martedì 31 luglio 2012

Nazisti su Marte

Stranamente ho sempre schifato un po' P.K. Dick.

Fanculo Philip (ndr.)

Motivi?
1. in genere le copertine che mettono ai libri di Dick fanno cagarissimo
- ma i libri non si giudicano dalla copertina!
- sì, ma anche l'occhio vuole la sua parte! Tu-tum-cha!

2. ha il nome noioso

Ok, non c'era nessuna seria ragione per schifare Dick, ma ormai l'ho fatto. Inutile piangere sul latte versato. Comunque, complice l'orologio di topolino, stavolta ho fatto un'eccezione per "La svastica sul Sole" (1962), titolo tradotto come al solito ad cazzum dall'editoria nostrana ma per una volta più evocativo dell'originale The Man in the High Castle.

Trama: potrei dirvi che La svastica sul Sole è la descrizione di un mondo alternativo in cui la storia è andata in cacca, ma poiché voglio sembrare una persona colta e sofisticata aggiungerò che è quindi un affascinante e complesso intreccio di ucronia e distopia.
In una riedizione appena un po' più elaborata del buon vecchio "ricordatevi che sono stati gli americani a salvarvi", opposto a chiunque si lamenti del colpo di stato in Cile, o della finta guerra alle armi di distruzione di massa in Iraq o della presenza di ordigni atomici stranieri sul proprio territorio nazionale, Dick descrive un mondo in cui le potenze dell'Asse hanno vinto la Seconda Guerra mondiale e la carta geografica è più o meno questa:


Probabilmente l'immagine è troppo piccola perché riusciate a leggere la legenda. In ogni caso l'arancione rappresenta l'Impero Italiano. Impero in gran parte formato dal Mediterraneo prosciugato. Per quale motivo poi i tedeschi abbiano deciso di prosciugare un mare che ha sempre fatto un po' comodo a tutti beh, Dick lo spiega con "sono tedeschi". A lui basta e, pensandoci un po', in effetti basta anche a noi. Sono tedeschi, che volete farci?
Il verde è invece rappresentato dai giapponesi, la potenza rivale con cui la Germania ha diviso il mondo sulla falsariga di USA-URSS del nostro mondo. Gli Stati Uniti sono a loro volta divisi in 3, con gli Stati delle Montagne Rocciose, il Messico e il Canada a fare da stati cuscinetto tra i due imperi.
I giapponesi non sono razzisti. Nel senso che anche se non hai la pelle gialla, gli occhi a mandorla e non capisci bene quando devi inchinarti e quando no, non succede niente. Te lo fanno solo pesare tantissimo e ti costringono a mangiare la soja. Non è divertente, ma almeno non hanno sterminato le popolazioni africane per usarne le ossa come soprammobili e i crani come bicchieri. I tedeschi invece sì e stanno anche esplorando lo spazio, oltre a tramare per distruggere i giapponesi con le armi atomiche dando il via alla guerra che spazzerà via il genere umano dalla Terra.
Nel frattempo, uno scrittore statunitense scrive un libro in cui descrive una storia alternativa, in cui gli Stati Uniti hanno vinto la guerra e le cose vanno molto meglio.

Commento: assolutamente impeccabile dal punto di vista stilistico. La descrizione del mondo ucronico (sic.) è condotta in modo molto talmente realistico che ogni tot. pagine devi fermarti a ringraziare gli Stati Uniti di averci salvato dal Nazismo. Probabilmente il libro è stato finanziato dallo zio Sam.
I problemi stanno nel plot. Semplicemente, avete presente la trama descritta sopra? L'avete letta bene? Vi fa venire voglia di sapere come va a finire? Beh, ve lo dico subito per non farvi avere delusioni: la storia non finisce. Wtf?
La conclusione del libro arriva proprio quando le cose cominciano a farsi interessanti. I nazisti stanno portando il mondo verso l'olocausto atomico, il conflitto finale fra le due superpotenze, ma anche fra due modi diversi di vedere il mondo, è ormai alle porte. In mezzo i destini delle "razze inferiori" che cercano un riscatto e il libro nel libro che apre le porte per un mondo parallelo. Il tutto legato dai misteri dell'I-Ching. Sembrerebbero ottime premesse per l'inizio di una trilogia o almeno per altre 3-400 pagine di storia in cui i nodi vengono al pettine e invece no. Dick, scrolla le spalle, si accende la pipa e ti fa "bella idea eh, questa dei nazisti? Ci farò un libro prima o poi". E se ne va.
Il difetto più grosso di La svastica sul Sole è che non è un libro. E' solo l'inizio di un libro. E visto che è stato pubblicato nel '62, che Dick è morto vent'anni dopo e che esistono due capitoli ulteriori che sarebbero dovuti essere l'inizio di un seguito, possiamo solo pensare che l'autore non abbia ritenuto opportuno concludere la storia iniziata.

