lunedì 27 aprile 2015

Il tempo di Ultron è un po' cortino

Dopo una settimana di incredibili acrobazie mentali per evitare tutti gli spoiler che circolavano per l'internet, l'impresa è compiuta: sono finalmente andato a vedere "Avengers: Age of Ultron" e sono finalmente pronto a spoilerare a mia volta al mondo intero. Preparatevi...

Almeno altri 20 minuti ci stavano tutti ihmo (ndr.)
Ok, diciamolo subito. Questo secondo Avengers mi ha lasciato parzialmente insoddisfatto. Perché? Prima di passare a spiegarvelo, facciamo alcune precisazioni per calmare tutti gli amici nerds che già stanno accendendo le torce e preparando i forconi:
1) chiariamo che, per quanto mi riguarda, il film aveva vinto con il duello fra Ironman e Hulk, già dal trailer. Quando vedi una roba così sei già oltre al "chissà se sarà un bel film?", sei già a un passo da "best film evah gimmemorenowpls"
2) sì, tranquilli, Whedon è ancora il mio Dio. Lode al suo nome, venga il suo regno, sia fatta la sua volontà in ogni casa cinematografica.
3) tutti nel film sono fighi in maniera allucinante. Cioè, perfino Occhio di Falco riesce a essere epico, quindi figurati.
4) oltre ogni dubbio, l'ascensore è degno.

Detto questo e precisato quindi che si tratta dell'ennesimo filmone bellissimo e incredibile targato Whedon, cosa non va? In una parola sola: Ultron.

Poiché percepisco di nuovo il montare della folla armata, faccio ancora una precisazione: Ultron è sicuramente uno dei personaggi più belli e affascinanti mai messi su pellicola dalla Marvel. E nel film è reso in maniera stupenda. La follia, l'ironia, il furore e la poesia, tutti mescolati in un solo amalgama da far invidia a Shakespeare. Una figura di taglio ottocentesco, quasi. Antica e nuova, da tragedia greca.
Quindi se Ultron è fatto così bene, perché ti lamenti?
Semplicemente perché si vede poco. Seriamente, il 90% del film è dedicato ai problemi interni degli Avengers. In successione abbiamo: Stark che trama con Banner, Thor che litiga con Stark, Cap che litiga con Stark, l'ammore fra Banner e Vedova, la famiglia di Occhio di Falco, ancora Stark che litiga con Cap, ancora Stark che litiga con... boh, sto perdendo il filo ma con qualcuno litigherà sicuramente, i patemi d'animo dei due gemelli, i problemi di Cap, la storia triste di Nat ecc. ecc. ecc. Un enorme lavoro di approfondimento su tutti i personaggi che andrebbe benissimo se il film non si chiamasse "Age of Ultron" e Ultron non fosse invece relegato a siparietti di 3 minuti e mezzo l'uno1.
E intendiamoci sono siparietti bellissimi. E nessuno che non fosse un genio come Whedon sarebbe stato in grado di presentare un personaggio in quel modo superbo all'interno di quei siparietti... ma restano comunque delle comparsate.

