giovedì 28 novembre 2013

"Ah beh" aka come finiscono le storie

Certo che è strana eh, questa cosa di Berlusconi. Insomma, pensiamo alla nostra adolescenza. Quelli della mia generazione sono cresciuti nel ventennio berlusconiano. In realtà, io nel '96 avevo dieci anni, era la prima volta che mi facevo domande su concetti come "stato", "politica" e "governo" e a palazzo Chigi c'era Prodi. Da lì la prima grossa delusione della mia vita di giovane militante: mi ero convinto che l'Italia fosse un paese di sinistra, solo per poi accorgermi che avevo acquisito consapevolezza proprio durante l'unico governo di sinistra che l'Italia avesse mai avuto.
Da quel momento Berlusconi diventò "il nemico".
Oh, era facile. B. aveva chiaramente tutte le caratteristiche per esserlo. Ignorante, sguaiato, disonesto, bugiardo, megalomane e sempre al confine fra la comune arroganza da pulciaro arricchito e il delirio di onnipotenza del serial-killer professionista. Tipo Sauron, se a Sauron fosse interessato andare a letto con le minorenni.
Insomma, per vent'anni abbiamo sempre saputo perfettamente chi fosse il cattivo principale della storia. Sapevamo anche chi erano i servi e gli avversari, anche se alla fine ci siamo accorti che queste ultime categorie si confondevano spesso.
Poi arriva il giorno finale, quello della decadenza, e ci accorgiamo che non ce ne frega più nulla.

Ti ritrovi in discussioni del tipo:
- ma oggi quante ne abbiamo?
- 27
- ah, ma oggi c'era da fare qualcosa?
- boh, c'è l'olio nuovo alla coop
- nah, qualcos'altro
- ma che c'era quella cosa di Berlusconi?
- ah sì, è vero, ma è decaduto mi pare
- ah beh

Eh sì, la vita è questa qua. Non esistono i lieti fine, per la semplice ragione che non esistono i finali. Ci sono momenti che sono belli da vivere, ma alcuni tardano talmente tanto che alla fine nemmeno ti ricordi di festeggiarli.

Ciao Silvio. Sei stato un bel personaggio. Però scusa, fai quel che ti pare, ma non ci interessi più. Sei noioso, ormai.
vale

martedì 12 novembre 2013

La dicotomia di Gemmel e Druss

Ci ho messo una vita, ma finalmente ce l'ho fatta. E' stata probabilmente la recensione più difficile che abbia scritto fino a adesso. Perché, ve lo spiegherò tra poco. Nel frattempo, per introdurre l'argomento, vi rimando al vecchio post su "Le Spade del Giorno e della Notte", al termine del quale ci era rimasto un dubbio: chi cavolo sarebbe il tizio che rompe continuamente le palle agli altri su quello che un guerriero dovrebbe o non dovrebbe fare?
La risposta risiede all'interno dei due volumi raffigurati qua sotto. Fate quindi un generoso applauso alla Leggenda dei Drenai, Morte che Cammina, il Capitano dell'Ascia, Druss il Possente.

Mi chiamano "morte che cammina" Giusto per dire eh... (ndr.)
Tipo un assedio, ma continuiamo solo fino a quando il generale nemico non si scazza (ndr.)

Trama: chi diavolo è Druss?
Ci troviamo di fronte al classico corto circuito dei libri fantasy. Druss è un taglialegna che vive nei boschi del nord nell'Impero Drenai. Si tratta di un tipo fondamentalmente pacifico, anche se La Leggenda di Druss esordisce con lui che rompe il naso a un villico random che si era permesso di fare apprezzamenti spinti alla sua donna. Anche se, in effetti, fare apprezzamenti spinti alla donna di un tizio alto due metri per 180 chili e con un pessimo carattere, non depone certamente a favore dell'intelligenza del villico in questione.
Tuttavia Druss è un tipo pacifico. Un po' orso, certo, ma che al mondo chiede semplicemente due cose: che la gente non si metta sotto agli alberi che sta tagliando e che gli sia permesso vivere in pace con la donna di cui sopra (di nome Rowena).
Solo che questo è un libro fantasy. Quindi ovviamente di lì a poco passerà un gruppo di razziatori che gli rapirà la donna e tenterà di ucciderlo mentre taglia gli alberi. Ecco quindi che un comune boscaiolo che nessuno avrebbe mai visto né conosciuto, si mette sulla strada del "diventeròilpiùgrandeeroeevah". Seguono migliaia di morti, quest impossibili, tre guerre e la caduta di due imperi.
Solo perché non avete voluto lasciare in pace un fottuto taglialegna.
Fate voi.

La Leggenda dei Drenai è ambientato invece alcuni decenni dopo l'ultimo evento de La Leggenda di Druss. Il taglialegna, diventato il più famoso guerriero della storia, è ormai anziano quando la patria lo chiama di nuovo. L'imperatore dei Nadir, che sarebbero praticamente i mongoli, Ulric, che sarebbe praticamente Genghis Khan, ha tipo mezzo milione di soldati a cavallo che non sa come utilizzare. Quale soluzione migliore alla disoccupazione giovanile di una bella invasione ai danni del vicino stato Drenai, il cui re ha avuto la bella pensato di ridurre l'esercito ai minimi storici, avendo per vicino solo un re sanguinario con mezzo milione di cavalieri a disposizione?
A difendere la Grande Muraglia la fortezza di Dros Delnoch, porta dell'Impero Drenai, ci sono soltanto diecimila contadini strappati dai campi e armati di forconi. Riuscirà Druss a compiere la sua ultima impresa?
Al suo fianco un guerriero codardo, ma che a volte va in berserk tipo l'Eva di Shinji, dalla fortuna variabile. Nel senso che per puro caso si ritrova accoppiato con l'erede della più grande fortezza del nord (che culo!), scoprendo però subito dopo che adesso gli tocca difenderla dal mezzo milione di mongoli di cui sopra (doh!).
Personaggi secondari: un gruppo di monaci/guerrieri/stregoni bianchi apparsi dal nulla, Robin Hood e gli allegri compagni del bosco e un gruppo di altri tizi semibarbarici.

Perché è stato difficile scrivere questa recensione? Perché i libri mi sono piaciuti un casino pur trovandovi difetti a iosa. Come uscire da questa fastidiosa dicotomia? Ci ho pensato molto e ho concluso che è impossibile. Cercherò quindi di illustrarvi i punti deboli (-) della narrazione affiancati ai rispettivi punti di forza (+):

1) Il narratore  
(-) Probabilmente è la cosa più fastidiosa. Gemmel utilizza un narratore onnisciente con focalizzazione zero. In pratica veniamo a sapere sempre tutto di tutti, in qualsiasi momento. Quello che pensa Druss, quello che pensano i suoi avversari, sua moglie, suo padre, suo zio. I punti di vista di tutti sono descritti con costanza rendendo praticamente impossibile ogni vera identificazione con il protagonista. Seguiamo Druss e le sue imprese, ma non siamo mai veramente al suo fianco. Siamo un po' più in alto e vediamo lo svolgersi degli eventi come se fossimo sugli spalti di uno stadio. E' una tecnica narrativa vecchia e abbastanza fuori moda che non permette l'introduzione di dubbi, di colpi di scena, di improvvisi stravolgimenti della trama. Le sorprese, quando arrivano, si inseriscono sempre in un contesto in cui il lettore sa sempre perfettamente dove sono collocati i vari personaggi e ne può prevedere quasi sempre con esattezza il comportamento futuro.
(+) Il problema è che tutto ciò è chiaramente voluto. Il narratore onnisciente, sebbene estremamente fastidioso, è però adattissimo alla storia come la racconta Gemmel. Si tratta di un onestissimo fantasy epico vecchio stile, senza pretese di complessità o di modernità, senza antieroi e senza laceranti divisioni: al 90% sappiamo sempre chi ha torto e chi ha ragione, chi merita di essere salvato e chi si beccherà un colpo d'ascia di Druss.

2) L'impianto morale
(-) Anche qui l'assenza di complessità balza subito all'occhio. Il villaggio di Druss viene attaccato e all'inseguimento dei razziatori compare un vecchio con due spade che immediatamente si lancia nella predica rituale e enuncia il suo codice: il codice del guerriero.
Un cavaliere è votato al coraggio. Il suo cuore conosce solo la virtù. La sua spada difende gli inermi. Il suo potere sostiene i deboli. Le sue parole dicono solo la verità. La sua ira abbatte i malvagi
Ah no, aspettate, Questo è Dragonheart. Però ci andiamo vicino: 
"Non violare mai una donna, non fare del male ad un bambino, non mentire, imbrogliare o rubare, perché queste sono cose per uomini da poco. Proteggi i deboli quando il male è forte e non permettere mai a pensieri di guadagno di spingerti a perseguire il male"
Insomma, la crescita morale di Druss da taglialegna di umore turbolento a guerriero difensore degli inermi è prevedibile da pagina 10 e prosegue senza cedimenti. Sì, ogni tanto c'è l'ascia invasata di potere demoniaco a farlo vacillare un po', ma le incertezze sono temporanee e mai pericolose.
(+) Per la serie "a quanto pare Gemmel può farlo", tale mancanza di complessità non si traduce però in noia e disinteresse perché... beh, fondamentalmente perché c'è Druss. E nella caratterizzazione del protagonista l'autore fa un lavoro da maestro. Druss è eroe positivo proprio perché privo di complessità.

