venerdì 29 marzo 2013

Auguri

Nei prossimi giorni non ci sarò, quindi lo scrivo adesso. Buona Pasqua.

E mangiate tanto cioccolato, che vi fa bene!

(mi è già venuto un brufolo sul labbro che mi fa impazzire)



giovedì 28 marzo 2013

I commenti del FQ - prima parte

Come dicevo in uno dei miei ultimi post, sono solito lurkare i commenti agli articoli del FQ durante i momenti di pausa della mattinata. In genere lo trovo molto rilassante, oltre che utile dal punto di vista dell'indagine sociologica.
Vorrei quindi esporvi i risultati delle mie riflessioni, in base alle quali ho suddiviso i commentatori del fatto in tre grandi categorie, con specifiche sottoclassi. L'intento finale è fornire, in tre puntate, una descrizione efficace di un intero spaccato di elettorato italiano, più o meno riferibile a quello che definiamo centrosinistra&assimilati.

Oggi ci occuperemo dei grillini - rappresentano all'incirca il 40-50% dei lettori del Fatto online e sono tra i commentatori più attivi. In genere possono essere suddivisi in alcuni gruppi ben distinti che andrò adesso ad elencare:

  • I Coerenti: costituiscono all'incirca 1/3 del pubblico grillino e sono pronti a mettere la coerenza con il programma al primo posto della loro scala valoriale. Possono essere minacciati di qualsiasi cosa, dal declino economico alla pioggia di meteoriti, dal ritorno di Berlusconi all'uscita del nuovo cd di Gigi d'Alessio, dal prelievo forzoso sui conti correnti all'imminente eruzione dell'Etna, senza che questo riesca a intaccare la loro assoluta sicurezza che "se c'è scritto nel programma che non ci si deve alleare con nessuno allora non ci possiamo alleare con nessuno". La contro-obiezione "ma nel programma ci sta anche scritto che dobbiamo fare x cose e se possiamo farle solo alleandoci come facciamo?" non viene ritenuta pertinente.


  • I Supporter: gruppo di consistenza inferiore (intorno al 15%) dei commentatori grillini, ma incredibilmente fastidioso. Gli interventi si limitano ad un appoggio incondizionato, del tutto indipendente dal tema trattato nell'articolo. La sensazione è che si tratti o di crossposting spinto oppure di under 15 scappati da scuola.
  • Gli Strateghi: molto pochi ma divertenti, si danno alla fantapolitica spinta per spiegare perché il M5S non può dare la fiducia a Bersani. Le motivazioni in genere sono: a) perché poi ci frega [come se Bersani potesse mai fregare qualcuno ndr.]; b) perché dopo averla data la fiducia, mica è facile toglierla! [infatti tutti sappiamo che i governi italiani durano sempre 5 anni e le camere non vengono mai sciolte in anticipo ndr.]; c) perché se poi facciamo cascare il governo diventiamo impopolari [invece se non lo fai partire per niente no, this logic so boring! ndr.] Un tipico esempio di stratega:

  • I E' colpa del Pd: rappresentano circa il 50% dei commentatori grillini e sono la fusione di vari gruppi della sinistra da sempre votati all'autocritica con gruppi di ex berlusconiani o ex leghisti pentiti. L'assioma su cui si basano è che la colpa è del Partito Democratico. Sempre. Il Pd viene incolpato non solo, come sarebbe comprensibile, della mancata legge sul conflitto di interessi o della bicamerale o dell'appoggio al governo Monti su specifici temi (legge Fornero in particolare), ma proprio di Tutto. Berlusconi è andato al governo? Colpa del Pd. I tagli alla scuola? Del Pd. L'economia va male? Pd. Giustizia allo sfascio? Pd. 60 miliardi di corruzione? Pd. Ho pestato una cacca di cane stamattina? Del Pd, perché Bersani potrebbe anche venire a sorvegliare i padroni dei cani che non raccolgono la merda eh... Il pensiero che forse qualche responsabilità possa essere anche di qualcun altro, oltre che di quel 25% della popolazione che ha sempre votato il Pd nelle sue varie forme, viene semplicemente escluso. Questo particolare gruppo di commentatori grillini, si declina in tre ulteriori forme standard:
    • I paranoici: il forum abbonda di troll pagati dal Pd con i soldi pubblici per criticare Beppe Grillo. Se non la pensi come loro, sei sicuramente pagato dal Pd.
    • Quelli della lotta di classe: se critichi il Movimento lo fai per interesse. Sei evidentemente un pubblico funzionario con 40.000 euro al mese di stipendio, ovviamente assunto dal Pd.
    • I bimbominkia: si riconoscono ovviamente per l'uso del caps