Il poco tempo dedicato al cattivo è il vero problema di questo secondo Avengers. Tutto il resto c'è ed è ok. Anzi, diciamo pure che tutto il resto rasenta la perfezione. Ma il problema di Ultron resta e si annuncia già con la seconda scena in cui si confronta con gli Avengers.
Parlo di quel dialogo da paura in cui Stark chiede: "a cosa ti serve il Vibranio?" e Ultron distrugge tutte le regole del genere con la frase:
"Sono contento che me l'abbia chiesto, coglierò l'occasione per spiegare il mio piano malvagio"
Seguono esplosioni.
Di per sé è una delle scene più belle e dissacranti mai scritte. Il problema è che non c'è mai un momento in cui Ultron spiega di preciso che cavolo vuole fare e perché.
Intendiamoci, si intuisce. Prendere vibranio, costruire un nuovo umano/macchina e trasferircisi dentro. Nel frattempo distruggere l'umanità con una guerra nucleare o, in mancanza dei codici, portando nello spazio un'intera città e facendola precipitare tipo asteroide con i dinosauri. Il problema è appunto che si intuisce. Non viene mai detto. Ultron non è mai abbastanza sulla scena per spiegare in modo efficace se stesso e i suoi moventi. Ok, portare la pace tramite l'estinzione. Ok, l'odio verso Stark, ma perché?
Si intuisce ma non è mai chiarissimo.
D'altra parte non si riesce mai, in tutto il film, a sentire la tensione del "ommioddio un androide pazzo vuole distruggere il mondo". Non c'è proprio perché le azioni malvagie di Ultron sono sempre raccontate da altri. A parte il furto del vibranio, abbiamo gente random che entra in scena e dice cose tipo "ormai ha infestato tutto internet"... "androidi che si moltiplicano"... "vibranio, culle robarandom"... "cerca i codici dei missili ma un hacker lo sta ostacolando". Tutta roba raccontata che non fa salire la tensione. E lo stesso vale per la scena finale, che esce fuori all'improvviso e tanto lo sai che salvano il mondo quindi who cares?
Di fronte a questa mancanza, tutto il film torna di nuovo a concentrarsi sugli Avengers e sul loro essere squadra. Che va benissimo ma che se continua ancora per un film rischia di confondersi con una puntata di Sentieri. Ci fa tantissimo piacere che Occhio di Falco abbia una famiglia e che sia all'altezza dei suoi compagni pur essendo un tizio che usa arco e frecce ma ci sarebbe un androide che vuole massacrare tutta l'umanità... possiamo dedicarci un attimo ai suoi sentimenti?
Stessa cosa per Visione. C'era un bisogno estremo di sviluppare il personaggio per far capire anche a chi non ha passato anni a leggere fumetti Marvel "chi cavolo è quel tizio?" mentre tutto viene risolto con un paio di scene in cui tutti fanno la faccia stupita e poi "ok sei uno degli Avengers. Bravo!"


Insomma, manca minutaggio. Se lo script originale era di tre ore e mezzo e il film è venuto fuori di due ore e dieci... beh, con 20 minuti di Ultron in più poteva diventare un capolavoro assoluto. E Ultron se li meritava tutti. Pure 10 minuti in più con Visione potevano starci.


Insomma troppo corto.
Poteva essere un 10. Invece si prende un 9. Mi spiace Joss, perdonami. Sono sicuro che non è colpa tua e che il tuo copione originale era 40 milioni di volte meglio e che è tutta colpa di Hollywood. Peace&Love.

No, le scene in cui fa a botte con tutti non valgono come "minutaggio dedicato a Ultron". Mi spiace.

martedì 21 aprile 2015

La danza dei draghi e tutta l'altra roba di cui non ci frega niente

Come per ogni altro autore incapace di scrivere in tempi ragionevoli l'ennesimo libro della propria saga principale, anche per Martin si registrano casi sempre più diffusi di SLLS o Sindrome da Lettura della Lista della Spesa. Tale malattia comporta la ricerca ossessiva di qualunque cosa scritta dal PA (Pigro Autore) come palliativo all'assenza della storia di riferimento. In altre parole, oggi ci occupiamo di:

Tipo Eragon e poi c'è altra roba random (ndr.)
Innanzitutto affrontiamo una prima importante questione: come si fa a riconoscere un'operazione commerciale di una casa editrice composta da imbecilli privi di pudore e professionalità? Facile. Basta confrontare un paio di copertine:


La cosa peggiore che può fare una casa editrice, è spacciare una raccolta di racconti di autori diversi come un'opera singola. La copertina di sinistra è un lavoro onesto, la copertina a destra è un'operazione commerciale spudorata con la quale si cerca di fregare quante più persone possibili. Quando si ha a che fare con un'antologia di racconti si deve agire in una certa maniera:
1) cercare un titolo comune che dia anche l'idea del filo rosso che lega tutte le storie (Legends, ad esempio ma vi allego sotto altri esempi);