I tuoi nemici ti hanno rapito la donna? Cazzo, li insegui con un'ascia a due mani, gli entri nell'accampamento e li ammazzi tutti per riprenderla.
Sì, ma sono quaranta contro uno. Sticazzi.
Devi liberare un tizio in un accampamento di briganti, non ti puoi far notare, ma incroci quattro tizi che stanno per violentare una donna.
Pazienza ammazzi tutti e liberi la ragazza.
Ma così ti catturano e finisci in una segreta a morire di fame. Eh Sticazzi.
Infine, c'è un tizio con mezzo milione di guerrieri che assedia una città difesa solo da contadini. Sai benissimo che non puoi vincere e che ogni difesa è inutile.
Eh Sticazzi.

Ci si ritrova ad amare Druss perché fa dello sticazzi positivo una morale di vita. Le preoccupazioni sulle conseguenze, sui guadagni e le perdite accettabili sono cose per "uomini da poco", appunto. Il cazzo di codice dice che devi difendere i deboli, sì o no? Sì. E allora prendi un'ascia e mena. Fine della discussione.
E il bello è che quelli che gli stanno attorno l'ascia la prendono davvero. Perché vedono Druss e pensano "ecchecazzo, pure io", risultando alla fine ancora più eroici perché, al contrario di Druss, non sono alti due metri e non pesano 180 chili. Il tutto condito da frasi tipo "il vero eroe è il contadino che zappa la terra dalla sei di mattina alle otto di sera, mica il soldato" a cui si sottintende che se però, oltre a zappare, prendi pure la spada e ammazzi un po' di selvaggi a cavallo, tanto meglio. 

3) Caratterizzazioni meh
(-) I comprimari lasciano un po' a desiderare. Prendiamo Rek ad esempio, nella Leggenda dei Drenai. Dall'inizio ci viene descritto come un codardo che scappa dalla guerra. Lui stesso lo precisa in più punti e ci tiene a ripeterlo praticamente a chiunque incontri.
In realtà non scappa mai.
Cosa alquanto singolare per un codardo dichiarato.
E non è che di solito svolga il ruolo di scrivano in un qualche castello fortificato. Entra nell'esercito, si guadagna il titolo di ufficiale, viaggia costantemente in zone infestate da banditi (tanto da essere amico di alcuni di loro), salva damigelle in pericolo e in più accetta di seguire una di loro verso la più grande, nonché la più disperata, battaglia di tutti i tempi. Di fronte a tutto ciò, si dichiara codardo perché: "eh quando ero soldato, a un certo punto sai, ho visto che era morto l'80% di quelli che conoscevo, nonché 3 o 4 ufficiali che ricoprivano il ruolo prima di me, e mi è venuto da pensare: non è che a fare il messaggero per i ricchi ci guadagno di più e campo meglio?"
Se questa è codardia, allora è un vile dichiarato chiunque riesca a contare fino a 10 senza utilizzare le dita delle mani. Si chiama "avere un cervello", a casa mia.
Vogliamo parlare dell'ordine di monaci guerrieri? Cioè, ci sono questi trenta tizi, scelti fra gente dotata, che si allenano per raggiungere la perfezione e per morire nella più grande battaglia di ogni epoca. Sì ma, perché? E non voglio neppure sapere perché dei monaci che servono il flusso eterno e sacro della vita, passino il 90% del loro tempo esercitandosi per imparare a toglierla. Mica stiamo a questionare su queste banalità. No, dico, perché proprio loro? Chi glielo fa fare? Da dove arrivano? Chi li manda? Boh. Li ha chiamati la Fonte e se non ti sta bene cazzi tuoi.
(+) Stranamente, per tutta la durata del libro si riesce benissimo a far finta di niente. Sarà che siamo distratti dal continuo vorticare delle lame, sarà che in fondo i personaggi sono simpatici, sarà che comunque la lettura scorre. Mistero.

4) Numeri cosmici
(-) Gemmel non si è impegnato granché nella verosimiglianza, c'è poco da fare. L'assedio ne La Leggenda dei Drenai è esemplificativo di tutta la vicenda. Andiamo per punti:

  • Mezzo milione di nemici - chiunque abbia in mente di scrivere di un mondo dai connotati paramedievali sa che si tratta di un'assurdità. I Romani avevano circa 350.000 uomini sotto le armi. Alla fine delle lotte tra Ottaviano e Marco Antonio e in tutto l'impero. Erano talmente tanti che Augusto fu costretto a diminuire i numeri per evitare di andare in bancarotta e, soprattutto, a nessun generale nella storia, prima delle campagne napoleoniche, è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di muovere mezzo milione di persone in una volta sola. Semplicemente perché è un incubo a livello logistico. Prima dell'introduzione della ferrovia non esiste modo di rifornire un fronte di tale grandezza, né di farlo muovere. Basta pensare che gli stessi prefetti romani, che di logistica un po' se ne intendevano, ritenevano assolutamente inefficiente e tatticamente assurdo ogni esercito che superasse il numero massimo di 8 legioni (ca. 40.000 soldati e qualche migliaio di cavalieri). Possono sì sopravvivere grandi masse barbariche in movimento (i Cimbri ai tempi di Mario e Silla, per esempio), ma erano popolazione nomadi intere (quindi formate anche da donne e bambini) costrette a spostarsi continuamente solo per sopravvivere. Non si è mai visto un esercito di mezzo milione di uomini che si accampa sotto una fortezza. A farci cosa poi? O hai di fronte l'Himalaya e quello è proprio l'unico passo possibile (per la serie WTF?) oppure un generale abile come Ulric (così viene descritto) sicuramente potrebbe trovare qualcosa di meglio da far fare a mezzo milione di cavalieri che non mandarli tutti in un luogo dove non si possono usare i cavalli.
  • Il muro infinito - ok, la città difesa da Druss ha 6 muraglie difensive. La prima viene descritta come talmente ampia da richiedere tutti i 10.000 uomini schierati per essere difesa e comunque potrebbero non bastare. Ora, è una questione matematica. Se occorrono 10.000 uomini per difenderla e vogliamo essere generosi sullo spazio (almeno 1 metro di spazio a testa glielo vorremo dare no, altrimenti manco ce la fanno a muoversi) siamo di fronte a un muro da difendere di 10 chilometri. Potrebbero anche essere 20 o 30 perché ci dicono che i guerrieri bastano a malapena. Ma chi cavolo si mette a difendere un muro di 20 chilometri? E che razza di città ci sta dietro? Giusto per dire, Gerusalemme, ai tempi dell'assedio di Tito, aveva un perimetro di 6 chilometri e mezzo. L'intero perimetro, non uno dei muri esterni.
  • Assedianti sempre sulle mura - ora, io non so dove Druss abbia imparato a respingere un assalto, ma di solito il modo migliore non comprende l'aspettare con le armi in pugno che il nemico abbia raggiunto la sommità delle mura per poi tentare le ributtarlo giù. Di solito le mura servono appunto a non farsi scalare. Come cavolo è possibile che i nemici si arrampichino permanentemente su per le cavolo di scale? Dove stanno gli arcieri? Dormono? Bah.
  • Devo andare che mi scuoce la pasta - Ulric con la clessidra in mano che dice "o me la prendete entro tot, questa fortezza, oppure ce ne andiamo" è una delle scene più belle (e irrealistiche) mai descritte nell'universo fantasy. 1. Ma con mezzo milione di guerrieri, non ne potevi lasciare indietro qualche decina di migliaia a guardarti le spalle? Organizzi l'invasione del secolo e non ti preoccupi di lasciarti dietro eventuali figli ribelli? Ciccio, così l'imperatore lo sappiamo far tutti; 2. ma se proprio dovevi andare, non potevi lasciar lì un 100.000 soldati a finire l'assedio? 3. e a prescindere, ti sembra il caso di stare un mese di fronte a delle mura e poi andartene quando ormai restano a difenderla quattro gatti? Mah. Decisamente, Gemmel non sapeva come concludere il libro ma così è un po' una cagata.
(+) Rimane l'epicità. Eh beh, lì non ci puoi fare nulla. Druss che si oppone alla carica degli Immortali. I contadini che diventano guerrieri. Il coraggio, la serenità del guerriero e tutto il resto delle minchiate che spingono noi uomini a giocare con le spade finte dai tempi di Omero ai giorni nostri, sono tutte lì e si fanno sentire. Mescolate a buone dosi di comune buon senso che stemperano e ridimensionano sotto l'ottica dell'ironia.

Conclusione: non è la saga della vita ma Druss si salva e rimane nei nostri cuori.
6 per le trame un po' sconclusionate
8,5 a Druss.

