venerdì 18 luglio 2014

Certi giorni

Certi giorni mi viene da pensare che forse hanno ragione i miei amici complottisti e che esiste veramente un piano nazi-pluto-giudaico-massonico-liberal-comunista per rendere l'intera Europa schiava della Germania.

Certi giorni spero vivamente che esista sul serio.
Sono i giorni in cui mi viene da pensare che forse sarebbe veramente meglio se l'Italia non esistesse. Come nazione intendo. Com'era quella frase del Metternich? Una "mera espressione geografica".
La verità è che se da anni ormai stiamo sempre peggio, se da anni praticamente ogni paese avanzato continua a farci il culo su praticamente ogni aspetto dell'esistente, la verità è che ce lo meritiamo.
Per questo ci sono giornate in cui spero che il piano nazi-pluto-giudaico-massonico-liberal-comunista esista sul serio. E spero che stia funzionando. Ci sono giorni che un'invasione tedesca dal passo del Brennero l'accoglierei come una liberazione.

"Beh, tutta questa storia perché hanno assolto Berlusconi?"

Sticazzi di Berlusconi. Ha 78 anni. Quanto gli può rimanere ancora? Il problema è quello che sta dietro Berlusconi. Un sistema in cui non basta avere una voce registrata che ordina a dei carabinieri di rilasciare un'arrestato. Non basta perché sei un miliardario, capo di un partito politico fondamentale, e quindi il tuo non è un ordine. Non è concussione. E' una semplice richiesta. Un po' come quella del Padrino era semplicemente una "proposta che non puoi rifiutare" non era un ricatto. Te l'ha semplicemente chiesto. Potevi rispondere di no. E non far caso a quella testa di cavallo nel letto, per favore.

La verità è che non ci meritiamo di esistere. Come nazione intendo.
Se domani mattina la nazione Italia sparisse dalla cartina geografica l'intero globo terrestre diventerebbe immediatamente un luogo un po' più decente.
Certi giorni penso che ci siamo sbagliati. Dovevamo davvero rimanere una "mera espressione geografica", sarebbe stato meglio per tutti.

In altri invece sono più ottimista. Mi viene da pensare che forse è un bene che l'Italia esista. Deve esserci, obbligatoriamente, un luogo che rappresenti il buco del culo del mondo. Se non ci fossimo noi, sarebbero costretti a prendere come esempio negativo la Corea del Nord. E invece no, guardateci bene, perché non basta non avere un dittatore dalla pettinatura orrenda, non avere un livello di vita da terzo mondo, non morire per mancanza di cure mediche, per essere un posto di merda. Noi ci riusciamo benissimo anche con un livello di vita all'incirca accettabile e facendo finta di essere in democrazia.
Questo è il motivo per cui sono felice, il più delle volte, che l'Italia esista. Se improvvisamente sparissero i confini, forse faremmo danno anche altrove. Ci infiltreremmo ovunque, come un virus o come una metastasi. Invece è un bene che gli stronzi restino il più possibile confinati in un solo luogo.



ps. ah la guerra tra Israele e Hamas continua eh. Solo che definirla guerra è come prendere la Juventus, farla giocare contro la squadra di ricamo a uncinetto di Avezzano, e dire che è una partita di calcio. Non è che sono di diverse categorie o che non giocano ad armi pari, sono proprio due sport diversi.

giovedì 17 luglio 2014

Le dieci cose

Qualche tempo fa (oddio sono passati un paio d'anni) erano di moda le liste. Non so se vi ricordate... Fabio Fazio e Saviano ci hanno stracciato le palle per settimane leggendo le liste delle cose. Che una lista: bello. Due liste: eeeeh. Tre liste va bene. Ma alla quarta te rompi i coglioni (cit.)
Fra i vari elenchi di questo e di quello era anche partita l'iniziativa: dì a Saviano le 10 cose che rendono bella la vita. C'erano dei moduli che potevi riempire con la tua top ten (soprattutto presso le librerie Feltrinelli) per poi spedirla a Saviano.
Al tempo ignorai la questione però ultimamente mi sono riscoperto a pensarci. Quindi, come si fa per liberarsi di una canzone che continua a risuonarti in testa, ecco qui, nero su bianco, la lista delle 10 cose per cui ha valso la pena vivere, fino ad oggi. Ovviamente ho seguito le regole originali: niente temi universali (tipo l'amore, la pace nel mondo ecc.) e niente persone (parenti, amici, fidanzate ecc.)
Via...