Quindi vaffanculo Philip.

lunedì 30 luglio 2012

Anglofilia

Frequentando l'ambiente universitario, specialmente quello di lettere, di cazzate simil-culturali se ne sentono tante. Una che ogni tanto mi torna in mente e che per un certo periodo è andata per la maggiore è la vulgata riguardante i mass media che devono essere pronunciati mèdia al posto di mìdia.

Perché media viene dal latino...

Dopo anni passati nel dubbio e nell'incertezza, oggi sono pronto a dirlo forte e chiaro. Questa storia è una cagata pazzesca.
Sì ok, mass media viene dal latino, ma adesso è inglese. Che cavolo c'entra il latino? Sapete quante parole inglesi provengono dal latino? Tante. Questo è solo un elenco incompleto: http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Latin_words_with_English_derivatives

Date un attimo un'occhiata a ditemi: voi pronunciate sɪˈlebriti o celebriti? Perché celebrity viene dal latino celeber, is.
Oksɪdent o Occident?  Inkuisiscion o Inquisizion? Veɪn o Vain?
Eppure sono tutte parole che vengono dal latino. Mi spiegate perché di mass media dovremmo recuperare la pronuncia latina mentre di tutte le altre no?

Ma media inglese si scrive come media latino

Anche Nike si scrive esattamente come in greco. Ma voi dite: "mi sono comprato un paio di Naiki" o "un paio di Niche"? Cos'è i greci sono più stronzi e non si meritano la conservazione della pronuncia?
Insomma mi sembra un evidente caso di ipercorrettismo, tirato fuori da maniaci fuoriusciti dal liceo classico timorosi di essere confusi con chi scrive out out nei temi al posto di aut aut.
A tutti costoro ricordo soltanto che in latino classico Caesar si pronunciava Kaesar. Quindi o vi mettete a chiamare Chesare tutti i vostri amici, perché il loro nome deriva dal latino, oppure la smettete di rompere.

venerdì 27 luglio 2012

Chiedere all'ortolano

Pur capendo l'assoluta necessità di scrivere qualcosa in merito alle Olimpiadi di Londra, anche per un giornale come il Fatto Quotidiano che probabilmente colloca lo sport appena prima delle ricette di cucina e della vita sentimentale di George Clooney nella sua scaletta di "cose di cui non ci frega un cazzo", fatico a comprendere su quali basi si fondi l'intervista di Luca Pisapia a Marco Galiazzo, che scopro adesso essere arciere medaglia d'oro ad Atene 2004.


