragazzina viene semplicemente sballottata da un posto all'altro, sempre in mano di qualcuno, per poter poi garantire il cliffhanger finale del nostro demone (e siamo già al secondo, al terzo scatta il "chepalle").
In positivo... Sangue! Tanto e ben descritto.
Peggio?
Il finale. Oddio, il finale.
[SPOILER --- SPOILER/]
Ivy disegna Sesshomaru e gli fa dimenticare tutto quello che ha vissuto. Già mi immagino il prossimo libro, con Naraku che gli dice 
N - ti ricordi quella volta che eravamo in Italia e te eri vestito da soldato?
S - Ma quando è successa sta cosa?
N - Ma dai che c'erano i parenti di Ivy e io dovevo ucciderli
S - Stai delirando
N - Non ti ricordi mai niente di quello che ti dico
S - Ah sì, e chi è andato a pagare le bollette il mese scorso?
N - Sempre così. E non mi fai mai un complimento per i miei capelli
S - Sei di nuovo andato a farti i capelli? Ma lo sai quanto costa il parrucchiere?
ecc. ecc. ecc.
[/SPOILER]
ps. so che non dovrei dirlo perché unpolitically, ma per alcune delle scene tra N e S esiste un solo commento:
Note:
1. i richiami alla Wikka continuano senza che ve ne sia veramente necessità. Probabilmente si tratta di una cosa a metà strada tra il "li ho già usati nello scorso libro quindi me li becco anche in questo" e il "quanto meno sono una cosa maggica!!"
2. la situazione di Max quale unico vaso di coccio tra molti vasi di ferro è assolutamente insostenibile. Faccio mozione affinché gli venga recapitata a casa Excaliburn o quanto meno l'armatura di Iron Man.
3. il richiamo all'innocenza del male era assolutamente superfluo