mercoledì 26 settembre 2012

Attrazione multipla

Avete presente quel momento eterno in cui vi scambiate per strada con un'altra persona e cercate di andare entrambi dalla stessa parte, poi vi correggete insieme e continuate a fare questo balletto fino a che uno dei due non si stanca e resta fermo?
Una volta ho letto (sulla solita analisi dei soliti ricercatori americani) che succedeva quando fra due persone scatta un'attrazione sessuale inconscia.
Stamattina mi è successo con tre persone, fra cui una signora di sessant'anni e un ragazzo brufoloso.
 
 
Spero tantissimo che i ricercatori americani si sbaglino...

lunedì 24 settembre 2012

Sul perché non ho letto Multiversum

Nell'attesa di esaminare i due volumi gentilmente prestati dal tizio con l'armatura di pelle e la spada a due mani, vi propongo la recensione di un libro che non ho letto: Multiversum, di L. Patrignani.
Il sedicenne che non conobbe facebook (ndr.)
Ma come fai a recensire un libro se nemmeno lo hai letto?
Calma. Per "leggere un libro", io intendo finirlo. Ma 30 pagine sono state più che sufficienti per esprimere un giudizio: bocciato.
Perché?
Vediamolo.
Alex e Jenny si amano. Cioè no, non ancora. Probabilmente alla fine del romanzo. Però sappiamo già che andrà a finire così, quindi perché lasciarvi nel dubbio? Alex però vive a Milano, mentre Jenny in Australia. Bel problema anche se esistono gli aerei. Però Alex e Jenny vivono in universi paralleli e comunicano solo attraverso una connessione telepatica. E adesso come la mettiamo?
No problem, tanto il multiverso, ovvero la struttura che lega tutti gli universi esistenti, sta collassando per un qualche inpiegabile motivo e saranno i nostri due protagonisti a doverlo rimettere insieme. In questo modo potranno incontrarsi e vivere per sempre insieme felici e contenti, perché l'amore vince sempre sull'odio e... no quella era un'altra cosa.
Ricominciamo. Alex da quando era bambino soffre di quelli che sembrano attacchi epilettici. Durante questi attacchi entra in contatto con la mente di Jenny. A sedici anni riesce finalmente a scambiarci due parole e comincia a pensare che la misteriosa ragazza esista realmente e non sia un parto della sua fantasia o di una qualche malattia mentale.
Queste sono le prime 10 pagine.
A pagina 11 la storia si perde nel vuoto cosmico.
Alex decide che Jenny esiste perché le chiede il nome del sindaco di Sidney (o di Melbourne, non ricordo bene) e su internet verifica che sia la verità. Nell'incontro seguente, i due si danno appuntamento: a Melbourne. Per arrivarci, Alex contatta un suo amico hacker.
Non so se avete presente "Robin Hood in Internet". Era un film che passava ogni tanto su Italia 1 nelle mattinate/pomeriggi estivi per gli studenti che si godevano le vacanze scolastiche davanti al televisore. Nel film un adolescente usa internet per rubare i soldi di una ricca azienda e curare un ragazzo malato. Ecco, in Multiversum un ragazzo in sedia a rotelle usa internet per rubare i soldi a una serie di ricche aziende e aiutare l'amico capitano della squadra di basket.
Mutatis mutandis...
Il vero aspetto surreale della storia non è però legato alla telepatia o all'esistenza degli universi paralleli. Bensì al fatto che né al sedicenne capitano della squadra di basket, né alla ragazzina di Melbourne, né all'hacker che entra nei database delle multinazionali venga in mente che esistono le mail. Perché ovviamente è molto più facile farsi dire il nome del sindaco della città di vattelapesca, controllarlo su internet, fissare un appuntamento telepatico, rubare i soldi alle multinazionali e volare fino in Australia per verificare se la ragazza esiste sul serio, piuttosto che farsi dare il contatto di messenger e parlarci in chat.
Però magari un indirizzo e-mail è complicato da dare per via telepatica. Con quella chiocciola nel mezzo. Bel problema. Però sei un ragazzo di sedici anni che forse ti piace una ragazza di sedici anni e non sai come e quando potrai parlarci di nuovo. Io non so se le nuove generazioni abbiano parametri mentali totalmente diversi dai miei, ma ai miei tempi si chiedeva il numero di telefono.
E porca troia, se hai la memoria di Topo Gigio e non ti ricordi i numeri, chiedile il cognome e cercala su facebook. Oppure dille di cercarti su facebook.
Ma no. Il fatto che dal 1870 esistano altri mezzi di comunicazione, oltre ai piccioni viaggiatori e ai segnali di fumo, sembra una realtà totalmente sconosciuta ai nostri protagonisti. Anche all'amico che ruba i soldi alle multinazionali tramite internet. Probabilmente è perché ormai facebook è troppo mainstream.
Date queste premesse, per me Multiversum finisce qui. Sinceramente, mi spiace per Patrignani. La mia apertura mentale è massima. Posso accettare i personaggi dalla caratterizzazione improbabile (fra l'altro, grazie per l'indovino del primo scalo aereo: era dai tempi de "I piccoli brividi" che non vedevo niente di così stereotipato) e la scrittura scolastica. Posso sospendere la mia incredulità fino ad accettare praticamente qualsiasi cosa, dai multiversi ai draghi, dagli anelli che rendono invisibili alle spade che svelano la verità, dai viaggi spaziali istantanei agli armadi che fungono da porta per mondi abitati da satiri, ma con tutto l'impegno possibile non posso arrivare a credere nell'esistenza, nel mondo occidentale, di un sedicenne in possesso di adsl che non sappia pensare a un modo più semplice del "vado in aereo in Australia" per parlare con una ragazza.
Ovviamente il motivo è semplice. Se Alex cercasse Jenny non la troverebbe, perché nel suo universo è morta all'età di sei anni. Quindi si convincerebbe di essere pazzo, non andrebbe mai in Australia e il libro finirebbe prima di cominciare. Ma se sei costretto ad aprire un plot hole grande come una casa  a pagina 11, per non farti cadere la storia addosso, una cosa è certa: la trama fa acqua.
Il fantasy/fantascienza italiano fa ridere. Accettiamolo.

