mercoledì 3 novembre 2021

giovedì 16 settembre 2021

Momento musicale 7

 

Ho appena scoperto che fanno il remake di Navigator su Disney+.
Cos'è Navigator?

Sei un bimbominkia del cazzo.

giovedì 5 agosto 2021

The Father - altre parole in italiano

Ah ma si chiama come l'attore! (ndr.)

 Nel caso ve lo steste domandando: no, in inglese non esiste il sottotitolo. Non ho idea del perché la distribuzione in sto paese sia così convinta che per far andare la gente al cinema sia necessario applicare un secondo titolo in italiano a quello originale. Cercatevi pure la locandina in altre lingue. Non esiste un caso (1), in cui succeda una roba del genere. Mettono il titolo "the father" e la traduzione in lingua di "a film by Florian Zeller". Nient'altro. Però no, noi dobbiamo per forza aggiungere quel "Nulla è come sembra" perché gli italiani sono ritardati e se vedono solo il titolo in inglese magari pensano che non sia stato tradotto. Boh. Comunque se continuano a farlo in modo così pervicace avranno delle evidenze scientifiche a supportarli. Può essere.

In ogni caso, di che parla sto film del 2020 ma che abbiamo visto adesso per via del covid?
Non ve lo dico.
No, sul serio. Si capisce dal trailer. E la trama non ha senso spiegarvela perché ricostruirla fa parte dell'esperienza visiva. Vi dirò quindi perché dovreste guardarlo:

  1. perché Zeller non è un regista cinematografico. Fa teatro. È francese e questo è il suo primo film in assoluto. È anche l'adattamento di un'opera teatrale francese. Nonostante tutto questo, Anthony Hopkins ha letto la sceneggiatura e ha detto: "ok, lo faccio". E ha preso due oscar. Che dite, sarà bello?
  2. perché Zeller è andato da Anthony Hopkins e gli ha detto: "guarda, ho due ore a disposizione per sto film e me le dovresti riempire tutte. Ti va di girare un film in cui puoi fare il cazzo che vuoi per due ore?"
  3. perché a un certo punto spunta a casissimo Mark Gatiss e capisci quanto ti manca Sherlock;
  4. perché Olivia Colman è la zia che tutti avremmo voluto avere ma purtroppo non ci preparerà mai il pollo.

Detto questo: ma quanto cazzo è assolutamente fuori scala Hopkins? Ci sono attori che riescono a far sembrare semplici ruoli complicatissimi e poi c'è lui. Lui non sembra neanche recitare: diventa il personaggio e va in scena. Vi prego, fatevi un favore e guardatelo in lingua originale con i sottotitoli. Se di solito preferite il doppiaggio fate uno sforzo. Dopo mi ringrazierete.

Giudizio: 10

sabato 31 luglio 2021

Fotografie - pensieri su film estivi

Non sono esattamente recensioni. Si tratta giusto di un paio di riflessioni sciolte che per caso possono avere un filo in comune. In altre parole: le butto lì. Non prendetemi troppo sul serio.

a Van zato
a Van zato

TramaNomadland è la storia di una cinquantenne americana che rimasta vedova e priva di radici in seguito al fallimento dell'azienda per cui lavorava (che ha anche ridotto a città fantasma la cittadina in cui abitava), decide di attrezzare un furgone come casa su ruote e vivere da nomade negli spazi immensi dell'America profonda.

Giudizio: 8, a livello di regia e fotografia è assolutamente stupendo, con questi campi lunghissimi nei paesaggi sconfinati degli USA, fra i ghiacci e i deserti assolati. Tutto molto bello. Si capisce perché gli hanno dato il leone d'oro, approvo. Ottimo lavoro Chloe Zhao.