2) inserire in copertina nome o cognome (o almeno il solo cognome) di tutti gli autori;
3) il nome da mettere in evidenza, se proprio se ne vuole mettere uno, è il nome del "curatore" della raccolta, ovvero del tizio che si prende la briga di coordinare gli autori e di dare una forma decente all'insieme.
Quello che non si deve fare, se si ha a cuore la propria reputazione, è prendere il tizio più famoso, sbatterlo al centro della copertina e scrivere in caratteri giganti il titolo del suo racconto con sotto, in piccolo, l'equivalente di "e altre storie". Per la semplice ragione che, se scrivi così, e non indichi in nessun modo gli altri autori, sembra che tutti i racconti siano di Martin. In altre parole stai cercando di fregare i lettori. Stai portando avanti un'operazione commerciale ambigua che non si definisce truffa solo perché la politica non ha mai avuto troppa simpatia per quelli che leggono e quindi se ne sbatte altamente di regolamentare il mercato dell'editoria.
Semplicemente NON SI FA. Soprattutto se pubblichi la serie dell'autore con gli stessi caratteri e lo stesso formato. Perché è evidente che stai cercando di far passare l'intera raccolta di racconti come opera dello stesso Martin, mentre di suo c'è solo un racconto su dieci.

La Mondadori non ha quindi a cuore la propria reputazione. Gliene frega forse qualcosa? No, basta far soldi. Però diciamolo.
Detto questo, come sono i racconti?

Meh.
Intanto chiariamo il punto principale: leggo recensioni esaltate per il racconto di Martin "La Principessa e la Regina" come se fosse una pietra miliare della storia dei sette regni, imprescindibile per capire il senso della saga. La storia tratta degli eventi relativi alla "Danza dei draghi", la lotta fratricida che a un certo punto dilania la dinastia Targaryen e porta alla morte di gran parte dei draghi di Westeros dando il via al declino della casata. Interessante? Sì. Un capolavoro? Beh, no. Decisamente no. 
Anzi, diciamolo, in realtà da l'impressione di essere materiale di lavoro che forse non andava neanche pubblicato. Come se Martin si fosse preso degli appunti sulla storia del mondo delle Cronache, magari per riutilizzarle in seguito o come punto di riferimento per gli eventi della saga, e poi avesse deciso, in un momento di svacco totale, magari pressato dall'agente a cui fa pubblicare una storia ogni dieci anni, di dargli un'occhiata, aggiungere qualche pagina e mandare tutto in stampa che tanto va in una raccolta, quindi chissene.
E non avrebbe neanche torto, se fosse presentato come un racconto all'interno di una raccolta, cosa che la Mondadori non ha fatto.
Da cosa si capisce che è materiale di lavoro e non un racconto su cui si è impegnato?
Innanzitutto lo stile: Martin è un maestro del racconto corale. Intrecciare molteplici piani di narrazione, presentare eventi da più punti di vista, caratterizzare psicologicamente i personaggi sono le sue qualità migliori. Nel racconto in questione non c'è niente di tutto questo. Il narratore è onnisciente, i personaggi piatti, quasi senza emozioni, gli avvenimenti scorrono senza interruzioni. Uno stile tremendamente accademico. Potrebbe essere voluto... la sensazione che almeno ha dato a me, è di uno che sta cercando di far passare come stile voluto, un racconto di fatti che servivano solo come cronologia di base per, magari, un lavoro da rielaborare in seguito. Appunti insomma, certamente non un'opera finita.
In secondo luogo i draghi. Francamente, non mi sembrano cose su cui Martin si sia impegnato. I duelli sono di una banalità e di una piattezza allucinante. Fanno sembrare la saga di Eragon, cioè stiamo parlando di Paolini, come un grande narratore di azione. Non si capisce nemmeno come i cavalieri guidino i draghi e soprattutto quale funzione abbiano. Ed è un peccato immane, un'occasione sprecata per gettare luce su questioni base tipo "come cavolo si fa a diventare cavalieri di draghi?" che non vengono trattate direttamente nemmeno nei romanzi del ciclo. Da quello che si vede nel racconto la risposta è: "boh, devi sculare il drago giusto". Ah beh.