Già la domanda riguardante il doping nel tiro con l'arco appare assurda. A cosa cazzo dovrebbe servirgli il doping? Mica è una gara di corsa. E' un tizio che tira 3 frecce con archi supermoderni leggerissimi in un campo aperto, mica un arciere inglese del XIV secolo che affronta la cavalleria francese con un'armatura di cuoio e maglia di ferro eh. Sta alle Olimpiadi di Londra, mica sul campo di Crécy. Ma che cazzo.
Più interessante la domanda sul sesso. E' risaputo che non si fa sesso prima delle gare sportive. La scusa ufficiale è che è stancante, anche se non si è capito perché dovrebbe esserlo di più di una qualunque altra attività fisica. Certo, se il tizio in questione scopa per 6 ore di fila la cosa rischia di diventare faticosa, ma in tutti gli altri casi dubito possa influire sul fisico. Il secondo argomento è che frega la concentrazione.
Mah. Secondo me sono voci che mettono in giro le società sportive per evitare di dover pagare la camera d'albergo anche alle consorti/fidanzate degli sportivi.
L'intervista si fa però surreale quando si passa su argomenti alquanto lontani dallo sport. Per chi non ha voglia di aprire il link copioincollo il tremendo botta e risposta con le incredibilmente originali opinioni del nostro Galiazzo:
Nello sport la crisi si sente?
Certamente, come in ogni altro settore
Nel tuo sport si sente?
Sì come in tutti gli altri settori.
Ti preoccupa la crisi?
Un po’ sì, ma sono fiducioso.
Per i tuoi figli?
Non ne ho. E quando sarò tranquillo sotto ogni punto di vista allora li avrò.
Una soluzione per la crisi?
Abbassare il costo del carburante, visto che il petrolio fa muovere tutto. Se aumenta il petrolio a catena aumenta tutto.

Interessante. Io direi anche che rosso di sera bel tempo si spera e che comunque non bisogna dire gatto se non l'hai nel sacco. Del resto si sa, un tempo qui era tutta campagna e oggi invece? I giovani sono tutti delinquenti e poi gira che rigira è tutto un magna magna. E io pago!
Però io sono un comune cittadino. Mica un campione di tiro con l'arco.
A quando l'intervista all'ortolano sotto casa? 

giovedì 26 luglio 2012

Vendetta

Dopo quanto successo ieri mi sembra doveroso fare un annuncio. Da ora in poi, tutte le mie energie distruttive saranno rivolte ad un solo scopo: annichilire, mortificare, annientare e condannare ad una perpetua damnatio memoriae il libro di Anna Maria Ortese, "Il cardillo addolorato".


E se esiste un gruppo che trama nell'ombra per destinare questa specie all'estinzione beh, fatevi vivi. Mi voglio unire a voi.
E se per strada individuate qualcuno che legge questo libro, segnalatemi nome e cognome per favore. Potrebbe essere un funzionario del Ministero in incognito...
... gli devo parlare.

giovedì 19 luglio 2012

mercoledì 18 luglio 2012

Art. 90

Siccome se ne sentono tante sulla questione delle intercettazioni di Napolitano, mi è sembrato interessante fare qualche ricerca in più.
Il PdR si è rivolto alla Corte Costituzionale sostenendo che i magistrati di Palermo avrebbero violato l'art. 90 della Costituzione, registrando la sua voce. Ma cosa dice questo benedetto art. 90?
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune [cfr. art. 55 c.2], a maggioranza assoluta dei suoi membri [cfr. artt. 134, 135 c.7

Probabilmente sono io che non riesco a leggere fra le righe, ma non mi sembra che centri un'emerita minchia con le intercettazioni. Anche perché l'intercettato non è Napolitano, ma è un tizio che parlava con Napolitano.
Che poi il PdR non sia incriminabile è un'altra questione, ma dove sta scritto che le sue conversazioni, che tra l'altro in questo caso sono le conversazioni di Mancino non devono poter essere registrate? Cos'è, un nuovo gioco di società? "Smetti di essere intercettabile! Conosci anche tu il Presidente della Repubblica"? Se domani scopriamo che Napolitano conosce Totò Riina cosa facciamo? Gli sospendiamo il 41 bis, vedi mai che il PdR gli vuole mandare una lettera privata? E se Napolitano è un burlone e si mette a fare gli scherzi telefonici alle 3 di notte, evitiamo di intercettare l'intero Comune di Roma?
Io boh, non pensavo che ci fosse qualcuno capace di superare Silvio nello sparare stronzate, ma qui sta nascendo un concorrente.