Epperò: dopo la visione mi sono ritrovato abbastanza in disaccordo col 90% di quello che ho letto al riguardo e siccome sono un cacacazzo, mi sento di dire la mia. Mi riferisco a tutti quelli che si sono buttati sul veterocomunismo de: "Si tratta di una critica profonda dell'America contemporanea e del suo stile di vita capitalista che spinge ai margini le persone".
Ni? Nel senso, sì, il sistema americano non ne esce benissimo. Nessuno può uscire benissimo in un contesto in cui il fallimento di una singola azienda distrugge un'intera città, gente colpita dalla crisi economica si ritrova priva di ogni sostegno o si vede cancellare anni di risparmi. Per non parlare di un sistema che privatizza il sistema pensionistico affidando al destino di un'azienda la decisione se una persona avrà una vecchiaia autosufficiente o vivrà in regime di povertà. Tutto molto brutto. Il problema è che il film non mi ha trasmesso affatto quella sensazione di "denuncia sociale" che secondo tanti osservatori ne dovrebbe essere il centro.
In primo luogo perché alla gente che appare nel film di denunciare i mali della società frega abbastanza poco. Sì, hanno tutti storie tristissime, ma allo stesso tempo conducono uno stile di vita che di "rivendicativo" nei confronti del mondo che li circonda ha pochissimo. Abbiamo:
- la tizia malata di tumore che ha scoperto di avere poco da vivere ed ha quindi venduto tutto per mettersi su ruote e andare a morire nel suo posto preferito in (credo?) Alaska;
- quella che ha perso tutto durante la crisi economica del 2008 e si arrabatta come può (l'unica vera vittima imho);
- il ragazzo scappato di casa perché non vuole rinchiudersi nella provincia;
- lo scavezzacollo ormai anziano che decide di lasciar perdere la vita raminga e trasferirsi a casa del figlio a fare il nonno a tempo pieno.
Infine la nostra protagonista, che solo apparentemente è una vittima della società capitalista. Nel senso, in parte lo è, ma nel corso del film scopriamo che di modi per uscire da quella vita di precarietà ne avrebbe diversi. Fino ad arrivare al punto in cui il furgone si guasta in modo irreparabile e fa quello che ogni persona in difficoltà farebbe: "chiama casa". E scopriamo che ha una sorella che vive agiatamente e non ha nessuna difficoltà a "prestargli" qualche migliaio di dollari per permetterle di rimettersi in viaggio.

Insomma, più che una denuncia dei mali americani, a me è sembrata una fotografia di uno specifico spaccato sociale. Che non vive in opposizione alla società capitalistica, ma all'interno dei suoi gangli, in modo quasi parassitario.

Spoiler: non ammazza nessuno

Non avevo voglia di vedere sto film, ma i miei pregiudizi sono stati smentiti perché era veramente carino.

TramaUna donna promettente è la storia di Cassie, ex studentessa in medicina che ne ha viste di cotte e di crude all'università, ne è uscita con un'amica che poi si è suicidata e adesso lavora in una caffetteria di giorno, mentre di notte vaga per discoteche fingendosi ubriaca persa facendo poi rimanere malissimo gli uomini che tentano di approfittarsi di lei.
E quando dico: "rimanere malissimo" intendo proprio questo. Nel trailer hanno cercato di ammiccarvi il più possibile ma non è una serial killer. Non ammazza nessuno. Semplicemente mette gli uomini che tentano di scoparsela mentre è semi-incosciente di fronte alla realtà di essere delle teste di cazzo abissali nonché degli stupratori. That's all. In tutto questo, la ricomparsa di un ex collega di corso riporterà alla luce vecchie ferite: il suicido di Nina, la migliore amica di Cassie, dopo uno stupro di gruppo mentre era ubriaca, e la spingerà sulla via della vendetta.

Giudizio: 7,5. Non dico di non apprezzare regia e sceneggiatura. Il film ha un tono volutamente sopra le righe e il fatto che per me personalmente fosse "un po' troppo", non significa che non avesse un senso. Carey Mulligan chiaramente in stato di grazia fa il resto.

Epperò: in realtà all'epperò arrivo dopo, ma mi piaceva mantenere la simmetria. E mantengo la simmetria pure nel parlare di fotografia. Qualcuno lo ha paragonato a Sotto accusa, però non siamo esattamente in quelle corde. C'è senz'altro la denuncia dello cultura dello stupro, che ci sta tutta, per il resto però si tratta di un film abbastanza complesso.
Prendiamo un attimo in esame gli eventi. Cassie mette in atto una serie di vendette con uno schema che richiama evidentemente Kill Bill (pure i numeri romani). Sono tutte vendette abbastanza esagerate, salvate dal fatto che il coltello non viene mai spinto a fondo quanto sarebbe possibile.

1) Madison, l'altra amica di Nina e Cassie, non aveva creduto (o non aveva voluto credere) allo stupro perché Nina "si ubriacava sempre e andava con tutti". Cassie la fa ubriacare e la lascia in balia di uno sconosciuto in un hotel. Madison va ovviamente nel panico la mattina dopo, pensando di essere stata stuprata. Il punto è che non è vero. L'uomo era un complice di Cassie che aveva il solo scopo di portarla in una camera, spogliarla e lasciarla dormire. Madison se la cava solo con una gran paura e noi spettatori siamo soddisfatti perché ha avuto quello che si meritava "questa stronza".
Ma ne siamo veramente sicuri? Perché se invece non fosse uno scherzone e lo stupro ci fosse stato veramente, forse non saremmo altrettanto soddisfatti. Perché diciamocelo, sicuri sicuri che Madison sia così colpevole da meritarsi lo spaventone di cui sopra? Aveva il dovere di credere a Nina a prescindere? Eh. Magari sì. Ma essere un po' stronzi merita una vendetta di quasi stupro dieci anni dopo? Minchia, meno male che non stiamo parlando di prescrizione e improcedibilità eh?