Siamo di fronte alle stesse operazioni fatte per Tolkien: prendere roba inedita basta sia, stamparla, mandarla in libreria con una copertina decente. Solo che Tolkien si sarebbe opposto a una roba simile... se non fosse morto.
Per quanto riguarda il resto... carino il racconto di Abercrombie, Desperado, soprattutto se apprezzate l'atmosfera tipo-western e non mi è dispiaciuto nemmeno "La conchiglia esplosiva" di Jim Butcher. Tutti gli altri ne potevamo fare anche a meno.

In definitiva il mio consiglio è: fate come me e cercatevelo in biblioteca. Tanto è a nome di Martin, lo comprano di certo. La Mondadori non si merita i vostri soldi.

(che schifo)

venerdì 17 aprile 2015

Il lato giusto della barricata

L'altra sera ho seguito un dibattito interessante riguardante la religione, la xenofobia e le usanze tradizionali. Si sosteneva, anche con una certa ricchezza di argomenti, che ogni vera religione dovesse essere nemica della violenza e del fanatismo e che la lotta all'Isis doveva accomunare fedeli cristiani e fedeli musulmani, che del resto quelli dello stato islamico ammazzano più dei loro che non dei nostri.

Era un dibattito carino e sbagliato.
La cosa peggiore dell'Isis - dal punto di vista morale intendo, dal punto di vista materiale sono nettamente peggiori le sparatorie dentro le redazioni dei giornali - è che costringe quotidianamente il mondo occidentale a rivalutare i propri fanatici religiosi. Lo capisco eh. Certo, di fronte a gente che lapida le donne perché non si coprono i capelli, che massacra giornalisti per una vignetta satirica, che compie genocidi etnici perché certi musulmani (curdi) sono un po' troppo secolarizzati, in confronto il farmacista che non ti vuole segnare la pillola anticoncezionale sembra quasi simpatico. Ti viene quasi da dire: "però dai, questi cattolici sono pure educati".
Si tratta di un fenomeno ben conosciuto in antropologia. Il nome esatto me lo sono scordato, però mi ricordo il principio di base che recita:
"io contro mio fratello, io e mio fratello contro mio cugino, io, mio fratello e mio cugino contro il resto del mondo"
Detto anche "il nemico del mio nemico è mio amico". In altre parole, quando c'è un conflitto in corso, si tende ad aggregarsi prima con quelli che sentiamo più vicini e poi con gente con cui non abbiamo niente in comune ma che è comunque nemica di chi combattiamo.
Sento quindi tanti commentatori che, nella foga di unirsi contro la montante marea islamica, non esitano a fare fronte comune con i tanti "religiosi moderati" che ci sono in giro. Con l'unico evidente problema che quando il Papa dice una stronzata1 poi non puoi dargli contro, che altrimenti sembri amico dell'Isis.

Di fatto, non esiste la differenza fra moderati e fanatici. Sarebbe come dire che un tizio che ti avvelena il caffé una goccia alla volta sia meglio di chi ti versa direttamente la cicuta nella tazza. Di fatto il risultato è il medesimo, solo che nel primo caso impieghi più tempo. Anzi, forse è meglio il secondo: almeno ti accorgi che è veleno e puoi reagire, ti puoi opporre. Nel primo caso invece nemmeno te ne accorgi. Tutto continua a procedere come è sempre stato fino a quando "sorpresa! Da oggi le adultere le marchiamo a fuoco con una lettera scarlatta. Enjoy!"
E no, "ma noi vogliamo semplicemente impedire ai gay di sposarsi per proteggere la famiglia tradizionale, poi possono pure stare insieme basta che non si facciano vedere in pubblico" non è meglio, da nessun punto di vista di "rispetta la sha'ria o ti decapitiamo".
La merda è sempre merda. Non è che se da una parte te la servono con un cucchiaino cambi di sapore.

