martedì 27 ottobre 2020

Essere indispensabili

 Una piccola riflessione, giusto per togliermi il peso e non andare a dirlo in faccia a qualcuno rischiando la coltellata.
In questi giorni i social, le conversazioni e i programmi giornalistici che coprono le proteste hanno un tema unico: una domanda incalzante che emerge dalla massa e a cui nessuno ha il coraggio di rispondere. Domanda che poi è la stessa dai tempi della scuola: "ma perché noi dobbiamo chiudere e gli altri no? O tutti o nessuno".
Domanda che presenta diverse varianti.

"Chiudono cinema e teatri, ma quindi ci vogliono dire che la cultura non è una cosa importante? Che è secondaria?"
"Chiudono bar e ristoranti ma non i supermercati. Perché?"
"Ci fanno chiudere le palestre ma i mezzi di trasporto continuano a viaggiare. È assurdo!"

E nessuno riesce a dargli una risposta che suoni vera. Tutti si stringono nelle spalle, annuiscono e danno loro ragione.
Ora, quando nessuno riesce a darti una risposta, le possibilità sono due: o la risposta non esiste oppure la risposta è talmente brutta che nessuno ha il coraggio di dartela.
Quindi beh, è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. Lo faccio io.

Sapete perché voi chiudete e gli altri no?
Perché voi non siete indispensabili.

Mi spiace. Dico sul serio. Ma prendere un caffè al bar non è indispensabile, le fabbriche sì. Andare a mangiare una pizza la sera non è indispensabile, le banche lo sono. Nessuno ha il bisogno indispensabile di mettere su massa mentre al supermarket devi per forza andare a fare spesa. E sì, per prenderti il covid al cinema, considerando quante persone vadano al cinema, devi avere una sfiga terribile... ma tanto di film belli quest'anno non esce un cazzo mentre invece dei mezzi pubblici hai bisogno a prescindere.
Seriamente raga, lo so che è brutto sentirselo dire ma: non è che nessuno sentirà la vostra mancanza ma davvero nessuno ha estremo bisogno di voi. Dei bar, dei ristoranti, delle palestre, dei teatri e dei cinema. Nei casi di emergenza se ne può fare a meno. E siamo in emergenza.

Detto questo intendiamoci, sono d'accordo che quei settori vanno aiutati, ma non potete chiedere di essere trattati come i centri commerciali. Nessuno dipende da voi per mettere la cena in tavola la sera. E tranquilli, se continuiamo così, piano piano chiuderanno altre cose. Più la situazione peggiora e più che lo strato di attività "non indispensabili" cresce. Durante il lockdown abbiamo visto quante attività non siano davvero indispensabili, compresa una discreta parte del manifatturiero. Però sì, nel momento in cui si tratta di scegliere chi, fra tutti, sia meno indispensabile, voi siete i primi.

Siamo. Perché in uno dei settori non indispensabili ci lavoro pure io. Ed è brutto sentirselo dire, ma qualcuno doveva farlo.

Daje.