Che poi, si può sapere cosa cazzo gli diceva a Mancino? Bersani & C. sostengono che non mi deve interessare perché non c'è niente di penalmente rilevante. Però se l'art. 90 protegge il PdR da ogni incriminazione che non riguardi il tradimento o l'attentato alla Costituzione, tecnicamente avrebbero potuto parlare anche di traffico di stupefacenti o di commercio di organi o di prostituzione minorile, senza che vi fosse comunque niente di penalmente rilevante.
Quindi, si può sapere che cazzo si dicevano?
Altrimenti mi ritengo giustificato nel dare libero sfogo alla mia immaginazione.
Ergo... secondo me Napolitano ha chiesto a Mancino di portargli al Quirinale due trans brasiliane e 4 prostitute polacche per un festino a base di eroina e sesso libero.

Smentitemi se siete capaci.


ps. comunque non ci credo davvero. Napolitano con le trans brasiliane e le prostitute polacche al massimo potrebbe giocarci a rubamazzo. Almeno su questo B. aveva un altro spessore...

martedì 17 luglio 2012

Mah, questo Faletti...

Da qualche parte devo già aver espresso la mia radicata avversione per i gialli o i thriller in genere. Tuttavia sono solito smentirmi spesso, ecco perché in questi giorni mi sono letto l'ultimo uscito di Faletti.

Se me ne fregasse qualcosa di calcio forse... (ndr.)
In realtà è finito nella mia borsa quasi per caso. Era proprio lì, sul tavolo della cucina, martedì scorso. Gli dato un'occhiata mentre stavo uscendo, ho notato che era un libriccino (ca. 150 pagine) e avendo sempre schifato Faletti in passato mi sono detto "è l'occasione buona per cominciare", riproponendomi di leggerlo in bus.
Due giorni dopo il libro era finito. Una settimana dopo vi beccate questa recensione.

Trama: Silvano Masoero è un ex pugile che al culmine della carriera si è fatto coinvolgere in un giro di scommesse clandestine truccando un incontro. Nel magico mondo di Faletti che ovviamente non può essere l'Italia, non solo viene scoperto dalla polizia ma finisce addirittura in prigione. Uscito di carcere dopo un tempo imprecisato ma che da come ce lo descrive l'autore sembrano millemila anni, è poco più di un reietto della società, che riesce infine a trovare lavoro come guardiano/addetto agli spogliatoi/magazziniere/factotum dello stadio per la società sportiva locale.
Ad anni di distanza scopre che il figlio, centroavanti e beniamino della suddetta squadra, a un passo dal passaggio alla serie A sta per ripetere il suo stesso errore, intrallazzando per truccare l'ultima partita del campionato. Ovviamente il nostro eroe non può permetterlo...

Commento: bah.
Articolando meglio... se fossi una signora di mezza età con una spiccata tendenza alla lacrima per i difficili rapporti padre-figlio, se avessi passato i miei 25 anni di vita su Marte e fossi sbarcato la settimana scorsa in Italia con la mia navetta spaziale, se me ne fregasse qualcosa del calcio o soffrissi di una qualche forma latente di passione sportiva, forse e dico forse potrei passare sopra gli enormi difetti di questo romanzo/racconto lungo e definirlo bello.
Non avendo nessuna di queste caratteristiche... "bah". Nel senso di: passabile lettura da autobus ma assolutamente dimenticabile per la sua irrilevanza.
Quali sono questi enormi difetti?
Innanzitutto la totale assenza di documentazione. Perché, va bene che metti le mani avanti nella postfazione specificando che di calcio e giustizia sportiva non capisci un'acca, ma basta un pollice opponibile e una ricerca su google, se proprio il buonsenso non ti mette in allarme, per sapere che per una truffa sportiva, in Italia, è semplicemente impossibile andare in galera.
In particolare il concorso in frode sportiva è regolato dalla legge 401 del 1989 che prevede una pena dai 3 mesi ai 2 anni. Il che significa che te la cavi con una multa, visto che in Italia nessuno finisce in carcere con una pena detentiva sotto i tre anni.
Già questo basta a far cambiare genere a "Tre atti e due tempi". Da thriller diventa fantasy e francamente un fantasy con scarpini chiodati e magliette sudate al posto di asce e spade, a me fa cagare.
Ma si tratta solo della punta dell'iceberg di cazzate che Faletti ci propina nel suo libretto. Che dire di Silver (Silvano) che ruba il cellulare all'allenatore morto e lo usa per guidare la partita al suo posto? Già così la trama gridava MACCOSA? Se poi ci aggiungi la scenetta in cui il presidente della squadra chiama il mister e il telefonino squilla nella tasca di Silver costringendolo a far finta che sia arrivata una telefonata anche a lui nello stesso istante, il livello del plot precipita evidentemente sui livelli di "Un posto al sole".
Solo che per la puntate di Un posto al sole non spendo 12 euro.
A livello di sentimenti, vogliamo parlare del romantico abbraccio di fine romanzo, in cui il figlio imbroglione ringrazia con il cuore in mano il padre che gli ha appena fatto perdere 30 milioni di euro (più la casa e la porche vendute per finanziare la scommessa)? E la tizia di cui manco mi ricordo il nome con cui Silver gioca alla ghigliottina (non quella di Robesbierre, quella di Carlo Conti) che funzione avrebbe? No perché, per la profondità con cui viene descritto il suo rapporto con il protagonista, potrebbe benissimo essere stata introdotta solo per ricaricargli il telefono durante la partita.