7,5 voto finale di giustezza

venerdì 25 ottobre 2013

La reazione uguale e contraria

Direttamente agli antipodi del fenomeno, da cui siamo passati tutti, del "un ragazzino mi ha dato del lei sul bus" O.O, c'è il passaggio alle casse della Coop. Ove la commessa ti dice: "questo è un articolo alcolico, te sei maggiorenne?"

Beh in realtà avrei 27 anni ma grazie per il complimento.

E vaffanculo.

martedì 15 ottobre 2013

Andata e ritorno, 4 giorni nel mondo della scuola

C'era una volta un giovane laureato in lettere di belle speranze, moderatamente convinto di voler fare l'insegnante. C'era una volta una graduatoria di terza fascia a cui si era iscritto ma di cui non aveva più avuto notizie per quasi due anni.
Un giorno, giunsero mail da scuole vicine e lontane. Supplenti cercavano e al più presto. Lo sciagurato rispose.

Eccomi dunque, reduce di quattro giorni di insegnamento alle medie.
Sono vivo. E' già un buon risultato.
Mi rendo conto però che non è un commento adeguato all'occasione e cercherò quindi di essere più specifico. Il problema è che non ho ancora deciso cosa pensarne. Certamente non è stato come me lo aspettavo. Oddio un po' sì. E un po' no. Insomma. Decisamente i miei allievi di prima e terza mi hanno tolto gran parte del romanticismo che prima aleggiava intorno alla figura del prof. Dall'altra no.
Insomma. Ma andiamo per gradi.

1) Il primo stadio è quanto mai facile da riconoscere. Si tratta del terrore assoluto. Pensate di potervi anche solo lontanamente immaginare cosa significa entrare in una classe, chiudersi la porta alle spalle e trovarsi improvvisamente da soli con (in media) 25 ragazzini di cui non conoscete nemmeno il nome e dover fargli fare delle cose?
Ok no. Fidatevi. Perché io pensavo di potermelo immaginare e no, non è stato affatto come pensavo. Aggiungeteci un'insegnante di sostegno che vi accoglie dicendovi: "ok, io allora vado, se vuole può iniziare a spiegare il complemento predicativo dell'oggetto, sono arrivati lì".
"Certo, cominciamo subito. Peccato che mi hanno chiamato alle 9 di questa mattina per entrare alle 10 e l'ultima volta che ho sentito parlare di quel complemento o dell'analisi logica in generale è stato tipo, boh, 15 anni fa, quando ero alle medie pure io?"
Ovviamente la parte in corsivo è rimasta non detta.
Il secondo muro con cui ci si scontra è quello del numero. Le classi italiane sono in media di 25 persone. Spesso la media è precisa. Nel senso che non esistono paradisiaci istituti scolastici, benedetti da San Crispino, in cui ci sono classi da 15 studenti e altri simili a bolge infernali che ammassano 40 ragazzi nella stessa stanza. No, all'incirca le classe sono tutte intorno ai 25 studenti. Questo spiega perché la scuola italiana faccia praticamente tutta un po' schifo.
Seriamente, è impossibile lavorare in modo accurato con 25 persone a cui badare. Anche nella migliore delle ipotesi, quella in cui tutti sono attenti e seguono, se fai una domanda a un tizio in prima fila, per quel giorno con lui hai finito. Stop. Ci sono tutti gli altri a cui badare e prima che tu abbia terminato di fare il giro la lezione è finita. Inviterei caldamente tutti i fautori dell'insegnante unico a stare un'ora in una qualsiasi classe di 25 alunni. Vi assicuro che non solo cambieranno opinione ma saranno pronti ad autotassarsi per finanziare la scuola.
Questo quando ci sono le condizioni ottimali. Solo che sei un supplente. Quindi le condizioni ottimali non ci saranno a prescindere. Solo che in ogni classe ci sono almeno 2/3 alunni che dovrebbero essere seguiti da un'insegnante di sostegno perché hanno:
a. deficit di apprendimento;
b. iperattività a livelli patologici;
c. deficit di altro tipo che non so catalogare perché non è il mio mestiere ma... beh, quando fanno il verso della gallina o la sirena dell'ambulanza ogni 3 minuti e mezzo, secondo me qualche problemino di fondo c'è;
d. passato con vandalismo generico (alle medie eh);
e. problemi di comprensione linguistica;
f. tutte queste cose insieme;
E ovviamente di insegnanti di sostegno ce n'è una sola per TUTTA la scuola che, non possedendo il dono dell'ubiquità, può passare il suo tempo solo in una classe alla volta (se c'è una giustizia dopo la morte credo che le ultime due ministre dell'istruzione M&G verranno rinchiuse per l'eternità in una classe che abbia solo allievi "di un certo tipo").
Quindi? Quindi casino e depressione. Fine del primo giorno.

2) La seconda fase è quella della resistenza. Ok, sei entrato nella gabbia del leone e ne sei uscito. Ti ha un po' mordicchiato oppure, peggio ancora, ti ha ignorato del tutto, però cavolo, poteva andare peggio. Ti sei pagato l'università servendo la cena a burini in trasferta che mettevano il parmigiano sulla pizza, mica ti puoi arrendere di fronte a dei tredicenni.
Quindi torni preparato. Hai due bottigliette d'acqua da mezzo litro (come cavolo facevano i miei docenti a fare lezione senza mai bere un goccio?). Ti sei consultato con la prof in malattia, ti sei preparato sui loro programmi. Ti sei rivisto tutta l'analisi logica dalla A di "apposizione" alla Z di "zio cane quanto è inutile il complemento di materia" e sei pronto all'azione.
Urti contro il muro del disinteresse e della nullafacenza. Nel senso che potresti fargli anche una lezione su Rocco e Sasha e non ti cagherebbero comunque di striscio per partito preso.
E poi il CASINO COLOSSALE che riescono a fare. Quel casino infido in cui non si sente a un metro ma comunque non c'è nessuno che parli a voce così alta da potergli urlare contro di stare zitto. Quel casino che ti fa capire perché a volte i tuoi insegnanti avevano lo sguardo un po' folle di chi si sta chiedendo se la Convenzione di Ginevra si applichi o meno all'interno degli istituti scolastici.

3) Il terzo stadio è quello dell'accettazione. Sei un supplente, non ti considereranno comunque. Quindi di certo non incidi ma non puoi nemmeno fare grossi danni. Questo ti fa sentire un po' meglio. Cominci a divertirti un po' e a vedere i lati belli. Tipo che quelli di prima fanno a gara per leggere. Mica male. E poi una ragazza di terza si è fatta spiegare come funzionano i dazi e cos'è il protezionismo. C'è speranza per il genere umano.

Quindi si arriva alla fine. Te ne vai un po' insoddisfatto ma un po' più conscio di quello che sei e di quello che vorresti fare. E' un lavoro. Lati belli, lati brutti. Va studiato.
Insomma, si può riprovare. Prima però mi devo far passare la tosse.

venerdì 27 settembre 2013

The Black Donnellys - Serie completa

Era il piovoso autunno del 2008. In uno strano soprassalto di orgoglio, complice anche l'estrema economicità del prodotto, miracolosamente Italia 1 mandava in onda qualcosa di decente. Ovviamente dalle 12 all'1 di notte.
Fu così che incontrai i Donnellys: una versione moderna de Il Padrino con gli irlandesi al posto degli italiani e un giovane studente d'arte al posto di Al Pacino.
Un piccolo capolavoro del mondo dei telefilm, la cui chiusura al termine della prima stagione non fa altro che confermare l'assoluta mancanza di gusto degli americani.
Firefly.
Ho detto tutto.

Punti di forza della serie:
1) la presenza di tutti gli stereotipi del genere - la perdita dell'innocenza (quella rimasta comunque), il conflitto morale, il venire a patti con il male - affrontati in modo fresco mai scontato;
2) violenza e sangue come se piovesse ma mai gratuita;
3) un gruppo di attori incredibilmente affiatati nel ruolo dei fratelli e dei comprimari assolutamente all'altezza (abbiamo anche l'unica voce narrante sopportabile dal 1940 ad oggi);
4) comedy mista a drama mista a riferimenti e citazioni, il tutto con un ritmo sconvolgente per la rapidità;
5) Olivia Wilde prima che diventasse famosa come "Tredici"

Introvabile per lungo tempo dopo la dipartita del buon vecchio Megavideo (non che io lo utilizzassi eh, me lo ha detto mio cugino) la serie completa è stata finalmente hostata su youtube da un'anima buona che risponde al nome di Guiltyhc.
Buona visione

1x01 - Pilot"
1x02 - "A Stone of the Heart"
1x03 - "God Is a Comedian"
1x04 - "The World Will Break Your Heart"
1x05 - "Lies"
1x06 - "Run Like Hell"
1x07 - "The Only Thing Sure"
1x08 - "In Each One a Savior"
1x09 - "All of Us Are in the Gutter"
1x10 - "When The Door Opens"
1x11 - "Wasn't That Enough?"
1x12 - "The Black Drop"
1x13 - "Easy Is the Way"

Ps. i video sono in inglese con sottotitoli italiani. Esiste anche la versione doppiata in italiano, basta cercarla su youtube, ma la qualità è nettamente inferiore e spesso l'audio va fuori sincro (e sappiamo che esiste un girone speciale dell'inferno per chi mette in rete i film con l'audio fuori sincro). Insomma secondo me è meglio in lingua originale. Poi fate un po' voi...

mercoledì 18 settembre 2013

Originalità

Non tutti sanno che quest'anno si festeggia il settimo centenario dalla nascita di Giovanni Boccaccio (1313-2013). Provano a ricordarcelo quelli del centro culturale "I Macelli" di Certaldo che, sotto l'Alto Patronato della Regione Toscana, hanno  preparato tre edizioni a stampa basate sui "presupposti di creatività giovanile e arte urbana applicati alla rivisitazione artistica contemporanea dell'opera del Boccaccio" (cit.)