    Il commento seguente riunisce le tre anime in un solo post:
  • I vogliamo il governo: sono il 10% restante ed evidentemente sono arrivati ieri da una colonia marziana. Infatti per loro la soluzione è semplice. Se il M5S non può dare la fiducia al Pd, allora è ovvio che è il Pd che deve dare la fiducia al M5S. E deve darla affinché: a) i grillini siano la prima forza politica nel mondo e nella storia umana che con il 25% dei voti abbia un governo monocolore; b) si attui senza mediazioni solo e soltanto il programma del M5S; c) vengano scelte finalmente per governare le persone giuste, di cui però non vogliono dirci il nome perché tanto quello che conta è il programma, mica le persone. Ai grossissimi WTF? che gli piovono addosso rispondono con un "allora siete voi quelli irresponsabili che non vogliono dare un governo al paese". I casi sono due:  o ci sono o ci fanno. Oppure entrambe le cose contemporaneamente.

Per il momento è tutto. Nei prossimi giorni scriverò i post dedicati rispettivamente ai Piddini e ai neutrali-fancazzisti.

Comincia

Entro a lavoro stamattina e sento queste testuali parole:
"...certo che, se doveva andare così, allora era meglio Berlusconi. Almeno lui qualcosa la faceva"
Ecco, voi lo sentite questo rumore? E' il suono di una nuova ondata di merda che sta montando proprio laggiù, dietro la linea dell'orizzonte. Ci siamo già immersi fino al collo ma non temete, si può sprofondare ancora un po'. 

martedì 26 marzo 2013

Tenere la mente aperta

Ok, durante la pausa caffé, stavo lurkando come al solito le polemiche pro e contro Grillo su il Fatto Quotidiano (a volte sono più divertenti della lotta nel fango), quando mi imbatto in questo articolo. Io in genere cerco di mantenere la mente libera da pregiudizi, tuttavia non posso negare, per onestà verso me stesso, il fortissimo e assolutamente inevitabile sentimento di WHAT THE FUCK!? che mi ha colto quando ho letto questo:
Ecco allora l’importanza del non aver paura di vivere e sperimentare la sessualità, imparando e crescendo costantemente dal confronto con gli altri che, fortunatamente, possono avere un punto di vista diverso, e sempre costruttivo. Ecco allora la necessità anche in Italia, come è già accaduto in altri paesi civili e non troppo distanti (Danimarca, Svizzera, Olanda, Germania) di supportare e promuovere progetti come quello dell’assistenza sessuale.
Ma cosa s’intende per assistente sessuale?
L’assistente sessuale è un operatore del sesso, sì ho detto del sesso! e non sto parlando né di escort, né di prostituzione.
L’assistente sessuale, rappresentato recentemente anche nel film “The sessions”, è un operatore professionale (uomo o donna) con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che, come descrive Marcell Nuss (2008) nel libro Handicaps et sexualités, è sano nel corpo e nello spirito e ha deciso volontariamente di aiutare le persone diversamente abili a sperimentare l’erotismo e la sessualità. Questo operatore, formato da un punto di vista teorico e psicocorporeo sui temi della sessualità, permette di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale. Gli incontri, infatti, si orientano in un continuum che va dal semplice massaggio o contatto fisico, al corpo a corpo, sperimentando il contatto e l’esperienza sensoriale, dando suggerimenti fondamentali sull’attività autoerotica, fino a stimolare e a fare sperimentare il piacere sessuale dell’esperienza orgasmica. In piena libertà e consenso, alcuni operatori possono proporre anche delle relazioni sessuali, giungendo fino all’esperienza della penetrazione oppure fermandosi ai rapporti come fellatio e cunnilingus. 
Pur riconoscendo le difficoltà che il nostro paese vive in materia legislativa sui temi dell’educazione sessuale in generale, e ancor più su quelli del mestiere più antico del mondo, l’assistenza sessuale può tardare a decollare, oppure rischiare di non venire mai presa seriamente in considerazione.
di Fabrizio Quattrini da il FQ di oggi 

