mercoledì 17 maggio 2023

Un po' troppo: Barbero e la Grecia

E questo è il commento del libro del mese, che domani c'è il gruppo di lettura e stavolta è stata durissima. Parliamo de Le Ateniesi di Alessadro Barbero.

Aristofane diceva le parolacce (ndr.)
Quando ho proposto questo libro mi sembrava perfetto per conciliare le esigenze del gruppo di lettura con le mie. Da una parte c'era la storia tragica delle ragazze maltrattate dal patriarcato, dall'altra c'era la lotta di classe mescolata alla storia antica. Mi sembrava di vincere facile e invece no, mi ha fatto più fatica finirlo di ogni altro. E ci ho messo un po' ma credo di aver capito il perché.

Cose positive:
la struttura di per sé è geniale. Essendo un romanzo ambientato nell'antica Grecia, dopo il prologo iniziale (erano vent'anni che non vedevo scritto "prologo" e solo dopo ho capito il perché), l'intera storia è ambientata nel corso di una giornata, dalla mattina alla notte fonda. Riprende quindi l'unità di tempo e luogo della commedia/tragedia classica. Dall'altra parte, un pezzo di storia è il racconto fedele della messa in scena della commedia "Lisistrata" di Aristofane, che accompagna l'altro pezzo di trama. Quindi c'è una commedia classica all'interno della tragedia/commedia classica che è il libro: un classico al cubo. Bello. Se non basta questo a farvi capire che Barbero è  un nerd, non so cos'altro serva.
le tematiche sono varie e interessanti. In ordine passiamo dalla condizione femminile che però passa in secondo piano rispetto alle differenze sociali e alla lotta di classe (plebei vs nobili). Si parla della democrazia, dei suoi difetti e delle derive autoritarie che ne possono seguire (ed è facile vederci il cringe di alcuni dibattiti sul patentino di voto). C'è un riferimento diretto e ineludibile al contesto italiano degli Anni di Piombo, alla strategia della tensione e al delitto del Circeo. C'è insomma tanta storia italiana in questo romanzo che emerge anche in alcuni termini (zecche per riferirsi alle popolane).
le descrizioni sono accurate ed evocative. E Barbero non risparmia al lettore un certo gusto per il gore, il sangue e l'efferatezza.

Il punto però è: "Barbero riesce a tenere tutto questo in un insieme organico?". E la risposta è: probabilmente no. Sorry.
A parte un paio di plot armor abbastanza azzardate (perdonabile la prima, un po' meno la seconda) che ci regalano comunque un happy ending un tantino tirato per i capelli, sinceramente si ha un po' l'impressione che si sia voluto fare veramente troppo con troppo poco. Un sacco di spunti anche interessanti si affastellano tutti assieme senza che alla fine nessuno risulti davvero approfondito. Tanto che alla fine del libro resta poco.

Voto: 7-
Buonissime le intenzioni, risultati zoppicanti, gli si vuole bene comunque.


domenica 7 maggio 2023

Il saluto di Gunn, Guardiani della Galassia 3

Scrivo questa recensione a caldo tenendo di sottofondo la colonna sonora del film. E qui iniziano i problemi, perché se sono in grado di dissezionare scena per scena i film che non mi sono piaciuti, spiegando i motivi per cui fanno cagare, sono del tutto incapace di farlo con quelli che mi sono piaciuti. E questo mi è piaciuto un botto.
Parliamo di Guardiani della Galassia volume 3.