2) La rettrice. Pure qui, la figlia viene praticamente rapita. Le viene detto che è stata lasciata con degli stupratori. Non è vero ovviamente, perché Cassie è buona, e noi ci consoliamo dicendoci che "beh, un po' di paura se la meritava". Ma se la meritava? Secondo Cassie sì. E Cassie giudica malissimo la frase "dobbiamo presumere l'innocenza in assenza di prove". Alla vittima, per Cassie, va creduto a prescindere.
Eh. Siamo sicuri sicuri di essere d'accordo?

E soprattutto, ma siamo sicuri che Cassie sia d'accordo? Perché nel momento in cui crede per un attimo di essere disposta a lasciarsi tutto alle spalle, in realtà ci sta malissimo per Madison. Si rende conto di essere diventata carnefice in un gioco di bullismo molto simile a quello per cui cercava di punirla.

3) La punizione finale all'addio al celibato. Il responsabile dello stupro di Nina viene catturato, ammanettato e Cassie si prepara ad incidergli sopra il nome della sua migliore amica, per marchiarlo e renderlo riconoscibile per sempre. Il tizio si salva liberandosi in qualche modo e soffocandola.
Eeeee... ma siamo sicuri che sia lui ad essersi salvato? La mia impressione è che la regista abbia in realtà usato questo espediente (particolarmente debole fra l'altro) per salvare Cassie. Perché se ce l'avesse fatta a incidergli quel nome sulla pelle, sarebbe ufficialmente passata dal lato della barricata degli aggressori. Invece così gli spettatori se la possono ricordare come vittima di una situazione in cui in realtà non ha fatto male a nessuno riuscendo poi a punire i colpevoli in modo indiretto (alla fine del film). Un po' lo stesso meccanismo dei film in cui il cattivo si ammazza da solo in modo ridicolo, in modo che il buono non debba averne la morte sulla coscienza, ma al contrario.

Non so. Da una parte la denuncia della società attuale e anche del dibattito in atto nel mondo occidentale sui temi di cui sopra viene presentata in modo eccellente. Dall'altra, mi sembra sia mancato il coraggio di dare l'affondo finale e decidere interamente da quale parte stare. Perché Cassie non è Joker. Si spinge avanti solo quel tanto che basta per prendersi gli applausi dovuti a chi effettivamente sta esprimendo un disagio, ma mai abbastanza da ricevere i biasimi che magari alcune situazioni richiederebbero. È un po' come se Batman, per vendicare la morte dei suoi genitori, continuasse sì a inseguire i criminali per consegnarli alla giustizia ma senza mai picchiarli. Senza violenza, trattando tutti con i guanti di velluto. Giusto quel tanto che basta: mai vera violenza.

Ecco, diciamo che da questo punto di vista, il film è un tantino paraculo. Giusto un po'.

giovedì 3 giugno 2021

Liberare Brusca

 Argomento: Brusca e pentiti.
1) Brusca ha ammazzato ed è stato coinvolto in un sacco di omicidi
Sì, di solito i mafiosi fanno un sacco di morti. È per quello che ci interessa particolarmente che parlino e ci facciano tutti i nomi dei loro complici. Purtroppo raccogliere le confessioni delle suore di clausura non sortisce effetti altrettanto efficaci nella lotta alla mafia.
2) Mica si è pentito, ha collaborato solo per evitare l'ergastolo
Usiamo "pentimento" in modo errato. Allo stato non interessa granché che abbiate una conversione sulla via di Damasco e diventiate sostenitori di Emergency. L'interesse è quello di spezzare il muro dell'omertà che protegge la criminalità organizzata in modo da attaccare con più efficienza il fenomeno. Quindi sì, Brusca ha collaborato per evitare l'ergastolo permettendoci di arrestare altre decine di mafiosi e di fare luce su tutto il periodo della trattativa Stato-Mafia. Fra parentesi, ricordo che tutto quello che sappiamo su questo argomento ci viene appunto dai racconti dei pentiti. Nello Stato non si è pentito nessuno: lì l'omertà regge alla grande.
3) Ma quindi adesso lo mettiamo fuori? Una persona così pericolosa?
Per avere dei collaboratori di giustizia dobbiamo offrire qualcosa di tangibile. Proprio il fatto che facciamo uscire lui di galera garantirà, in futuro, che altri mafiosi parlino. Quanto al pericolo, di quale pericolo parliamo? Nel mondo criminale è "bruciato". Quale organizzazione potrà mai voler avere a che fare con un tizio che fa il nome di tutti i suoi complici una volta preso? È già tanto che eviti la pallottola e se la evita è solo perché tutti quelli che ha tradito ormai sono morti o in carcere.
4) Ma non ci sono altri mezzi per combattere la mafia che non comportino di liberare dei criminali?
Fate conto che questa legge l'ha voluta Falcone. E nella sua versione originale dava molti più vantaggi di quella attuale (che è stata rivista nel 2001 in senso più restrittivo). Per inciso, dopo il 2001 il numero dei pentiti è drasticamente calato. Coincidenze? Anyway, prima di lanciarvi in affermazioni azzardate, sicuri di saperne di più di Falcone su come si combatta la mafia? Datevi una risposta.
5) Adesso partirà una nuova campagna per rendere la legge sui collaboratori di giustizia ancora più stringente. Chiedetevi: lo fanno perché percepiscono l'ingiustizia di liberare i mafiosi o lo scopo è "evitare che i mafiosi possano avere la tentazione di pentirsi"? Ricordo che ci sono stati politici che hanno affermato che Mangano era un eroe perché non ha mai parlato.
Fate voi.