1) Guidare veloce: autostrada, sole primaverile (o autunnale) sulla testa, 130 km/h di media e buona musica di sottofondo. Quando viaggio, mi sento quasi vicino all'eternità. Come se fossi sempre stato lì, al posto giusto. Ovviamente fino a quando non sento sete/fame o la radio passa una canzone inascoltabile.

2) Il mare forza 10. C'è tanta gente che ama nuotare. Io no. Mai sopportato. Eppure se c'è una cosa che mi fa tornare bambino è il mare in una giornata ventosa, quando le onde sono altissime e basta fare dieci passi nell'acqua per esserne sommerso. Amo da impazzire la sensazione di essere travolto dal mare e allo stesso tempo la certezza che non potrà portarmi via (e vorrei vedere, a 10m dalla riva).

3) Le rovine di Micene. Siamo stati, credo, l'unica quinta superiore della mia generazione ad essere andati in gita ad Atene e in Grecia. Tuttavia non potrò mai scordare l'ascesa all'Acropoli di Micene. Il percorso a spirale, i venti fortissimi che ci avvolgevano e all'improvviso mettersi a correre scalando la salita per raggiungere la cima mentre il resto del gruppo ti guarda come se fossi un cretino. La fatica e l'esaltazione di raggiungere le vetta per primo (per primo dopo le migliaia di turisti prima di te, ovviamente). Penso sia così che si sentano gli alpinisti.

4) L'eclair. Si tratta di un bigné francese di forma allungata. Comprato in un piccolo forno di Caen e mangiato mentre tornavo al mio alloggio universitario. Un orgasmo.

5) Nuvole. Adoro il cielo nuvoloso. Non in tempesta, ma proprio le nuvole quando passano. Come i fiocchi di neve, non esistono due cieli uguali. Che poi anche questa cosa dei fiocchi di neve andrebbe sfatata. A me sembrano tutti uguali.

6) Il lavoro ben fatto. Qui non posso essere originale, perché in merito ha già detto tutto Primo Levi ne "La chiave a stella"
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono
Rendersi utile, svolgere un compito veramente necessario e raggiungere degli obiettivi. Si potrebbe vivere di questo... se ci fosse uno stipendio, diciamo.

7) Le risate sotto pressione. Amo i momenti in cui il mondo sembra gravarti sulle spalle. Devi fare diecimila cose e cerchi di fare in pochi minuti quello che normalmente ti avrebbe richiesto un'ora. Tutti si agitano intorno a te e tutto è in tensione. E ti scoppia una risata che tutti si girano a guardarti e si chiedono "che cazzo si ride quello che siamo nella merda?" e non capiscono quanto sia bello quel momento. Perché ci siamo, perché lavoriamo insieme, perché siamo vivi. E la vita è bella.

8) Svegliarsi molto prima che suoni la sveglia. Ti guardi intorno, guardi l'orologio e scopri che mancano ancora due ore al momento di alzarsi. Sorridi e ti rimetti a dormire.

9) Libri. In qualsiasi forma, in qualsiasi luogo. Lo scorrere delle parole che formano idee, storie, sensazioni, attimi strappati alla realtà e al pensiero e fissati in frasi, paragrafi, pagine. La scrittura è l'arte suprema. Prima della pittura, prima della scultura, prima della musica, prima di qualsiasi altra arte. Niente come la parola scritta ci avvicina all'animo umano. All'inizio era il verbo. E' una delle poche cose vere di quel libro.