Quindi vorrei chiarire questa cosa: questa non è la lotta dei moderati contro i fanatici. Questa è la lotta della ragione contro la superstizione. Sono cose diverse sapete. Da una parte c'è gente che ritiene che tutto debba essere deciso secondo ragione e che nessuno abbia diritto di vietare ciò che vi rende felici e non danneggia gli altri, dall'altra chi vi vuole dire cosa fare perché il loro amico invisibile ha detto così.
E che la punizione per aver disubbidito all'amico invisibile sia il taglio della testa o l'esclusione dal Rotary Club, resta sempre la stessa merda.
Quindi no, cari amici moderati religiosi. Non siete la soluzione, voi siete parte del problema. Un problema legato ai dogmi. Il giorno in cui i preti smetteranno di parlare per dogmi, il giorno in cui sostituiranno il "devi" al "secondo me dovresti", il giorno in cui tutte le religioni saranno tornate ad essere solo delle filosofie di vita, allora potrete far parte della soluzione.
Fino a quel momento Shut The Fuck Up.
1 Ovviamente mi riferisco al discorso del "se qualcuno mi insulta la mamma gli tiro un pugno". Non mi sembra che Gesù abbia detto "se qualcuno ti colpisce, porgi l'altra guancia, ma se ti insulta la mamma ammazzalo di botte perché la mamma non si tocca". Per quello che ne so quella frase finisce con "guancia" e mi sembra strano che il Papa se lo scordi.

lunedì 13 aprile 2015

Veloce e furioso settimo

Per ragioni che sarebbe veramente troppo lungo spiegare, sono andato al cinema a vedere l'ultimo Fast and Furious 7. Ok, insultatemi pure adesso.

L'auto che attraversa tre grattacieli c'è veramente, giuro! (ndr.)
Non sono mai stato un grande fan della serie di F&F. Anzi, diciamo la verità, ho visto i primi due film tipo da adolescente e da allora mai più cagati. Perciò non ho assolutamente idea di cosa sia successo fra il 3 e il 6 e mi ricordo poco pure dei primi due. La mia è quindi semplicemente un'opinione random su una roba random vista di domenica sera. Prendetela così com'è.

...

Porca puttana che tamarrata micidiale.

Ok ok, c'è Vin Diesel, non è che poteva venire fuori una roba di classe, però porca puttana che tamarrata micidiale. Intendiamoci, mi ricordavo abbastanza che tutti i personaggi della serie erano tipo dei fuoriusciti dal Bronx, vestiti come Hulk Hogan e con l'atteggiamento tipico dei residenti a San Vittore ed... è ok. Era il tema centrale di F&F: una banda di raccattati che guidando "cose" a millemila all'ora e menando come fabbri risolve la situazione. Mi va bene, lo accetto, ma qui siamo oltre.
Non so come spiegarvelo ma se date un'occhiata al film lo capirete in cinque minuti netti. Sono tutti troppo. Dal The Rock delle prime scene che ormai sembra la versione fumettistica di se stesso, al duello a colpi di chiavi inglese finale, è tutto talmente esagerato che spesso e volentieri sembra una parodia di genere, con l'unico problema che invece è tutto serissimo. Ed è questa la cosa più sconvolgente.