martedì 30 marzo 2021

Vent'anni dopo pt. 3 - L'ultima stagione e il finale

Perché evidentemente sono incapace di lasciar perdere qualcosa quando sono a cinque sesti dalla fine. Questo è il grande insegnamento su me stesso che mi ha lasciato il rewatch di DC 2021. Posso lasciar perdere un libro dopo il primo capitolo. Posso smettere di seguire una serie al secondo episodio. Posso lasciare un anime alla seconda stagione aspettando che finisca (vero Shingeki no kyojin?). Ma evidentemente non riesco a non finire un rewatch quando ho visto cinque stagioni su sei. Anche se la sesta è la sesta stagione di DC. E quindi sì, l'ho finita, e penso che non ci sia modo migliore di iniziare questo pezzo che con un "ciao Jen".

La faccia di chi sacrifica per un finale decente

Quando ho iniziato a guardare DC non ricordavo granché della serie dopo la seconda stagione. L'unica cosa che avevo ben presente era che si trattasse di qualcosa di molto lungo e palloso. Da qui il mio stupore, mano a mano che andavo avanti nel rewatch, mentre mi accorgevo che di fatto non mi stavo annoiando. Poi è arrivata la sesta stagione e ho capito.
Non so come abbiano fatto a fare un disastro simile. Perché la quinta era ancora godibilissima. Parte bene, con il cazzotto nello stomaco della morte del padre di Dawson, e continua in modo assolutamente godibile. Tutte le storie si intrecciano in un mondo più maturo di quello del liceo e tutti quanti sviluppano interessi e superano ostacoli. Fanno cose! La sesta no, la sesta è la morte e la noia.
Letteralmente, per quasi l'intera stagione, dall'ep. 3 all'ep. 20, non succede niente.
E se non avevamo ancora capito perché Joy fosse il personaggio universalmente più odiato, la risposta è: stagione 6, che di fatto andrebbe rinominata "Joy's Creek" visto che sono praticamente 20 episodi monotematici su di lei. Abbiamo rispettivamente:
  • Joy che finalmente scopa con Dawson (batti cinque bro, almeno questa l'hai portata a casa) e mentre sembra stiano per convolare a nozze si tira indietro per la ragione più assurda del mondo. "Ommioddio come hai osato tradire un'altra ragazza con cui hai appena iniziato a vederti lasciandola la mattina dopo per stringere la relazione che aspetti da tre anni con la tua anima gemellaTM?" Dawson è chiaramente un mostro, così come lo sceneggiatore che ha scritto questa roba facendo diventare un personaggio con problemi di fiducia tutto sommato comprensibili uno psicopatico schizofrenico. Però solo rispetto a Dawson. Perché invece tutti gli altri possono lasciarla senza problemi che lei se ne dimentica la mattina dopo.
  • Joy impegnata a risolvere i problemi di Eddie, il barista che però legge tantissimo e si finge studente per frequentare la sua università. Problemi di cui, giusto per chiarire, ci frega quanto della situazione agricola del Burkina Faso. Seriamente, Eddie, ma chi cazzo sei? Ma chi t'ha chiamato? Ma chi ti c'ha mandato? Boh. Tutto questo detto con rispetto per Oliver Hudson, che vent'anni fa si è trovato con questo copione in mano in cui le istruzioni di regia erano "fai lo stronzo il più possibile per favore, ma proprio con ignoranza" e ha cercato di fare del suo meglio. Non è colpa sua se ha dovuto interpretare una macchietta senza motivazioni coerenti ed etichettato "sì, ma non ti allargare troppo che la protagonista è Joy e comunque devi sparire entro il terzultimo episodio";
  • Joy che si rimette con Pacey per tipo due episodi e mezzo per poi tirarsi indietro con motivazioni ancora più risibili rispetto a quelle di Dawson, tanto che neanche le spiega: è tornato Eddie e quindi è ovvio che un tizio che hai fatto di tutto perché se ne andasse a 5000 km di distanza perché te ne fregava cazzi adesso diventi il fulcro della tua vita per le prossime tre puntate.
Tutti gli altri, che a questo punto sono diventati personaggi secondari rispetto all'epopea di Joy col barista, sono trattati malissimo. Dawson che fa l'assistente di regia affrontando problemi inesistenti (dio, l'episodio di Halloween è da denuncia). Pacey che fa soldi a caso in giacca e cravatta. Jen che getta ogni dignità all'ortiche inseguendo un "bravo ragazzo" (che la metterà incinta per poi abbandonarla) e Jack... che cazzo fa Jack? Boh, non si è capito. Letteralmente il niente per 20 episodi. In alcuni ho addirittura mandato avanti veloce.