Ok, ma ci sono dei lati positivi?
Mmmm, ni. La scrittura è piacevole ma non è un merito. Cavolo, se pubblichi con Einaudi, una scrittura piacevole è il minimo sindacale che mi aspetto. Quindi il fatto che si legga bene in autobus non è un pregio. Anche perché in autobus ci ho letto pure La Certosa di Parma, quindi non faccio testo.
Fa passare il tempo, questo è vero.

Insomma, se vi piace Faletti, evitate di leggere questo libro e conservate il buon ricordo che avete di lui. Se non lo avete mai letto, non è questo il libro con cui cominciare.
Se non vi piace, avete sicuramente le vostre ragioni.

lunedì 16 luglio 2012

Il doppio peso

Che poi io sono anche stato uno di quelli che diceva "no, Repubblica non è mica un giornale come gli altri". Che diceva che Repubblica quando uno di sinistra faceva una stronzata lo metteva in prima pagina, mica faceva come Il Giornale o Libero.
Poi Napolitano fa una stronzata grossa come una casa e Scalfari pensa bene di sputtanarsi anni reputazione in sua difesa.

Nel settembre scorso uscirono le ennesime intercettazioni di Berlusconi con il Tarantini. Vi ricordate quella storia di prostituzione? No? Beh è normale, con tutto quello che succede. B. urlò allo scandalo. Disse che in un paese civile la magistratura dovrebbe sospendere ogni intercettazione quando sente la voce del potente di turno.
Repubblica (insieme a tanti altri) fece notare che l'unico paese giunto a un tale livello di civiltà era la Persia sasanide.
Passa quasi un anno e a Napolitano succede la stessa identica cosa. Solo che adesso a Scalfari non va più bene. Perché Berlusconi era uno stronzo malfattore che andava messo in galera mentre Napolitano no. Napolitano è Gesù Cristo venuto sulla Terra a salvare noi peccatori, è Maria Teresa di Calcutta che sfama i poveri dell'India, è Elvis Presley creduto morto e in realtà nascosto dalla Cia, è Roberto Baggio prima che sbagliasse il rigore. E' insomma uno che sta tanto tanto simpatico a Scalfari, quindi quando i pm intercettando un altro scoprono che parla con lui devono lasciar perdere, mentre quando parla con Silvio possono continuare a fare il loro lavoro che niente può intralciare il giusto corso della giustizia.
Se non sei amico di Scalfari.