Ora, ammetto di non conoscere i programmi di educazione sessuale di Danimarca, Svizzera, Olanda e Germania. Da quello che si dice qui sembrerebbe che lo stato finanzi in qualche modo le esperienze sessuali dei diversamente abili. Beh, che dire, buon per loro.
Tuttavia non capisco il senso dell'articolo. Cioè, mi sembra partire da due premesse:
a) conoscere il sesso (proprio a livello pratico) è un diritto della persona;
b) i disabili hanno fortissime limitazioni che lo stato e la società devono aiutarli a superare.
Ora, dando per veri entrambi i punti, non capisco proprio perché ci si debba nascondere dietro la foglia di fico del "lo stato deve finanziare solo le società di volontari" o del "non è prostituzione". Cioè, perché cavolo la prostituzione deve essere vista come un male da debellare?
Se conoscere il sesso è un diritto allora io dico che lo stato deve preparare dei programmi di educazione sessuale pratica che si estendano a tutta la popolazione e che coinvolgano ovviamente dei professionisti. Professionisti che devono essere pagati, perché la formazione psicopedagogica costa e mica puoi lasciarla in mano ai volontari.
Inoltre, perché limitarli solo ai disabili? 
E i brutti? E i timidi? E gli antipatici? E quelli "sei tanto carino ma per me sei come un fratello"? Loro non hanno diritto di conoscere il sesso solo perché "hai due braccia e due gambe quindi la f**a puoi cercartela da solo"?
Io dico di farlo subito e di cominciare a 14 anni. Basta con questo assurdo tabù della virginità. Educazione sessuale vera per tutti! Cosa che fra l'altro eviterebbe quel tremendo momento di imbarazzo quando per la prima volta ti ritrovi in camera da letto (o altrove) con una persona che ti piace davvero.
Quindi sì, bravo Fabrizio Quattrini, ma sii più coraggioso! Il mondo ha bisogno di te e del PDF (Partito della F***) al governo.


ps. faccio notare che non ho detto che sono d'accordo con l'autore. Ho solo cercato di trarre conseguenze logiche da quello che ho letto. Tuttavia non ho nemmeno detto che non sono d'accordo.
La mia vera opinione resterà, su questo argomento, un mistero.


lunedì 25 marzo 2013

Quando il Papa è troppo a sinistra

In generale posso dire di essere d'accordo con il lettore de il Fatto che, dopo un'intensa e coraggiosa analisi dei risvolti pratici e spirituali della notizia, si è spinto a commentare con un...

Tuttavia, trovo giusto riportare sul blog la notizia perché ho sempre trovato affascinanti le reazioni di quelli che, a vario titolo, si dimostrano "più realisti del re".
E' il caso di Magdi Cristiano Allam, personaggio salito alla ribalta nel (per fortuna) breve periodo di esaltazione anti-islamica di Oriana Fallaci e ormai quasi dimenticato nel dibattito politico odierno, che ogni tanto prova a ricordare a tutti la sua esistenza.

link
I crimini imputati alla Chiesa cattolica (e al neo-papa in particolare, che manco si è messo a sedere sul trono e già deve chiedere scusa di qualcosa) sono soprattutto due:

1)
la legittimazione dell’Islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto
Lungi da me l'idea di difendere il Papa ma, di preciso, come fa a non riconoscere Allah come vero Dio se Allah e Dio sono la stessa persona? Cioè, passi per il testo sacro e la religione, che possono essere dichiarate false, ma come fai a dire che il loro Dio non esiste se è il tuo stesso Dio ma chiamato in modo diverso? Soprattutto quando loro insistono che è proprio il tuo Dio chiamato in modo diverso.
Lo stesso vale per i luoghi di culto. Cavolo, saranno dedicati a una falsa religione, ma per essere luoghi di culto sono luoghi di culto. Altrimenti come li chiami? Se ci pregano dentro in massa seguendo precise prescrizioni, a casa mia sono luoghi di culto. Un po' come i posti dove tanti si riuniscono per mangiare in piccoli o grandi gruppi attorno a un tavolo seguendo un menù si chiamano ristoranti.