Gente che si butta da un aereo con delle auto dotate di paracadute, che assalta un bus dotato di mitragliatrici, con un ex agente dell'FBI che salta a bordo e inizia a menarsi a colpi di arti marziali con il mercenario asiatico, l'hacker che stranamente si rivela essere Nathalie Emmanuel e la fuga buttandosi da una scarpata di mezzo chilometro... tutte cose talmente già viste, ovunque negli ultimi vent'anni, che a metterle tutte assieme si penserebbe che almeno ogni tanto una strizzatina d'occhio al pubblico ci starebbe. Una cosa tipo: "ehi, guardate adesso cosa vi proponiamo... una macchina che attraversa tre palazzi in volo! Figo eh?" Invece no, nel suo modo di fare film action che era già vecchio quindici anni fa, F&F7 procede con la tranquilla serietà di chi ci crede veramente tantissimo.

E vabbé. Oh, chiaro, le scene di lotta, di esplosioni, sparatorie e affini sono fantastiche eh. C'è talmente tanto testosterone nel film che se per sbaglio ti avvicini allo schermo rischi di scivolarci sopra. Solo che con la metà dei soldi e con un accenno di trama magari veniva fuori qualcosa di meglio.
Giusto per dire...


NB. se l'hacker vi sembra familiare è perché si tratta dell'ancella di Daenerys in GOT. Ci ho messo mezz'ora a capirlo ieri sera.

giovedì 9 aprile 2015

Momento musicale 6



btw sì... è da un po' che Il Piotta è abbastanza figo. Chi l'avrebbe mai detto dieci anni fa?

mercoledì 8 aprile 2015

Le belle notizie

Dopo appena 14 anni dai fatti di Genova, arriva la prima condanna vera e propria per lo stato italiano. Dal tribunale di Strasburgo. Mica male eh?

da Repubblica.it
Piccolo riassunto per chi non avesse voglia di aprire il link. Dall'articolo emerge che:
1) quando i nostri poliziotti entrano in una scuola e spezzano le ossa a vecchi e giovani ambosessi che urlano chiedendo pietà con le mani alzate, non possono essere condannati perché non abbiamo nel codice penale un reato di tortura e quelli di aggressione semplice vanno in prescrizione appena li guardi;
2) la nostra polizia opera sempre al fine di evitare ogni identificazione degli autori materiali delle violenze;
3) fra poco arrivano altre due sentenze simili, tanto per...
4) il segretario nazionale del sindacato della polizia Gianni Tonell pensa che sia eccessivo parlare di tortura se degli agenti in tenuta antisommossa circondano un sessantenne e lo prendono a manganellate fino a rompergli un braccio, una gamba e dieci costole. Cosa che mi sembra sufficiente a darvi la misura del segretario, del sindacato e della polizia italiana;
5) nessuno dei colpevoli ha mai fatto un giorno di galera e il capo della polizia di allora, Gianni De Gennaro, è attualmente presidente di Finmeccanica (nessuno sa spiegare il perché fra l'altro, ma ce lo possiamo immaginare), con la benedizione dell'ex Presidente del Consiglio Letta e dell'attuale Renzi.

Giusto per ricordarvi che anche le belle notizie, in questo paese, fanno schifo. Enjoy.

giovedì 2 aprile 2015

Cose strane 2

Ok, google al contrario era decisamente meglio

Le nostre riflessioni: 
1) Capisco che decenni di Zecchino d'oro abbiano prodotti reazioni nella società, un po' come quelli che studiano alle scuole cattoliche e poi diventano drag queen, ma non staremo esagerando? 
2) Ma il tizio si è truccato gli occhi? o.O 
3) Perché ogni canzone melodica napoletana è identica a tutte le altre canzoni melodiche napoletane? Ok il genere, ma non è che tutte le canzoni rock sono uguali ad altre canzoni rock. Le note sono 7, vogliamo variare un po' la disposizione ogni tanto? 
4) Perché non c'è mai un cecchino appostato quando serve?

mercoledì 1 aprile 2015

Cose strane

Perché c'è gente che si mette sviluppare queste robe senza alcun senso logico, tanto per...


Stare in certi gruppi è bellissimo.