martedì 18 settembre 2012

Logica e candidati

Periodicamente mi trovo a difendere tizi a cui in contesti normali non presterei il cric per cambiare la ruota della macchina. Ultimamente il 90% di questi tizi è costituito da Beppe Grillo.
 

"Grillo vuole candidare solo incensurati ma lui non lo è". Vi sarebbe contraddizione se Grillo volesse candidarsi. Ma visto che Grillo non vuole (mica è scemo fino a questo punto) where is the problem?

 - Grillo vuole essere curato solo da laureati in medicina, ma lui non lo è!
 - Grillo vuole farsi riparare la macchina solo dai meccanici, ma lui non lo è!
 - Grillo vuole far controllare il riscaldamento solo da un caldaista, ma lui non lo è!
 
Ora le alternative sono due. O il sindaco di Milano è totalmente incapace di pensiero logico e quindi trova assolutamente normale il farsi curare l'appendicite dai fruttivendoli, oppure dice stronzate in modo consapevole.
A dimostrazione che le occasioni in cui era meglio stare zitti sono infinite e distribuite equamente in ogni ceto sociale.

giovedì 13 settembre 2012

Boccialo

Per dovere di LOL, riporto il verbale dell'incontro Francesco Boccia vs theworld verificatosi su twitter:
 
 
In realtà però volevo far notare questo:
 
 
Promemoria: Boccia è uno di quelli che si incazza se i suoi interlocutori virtuali non si firmano con nome e cognome. Ricordarsi di creare un account "Giuseppe Mazzini" per andare a sfotterlo...

mercoledì 12 settembre 2012

Bachman

Se vi avanzano 14 euro (12 se trovate lo sconto) e non sapete come utilizzarli, è presente nelle librerie questo simpatico volume:
 
 
Raccoglie "I vendicatori" e "Desperation", residuati bellici di quando Stephen si firmava Richard Bachman per non apparire troppo commerciale nel suo scrivere tre romanzi all'anno.
Se non li avete letti, può essere un affare...

