lunedì 17 settembre 2018

La profezia che non c'era


Premessa: sono un fanboy di Michele Rech, alias Zerocalcare. L'ho stalkerato dall'attimo in cui ha iniziato il blog. Ho letto e continuo a leggere tutto il leggibile gratuitamente e mi sono comprato il resto (compresa la roba su internazionale, su Repubblica ecc.). Mi manca di collezionare pure i manifesti dei concerti ma non sono ancora a quel livello di follia.
Per questo quando è uscita la notizia che avrebbero fatto un film sul suo primo libro (La profezia dell'Armadillo), l'ho accolta con il consueto mix di aspettativa e sconforto. Il classico: "ommioddio devo vederlo per forza ma tanto me lo rovineranno e sarà un disastro e dovrò indire una faida e bruciare casa al regista".
Sconforto che si è accresciuto mano a mano che andavamo avanti, con il ritiro di Mastrandrea dalla regia e le terribili 2 stelline su 5 di Repubblica.

E invece dai, carino.


Poteva andare peggio, dai... (ndr.)

Trama: Zero, giovane nato e cresciuto nel quartiere Rebibbia di Roma, cerca di tirare a campare come può mentre aspetta e spera di sfondare come disegnatore/fumettista/qualcosa. Nel frattempo arriva la notizia della morte di una vecchia amica.
Non c'è molto altro da dire. E c'è moltissimo.

Commento: intanto... era un film difficile da fare. Se facciamo un paragone su quanto sia difficile rendere sullo schermo una roba come, boh, il Signore degli Anelli, e quanto fosse difficile fare la Profezia dell'Armadillo, io avrei scelto Tolkien, per dire. Il libro, di per sé, è una complicata struttura di singoli episodi comici che si reggono su una sottotrama di tristezza agrodolce, nostalgia e rimpianto. Roba che, in un'ora e mezzo di film, io mi chiedevo veramente se fosse possibile restituirla in qualche modo.
Ci riesce?
Secondo me sì. Intendiamoci, mancano delle parti. La profezia in sé viene spiegata malissimo e non ci si capisce un cazzo. La parte sul tempismo e le sue amare riflessioni manca completamente (c'è solo quell'accenno ai cavalieri Jedi che era drammatico e comico assieme). Forse si poteva scegliere un altro ordine per i pezzi con Camille prediligendo la comprensibilità al sentimento (o forse anche no). Però beh, alla fine, andando proprio al centro della questione, il film il suo sporco lavoro lo fa. Non lo fa benissimo forse. Non risplende. Non ti lascia la sensazione del capolavoro. Però fa ridere e pure un po' piangere. Quindi per me è ok... checché ne dica repubblica.

Credo sia anche un film difficile da capire.

Sinceramente, credo che nessuno che non faccia parte del nostro preciso segmento generazionale e che non abbia vissuto da ragazzo o poco più alcuni eventi particolari, possa capire fino in fondo le atmosfere del film. Quando nel film dicono "Genova" evocano un immaginario e un'emozione che in pochi possono dire di condividere. Quando si rappresenta questa generazione di mezzo, sospesa fra buon comportamento e rifiuto del sistema ma comunque sottomissione riottosa (perché il lavoro in aeroporto e il finale con l'entrata nella sede della casa di grafica è abbastanza eloquente), si fanno passare messaggi che probabilmente sono incomprensibili a chi non ne fa parte. Ci si vedrà o un film confuso o una commedia un po' strana o una storia drammatica abortita.
Senza capire che la confusione di tutti questi elementi è il punto centrale del film.


Bravi gli attori. Liberati e Aprea lavorano benissimo insieme. Molto meglio di quanto non sembrasse dal trailer. Pure la Morante mi è piaciuta. Menzione d'onore per Sofia Staderini, che non la nomina mai nessuno. Obiettivamente da Camille adolescente non doveva fare niente, però non l'ha fatto molto bene.

Voto: 7,5 se avete letto il libro. 6+ se siete degli spettatori casuali. Non è esattamente un film da fan, ma se non avete idea di chi sia Zc vi sembrerà rientrare nella categoria di "boh, eravamo al cine, ogni tanto si rideva".




martedì 4 settembre 2018

Terminator

Il bello è che negli ultimi giorni il Pd mi era pure piaciuto. Martina, per dire, su tutta la faccenda della Diciotti mica è stato male. Ok che per prendere le parti di un gruppo di profughi eritrei lasciati su una nave per una settimana non occorra esattamente un coraggio da leone, però a dire quattro cose di decenza al porto (con una polo bianca fra l'altro... si smarca nella continuità dalle camice di Renzi?) c'è andato.

Calenda pure, per quanto Calenda resti Calenda, su tutta la faccenda del ponte e della gestione di Autostrade è stato bravo. Voglio dire, niente di speciale. Ha detto che da una parte un governo serio non si mette a sbraitare come un matto il giorno stesso della tragedia aizzando le folle e allo stesso tempo che ovviamente, dopo un fatto del genere, la concessione andrebbe rimessa in discussione e magari riaffidata, sì a un privato, ma con clausole stringenti e una forte limitazione ai profitti. Ha addirittura detto una roba di assoluto buon senso tipo: "se hai un monopolio non puoi guadagnare come se avessi il rischio di impresa". Cioè, neanche roba di sinistra, roba liberale, ma per gli standard del partito sembrava Che Guevara.
Zingaretti pure, qualche timido passo di apertura in vista del Congresso (quando lo faranno, se lo faranno), l'ha fatto.

Poi è arrivato Esso. Alle 21:00 in diretta su Rete 4. A domanda di Gomez sul "avete fatto una riflessione sul 4 marzo? Perché avete perso?" ha risposto: "per via della personalizzazione. Quando abbiamo personalizzato (trad. Quando c'ero IO) abbiamo preso il 40%, alle Europee e al Referendum, con Gentiloni il 18%".

Cioè, in pratica hanno perso perché Renzi si è fatto vedere poco. E il referendum non è più la sconfitta che ha messo fine alla sua esperienza di governo, è stata una grande vittoria perché ha preso il 40%.

Sorvolando un attimo sulla faccia di tolla del Nostro, mi pare evidente che si prepari per un'altra discesa in campo. Tutto questo mi fa pensare che il mio amico abbia ragione quando parla di Renzi come di Terminator. In pratica ha questa teoria, secondo cui in un futuro distopico il Pd sia cresciuto tanto da diventare la forza dominante in Italia, causando un qualche disastro apocalittico. Tipo una guerra termonucleare o giù di lì. E che Renzi sia un robot inviato dal futuro per porsi alla guida del partito e distruggerlo per evitare che la darkest timeline si realizzi.

Fino ad ora ci sta riuscendo benissimo.