Il terzultimo episodio è carino. Tutti si riuniscono. Dawson realizza il suo film catartico con il contributo dei suoi amici. Poteva anche finire lì. Invece no, c'è il doppio episodio conclusivo. Mi ricordo che all'epoca rimasi entusiasta e che fu straziante. Dopo vent'anni, è ancora bello, ma...
Jen si sacrifica chiaramente per il finale della serie. La morte drammatica è quello che fornisce il groppo alla gola e porta allo scioglimento del nodo "Dawson o Pacey"? È ancora commuovente eppure dopo anni viene in mente in modo inevitabile che la serie si sia avvitata su se stessa. Mi chiedo se fosse veramente quello l'obiettivo iniziale. È chiaro che fosse parte importante della trama almeno dalla fine della terza stagione e il finale (con le anime gemelle separate) era già preannunciato dal rapporto con Sig. Brooks nella quarta, eppure che dovesse diventare l'unico argomento imho è venuto fuori solo con l'ultima stagione, quando ormai non avevano più idee e si trattava solo di tirarla in lungo per arrivare alla fine. Ed è una cosa che ha fatto malissimo alla serie nel suo complesso.
Quindi niente, un'occasione mancata.
Fra l'altro, la butto lì, non è nemmeno una chiusura così netta. Sì, certo, Joy sceglie Pacey e da una serie di ottime ragioni per scegliere Pacey. Peccato che l'intera serie sia stata costruita fornendo ottime ragioni per delle scelte che venivano totalmente ribaltate da ottime ragioni successive. Veramente, vedendo Joy e Pacey sul divano che guardano la serie di Dawson (The Creek... e così siamo a due film e una intera serie sull'amore di Dawson e Joy all'interno di una serie che parla dell'amore di Dawson e Joy, diosanto) in me sorge fortissima la domanda: "ma cosa impedisce a Joy di cambiare nuovamente idea e decidere che alla fine sta roba delle anime gemelle con l'amore puro e innocente sia una minchiata e che Dawson è un partito migliore?" Certo, in questo modo il lieto fine è garantito per tutti. Sta con Pacey ma rimane per sempre legata a Dawson, ma in realtà potrebbe benissimo essere il contrario. E la cosa è così chiara che dopo vent'anni c'è ancora gente che si chiede se non sia possibile una settima stagione.
Quindi boh, un'occasione mancata e neanche così stabile.
Epperò per fortuna tutti gli attori più il regista hanno detto ovunque che col cazzo che si rimettono a fare una roba del genere e quindi Joy dovrebbe effettivamente restare con Pacey fino a prova contraria.

Ok, quindi adesso hai finito di parlare di sta serie di merda di cui a nessuno frega un cazzo e che ti sei rivisto dopo vent'anni solo perché esiste Netflix?
Sì, fatto tutto. Finito. Scusate. Ciao.

martedì 16 marzo 2021

Vent'anni dopo pt.2 - il sesso in DC

 Sì, sono ancora impegnato nel rewatch di Dawson Creek e devo appuntarmi da qualche parte un paio di riflessioni. A riguardarlo oggi, l'intero telefilm appare evidentemente costruito su un bilancio precisissimo, quasi karmico, che lega in maniera inversamente proporzionale le volte in cui un personaggio riesce ad andare a meta (aka, fare sesso) con le sfighe che gli capitano nella vita. Ma facciamo una breve carrellata.