Rivisitazione riassumibile con: piazza delle ragazze nude in copertina!


Originali proprio. Si vede che sono artisti creativi. Ci deve essere voluto uno sforzo notevole per decidere di rappresentare in questo modo il ninfale fiesolano.
Le ninfe sono giovani donne che scelgono una vita casta, schiva ed accondiscendente, scelgono di vivere un “fuori” del mondo e lo fanno sotto la protezione e all’interno dei dogmi di Diana. Sono altresì una comunità indipendente e feroce, cacciano fiere selvatiche e non vengono meno all’utilizzo di armi per autodifesa
L'arte...

martedì 10 settembre 2013

Epifania

Ieri stavo sostenendo una specie di esame in inglese e improvvisamente ho capito. E' strano come succedano queste cose. Un minuto prima la pensi in un modo e poi è come se la visione si spostasse un po' di lato. La mente sussulta e per la prima volta guarda le cose in maniera leggermente diversa.
Ho sempre pensato, fin dalla scuola media, di odiare le lingue straniere e l'inglese in particolare. Non erano per me, questo pensavo. Non le capivo, erano difficili, non avevo orecchio, non mi venivano le parole e poi avevano suoni veramente brutti.
Solo che non era vero.
Non odiavo l'inglese, odiavo il modo in cui parlare inglese mi faceva sentire. In altre parole: un coglione.

E ieri improvvisamente l'ho capito. Il fatto è che, nella vita di tutti i giorni, vado alquanto fiero della mia capacità di espressione. In modo particolare, odio l'idea di non riuscire a farmi capire, di non essere chiaro, di poter essere frainteso, e ovviamente in una lingua straniera le possibilità di non dire le parole giuste aumentano in modo esponenziale. Questo mi faceva sentire un coglione e questo era quello che odiavo.
Quindi avevo chiuso la cosa in un cassetto. Non accettavo l'idea di non poter far capire agli altri il 100% del mio pensiero per colpa del linguaggio, quindi preferivo stare zitto.

Cosa è cambiato ieri?
Forse il problema "così faccio la figura del coglione" non mi interessa più tanto. Forse ormai ho messo nel conto che "sembrerò un po' coglione" è una conseguenza inevitabile del parlare una lingua che non è la tua.
Boh, non lo so, per la prima volta però ho parlato inglese senza preoccuparmi troppo del "come si dice" del "ma avrò sbagliato" del "ma forse dovrei dire così e non così", tutte riflessioni giustissime ma che mi portavano a cortocircuiti mentali e a costruire frasi talmente corte e banali che allora sì che sembravo un coglione.

Insomma, sono migliorato.
Ci ho messo solo quindici anni.

domenica 1 settembre 2013

Essere d'accordo con Will Smith

Miley Cyrus, Mtv Video Music Awards 2013



Tra l'altro, sguaiatezza generale a parte, la cosa che ha impressionato me sono le linguacce. Sono tipo la cosa meno sexy mai vista in vita mia. Secondo me c'ha proprio la lingua brutta: un po' troppo bianchiccia, no?

venerdì 30 agosto 2013

Still a better love story than Twilight

Ciao, sono tornato. L'estate sta finendo e il caldo se ne va. Giunge quindi il momento di una nuova recensione.
Non si tratta ancora dello strigo (ci sto lavorando) ma di uno dei peggiori libri fantasy su cui i miei occhi abbiano mai avuto il dispiacere di posarsi (e io ho letto la Troisi). Stiamo parlando di:

Ove camminano greci di 9.000 anni fa... (ndr.)
Premessa: Le colpe della notte è l'ottavo volume della serie degli Shadowhunters della Kenyon. Non avendo letto gli altri sette, non posso dare un giudizio complessivo sulla serie. Magari si tratta della migliore saga fantasy mai uscita nella storia dell'editoria. Ne dubito, ma mai dire mai (tra l'altro per dire che non si deve mai dire mai, si dice "mai" due volte di seguito. Strano eh?)

Background: il mondo della Kenyon è dominato dagli dèi greci. I due più citati sono Artemide e una certa Apollymi, detta anche "La distruttrice", che sembrano in guerra fra loro per motivi non ben chiari, anche se presumibilmente ha qualcosa a che fare con la scomparsa del figlio di quest'ultima e con il conseguente affondamento di Atlantide come ritorsione. Esattamente nel mezzo si trovano i figli di Apollo. Maledetti dal padre per una qualche stupida ragione1, sono condannati vivere solo di notte e a morire all'età di 27 anni, a meno che non si impadroniscano dell'anima di un uomo, trasformandosi così in una sottospecie di vampiri.
Questo vi dovrebbe già dare qualche idea sul grado di intelligenza degli dèi greci. Prendi dei tizi in tutto simili agli umani e gli dici: "ah, siete stati tanto cattivi! Quindi vi punirò! Morirete all'età di 27 anni, a meno che non beviate sangue umano. In quel caso diventerete fortissimi, immortali e dotati di poteri magici"
Ah beh.
Immagino le feste in piazza dopo l'annuncio.
In questo contesto si colloca Acheron che è boh, all'incirca un dio, che è all'incirca in un qualche rapporto passivo-aggressivo sadomaso con Afrodite (che possiede la sua anima ma non il suo corpo) e che per dovere/passione/piacere/senso di responsabilità combatte i demoni.
Per aiutarlo e per averlo in pugno tramite sensi di colpa alquanto ingiustificati, Afrodite ha creato la stirpe dei Cacciatori Oscuri. In pratica funziona così: vieni ammazzato in seguito al tradimento del marito/moglie/amante/impiegato della posta? Giuri fedeltà ad Afrodite e quella ti vendica. In cambio dovrai combattere contro i demoni forever and ever.

Trama: Stryker è un demone/dio malvagio e vuole la morte di tutti i cacciatori oscuri, un po' perché disturbano i suoi compagni demoni, un po' perché ce l'ha con Acheron. Si mette perciò in contatto con un cacciatore di nome Kyros, famoso per essere uno dei più anziani e più fedeli ad Acheron, e gli racconta che il suo capo è in realtà un demone scacciato dai demoni, che loro in realtà vorrebbero nutrirsi solo di esseri umani malvagi2 ma che la loro continua guerra li costringe, per sopravvivere, a far strage di donne, vecchi e bambini. Dovrebbe quindi fargli il grandissimo piacere di ribellarsi al tizio che ha servito per 9.000 anni e non è che nel frattempo gradisce anche bere un po' di sangue umano? Se lo provi una volta poi te ne innamori.
La trama è questa eh. Seriamente. Non la sto distorcendo a fini umoristici. Il cattivo subdolo e machiavellico del libro e il tizio che presenta la sua storia nei termini "ehi, cacciatore di demoni, il tuo capo è un demone. E se te lo dico io che sono un demone puoi crederci. Fidati!" sono la stessa persona.
La cosa bella è che Kyros ci crede - WTF?
Acheron sa un po' tutto di tutti perché vede nel futuro, però non può impedire la ribellione perché c'è il libero arbitro. Quindi manda sulla terra un suo sottoposto di nome Alexion per far tornare tutti all'obbedienza oppure per sterminare gli insorti. Faccia un po' lui.
Alexion prende residenza presso una cacciatrice oscura di nome Dangerouse, di cui ovviamente si innamorerà perdutamente ecc. ecc.

Commento: francamente, non so da dove cominciare per esprimere la mia disapprovazione. Provo ad andare per punti, per essere più chiaro.

1) Ambientazione - Alexion ha 9.000 anni e si ricorda ancora di quando andavano a cacciare le antilopi nel neolitico. Però è greco. Secondo la Kenyon 9.000 anni fa esistevano già i greci e parlavano esattamente la stessa lingua dell'Iliade, tanto da risentirsi se, nel film Troy, i personaggi parlano con accento britannico. Spiegazione?
La Kenyon è statunitense. Dovrebbe bastare.