Bello schifo.

venerdì 13 luglio 2012

Trattiamo

Solitamente sono per la linea dura, ostile agli inciuci e agli accordi sottobanco. Recenti notizie hanno però profondamente incrinato le mie certezze.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/12/berlusconi-a-palazzo-grazioli-coi-vertici-pdl-in-agenda-porcellum-e-riforme/292159/
Ci ho riflettuto a lungo. Sul serio. Ho combattuto aspramente con la mia coscienza prima di scriverlo qui. Però è il momento che qualcuno lo dica:

trattiamo

Ormai sono quasi vent'anni che siamo ostaggio di questo tizio. Non possiamo muovere un passo che ce lo ritroviamo in mezzo ai piedi. E non se ne va. MAI. E' il momento di rassegnarci all'idea che forse è indistruttibile e inattaccabile. Può fare e dire tutto quello che vuole, probabilmente potrebbe andare anche a Roma ad uccidere il Papa con un coltello Miracle Blade 3 serie perfetta, e ci sarà sempre e comunque un 25% della popolazione italiana disposta a votarlo.
Perciò, dico io: arrendiamoci. Trattiamo la nostra liberazione. Chiediamogli quanto vuole per levarsi dalle palle. Immunità perpetua per sé e per le future generazioni? Ok. Affare fatto. Chiunque porti il cognome Berlusconi sarà immune alla giustizia italiana da qui al 2050. Soldi? Bastano 100 miliardi di euro? In qualche modo li troviamo. Ci tassiamo volentieri. Magari chiediamo un aiuto all'Europa. Facciamo un meccanismo antiberlusconi invece che antispread. Basta che si levi dalle palle.

O questo o l'invasione tedesca. Facciamo atto di sottomissione alla Germania, impariamo a parlare tedesco a finiamola una buona volta con questa storia della nazione indipendente. Se in 150 anni non abbiamo imparato probabilmente non ce la faremo mai.
Non siamo capaci: rassegniamoci.

mercoledì 11 luglio 2012

Onestà intellettuale

Da qualche anno, in ogni discussione politica su internet, arriva sempre il tizio x che accusa il tizio y di non avere "onestà intellettuale". Fateci caso: è la nuova versione della legge di Godwin.
Significa che il tizio x muove critiche e/o argomentazioni strumentali che poco hanno a che fare con il tema trattato. Oppure che usa alcuni stratagemmi retorici per truccare l'andamento di una conversazione che altrimenti perderebbe.

Il mio pensiero su tale comportamento è: chissenefrega? Nel senso che, fra Aristotele e Socrate, io sono dalla parte di Socrate. Un conto è se il tizio x fornisce dati fasulli a sostegno della sua tesi. Un conto è se prende i dati e ci chiacchiera sopra in modo tale da farti sembrare che 2+2=5
Se sei tanto coglione da farti convincere che 2+2=5, beh saranno anche un po' cavoli tuoi.
E se tu oppositore non riesci a controbattere a uno che sostiene che 2+2=5, beh forse dovresti passare a conversazioni meno impegnative, tipo sul tempo.
Insomma, pavento alquanto un mondo in cui le figure retoriche siano bandite perché altrimenti i bambini a casa potrebbero farsi irretire.

martedì 10 luglio 2012

Scorcio di vacanza

Reduce della tre giorni (sabato-lunedì) al mare, trascrivo alcuni pensieri sparsi sull'esperienza vissuta.

1. A Marina di Grosseto c'è la sabbia come una volta. Quella bella granulosa che ci puoi fare i castelli. Non quella bianca sottile che si attacca sotto la pianta dei piedi e non va più via. Né quella nerastra piena di sassi su cui fa male camminare. No. A Marina di Grosseto c'è la sabbia della mia infanzia.
Quella sabbia che a un certo punto ho detto alla mia ragazza: "oh finalmente un posto dove c'è la sabbia di una volta. Di questo colore un po' marroncino chiaro. Hai presente?"
E lei: "Color sabbia intendi?"
Touché.

2. Ma quanto cazzo è lunga la spiaggia di marina di Grosseto? Devi camminare 20 minuti per arrivare in riva al mare e altri 20 minuti per tuffarti. A un certo punto mi sembrava di essere su candid camera. più camminavo e più il livello dell'acqua si abbassava. Ancora un po' e sbarcavo in Sardegna.