1) Pacey - irrequieto ed estroverso (per non dire casinista), è da sempre il personaggio amato dal mondo femminile. Un po' perché si tifa sempre per l'underdog, un po' perché la gente fa meta vedendo Joshua Jackson, un po' perché era il ribelle casinista e confusionario ma con gran cuore. Tutte cose che normalmente non esistono nella vita vera eh. Perché nella vita vera i casinisti sono solitamente dei gran coglioni, ma Pacey no. Quindi #teampacey ecc. ecc. Bilancio karmico: è chiaramente il personaggio preferito dallo sceneggiatore, tanto che è quello con la vita sessuale più attiva. In ordine, si porta a letto: l'insegnante di inglese (a 15 anni), la biondina appena arrivata in città che lo aiuta pure a fare i compiti, la ragazza del suo migliore amico. Non che non se lo meriti eh. Ci lavora un sacco. Eppure ecco il contrappasso: a. famiglia disfunzionale, numerosissima, in cui è considerato lo scemo del villaggio anche da quelli con la terza elementare; b. padre violento e manesco; c. è l'unico del suo anno a non andare al college venendo rifiutato da tutte le università, pure da quella statale. Plus: avete visto che razza di camicie gli fanno mettere?

2) Jen - il bilancio karmico di Jen Lindley, la ragazza di New York, è interessante perché la parte divertente è tutta offscreen. Jen arriva già a Capeside con alle spalle più esperienze di tutta la popolazione under 18 della cittadina messa insieme, con il contrappasso che è ovviamente perseguitata dalla sfiga: a. generalmente viene scagata da tutti ed è probabilmente il personaggio più bistrattato della serie; b. madre assente che tiene più al buon nome della famiglia che a lei, padre che l'ha mandata via di casa dopo essere stato sorpreso a far sesso con una minorenne; c. l'unica vera amica che riesce a farsi è 'na stronza paurosa e le muore pure cadendo in mare lasciandole sensi di colpa eterni; d. l'unico ragazzo che potrebbe amare davvero risulta gay; e. problemi di alcolismo evidenti e continuativi. Però per tutte le prime quattro stagioni non scopa neanche nei sogni. Quindi, alla fine, ottiene l'ammissione in un buon college e una parvenza di stabilità mentale. Il bilancio regge.

3) Jack - altro caso interessante. Del suo passato sappiamo che ha già fatto sesso con una ragazza e infatti la punizione è immediata: fratello morto, madre impazzita, padre assente. L'essere gay non aiuta, ma è evidentemente considerata una punizione sufficiente da farlo ammettere nella squadra di football (che per i licei USA è praticamente l'equivalente di entrare a far parte della nobiltà locale). Non fa sesso per tutto il liceo e quindi è il personaggio universalmente amato da tutti e con cui tutti vogliono avere a che fare. NB. bellissima l'interazione con Dawson che è qui altamente esplicativa del modello comportamentale maschile. L'odio per Jack, derivato dall'essere ritenuto la causa della prima rottura con Joey, svanisce nel nulla, ma veramente nel nulla, nell'istante in cui fa coming out. Cosa che lo porta automaticamente fuori dalla competizione sessuale e quindi ottimo materiale per l'instaurazione di un'amicizia. Credo che solo le parole "sì, però c'ha il cazzo minuscolo" possano creare reazioni di potenza equivalente nella mentalità maschile.

4) Andie - è il paradigma del bilancio karmico. Purtroppo eredita la sfiga del fratello, che avendo fatto sesso si è beccato la madre impazzita, il fratello morto e padre assente. Però viene ricompensata essendo un personaggio iperpositivo e solare, intelligente, ironica, brava negli studi e praticamente in grado di fare qualsiasi cosa gli venga in mente di fare. Fa sesso con Pacey > impazzisce del tutto iniziando a vedere il fratello morto e finendo rinchiusa in una casa di cura. Fa sesso con un paziente che stava nella casa di cura di cui sopra > viene lasciata e rimarrà single fino all'università stando alla finestra a vedere la persona che ama che progressivamente si allontana e la scaga. A fine quarta stagione va in overdose da extasy (ottima idea associarci gli antidepressivi, fra l'altro) ma viene ricompensata con l'ammissione a Harvard.