2) La scrittura - imbarazzante. La storia si compone di tre elementi: spiegoni fastidiosi, flussi di coscienza assurdi e, soprattutto, dialoghi che sono ovunque, al limite del surreale, anche dove non dovrebbero essere. Esempio: a un certo punto i protagonisti sono attaccati da un demone infernale che quasi ammazza Alexion. Mentre sta per soccombere lui dice qualcosa tipo: "se non ci lasci in pace lo dico alla maestra" e il demone si blocca. Segue dialogo in cui Lei vuole assolutamente che Lui gli spieghi cos'è quel demone, perché è lì, come ha fatto a fermalo, quanto tempo si fermerà nel suo appartamento, chi ripagherà i mobili distrutti nel combattimento ecc. ecc. Questo mentre Lui la incita a scappare dicendogli che non sa per quanto tempo il demone se ne resterà lì bloccato perché Lui non ha veramente il potere di ordinargli di fermarsi. E lo dice a portata di orecchio del demone, ma non stiamo a sottilizzare.
Menzione d'onore per lo scambio in cui Danger sottintende che i greci erano tutti gay per la relazione Achille-Patroclo e lui pensa "wow quanto è intelligente questa". Per non parlare di Stryker che espone i suoi piani diabolici agli altri demoni: una roba che, al confronto, i cattivi dei Power Rangers sembrano Shakespeare.
Nota a margine: inutile cercare le scene d'azione. Non esistono. L'autrice ha di meglio da fare che descrivere dei combattimenti in un libro in cui, a quanto dice il risvolto di copertina, dovrebbe esserci una lotta in corso contro i demoni. Ad esempio deve spiegarci quanto sia bello il tizio x, quanto siano potenti i suoi muscoli, graziosi i suoi movimenti, fluttuanti i suoi capelli, mentre combatte con il demone y. Chissenefrega se poi tutto si riduce a "si girò e lo fece esplodere" o a "lo colpì al petto", è molto più interessante mezza pagina di descrizione su come Lei si ecciti nel guardare i capelli biondi e i profondi occhi verdi di Lui.
Se volevo leggermi un harmony prendevo un harmony, porca puttana.

3) La caratterizzazione dei personaggi è... avete presente Twilight? Siamo lì.
Alexion giunge sulla Terra con due scopi principali: uccidere tutti i cacciatori oscuri ribelli e trovare una donna per scopare. Non sono volgare io eh, lo dice lui apertamente non appena incontra Danger (che sarebbe incidentalmente una donna, quindi beh, per la serie "partire con il piede giusto"), precisando che sono almeno duecento anni che non fa sesso e che quindi gli va bene qualsiasi essere umano, purché respiri e sia di sesso femminile.
I presupposti ideali per lo sbocciare di un amore che ovviamente sboccia, senza alcuna giustificazione o motivo preciso se non che "OMG qnt è fiko qst!" da parte di lei e "OMG è una donna e fa battute sui greci tutti gay quindi deve essere intelligente e arguta" da parte di lui.
La sagra dei bimbiminkia in libertà.
Solo sul finale riesce a classificarsi come still a better love story than Twilight perché almeno fanno sesso subito senza stare troppo a pensarci su. Anche se non subito subito eh. Perché una donna mica può andare subito a letto con uno che gli piace, sennò è una troia. Deve prima combattere con i suoi sentimenti per almeno due giorni!!! prima di dargliela.
La morale è salva.
Dall'altra parte c'è Stryker. Un cattivo talmente goffo che si spiega solo ponendo come postulato che nel mondo della Kenyon la gente abbia normalmente un QI a una sola cifra.
I tentativi di uccidere Alexion:
a. gli manda un demone fortissimo che si ferma non appena gli dici "se ci uccidi gli dei ti puniranno"
b.gli manda una demone fortissima che però è incidentalmente sorella della demone compagna di Acheron aka "il mondo è piccolo" e "l'importanza di scegliere bene i collaboratori, parte seconda".
c. Alexion non può morire a meno di non suicidarsi. Quindi Striker lo colpisce con un pugnale e mentre il suo corpo si scompone in una massa di polvere per poi ricomporsi gli infila dentro a tradimento un'anima in pena.
Stryker: «Muahahahahah. Se non ti uccidi l'anima non potrà raggiungere il paradiso e sprofonderà nel nulla. Ti ho battuto. Muahahahahah!»
Alexion: «Omg. Hai ragione. Ho perso, adesso mi suicido»
Danger: «No aspetta. Basta che ti pugnali io. Così ti scomponi di nuovo e l'anima se ne va per i cazzi suoi»
Stryker&Alexion: «Azz, non ci avevamo pensato»
Danger: «Noob"

4) La trama: inesistente. Tutto va avanti senza una motivazione precisa. Cacciatori di demoni che si convertono in massa e senza ragione davanti al primo stronzo che gli dice "ehi, il tuo capo che ti ha reso praticamente immortale, incredibilmente forte e veloce per proteggere gli esseri umani e che ti fa vivere nel lusso, è un malvagio demone! E per provartelo adesso uccidiamo un po' di umani innocenti davanti ai tuoi occhi!", piani malvagi dalla complessità tipica della terza elementare e tizi random che vagano in una città random innamorandosi e facendo sesso mentre in teoria dovrebbero decidere dei destini e delle condanne a morte di decine di loro simili.
Poteri magici senza spiegazioni, limiti e confini, nemici ridicoli, colpi di scena con deus ex machina di cui si vedono i fili da 10 km e l'immancabile cliffhanger finale in cui Danger muore al solo scopo di andare a fare da concubina ad Alexion per l'eternità perché "almeno non si sentirà più solo".

Ah, ma questo era uno spoiler. Beh pazienza. Tanto il libro fa cagare. Se avevate intenzione di leggerlo vi meritavate lo spoiler.
Ciao.

Voto: 3


1Vi ricordo che Apollo era il tipo che si offendeva se un tizio mezzo morto di fame gli ammazzava una vacca, di cui ovviamente non aveva bisogno essendo un Dio, per mangiarsela.
2 Vampiri che vogliono nutrirsi solo di criminali. Originale. Immagino che la Rice stia già facendo causa.

giovedì 8 agosto 2013

Buone maniere

Ieri sera sono andato all'Opera. Una Cavalleria Rusticana alla buona eh... Compagnia da 15 spettacoli al mese nella piazza principale del paese, palco provvisorio, costumi raffazzonati ecc. ecc.
Eppure non ho potuto fare a meno di notare un fenomeno alquanto fastidioso:

LA GENTE APPLAUDE AD OGNI CAZZO DI NOTA DELL'ORCHESTRA

Hanno applaudito il preludio, l'entrata in scena di Turiddu, quella di Alfio, Santuzza che parla a Lucia, l'inno alla Pasqua, entrambe le pause del duetto tra Santuzza e Turiddo ecc. ecc. ecc. Hanno applaudito perfino il Coro, maledetti loro, e avevo accanto una ex-pescivendola che ogni tanto lanciava un BRAVOOOO!!! BRAVAAA! BRAVIIIII!

Ok, avviso ai naviganti: nel caso vi capitasse di andare all'opera, per favore, state zitti.
Non siete a un concerto dei Pooh. Non è obbligatorio applaudire ad ogni pausa. Anzi, è una mancanza di rispetto: verso l'orchestra, verso gli attori e verso il resto del pubblico.
Il motivo si chiama "quarta parete" e "sospensione dell'incredulità". Il melodramma racconta una storia. Una storia che, si suppone, dovreste capire e seguire. Se interrompete la rappresentazione con i vostri applausi, significa che della storia non vi importa un'emerita minchia o che non state capendo niente o che i cantanti sul palco sono talmente cani che invece di ascoltarli preferite applaudire il maestro.
Il problema è che veramente i tizi che vanno all'opera non capiscono niente di quello che ascoltano. Ieri sera il dato era ancora più evidente, visto che metà del pubblico era costituita da americani, ma anche nelle annata in cui abbondano gli italiani non è che facciamo figure migliori. E poiché non capiscono niente di quello che ascoltano, fanno quello che farebbero a un semplice concerto: battono le mani tutte le volte che la musica finisce.
Beh, fate un favore a voi stessi: state a casa. Vi annoiate meno e non disturbate i vostri vicini.

Durante l'Opera si può applaudire, non fraintendetemi. Se la prestazione del cantante è qualcosa di superlativo, Se l'orchestra suona un pezzo che manco la filarmonica di Vienna o Se una scena viene resa in modo particolarmente innovativo e interessante, ma solo in questi casi. Altrimenti applaudite alla fine. Quello è il momento per spellarsi le mani e ricompensare i protagonisti. E gli applausi finali più durano meglio è.