10) Il chianti classico. Abbiamo tante belle bottiglie in Italia ma il vino delle mie zone non lo batte nessuno. Anche se è tagliato con il merlot. Ed è proprio questo il bello. Il sangiovese da solo è un vino aspro, duro. Mescolato con un po' di vino francese diventa un nettare divino.
A dimostrazione del fatto che dai miscugli nascono le cose migliori.

martedì 15 luglio 2014

Giusto per fare due conti

da rainews


Siamo arrivati a 194 morti. Tutti palestinesi. Da  parte israeliana ci sono invece 3 feriti gravi per l'esplosione di un razzo.
Una cosa in favore di Israele però va detta: ci risparmiano la favoletta dei missili intelligenti e del rispetto dei civili. Sembra invece che mandino un sms. La storia è talmente incredibile che probabilmente è vera. Sembra che, dopo aver individuato la casa da far esplodere tramite bombardamento aereo, mandino un sms a tutti quelli che vi abitano (tranne la famiglia del terrorista o presunto tale), e non mi chiedete come reperiscano i numeri di telefono, avvertendoli che hanno 5 minuti per uscire prima che arrivino le bombe.
Quelli escono, se ce la fanno, e il terrorista, o presunto tale, esplode. Insieme alla eventuale moglie, agli eventuali parenti e agli eventuali figli. Bum.
Nessuna vittima collaterale. Non ci sono vittime collaterali negli attacchi aerei israeliani. Ci sono solo parenti di terroristi (o presunti tali) e gente che non è abbastanza veloce a scappare.
Dopotutto si tratta di selezione darwiniana no? Non riesci a uscire di casa prima che arrivino i cacciabombardieri? Eh beh, allora come vuoi fare a riprodurti? Meglio così, avresti solo figli anch'essi troppo lenti per scappare alle bombe. Se vivi a Gaza, tanto vale non farli neanche i figli, no?

Vi ricordate com'è iniziata questa volta? Tre ragazzi israeliani rapiti e uccisi. Tre.
Mi chiedo perché continuare ancora con questa storia dei terroristi e di Hamas che lancia missili. Perché non essere ancora più diretti? Ancora più precisi? Ancora meno diplomatici? In Italia abbiamo avuto esempi perfetti.
Basterebbe dire, molto semplicemente "10 palestinesi morti per ogni israeliano ucciso". Poi mandi soldati nelle case del paese più vicino e sequestri dieci persone a caso. Le uccidi e le seppellisci in una cava. Facile no? 
I nazisti erano bravissimi in questo tipo di rappresaglia.
Solo che erano anche dei dilettanti. 10 per 1? Qui siamo 65.

Ecco cosa dovrebbe fare il governo israeliano. Mettere un bel cartello in ogni villaggio, città e insediamento palestinese, con scritto "uccideremo 65 palestinesi per ogni israeliano morto".
Sarebbe tanto più facile.

Ah, ho infranto la legge di Godwin prima ancora di iniziare. Non male.

mercoledì 9 luglio 2014

Che cosa vorrà dire?

Ok, ho abboccato. C'è poco da dire. Leggi che sul sito di Harry Potter ci sono scritti inediti della Rowling e vabbé, non ci vai a dare un'occhiata? Poi mi allettano con un testo sull'abbiagliamento dei maghi e mi dicono "però per leggere il resto devi fare la registrazione gratuita..."

Ok facciamo sta registrazione. Mi registro, leggo tutto, rimango abbastanza soddisfatto. E ora?
"Non hai voglia di fare il test per vedere quale bacchetta ti capita, o' giovane mago?"

E facciamo sto test.
Fatto quello c'è da comprare l'animale da compagnia (un gatto nero per la cronaca). A quel punto devi solo fare un breve test per vedere a quale Casa di Hogwarts sarai assegnato...