5) Joey - o Josephine, è letteralmente il personaggio più odiato nella storia dal pubblico femminile. In parte perché alle donne sta sul culo a pelle Katie Holmes probabilmente, e lei non ha migliorato le cose mettendosi con Tom Cruise. Anyway, per il bilancio karmico qua abbiamo: madre morta, padre in carcere per droga, famiglia senza un soldo e quindi necessità di lavorare associata a perenne crisi di nervi. Dall'altra parte la plot armor: Joey si lamenta costantemente di non aver tempo per studiare e difatti non la vediamo mai studiare, eppure da qualche parte avrà studiato, visto che è una delle migliori della scuola. Si fidanza con tutti e tre i protagonisti ma mantiene l'assoluta castità venendo premiata con l'ammissione a un college fighissimo. MA alla fine fa sesso con Pacey > bam, viene lasciata istant perché motivi futili ma con un senso, ha un ritardo nel ciclo e il college improvvisamente le chiede 15mila dollari perché la borsa di studio non basta. Epperò ha comunque la plot armor: i soldi glieli da Dawson perché l'amicizia e no, non era comunque incinta, era solo un ritardo (chi l'avrebbe mai detto che i preservativi funzionino?).

6) Dawson - e poi c'è lui. A differenza di tutti gli altri, Dawson non ha nessuna grande sfiga. In famiglia sono abbastanza agiati (nonostante il padre non lavori da mai?), bella casa, tempo libero, nessun problema negli studi, due genitori amorevoli che rimangono tali nonostante divorzino e poi si rimettano insieme. È generalmente apprezzato da tutti e ha grandi doti creative. Tendenzialmente riesce in tutto quello che fa tranne in una cosa. Quella. In quella la sfiga di Dawson giunge ad altezze mai viste. Per contrappasso ogni volta, e sottolineo, ogni volta, in cui i pianeti si allineano in combinazioni talmente bizzarre e assurde da rendere assolutamente scontato e inevitabile il fatto che possa fare sesso, immediatamente succede qualsiasi cosa, dall'eruzione dei vulcani all'invasione aliena, per impedirglielo. Per questo io non capisco davvero la gente che ce l'ha con Dawson e che non lo sopporta. Sto ragazzo non fa letteralmente MAI niente di male a nessuno. Se appena prova a fare qualcosa che potrebbe, anche solo lontanamente, apparire discutibile a un paladino legale buono di d&d 3.5, immediatamente viene costretto a cospargersi la testa di cenere che neanche l'imperatore a Canossa e comunque non ottiene, mai, mai, mai, mai, niente, di niente. La gente è generalmente #teampacey perché pensa che sia l'underdog. In realtà il vero sfigato della serie è Dawson. Povero Dawson.

E niente, si vede che sto a casa per la pandemia e non ho un cazzo da fare eh?

 

domenica 7 marzo 2021

Sanremo 2021 - Here we are again

Eccoci di nuovo alla rubrica biennale (nel senso che lo faccio ogni due anni) dedicata a Sanremo, in cui vi dico come sarebbe dovuta essere la classifica e perché.

 Riepilogo delle regole:
1) non ho assolutamente guardato il festival;
2) tutte le canzoni sono recuperate in un secondo tempo, le esibizioni viste in ordine di classifica inversa (dall'ultima alla prima) e riordinate secondo un punteggio in decimali;
3) i punteggi in decimali sono relativi solo e soltanto al contesto del festival e alle tipiche canzoni di Sanremo... un 8 in questo contesto potrebbe non essere un 8 nella storia generale della musica;
4) le canzoni a pari merito sono quelle a cui ho dato lo stesso voto e che non voglio ascoltare nuovamente per decidere chi è un po' meglio e chi è un po' peggio... fate vobis;
5) la mia classifica è incontestabile.
Bonus) Diosanto sono 26 quest'anno? Ci muoio <.<

sabato 13 febbraio 2021

Dragon Force

Belli gli anni '90

Ma al di là della copertina di Panorama, sento gente già preoccupata perché Draghi ci porterà i diktat dell'Europa e il dominio della Germania. Tranquilli, è solo che si dovevano spartire i soldi e avevano bisogno di un paravento carino per non farlo davanti a tutti. Niente di nuovo.
 

giovedì 4 febbraio 2021

Vent'anni dopo

Non parliamo di Dumas e nemmeno di Draghi. Con lo sprezzo del pericolo, del ridicolo e con l'evidente scollatura della realtà che ci contraddistingue (oltre allo strano utilizzo del plurale maiestatis che oggi ci girava così), oggi parliamo di Dawson's Creek.

Anu uona uei

Nei giorni scorsi ho fatto la mattata. Lo ammetto. Ho letto su facebook il social media manager di Netflix Italia che faceva una battuta sul fatto che Dawson's Creek arrivava in catalogo e un'idea mi si è insinuata nella testa. E un'idea è resistente. Altamente contagiosa. Una volta che un'idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. E potrei continuare a citare Inception all'infinito ma insomma sì, mi sono detto: magari guardo solo la prima puntata. Giusto per fare un tuffo nel passato. Per ricordarmi com'era e... dopo qualche giorno sto facendo il rewatch della prima stagione e non so nemmeno se mi fermerò.