Se siete in dubbio su quando applaudire, adottate un semplice metodo. Fate finta che ogni applauso, durante la rappresentazione, sia una richiesta di bis. Ogni volta che vi viene in mente di applaudire chiedetevi: "davvero vorrei riascoltare questo pezzo?". Non il giorno dopo o l'anno prossimo: in quel momento.
Ecco, se la risposta è sì, potete applaudire. Le richieste di bis sono le uniche ammissibili.

giovedì 1 agosto 2013

La giustizia trionfa

Poi succede che vai su un sito internet e prendi per il culo l'autore.
Di brutto.
Quello crede di fare il figo e nel giro di tre scambi prende talmente tanti calci in culo retorici che manco Ghedini lo può salvare dall'epic fail in cui si è cacciato.
E incredibilmente il giorno dopo il post incriminato scompare.
Così, nel nulla.

Sono un supereroe.


Cosa che comunque poteva evitare semplicemente moderando i commenti e tagliandomi fuori. Io ci penserei per il futuro.

OT/ oggi è il giorno della sentenza. Si accettano scommesse: do 3 a 1 il rinvio, alla pari la condanna con riduzione dell'interdizione a 3 anni e 5 a 1 la conferma della condanna con interdizione a 5 anni.
7 a 1 il rinvio alla corte di appello.
10 a 1 l'annullamento della condanna.
/OT

mercoledì 31 luglio 2013

Sorpresa: la Digos legge Facebook

Ieri sera un mio conoscente ha postato questa notizia su facebook commentando con un "e poi se la critichi sei un razzista". Avrei potuto semplicemente mandarlo a cagare ma poiché potrebbero capitare altri diciottenni anticasta progrillini ma anche anti-immigrazione ma anche berlusconi merda ma anche vendola buco, ho deciso di scrivere un breve post per spiegare, in modo sintetico e veloce, perché quell'articolo sia una cagata.
O meglio: perché quel titolo sia una cagata, visto che il testo è copiato di sana pianta da altri 1.000 blog simili che a loro volta hanno copiato dall'ansa.

Quindi, perché il titolo "DIGOS A DISPOSIZIONE DELLA KYENGE: ANZICHE’ CERCARE I DELINQUENTI, PERQUISICONO SESSANTENNE PERCHE’ SU FB MINACCIA LA MINISTRA" (tutto in caps perché si sa, il bmk lo riconosci dai piccoli dettagli) è una cagata? Semplice, basta scomporlo nelle sue componenti essenziali.

1) ANZICHE’ CERCARE I DELINQUENTI
Trad. invece di essere in strada a pattugliare il giardino di casa mia che, si sa, c'è tanta gente che porta il cane a spasso e non raccoglie la merda, la polizia di stato legge facebook per cercare tizi che minacciano lo stato.


Chi l'avrebbe mai detto? Dopotutto gli italiani fanno praticamente di tutto su facebook. Dal postare le foto dell'ultima vacanza al mare, all'organizzare manifestazioni, dalle riunioni del gruppo di Yoga, al molestare le tredicenni, quindi perché mai la polizia dovrebbe leggere facebook?
E in modo particolare, perché dovrebbe farlo il corpo della polizia che, per statuto, deve "raccogliere informazioni relative alla situazione generale, anche ai fini della prevenzione dell'ordine pubblico; investigare per la prevenzione e la repressione dei reati contro la personalità interna ed internazionale dello Stato e contro l'ordine pubblico, dai reati di terrorismo a quelli di natura politica"?
Strano eh?
Beh, faccio un annuncio di pubblica utilità per tutti i diciottenni di cui sopra: non è la polizia italiana che legge facebook, sono le polizie di tutto il mondo a leggerlo. Non è uno scandalo italiano, la polizia legge sempre quello che si dice su social network e sui siti internet. Magari lo fa in modo distratto e incompetente. Magari si soffermano sui siti di aeromodellismo e si lasciano scappare i pedofili ma, sorpresa sorpresa, lo fanno. E sì, non siamo nel magico mondo di Oz, se scrivete stronzate c'è la possibilità, anche se piccola, che prima o poi vengano a farvi visita a casa per controllare se siete pericolosi o soltanto dei coglioni.
E siete fortunati che siete solo dei coglioni e basta guardarvi anche da lontano per capirlo.

2) PERQUISICONO SESSANTENNE PERCHE’ SU FB MINACCIA LA MINISTRA
Sì, c'è scritto proprio "perquisicono". Questo dovrebbe già farvi capire tante cose. Metto la screen, in caso editino, giusto per dimostrare che non mi invento nulla.
Trad. "ma come, un ministro arriva nella mia città, e io non posso nemmeno dire che le vorrei sparare con un fucile a pompa senza che mi arrivi a casa la polizia a controllare?"


Strano eh? Chi l'avrebbe mai detto che la polizia voglia prevenire gli attentati? Brutta cosa. Che poi magari il singolo poliziotto se ne starebbe anche a casa sua, però se poi il tizio in questione tira veramente fuori un fucile e spara a un ministro, chi glielo spiega al capo che lo aveva detto su facebook una settimana prima ma tu non sei andato a controllare perché oh... sei un poliziotto, mica ti pagano per evitare che la gente spari ad altra gente.

3) DIGOS A DISPOSIZIONE DELLA KYENGE
La perla finale. La polizia di stato italiana che si preoccupa di non far ammazzare un ministro dello stato italiano. Strano eh? Stranissimo! Ma di queste cose non si occupava la guardia svizzera?


Da qui il collegamento che conclude l'epic fail: la digos si preoccupa che la Kyenge non venga ammazzata da un coglione di Verona, quindi è giusto dire che deve ritornarsene sugli alberi in Congo.
Come si arrivi dal punto A (digos protegge Kyenge) al punto B (deve ritornarsene in Congo) è un mistero. Apparentemente non c'è relazione tra i due elementi.
Se però i collegamenti illogici vanno di moda, chi sono io per oppormi? Eccone alcuni da usare in ogni occasione:

Rosso di sera bel tempo si spera, quindi il blu è il colore del mare

Le mele costano 3 euro al chilo, quindi Babbo Natale esiste e vive in Canada

Partire è un po' morire, quindi gli ortolani vendono solo ciliege


E in ogni caso siete old. Spiderman lo faceva prima e meglio.

venerdì 26 luglio 2013

Pubblicità

Qualche anno fa sono andato a Disneyland Paris. Da allora, praticamente ogni settimana mi hanno inviato notizie su sconti o giornate/serate particolari.
Cominciavano giusto a rompere un po' le palle.
In realtà non sono nemmeno un fanatico dell'anti-spam ma alla quattrocentesima mail a chiunque viene da chiedersi "ma per questi io dovrei vivere ogni giorno con Topolino e Minnie?"

Oggi però mi hanno mandato questo:


Cioè, capite? Fra appena 4 settimane mi avrebbero perso per sempre. 
Oh, non ho potuto fare niente. Dovevo cliccare sul bottone rosso.
Mi è apparso questo:


Vabbé, mi romperanno le palle per altri due anni, ma guarda adesso come sono felici!

Mi sto odiando -.-

giovedì 25 luglio 2013

L'assurdo elevato a sistema

Conversazione surreale, stamattina, al supermercato qui vicino.
Fino a ieri - ma proprio fino a ieri eh, non è un modo di dire - al banco panetteria/affettati vendevano dei discreti panini. Non eccezionali, ma comunque accettabili per grandezza e dal costo contenuto (2 euro contro la media di 2 e 50 per oggetti mediamente più piccoli).
Da stamattina non li vendono più. Da qui lo scambio che segue:
Signora random (SR) - Ciao, mi fai un panino con il prosciutto?
Commessa (C) - Guarda, mi spiace, ma non si possono fare più.
SR - ma come?
C - eh c'hanno detto così
SR - vabbé, allora mi dai un panino e tre fette di prosciutto. Quelle me le puoi vendere?
C - sì, quelle sì (sorrisino)
SR - ok e... mi fai un piacere? Il panino me lo puoi tagliare a metà?
C - certo (risatina)
SR - grazie, ciao.
Costo dell'operazione: 1 euro e cinquanta centesimi. 70c per il panino, 80c per il prosciutto.
Ora, io non so perché non possano più fare panini al banco gastronomia. Magari c'è un'ordinanza del sindaco. Magari qualche commerciante ha sporto denuncia. Boh. Resta l'assurdità di un provvedimento che scontenta TUTTI.
Il supermercato è scontento perché guadagna meno.
Il cliente è scontento perché, anche se risparmia 50c, se avesse avuto voglia di prepararsi un panino da solo se lo sarebbe fatto a casa (e non è detto che non lo faccia la mattina dopo, togliendo al supermarket anche quell'euro e cinquanta)
L'ambiente è scontento perché sono stati usati due sacchetti, più la velina trasparente per il prosciutto, al posto di due.
Il comune/stato è scontento, perché su 1 euro e 50 si pagano meno tasse che su due.

Viva l'Italia.

martedì 23 luglio 2013

Adesso mi vedi

Più che una recensione questa è una breve dichiarazione di distinguo. Capita infatti che sia andato a vedere "Now you see me" e che mi sia ritrovato in tutto d'accordo con il signor Nanni Cobretti dei 400 calci, traendone però conclusioni diverse.