Scrivere un finale: come farlo bene (ndr)
Ok, andiamo per punti così evitiamo di perderci:
1) James Gunn - diciamo che la fase 4 della Marvel non è andata benissimo. A parte il puro fan service di Spiderman (per carità, anche apprezzabile eh) e Raimi che ci ha quanto meno provato con Strange, non c'è stato grande entusiasmo al cinema. Si era diffuso un generale scoramento. Molti si producevano in dotte analisi sulla chiusura di un ciclo. Il momento in cui, superato il picco di popolarità dei cinecomics, ci si avviava inesorabilmente alla fine di un periodo storico, in cui tutto il meglio era ormai alle nostre spalle. In tutto questo arriva Gunn che al suono di sì, ok, ma adesso spostati un attimo che c'ho da lavorare, tira fuori il miglior film della trilogia A MANI BASSE, il miglior film Marvel post Endgame e quasi sicuramente un film nella top 5 di tutta la storia dell'MCU. E lo fa con tutta la sicumera del eh beh, i film si fanno così, perché? Per voi è difficile? 
C'è una spettacolare sicurezza in questo Guardiani. Un'unitarietà di visione di sceneggiatura, regia e colonna sonora che ti permette di tranquillizzarti, spegnere il cervello, adagiarti sulla poltrona e dimenticarti di essere al cinema e vivere l'esperienza, sicuro che non dovrai mai svegliarti perché il tizio che ha messo su lo spettacolo sa decisamente cosa sta facendo. Seriamente, io non ho visto sbavature e la cosa bella è che non è importante anche se ci fossero state. Il trucco c'è sempre: il punto del bravo prestigiatore è non farvelo vedere. E Gunn è al momento il miglior prestigiatore di cinecomics in circolazione. Bella per la DC.
2) La regia: rimanendo sul tema di quanto è bravo Gunn, questo Guardiani ha alcune delle migliori scene di combattimento che si siano viste in tempi recenti. C'è uno scontro in particolare, in un corridoio, che è probabilmente la migliore coreografia di gruppo dell'MCU. Quando lo vedrete capirete. Nota di merito anche per gli effetti speciali. La CGI è fatta da Dio. Poco altro da dire.
3) L'umorismo: per favore qualcuno prenda appunti. Le battute vanno bene. A tutti piace ridere e Guardiani è il gruppo di outsider perfetto per creare situazioni comiche. Ma devono essere appunto situazioni comiche, non sketch di Zelig. E soprattutto, se fai una battuta che funziona, BASTA FARLA UNA VOLTA. Non c'è bisogno di ripeterla in 14 situazioni diverse fino a che vorresti solo strapparti le orecchie, VERO THOR LOVE AND THUNDER?
Si ride durante sto film e lo si fa in modo sincero e non tirato. Grazie.
4) Il Drama: sono riusciti a farmi piangere per un cazzo di procione spaziale fatto in CGI. Ma che cazzo.
5) I personaggi secondari: so che dovrei criticare il fatto che Gunn infili nei suoi film mezza famiglia. Però io Sean lo adoro dai tempi di Una Mamma per Amica, quindi niente, per me può fare qualunque cosa. E la moglie che fa la centralinista manco si notava dai. Oltre a questo, non ci posso fare niente, Sylvester Stallone che fa il ravager mi uccide ogni volta. È assolutamente fuori posto. Quel fuori posto da "VOGLIO STALLONE NEL FILM", "ma non c'entra un cazzo!", "LO VOGLIO", "ma davvero, anche solo per l'estetica seriamente non..." "HO DETTO CHE LO VOGLIO". E niente. Gunn ce lo vuole. End of story.
6) L'amore: non è un mistero che i Guardiani siano il figlio prediletto di Gunn. Non è un mistero anche che non avesse apprezzato per niente come erano stati trattati nel resto dell'MCU e soprattutto la scrittura di Star-Lord in Infinity War. Questo film è il modo di Gunn per rimettere le cose a posto segnando tutti i puntini sulle i, dal suo punto di vista. Ogni personaggio ha un arco narrativo e un epilogo ottimamente scritto e l'intero film si chiude con un enorme abbraccio che include anche il pubblico in sala. Groot parla... e non parla. Quando lo vedrete capirete. E se non capirete è perché non ve lo meritate.

Potrei aggiungere altro ma lo avevo premesso che non so parlare dei film che mi sono piaciuti. Andate a vedere questo Guardiani. Non c'è altro da dire.

Voto: 42/10 con lode