 E vabbé, sono uscito Serpeverde.


Speriamo sia buon segno <_<

martedì 8 luglio 2014

Cose che non ti aspetteresti mai...

Sono riuscito a recuperare le mie credenziali di accesso sul sito della Pubblica istruzione tramite mail e... è stato facile. Oddio, non ci posso credere. Solitamente, sarebbe stato necessario andare in almeno due uffici diversi, spiegare a diversi tizi che cosa sia una password e una mail, sacrificare una giovenca alle divinità degli inferi e ballare nudi al chiaro di luna in un cimitero indiano sulla costa dell'Oceano Pacifico, prima di riuscirci e invece no. Hanno messo su una semplice procedura di cambio mail come in ogni sito del mondo.

Troppo facile. Ci deve essere un trucco da qualche parte.

lunedì 7 luglio 2014

Riflessioni random tanto per tenervi aggiornati di quello che mi frulla in testa e comunque... sticazzi?

Numero 1) 
Non so sei vi è mai capitato di bruciarvi con un ferro da stiro. All'inizio erano due linee sottili sul polso che sembravano dei graffi. Con il passare dei giorni si sono pian piano scurite e adesso ho una specie di tatuaggio. Sembrano linee di sporco e invece è proprio la pelle bruciata che è rimasta così.
Adesso capisco tutta quella storia della lettera scarlatta. Proprio un bel segno indelebile, non c'è che dire.
Certo che ci potevo arrivare anche prima pensando al marchio del bestiame, però in effetti non si capisce mai davvero qualcosa finché non la si prova sulla propria pelle.

E adesso sembra che abbia preso spunto da tutto ciò per far partire il metaforone. Invece no, è proprio un aneddoto su una bruciatura. Scusate.

Numero 2)
Certo che, una riforma della scuola così la sapevo fare pure io. Doppio orario di lavoro, stesso stipendio. Taaaaac! Mamma mia, un genio del male proprio. Che poi sembra che in realtà le ore di lezione resteranno sempre quelle, solo che devi fare delle supplenze. In pratica cercano un modo per non pagare i supplenti.
Sai che novità...

Numero 3)
Zerocalcare ha rotto le palle co' sta storia che deve scrive il libro. Rivogliamo le storie gratis sul blog ogni due settimane da lurkare in pace.

Numero 4)
Ma io quando vado in ferie? Anzi, cosa sono le ferie?

Numero 5)
Tutto questo stupore perché l'Italia è uscita al primo turno. Ma se è da quando Baggio ha sbagliato il rigore (ed è stato quindi condannato all'oblio) che non abbiamo una nazionale decente? Non vorrei deludere tutti i patriottici tifosi per un giorno del paese, ma nel 2006 abbiamo vinto semplicemente perché facevamo appena appena un po' meno cagare di tutti gli altri. In difesa intendo. Perché il centrocampo italiano non esiste dal '94 e le punte sono sempre lost in action.
Sì, c'è Pirlo. Ok. Capisco che sia l'unico giocatore italiano capace di fare un passaggio all'incirca preciso ma non è che deve essere osannato per questo eh.

Numero 6)
Adesso ho commentato pure io i mondiali di calcio. Il mio dovere l'ho fatto. I <3 Italia.

venerdì 4 luglio 2014

Altra Europa


Va bene eh. Nulla da dire. Cioè, non è che vorrei fare il cagacazzi a tutti i costi, però... nel senso... essendo al Parlamento Europeo... il cartello potevate anche tradurlo in inglese, no?

Esordio dei tre moschettieri
Capisco che facciate gli interventi in italiano, tanto ogni eurodeputato ha l'interprete. I cartelli però traduceteli. Giusto per far vedere in Europa che non siamo i soliti italiani provinciali del cazzo ma che siamo i soliti italiani provinciali del cazzo che sanno usare google translate.
Sarebbero soddisfazioni...