Più guardi da vicino meno vedi, o qualcosa del genere (ndr.)
La trama è presto detta e la prendo di peso dalla recensione citata:
"Quattro illusionisti di fama e fortuna variabile vengono inseguiti da un misterioso tizio incappucciato e invitati, con uno di quegli inviti che nessuno sano di mente o anche solo con qualcosa da fare nella vita seguirebbe, in un posto misterioso dove tracobetti intriganti di sticazzi fanno partire messaggi misteriosi. Un anno dopo sono tutti e quattro famosissimi e riempiono i palazzetti con il loro show di squadra: li ritroviamo all’opera in uno di questi show che a quanto pare consiste di un numero solo, ovvero rapinare una banca. Esatto: pigliano un tizio “a caso” fra il pubblico, lo “teletrasportano” nel caveau della sua banca, aspirano il malloppo con… boh, mi sento idiota anche solo a spiegarlo e non riesco a finire. Comunque vengono inseguiti dalla carta dei tarocchi “ispettore di polizia scettico” accompagnato da “inesperta ottimista”, raccattano per la strada “inglese ricco” e “Morgan Freeman senza motivo”, rifanno un trucchetto simile… non si capisce benissimo cos’hanno in testa ma si comportano come se facesse tutto parte di un piano ben preciso e il film procede così"
Detta così in effetti invita poco. E riflettendoci meglio è tutto vero: film basato su una trama assurda e con un finale che grida al WTF? da ogni parte. Personaggi tagliati con l'accetta di cui alcuni assolutamente inutili (Melanie Laurent che fa l'assistente del detective ha la sola funzione di ricordargli "che deve credere!!!" - avessero messo inquadrature a caso di Rose Leslie avrebbero ottenuto lo stesso effetto).

Non sai niente Jon Snow detective Ruffalo!
E' anche verissimo che si potrebbe definirlo un Lupin III in salsa David Copperfield (cit.) anche se io lo vedrei più come un Ocean's Eleven virato al magico. Quindi perché io invece lo salvo e lo dichiaro "film da vedere"?
Probabilmente perché mi ha tenuto attaccato allo schermo per un paio d'ore e perché non ho rimpianto gli otto euro spesi per vederlo (ero in una multisala). E scusate se è poco.
Pur essendo, innegabilmente, un film dalla trama insensata, ha un ritmo fenomenale e attori che fanno ridere (oltre a Morgan Freeman che fa il saggio tipo Azim ai tempi di Robin Hood). Effetti speciali carini, trovate sceniche quasi-originali più una serie di momenti che ti fanno dire "omg è tutto collegato!!!", cosa che ovviamente non è vera ma comunque piacevole.
Insomma, se non si è alla ricerca di un film intellettuale o ricercato e si ha solo l'obiettivo di sbracarsi 2 ore in un cinema avendo il divertimento assicurato, Now you see me è il film che fa per voi.

Voto: 7,5

mercoledì 10 luglio 2013

False speranze

La Cassazione fissa al 30 luglio l'udienza definitiva del processo Mediaset (ci sono in ballo 4 anni e l'interdizione dai pubblici uffici per il nostro) ed è scandalo. Intanto bisogna dire che sono d'accordo con Brunetta. Dipendenti pubblici che ancora lavorano il 30 di luglio? E' chiaramente un complotto!
Detto questo, mi sembra strana la controminaccia: "se non rilasciate B. ci dimettiamo o facciamo cadere il governo!"

link
Ma tipo, sticazzi? Dimettetevi. Chissene. Ne approfitto per ripostare questa bellissima vignetta di qualche tempo fa:


giovedì 4 luglio 2013

Una risposta che viene da lontano

Ho il kobo. Tanto vale sfruttarlo. Avrei giusto voglia di riprendere la saga di Andrzej Sapko­wski ma in libreria mi costa un rene. Guardiamo su internet se c'è la versione in ebook, così risparmio!

Con gli ebook si risparmia! (cit.)
Il libro costa 18 euro. Lo capisco. Intanto è un bel tomo con copertina rigida. L'illustrazione a colori, benché estremamente bimbominkiosa, ovviamente costa. La carta è di buona qualità. Ci sono i costi di stampa, di trasporto e di mantenimento. Il negozio in cui viene venduto costa tanto per le utenze, le tasse comunali, gli stipendi dei dipendenti ecc.
Quindi non mi sgomentano 18 euro per un bel volume, ma come mi giustifichi i 13,99 per un cazzo di file in formato epub?
Sono numeri porcaccia la miseria. E' una sfilza lunghissima di 01101010101001101000111 che il mio kobo trasforma in parole. A tutti gli effetti, mi stai trasmettendo un cazzo di numero e vuoi che ti paghi euro 13,99 per questo? Mi vuoi dire che il negozio, i dipendenti, le utenze, la carta, l'illustrazione e il trasporto ti costano soltanto 4,01 euro sul costo totale del libro?
Perché secondo me mi stai prendendo per il culo. Altrimenti come si spiegherebbero le edizioni economiche a 10 euro? Hai presente quelle con la carta riciclata e la copertina di cartoncino che vendi ugualmente nelle librerie? Costano 10 euro. E i Miti della Mondadori? Come fanno i fottutissimi Miti della Mondadori a stare sul mercato a 6 euro e 50 centesimi? Eppure è lo stesso libro eh. Sono le stesse parole messe in fila esattamente nello stesso ordine. Solo che un libro in versione economica (un libro reale, fatto di carta) mi costa 6 euro e 50. Un file di 600 kb (starebbe su un cazzo di floppy disk, se ancora fabbricassero i floppy disk) me lo vuoi vendere a 13 e 99.
Credo ci sia una sola risposta possibile:
N.B. anche i romani lo facevano!!!
Quindi no, cari miei. Non avrete i miei 13,99. Né oggi, né mai. Aspetto che me lo compri la mia biblioteca di fiducia. E nel frattempo non posso condannare i tizi che ti piratano i libri e mettono tutto sul web in comodi torrent. Non posso perché la vostra è un'evidente presa in giro. Il guadagno che ne traete è semplicemente sproporzionato rispetto a ciò che mettete in vendita.

sabato 29 giugno 2013

Stella cadente

O forse quello degli epicurei, che non è mio ma condivido: "Non aver paura della morte, perché finché siamo vivi non c’è la morte, quando c’è la morte non ci siamo più noi" 
Per questo io non ho paura.


Vale, signora Hack.

La ricorderò sempre anche per quella trasmissione di Santoro. Quando si voltò e disse sprezzante: "ma state zitti, voi, leghisti del cazzo!"

Infatti non la invitarono più

mercoledì 26 giugno 2013

L'impresa

Oggi festeggiamo un evento storico. Quattro mesi fa, un giovane ingenuo entrava in una stanza con una manciata di moduli fra le mani. Li consegnava a dei quasi coetanei con le parole "fateli firmare e riportatemeli alla prossima lezione, grazie".
E pensava che veramente sarebbe stato facile. Dopotutto cosa chiedeva? Non dovevano andare in cerca del Sacro Graal. Non dovevano cavalcare Pegaso per poi riportare indietro la testa di Medusa, né distruggere l'Unico Anello nel fuoco dell'Orodruin. Dovevano solo far firmare dei fogli da dei tizi con cui lavorano ogni giorno. Fogli che servivano a loro e che era nel loro interesse firmare. Seriamente, non credevo sarebbe stato difficile.
Oggi mi hanno restituito il penultimo modulo.
Il penultimo. Ne manca ancora uno. Molto probabilmente dovrò ristamparlo, andare a cercare a casa l'ultimo renitente e poi minacciare il suo datore di lavoro di gravissime pene&sanzioni per averlo. E lo farò. Perché combatto per il bene e la giustizia e sono incapace di lasciare che chiunque riceva seriamente gravissime pene&sanzioni solo perché, nella sua devianza mentale, i termini "firmare un foglio" e "oltrepassa i campi minati, schiva le pallottole, bonifica bunker pieni di SS, distruggi carri armati e difendi un villaggio dall'avanzata tedesca nella Francia del nord, per salvare il soldato Ryan mandando contemporaneamente a morte tutti i tuoi uomini" si equivalgono.
Lo farò ma mi chiedo anche se questo mondo sia davvero ingiusto come ci raccontiamo. Mi chiedo se questa enorme disoccupazione giovanile che ci pesa sulle spalle sie davvero tutta colpa della società. E mi rispondo che sì, la società è una merda, ma c'è anche gente che non si saprebbe trovare il culo con l'ausilio di una cartina geografica, porca puttana.

Tuttavia noi ce la faremo. Perché crediamo in noi stessi, nel futuro e nella sacra incazzatura che protegge tutto ciò che c'è di bello e buono nel mondo.