3. Il Campeggio Rosmarina è veramente brutto. Attaccato alle case, senza nemmeno un albero e la direttrice gira con una macchinina tipo quelle dei campi da golf con una guida che manco Schumacher con le emorroidi. Non ci andate.

4. Il Campeggio Il Sole invece si merita la mia segnalazione pubblicitaria. Veramente carino. Unica nota negativa: distante dal mare 15 minuti a piedi (a passo svelto).

5. A Grosseto hanno una concezione un po' strana della segnaletica stradale. Nel senso che se ci sono cinque incroci, loro il cartello te lo mettono solo al primo. Per gli altri devi orientarti a seconda della posizione del sole o delle stelle. Se capitate in zona portatevi la bussola.

6. Non mi sono abbronzato per niente.

venerdì 6 luglio 2012

Happy ending?


Giusto per ricordare che ogni tanto la giustizia riesce ancora a raggiungere la verità.
Giusto per ricordare che ci mette comunque 11 anni per farlo.
Giusto per ricordare che in ogni caso nessuno andrà in galera.
E giusto per ricordare a tutti i picchiatori fascisti di questo paese che se non vogliono essere condannati basta non commettere falso aggravato in atto pubblico. Che in questo paese puoi anche prendere un tizio a botte fino a spaccargli metà delle ossa e a ridurlo in fin di vita, tanto c'è la prescrizione. Ma non ti provare a scrivere in atto pubblico che lo hai fatto perché era un sovversivo.

Le parole mi spezzano le ossa, ma non c'è bastonata che ferirmi possa.

O era il contrario?

giovedì 5 luglio 2012

Il razzismo non esiste

Ogni tanto sugli autobus si fa male qualcuno. Sono cose che succedono. Ti addormenti per una strada accidentata, ti sfugge la presa sulla maniglia, ti alzi nel momento in cui l'autista fa una frenata brusca: basta poco. Del resto gli incidenti capitano ovunque.
Il problema è che dopo ogni incidente gli autisti si fanno prendere dal panico. Intendiamoci, li capisco. Nessuno smania per avere la responsabilità di scarrozzare 50 persone in giro. Io ad esempio, quando ho un passeggero in macchina divento apprensivo al limite della paranoia. Rispetto perfino i limiti di velocità! Però se hai scelto l'autista di autobus come mestiere e se sul mezzo che guidi c'è un cartello di un metro quadro con scritto "40 posti a sedere, 15 in piedi" dovresti comprendere che la posizione "se c'è gente in piedi io non parto" diventa indifendibile.
In ogni caso non è questo il tema del post di oggi. Volevo parlare del razzismo.
Capita che fra le decine di italiani che si lamentano di non poter salire sul bus perché mancano i posti, a protestare ci siano anche un paio di signore evidentemente provenienti dall'est Europa. La differenza è che agli italiani si risponde con un: "mi spiace signora ma non posso prendermene la responsabilità" mentre alle straniere con un "ma vai via, che al tu paese si chiamano i trattori al posto dei bus".
E non è che avessero detto chissà cosa. Semplicemente un "ma noi dovere andare lavorare".

Alla fine il bus parte. Dopo 5 fermate scendono un paio di persone e ne salgono tre. Due si mettono a sedere, il terzo resta in piedi. Stavolta l'autista se ne assume la responsabilità e resta zitto.
La differenza? Il terzo è un ragazzo di colore di un metro e novanta con peso incerto, ma sicuramente superiore ai 100 kg. Professione presunta: muratore. Espressione: abbastanza incazzata.

La morale è che in Italia il razzismo non esiste... se sei alto due metri e hai i bicipiti del diametro dei prosciutti. In tutti gli altri casi ti attacchi.

martedì 3 luglio 2012

Battuto sul tempo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/02/pd-la-base-contro-lalleanza-con-ludc-ma-che-erba-fumano-i-dirigenti/281804/

Se c'è una cosa che odio è quando scorro in fretta la pagina per postare un commento salace e scopro che mi hanno battuto sul tempo:

Stavolta hai vinto tu, Giaggys.