lunedì 10 settembre 2012

Fanfiction n.2 - Sopdet

La fine dell'estate incalza. Momento perfetto per portare avanti i cicli iniziati. Ecco quindi la recensione di Sopdet, seguito del già presentato Esbat.
Mi sono portato a letto la tua bisnonna, lol! (ndr.)
Di Esbat abbiamo già parlato su questo blog. Trama traballante e caratterizzazione psicologica dei personaggi un tantino aggiustata quando non totalmente funzionale agli interessi della storia controbilanciate da una tendenza splatter assolutamente adorabile. Voto 6+.
Sopdet arriva al 7-
Insomma, ci è moderatamente piaciuto.
Trama: fondamentalmente questo...
Ma approfondiamo. Sesshomaru era stato riportato in vita, alla fine dello scorso libro, dai poteri di Ivy. Naraku/Yobai, alquanto incazzato che il suo piano per distruggere il rivale sia andato in fumo, anche perché si ritrova il tizio dai capelli argentei a un passo dallo squarciargli la gola, accetta il patto propostogli dalla sua dea protettrice (Aiwass, signora del Caos o qualcosa di simile): partecipare a un gioco nel passato in cui lui dovrà cercare di uccidere gli antenati di Ivy, mentre Sesshomaru dovrà impegnarsi a salvarli. N. impersonerà ogni volta un personaggio cattivo (un soldato traditore, un fascista collaborazionista, un poliziotto in borghese sobillatore) mentre S. l'eroe giunto per fermarlo.
Uccisi gli avi, Ivy smetterà di esistere. Quindi non potrà salvare Sesshomaru che quindi bla bla bla.
I due avversarsi si affronteranno quindi in tre epoche storiche dell'Italia contemporanea: la Prima Guerra Mondiale, l'invasione tedesca del '43 e le proteste studentesche del '77. Gli obiettivi di Naraku saranno il bisnonno Giuseppe (ucciso con successo ma il dritto aveva già copulato), la nonna Matilde e la madre Alice. Nel frattempo manda un suo servitore a uccidere Ivy nel presente, che mica puoi lasciare in circolazione una tizia che potenzialmente ammazza i demoni con una matita da disegno.
In tutto questo Sesshomaru corre avanti e indietro, uccide quello, uccide questo, va a letto con la bisnonna di Ivy (Adelina) e gli trasmette non si sa quali mistici poteri che gli permetteranno di proteggere la bisnipote nel presente.
In cosa Sopdet è meglio di Esbat?
La trama ha un senso. E scusate se è poco. Ci sono evidenti forzature che non fanno onore né alla scrittrice né al correttore di bozze. La scena in cui Sesshomaru sta per uccidere Naraku e Ivy in quello stesso istante li disegna in un fumetto facendoli diventare entrambi umani per un errore di didascalia, ad esempio grida allo stesso tempo deus ex machina e vendetta, ma nel contesto si può dire che la storia funzioni. Procede a sbalzi e per trovate estemporanee ma che comunque ci possono stare, a differenza del "dammiquellochevoglio - no! - allora ti faccio avere un orgasmo per convincerti!" dello scorso libro.
Anche i personaggi vengono presentati meglio. Sesshomaru reagisce agli eventi in modo razionale. Nel senso che non passa da "quanto mi fanno schifo gli umani, preferirei morire piuttosto che toccarne uno" a "faccio sesso con una cinquantenne" nel giro di mezza pagina. Quanto meno ci impiega quasi un libro intero. Lo stesso vale per Naraku, a cui viene fornito un background psicologico decente invece di aver scritto in fronte: "sono lo stesso personaggio del manga, se volete sapere perché faccio quello che faccio andatevelo a leggere".
(Noterete fra l'altro che continuo a chiamarli Sesshomaru e Naraku. Passi per Yobai, ma mi rifiuto di scrivere più di una volta Hyotsuki)
Nota di merito anche per la ricerca storica. Viste le premesse (due demoni giapponesi sul fronte austriaco) poteva andare molto peggio.
Cosa resta uguale?
In negativo, la totale insignificanza di quella che dovrebbe essere la protagonista femminile della storia. Forse è un'impressione mia, ma mi sembra che anche alla Manni non piaccia granché occuparsi di Ivy. La sensazione è che la side story nel presente sia trattata come un male necessario, da sbrigare più in fretta possibile per poter poi parlare di Sesshomaru. La ragazzina viene semplicemente sballottata da un posto all'altro, sempre in mano di qualcuno, per poter poi garantire il cliffhanger finale del nostro demone (e siamo già al secondo, al terzo scatta il "chepalle").
In positivo... Sangue! Tanto e ben descritto.
Peggio?
Il finale. Oddio, il finale.
[SPOILER --- SPOILER/]
Ivy disegna Sesshomaru e gli fa dimenticare tutto quello che ha vissuto. Già mi immagino il prossimo libro, con Naraku che gli dice 
N - ti ricordi quella volta che eravamo in Italia e te eri vestito da soldato?
S - Ma quando è successa sta cosa?
N - Ma dai che c'erano i parenti di Ivy e io dovevo ucciderli
S - Stai delirando
N - Non ti ricordi mai niente di quello che ti dico
S - Ah sì, e chi è andato a pagare le bollette il mese scorso?
N - Sempre così. E non mi fai mai un complimento per i miei capelli
S - Sei di nuovo andato a farti i capelli? Ma lo sai quanto costa il parrucchiere?
ecc. ecc. ecc.
[/SPOILER]
ps. so che non dovrei dirlo perché unpolitically, ma per alcune delle scene tra N e S esiste un solo commento:
Note:
1. i richiami alla Wikka continuano senza che ve ne sia veramente necessità. Probabilmente si tratta di una cosa a metà strada tra il "li ho già usati nello scorso libro quindi me li becco anche in questo" e il "quanto meno sono una cosa maggica!!"
2. la situazione di Max quale unico vaso di coccio tra molti vasi di ferro è assolutamente insostenibile. Faccio mozione affinché gli venga recapitata a casa Excaliburn o quanto meno l'armatura di Iron Man.
3. il richiamo all'innocenza del male era assolutamente superfluo