Il sermone di oggi è finito. Andate in pace.

venerdì 21 giugno 2013

Leviathan: tifare per i tedeschi non è mai stato così facile

La mia ultima recensione risale a molti mesi fa. Non che nel frattempo sia rimasto in ozio, semplicemente sono stato fagocitato dal Kobo su cui ho riletto:
  • l'intera saga di Martin (a cui ho aggiunto in cartaceo La danza dei draghi);
  • i primi 5 libri del ciclo di Ambra di Zelazny;
  • la tetralogia di Ilium di Simmons;
  • Il Cacciatore di draghi di Tolkien.
Il fatto che stia usando il Kobo (costo 100 euro) per, nel 90% dei casi, rileggere cose già lette mi preoccupa alquanto. Però il 10% residuo mi da grandi soddisfazioni. Tanto per dire, di Simmons mi mancava il quarto e ultimo libro, mentre di Zelazny ero stato costretto a leggere Le Coorti del Caos in francese durante l'Erasmus(1).
Tutto questo non deve però distrarci dall'argomento di oggi, ovvero la recensione della trilogia di Leviathan, di Scott Westerfeld.
I protagonisti: un male necessario (ndr.)
La trama: siamo in universo alternativo in cui Charles Darwin, oltre a dar vita all'evoluzionismo, ha anche creato una scienza genetica avanzata. I suoi epigoni hanno raggiunto un tale livello di raffinatezza che a inizio '900 sono ormai in grado di creare nuove specie utili all'uomo, dagli enormi elefantiaci usati per i trasporti a balene produttrici di idrogeno, in grado di emulare i dirigibili.
Il Leviathan - balena dirigibile
L'Inghilterra è il paese capofila della nuova scienza genetica, che la utilizza senza tanti patemi d'animo riguardanti gli embrioni o lo sfruttamento degli animali, con un pragmatismo invidiabile anche se brutale(2).
La Germania invece sta dall'altra parte. Che sorpresa eh?
L'Europa e il mondo sono spaccati in due fronti nettamente contrapposti, all'incirca inquadrabili nell'Intesa e negli Imperi centrali della Prima Guerra mondiale. Da una parte i darwinisti (Inghilterra, Francia, Russia, Belgio, Olanda e Italia) dall'altra i "cigolanti" (Germania, Impero austroungarico, Impero ottomano). I secondi si affidano alla tecnica e all'energia elettrica, considerando le specie mutate alla stregua di un abominio contro le leggi di natura e di Dio. 
Full Metal Panic!!!
In questo mondo alternativo anche gli studi meccanici si sono evoluti secondo linee differenti e pur essendo l'aviazione ferma agli aeroplani e agli zeppelin di inizio '900, modello "Barone Rosso", l'esercito di terra può contare su carri armati che invece di muoversi su cingoli hanno le gambe.
Si sa però che la storia più cambia più resta uguale. Per questo motivo le potenze europee sfruttano l'assassinio dell'Arciduca Ferdinando d'Austria per risolvere le loro divergenze in materia scientifica iniziando la Prima Guerra Mondiale del mondo alternativo.
In questo conteso, negli anni 1914-1915 si svolge la storia di Alek e Deryn. Lui è il figlio illegittimo dell'Arciduca ucciso, lei l'orfana di un aviatore che si finge un maschio per poter volare sul dirigibile militare Leviathan e partecipare alla guerra. Riusciranno i due a mettere fine alla guerra, dare il voto alle donne e nel frattempo a sposarsi, avere 4 figli e vivere in una casa con lo steccato bianco e un grosso cane di nome Fido che scorazza in giardino?
Lo scoprirete leggendo il libro. Per il momento vi dovete accontentare di un accenno.

Detto questo, cosa c'è di buono e bello in questa trilogia? Vale la pena di leggerla? Affrontiamo la questione per punti e in tre fasi.
Perché sì:
a) ambientazione - non è proprio steampunk, visto che le macchine non sono alimentate esclusivamente a vapore, ma le suggestioni che crea (il mondo alternativo, la diversa evoluzione tecnologica ecc.) ci vanno molto vicino. Sicuramente un genere che si trova molto di rado nelle librerie italiane e che quindi spicca per originalità sullo sfondo.
b) la visione storica - al di là delle diverse armi con cui combattono, i fronti contrapposti ricalcano le motivazioni reali della Prima Guerra Mondiale. La posizione della Turchia, giusto per fare un esempio, a metà strada tra l'adesione agli Imperi Centrali e i legami commerciali/navali con l'Intesa è resa con grande precisione, segno che Westerfeld si è studiato a fondo il contesto storico su cui doveva scrivere. I tizi che cercano di parlare con cognizione di causa sono sempre molto graditi. Unica critica che mi sento di fare è la posizione dell'Italia nel contesto darwinista. Considerati i legami con la Triplice Alleanza tenuti fino al 1914 avrebbe dovuto essere cigolante.
Ce ne faremo una ragione.
Del resto ci si potrebbe anche chiedere come l'ipersviluppo tecnologico non abbia cambiato le condizioni di fondo dell'evoluzione storica europea. Però sticazzi: è un libro per ragazzi, mica un trattato di storia alternativa.
c) Le illustrazioni sono carine


d) l'idea degli animali modificati non è certo nuova, ma la descrizione del Leviathan è comunque notevole. Api che vivono all'interno di una balena gigante, il cui miele ottenuto tramite il nettare dei fiori è scomposto negli elementi essenziali da vermi modificati che liberano l'idrogeno che va a gonfiare gli strati esterni della balena stessa facendola volare.
Non male.

Perché meh:
1) I dialoghi sono penosi e il linguaggio utilizzato è assurdo. Giusto per fare un esempio: in media ogni tre frasi, un personaggio random esprime il giudizio che il tizio x "è una pezza da culo(3)". Potrebbe starci, se si volesse rendere l'idea di un linguaggio "basso" e rozzo delle classi sociali inferiori, ma è l'unico insulto che chiunque rivolge a chiunque in tutto il libro. Al massimo ci saranno un paio di "idiota" a fine e inizio libro. A questo si aggiunge "Dummkopf" (asino!) dal tedesco, che è invece l'offesa che Alek insegna a Deryn.
L'effetto è di rendere ridicola ogni conversazione. Spero vivamente che l'autore tentasse di rendersi simpatico a un pubblico molto molto giovane. Per quanto mi riguarda, sono sicuramente fuori range.
2) Deus ex machina assurdi e per di più usati male
3) La contraddizione tra darwinisti e cigolanti è solo apparente. In realtà entrambi perseguono gli stessi scopi e i rispettivi interessi e la contrapposizione sta più nei mezzi utilizzati che non in visioni del mondo differenti. Con il risultato che uno finisce per tifare per i tedeschi, perché i pezzi di piombo mica si lamentano quando vengono usati dagli umani per uccidersi a vicenda mentre falchi e pipistrelli invece potrebbero avere di meglio da fare che non partecipare alle guerre delle altre specie.
Poi si capisce che lo scopo dell'autore era proprio far intravedere un'affinità tra i due fronti nemici. Solo che lo fa così bene che alla fine davvero non si capisce perché se la prendano tanto gli uni con gli altri. Avrei apprezzato maggior coraggio su questo punto e l'elaborazione di filosofie di vita veramente alternative anziché l'espressione di mere preferenze

Perché no:
Probabilmente sono io che non ho più quattordici anni e non posso più identificarmi nei personaggi ma, francamente, la caratterizzazione di Alek e Deryn lascia molto a desiderare. Facendo finta di credere che una ragazza di sedici anni possa tranquillamente spacciarsi per un ragazzo a bordo di un dirigibile dell'aviazione militare(4) tutto il rapporto fra i due, che non può che sbocciare inevitabilmente nell'ammmore, appare semplicemente ingiustificato.
Seriamente, i due vivono grandi avventure insieme e diventano amici, ma non si riesce a comprendere, nel libro, dove stia il momento di svolta che li porta ad innamorarsi l'uno dell'altro. Deryn si scopre innamorata quasi per caso e nemmeno ci perde tanto tempo a pensarci sopra. Un giorno si sveglia e ama Alek. Lui ancora peggio. Prima è il suo amico per la vita. Poi scopre che è una donna e allora l'ama.
Sì ma perché?
Boh, non viene spiegato. La soluzione più semplice è che si amino perché è un libro e ci stava bene. Insomma, le atmosfere romantiche non sono proprio nelle corde dell'autore.

Il voto finale: 7--
Carino e leggibile con qualche buona intuizione. Non ci spenderei soldi sopra ma se lo trovate nelle biblioteche della vostra città (come ho fatto io) potete perderci del tempo.


(1) Perché i francesi sono un popolo civile e hanno tutti i libri di Zelazny nelle biblioteche.
(2) La questione viene risolta con uno scambio tipo:
- ma non ti sembra ingiusto sfruttare altri esseri viventi in questo modo?
- perché, quanto ti mangi una bistecca cosa credi di fare?

touché
(3)Tra l'altro, una pezza da culo dovrebbe essere all'incirca un asciugamano. Ma per quale motivo gli inglesi dovrebbero usare degli asciugamani da culo se non hanno il bidet? Avrebbe avuto più senso scrivere "pezza da piedi" o qualcosa di simile.
(4) Viene da chiedersi come abbia fatto ad evitare per tutto il tempo il vecchio "chi non piscia in compagnia è un ladro o una spia"