Storia di un corvo

Mi dicono che in ogni blog che si rispetti deve trovar posto una biografia dell'autore. Forse per inquadrare con maggiore efficacia i suoi scritti in un contesto storico e sociologico ben delimitato. Oppure semplicemente perché si può essere curiosi di conoscere con maggiore precisione le tare mentali del tizio di cui si sta leggendo le pagine.
Quindi eccomi qui a scrivere la storia di Munin.
E' una storia un po' strana, perché Munin nasce circa sedici anni fa. Quindi l'autore di questo blog è giovanissimo, un bambino in pratica. Ma andiamo con ordine...

C'era una volta un adolescente. Aveva appena compiuto quindici anni, andava molto bene a scuola e chiese un premio ai genitori. Molti della sua età volevano un motorino, per sfrecciare nel paese alla ragguardevole velocità di 40 km/h e per avere un giorno assicurato un contratto di tre mesi non rinnovabile con poste italiane. Altri chiedevano con ansia una playstation. Il nostro eroe invece desiderava una cosa soltanto e la ottenne: un collegamento internet 56k con totale e assoluta libertà di utilizzo e una sola raccomandazione: "la prima volta che ci arriva a casa una bolletta da 200 euro passi dalla finestra te e quel trabiccolo".
Per la cronaca, il trabiccolo era un pc pentium III da 500 mHz con 8 GB di memoria rom. Al tempo era figo.

L'adsl era ancora lontano da venire, almeno come realtà di massa, la telecom vendeva sicuramente 1 mega di connessione a ottocentomiliardiequattrocentomilionidieuroanzidilire ma era un'offerta destinata soltanto ai "nuovi abbonati". Al tempo c'erano i portali. I siti erano composti al 95% di parole e spesso si disabilitava il download delle immagini per caricare più velocemente. Wikipedia era appena nata. Andando a scuola, chi non aveva internet ti chiedeva se era vero che su internet si trovavano immagini di Goku e Chichi che facevano sesso (al tempo nessuno conosceva la regola 34 e quindi ti facevano ancora queste domande retoriche). Non esisteva nemmeno Nonciclopedia. Insomma, era il 2001, le Torri Gemelle erano appena cadute, stavano per invadere l'Afghanistan e quella parte di Italia in cui vivevo (il nord era già molto più avanti) era ancora all'età della pietra informatica (adesso forse siamo a quella del rame).
Ovviamente sto parlando dell'Italia. In Francia al tempo avevano connessioni che noi abbiamo visto dieci anni dopo. Le loro connessioni di adesso probabilmente noi le avremo nel 2025, più o meno insieme all'Uganda.
Era il 2001, dicevo, e io avevo il 56k. Avrei continuto a navigare con quello ancora per quattro anni. Nel 2005 incontrai l'adsl, mi innamorai e ci sposammo in segreto a Las Vegas.
Dov'ero rimasto?
Ah sì, la rete a 56k. Abitavo in una piccola città di provincia. Incredibilmente turistica e, allo stesso tempo, terribilmente limitata. Almeno per quanto riguardava i potenziali giovani nerd. I possessori di pc, fra quelli della mia generazione, si contavano sulle dita di una sola mano. Nessuno conosceva Magic (lo cercai dai 12 ai 14 anni presso i vari giornalai: niente, si vendeva solo alla cittadina vicina e in ogni caso, con chi avrei potuto giocarci?). Non parliamo nemmeno dei giochi di ruolo. La mia perpetua mancanza di denaro contante - btw giustissima: la cosa più sbagliata che possa esistere per allevare un figlio è la paghetta: ai ragazzi di soldi ne vanno dati pochi, di rado e accompagnati da minacce di cui sopra, diventeranno risparmiosi! - mi impediva ogni forma di collezionismo. Cosa fare?
Tre cose mi salvarono dal triste destino di gran parte dei miei coetanei del piccolo paese di provincia, ovvero possedere un orizzonte limitato ai modelli di cellulare, ai motori e al pallone: l'odio viscerale di mio padre per il calcio, la biblioteca pubblica e Internet.
Più le prime due cose in realtà. Internet è stata una conseguenza.

Come premessa è stata lunghina eh?
Era però necessaria a farvi capire perché rimasi affascinato dai MUD, quando mi imbattei in alcuni di essi. MUD, per chi si fosse perso questa fase del nerdismo, è l'acronimo di Multi users dungeon. Si tratta degli antichi antenati dei giochi di ruolo online, tipo WoW, ma basati esclusivamente sul testo. Una specie di incrocio fra una sessione di D&D automatizzata e un libro-game. Leggevi la descrizione di un luogo e ti spostavi/facevi azioni con comandi di tastiera.
Ne girai alcuni ma avevano un grosso problema: erano quasi tutti in inglese. Ci provavo ma ero svogliato, non mi andava di giocare in quel modo. Fu così che trovai Silmaril. Incredibilmente esiste ancora. Creai un personaggio e iniziai a vagare in quel mondo. Non riuscii mai ad arrivare al massimo livello (non era nemmeno contemplato che si dovesse per forza arrivare all'end game, alcuni si limitavano ad esplorare e a chiacchierare) ma ero presente in occasione di una quest particolarmente avvincente (le quest venivano create dagli admin e annunciate a voce sul sito).
Trovate Munin.
Non andai nemmeno vicino a vincere ma tempo dopo andai a vedere la soluzione dell'enigma. Si trattava di un dipinto di Odino, ovviamente descritto, con due corvi sulle spalle. Ed ecco Munin.

Quel corvo mi rimase in mente. Probabilmente il mio alter ego nacque quel giorno. Munin, il secondo corvo di Odino. Munin, la memoria della mitologia norrena. Quale protettore più adatto per un futuro laureato in storia?
Huginn e Muninn
volano ogni giorno
alti intorno alla terra.
Io ho timore per Huginn
che non ritorni;
ma ho ancora più timore per Muninn

                                    Edda poetica

Piccola parentesi sulla mitologia norrena. Huginn e Muninn sono i corvi di Odino incaricati di portargli informazioni sul mondo. Huginn è il pensiero. Muninn la memoria. Sembra che gli antichi abitanti del nord fossero più impauriti di perdere la memoria che non il pensiero. Interessante no?

Quindi Munin crebbe nella mia mente. In qualche modo viveva una vita per conto suo. Fin quando trovò un corpo virtuale, quasi cinque anni dopo, su un server non ufficiale di World of Warcraft.
Per molto tempo abbiamo vissuto due vite parallele. Nonostante i miei pensieri siano i suoi pensieri. La mie parole le sue parole. Ma solo qui sopra, ci ritroviamo e scriviamo insieme.
Siamo forse gli ultimi a poter dire una cosa simile. L'ultima generazione (almeno in Italia) ad aver vissuto la real life come un qualcosa di nettamente distinto dalla "vita virtuale", tenuta nascosta, segreta, un mondo all'interno di un mondo. Al ritmo con cui si diffondono di social network, i giochi di ruolo e gli esports, forse per le prossime generazioni lo stesso concetto di irl sarà incomprensibile. Semplicemente, non esisterà distinzione tra l'una e l'altra.
Sarà un mondo migliore? Probabilmente sì, anche se forse, ai me del futuro, l'essere guardati per tutta l'adolescenza come nerd un po' sfigati mancherà un po'. Quella separazione, a volte crudele, ci dava però in cambio degli spazi di libertà che non avremmo mai nemmeno immaginato.
Magari, forse, saremo liberi in altro modo.

Munin non smette mai di volare.




(se siete arrivati al termine di questo pippone beh... siete forti)

tl;dr

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