DC uscì in Italia, reti Mediaset, nel 2000. Nel 2000 avevo tredici/quattordici anni, andavo in prima superiore, non c'era ancora stato l'attentato alle Torri Gemelle né il G8 di Genova né era ancora avvenuto il ritorno di Berlusconi al governo aka l'Impero colpisce ancora. Era un mondo in cui l'adsl era ancora un miraggio (il mio primo pc sarebbe arrivato di lì a poco) e in cui il Nokia 3310 non era ancora uscito. Si può quindi dire che siamo di fronte a una delle serie iconiche della mia adolescenza. Paragonabile solo a Buffy o a Dragonball Z.
Cosa possiamo quindi dire di DC, nel 2021, venti anni dopo?

Sono pronto a dirlo.
Non ho paura e lo faccio.
Ok: dai, alla fine non era male

Sentite le obiezioni le conosciamo tutte eh. Non è che siete arrivati voi, possenti critici cinematografici, a tirar fuori dal cappello chissà quale imponente analisi. Chiunque vede i difetti di quella roba. Volete un elenco? Facciamolo:
- ah beh, se questi sono adolescenti. Ma se c'hanno trent'anni per gamba?
- sì, anche io parlavo in quel modo a quindici anni e sostenevo quel tipo di dialoghi. Lo facevano tutti quelli che conoscevo. Sì, ho fatto il liceo alla Normale di Pisa, voi no?
- ma cos'è, il live action di Piccoli Problemi di Cuore?
- CHE PALLE DAWSON!
- sta roba non è assolutamente verosimile (circa 1 episodio su 3)
- ...

Tutto vero eh. Verissimo. Epperò.
Epperò dovremmo fare questo sforzo di contestualizzare. Intanto, la verosimiglianza: davvero è così importante in un teen drama? Sapete cosa sarebbe verosimile? Vogliamo parlare della vita di un liceale qualunque? Sei giorni a settimana di scuola. Le interrogazioni. Ti prepari per le interrogazioni. Forse un paio di sabati al mese esci. Wow, sarebbe veramente interessante una serie così. Da qui la critica sul live action: vorrebbero mettere sullo schermo dei quindicenni. Quindi è ovvio che ci saranno i problemi di cuore. Di cosa dovrebbe trattare la serie, della guerra in Iraq?
Arriviamo quindi alle vere critiche: il vocabolario, l'età degli attori e CHE PALLE DAWSON.
Per i primi due fattori eh, in parte c'avete ragione. Solo che non dovreste guardare a quella roba come se dovesse essere realistica. Pensatela come un fantasy. Se sospendete un attimo l'incredulità, vedrete che i dialoghi sono effettivamente ben scritti. Non nel senso che siano realistici. Nel senso proprio letterale, grammatico e sintattico: sono ben scritti. C'è una qualche bellezza nel sentire una ragazzina di Culonia nel Midwest utilizzare in modo assolutamente corrente verbalize. Quindi, lasciatevi andare. Entrate in un mondo in cui la gente parla in quel modo e il tutto sarà effettivamente godibile. Lo stesso vale per l'età degli attori. Ehi, vi siete visti OC. Che quelli erano adolescenti?

E adesso che ho finito la difesa di ufficio dei difetti, io vi vorrei sinceramente invitare a dargli un'altra occhiata. Perché io sono come voi, vorrei chiarirlo. Pure io condivido il discorso de "seriedelcazzo che guardavamo perché c'era solo Italia Uno e quindi non avevamo scelta". È vero, è innegabile. E tutto quello che potete pensare di male di DC è probabilmente vero... eppure.
Eppure, dopo vent'anni, Joshua Jackson che fa le faccette fa ancora ridere. Katie Holmes a 19 anni è dolcissima. E spezziamo una lancia in favore di Dawson: ehi, non era così male. Sì, è un piagnucolone egocentrico. Ma è un personaggio scritto per essere quello. Non era pensato né doveva essere un personaggio figo. Doveva essere un romantico incapace perso nei suoi drammi e se guardate il tutto con obiettività, quella cosa la fa benissimo.

Quindi mi spiace. So che non è una posizione popolare, ma qui, oggi, io mi schiero a favore del rewatch di Dawson's Creek. Non è una cosa che raccomanderei. Non è nemmeno la serie che vi farei guardare se vi volessi bene e non l'aveste mai vista MA se per caso lo fate e finisce per piacervi, io non vi condanno. Ci sta.

ps. e poi guardatevi Don't trust the b---- in apartment 23 e riconciliatevi con James Van Der Beek che interpreta se stesso ed è buffissimo.