giovedì 6 settembre 2012

Oggi non è successo nulla

Il tipico caso di coglionaggine da facebook: alcune persone costruiscono una finta edizione del Corriere della Sera per prendere in giro Grillo.
 
 
Il titolo ricorda molto quelli de Il Male "Citofonava e scappava".
Solo che tanti militanti del M5S lo prendono sul serio e si mettono veramente a difendere il comico al grido di "chi non lo ha fatto da piccolo?". Questo fa seriamente riflettere sull'identità dei sostenitori della rivoluzione in Italia, anche se è vero che dall'altra parte ci sono quelli che vanno in giro vestiti da Asterix.
Però la riflesssione è un'altra. Quanto stanno messi male quelli del Fatto per mettere una notizia del genere in prima pagina?
Oggi non è davvero successo nulla.
 
 

mercoledì 5 settembre 2012

I piccoli giocatori

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/04/sanita-finalmente-ce-bozza-balduzzi-niente-piu-distanza-di-sicurezza-delle-slot/342581/
Non per fare sempre il rompiballe, ma che senso ha proibire le pubblicità sulle lotterie e le slot machine? Lo stato non ha il monopolio sui giochi d'azzardo? Se non vuole che la gente giochi tolga i gratta e vinci. Quale folle e schizofrenico ragionamento può renderti felice degli incassi sulle lotterie (e infelice quando, nel caso di quest'anno, i guadagni calano) e allo stesso tempo proibire la pubblicità sulle tue stesse attività produttive?
A un primo sguardo sembrerebbe un comportamento assai mafioso. O in quello che fai non c'è niente di male, e quindi puoi pubblicizzarlo senza problemi, oppure dovresti smettere di farlo.
Lo stesso vale per i minorenni. Per quale logica un minorenne dovrebbe essere meno adatto al videopoker di un adulto? Soprattutto quando esistono adulti che fanno i mutui sulla casa per mantenersi il vizio.
Ecco, da questo punto di vista, è meglio che ad avere il vizio sia il figlio rispetto al padre. Perché finché non compie diciotto anni il figlio non può picchiare la moglie per rubarle i soldi dello stipendio da andare a versare nelle macchinette.
Al massimo può sperperare la paghetta mensile.