sabato 11 marzo 2023

Momento musicale 11


Stavo pensando che è veramente sleale questa cosa che noi mandiamo all'eurovision canzoni in italiano e invece gli armeni possono mandarla in inglese senza problemi.

Comunque ho scoperto che Rosa Linn aveva fatto questa versione di Snap in mezzo italiano con tale Alfa (faccio il boomer che non ha tiktok, sorry) e mi piace un sacco per motivi non ben identificati.

domenica 5 marzo 2023

Le Nemesi - perché il lock down ci stava

Ho passato i 35 anni. È giunto il momento di fare le cose che fanno gli adulti. E quindi ho deciso di andare ad un circolo di lettura. Questo era il libro di marzo.

Dovete... stare... a casa (ndr.)
Nei gruppi di lettura si legge narrativa. A me fa cagare la narrativa. Trovo assolutamente demenziale perdere tempo a leggere storie di gente che potrebbero essere il mio vicino di casa se solo fosse molto, molto, molto sfortunato. Però stiamo provando a fare questa cosa e quindi becchiamoci il classico romanzo dell'americano Philip Roth che parla dei tempi americani. Tecnicamente è un po' un romanzo storico, quindi diciamo che mi è piaciuto.

Trama: un americano rispondente all'americanissimo nome di Bucky (per davvero) abita a Newark a metà anni '40. Madre morta alla nascita, padre incarcerato, viene cresciuto dal nonno che lo tira su con i sani valori di una volta. Quelli che l'uomo è uomo quando fa le flessioni ed è sempre pronto al duro lavoro e/o a morire per la patria. Fiero del suo fisico e del suo essere pronto al duro lavoro, Bucky purtroppo è miope e non può andare ad ammazzare crucchi in Francia ma si consola grazie ai suoi muscoli fortissimi e all'attività da animatore di campi giochi per ragazzi.
A un certo punto scoppia l'epidemia di poliomelite. Dopo un paio di giorni di gente che gli muore attorno Bucky scappa fra le montagne. Poi scopre di essere un portatore sano. Poi si ammala e perde un braccio e una gamba. Lascia la donna perché non vuole farla vivere con uno storpio. Morirà solo. The End.

Commento: quanto cazzo sono divertenti i libri di narrativa eh?
La scrittura è paurosamente scorrevole. Bella la ricostruzione dell'ambiente storico. Bella la ricostruzione psicologica del protagonista. Bella la problematica di Dio visto dal punto di vista degli ebrei statunitensi. Bello tutto. L'unico problema è che ho passato l'intero libro a ripetermi: "sì, raga, ma un po' di quarantena gliela vogliamo far fare a sta gente per favore?". Perché capisco che non sappiate bene come si trasmette la polio. Capisco il eh ma alla fine solo uno su 20 muore e solo 1 su 10 rimane orribilmente sfigurato e/o menomato, però diosanto... letteralmente metà del romanzo non esisterebbe se un'autorità randomica avesse detto: "ok Bucky, sei stato a stretto contatto con sto tizio morto di polio, adesso te ne stai chiuso 15 giorni in casa. Ci vediamo fra due settimane".
Sono contento di non vivere negli anni '40.

Voto: 7. 7+ in quanto pubblicato nel 2016 e quindi pre-covid. Quasi profetico.