2)
il buonismo che porta la Chiesa a ergersi a massimo protettore degli immigrati – e soprattutto – i clandestini [perché] io sono per l’accoglienza con regole e la prima regola è che in Italia dobbiamo innanzitutto garantire il bene degli italiani, applicando correttamente l’esortazione di Gesù ‘ama il prossimo tuo come te stesso’
Ecco quindi per "prossimo" Gesù intendeva solo quelli della tua nazione. Sappiatelo. Solo che non vedo perché limitarsi alla nazione. Io restringerei ancora perché secondo me intendeva solo quelli del mio paese. O del vicinato. Facciamo così: io mi preoccupo solo per me e che gli altri si arrangino. Così sono sicuro di non sbagliarmi...

venerdì 22 marzo 2013

Una precisazione logica

C'è una cosa che mi infastidisce da tempo. Non è niente di particolarmente grave, si sente anche di peggio in giro, ma mi fa lo stesso effetto di un'unghia sulla lavagna. Tutte le volte che lo sento ci ragiono sopra e mi sembra di essere uno di quei robot di Asimov che si trova a scegliere fra la prima e la seconda legge.

Si tratta di questa storia del Pdl e del Pd meno elle.
Non è il tema politico del "sono tutti uguali" a infastidirmi, è proprio una questione logica (o matematica). Perché è lo slogan stesso a non avere senso in italiano (o in matematica). Puoi dire il Pdl e il Pdl meno elle" oppure "Pd e il Pd più elle", ma Pdl e Pdmenoelle? Come fai a sottrarre la elle dove la elle non c'è?

Basta prendere una tipica equazione: P+d+L ≠ P + d - L
ed appare chiaro che non può essere uguale. E' un Pdl senza la elle che diventa un Pd, ma un Pd senza la elle come cavolo fa a diventare un Pdl? E' una contraddizione logica!


Ma guarda, è evidente che si tratta di una forma retorica che si basa sull'assonanza per produrre un effetto che...

Sì, grazie al cazzo, ma mi infastidisce lo stesso. Problemi?

giovedì 21 marzo 2013

Un lato veramente positivo

Capita di sbagliarsi. L'uomo vive di pregiudizi che spesso si rivelano infondati. Come me l'altra sera, che dopo aver evitato la pallottola de "Il lato positivo" che la donna voleva assolutamente vedere e che io invece no, piuttosto mi sparo il mago di Oz, mi sono sentito morire quando mi hanno detto "dai andiamo al cinema, si va tutti a vedere "Il lato positivo". E mi sono sentito un perseguitato dalla sorte e mi sono disperato, perché a me questi film dei tizi depressi che si trovano e insieme rimettono in carreggiata la loro vita proprio non li reggo. Mi annoio a morte, cerco di fuggire dal cinema, insceno un incendio o un attacco di cuore perché no, vi prego, un altro fottuto film su gente che sta male e l'ammore che vince sempre sull'odio, NO!

Poi vai a vedere il film e scopri che sei un coglione. Perché "Il lato positivo" ti piace da morire e adesso dovrai per sempre far finta con la donna che non ti è piaciuto perché altrimenti te lo rinfaccerà a vita e speriamo che non legga il blog (di solito non lo fa, ma la legge di Murphy è spietata).
Insomma, forse avrete capito che questa è la recensione de...

Una commedia leggera con un finale semplice. Era l'ora! (ndr.)
Trama: Pat Solatano è un uomo con un problema. Soffre di un complesso dipolare e ha manie di persecuzione. Vive in mezzo a scatti di rabbia che riesce perlopiù a controllare, fino al giorno in cui torna a casa e scopre che la moglie, dopo aver messo su la canzone del loro matrimonio, sta copulando nella doccia con il professore di matematica della scuola in cui entrambi lavorano. Con il professore pelato di matematica. Con la loro canzone sotto. E il tizio gli dice pure "forse dovresti andartene".
Stranamente Pat perde la calma e lo prende a pugni fino a ridurlo in fin di vita. A quel punto la sua vita va in frantumi. Patteggia l'accusa di aggressione e viene internato in un ospedale psichiatrico per 8 mesi, al termine dei quali è ormai consapevole dei suoi problemi e pronto ad affrontarli, nonché a riconquistare sua moglie.
Poco tempo dopo incontra Lei: Tiffany.
Tiffany è una donna con un problema. Suo marito è morto e, per cause che scopriremo nel corso del film, lei si sente responsabile. Inoltre soffre di un fortissimo complesso di inferiorità nei confronti della sorella che, peraltro, è amica della moglie di Pat. Per reazione a tutto questo beh, vi dico solo: "gangbang, ufficio, saffico, bdsm" e lascio a voi immaginare il resto.
I due diventano amici e stringono il più classico dei patti: se lui accompagna lei alla gara di ballo, lei consegnerà una lettera alla moglie per lui aggirando il mandato restrittivo.

I voti - cosa ci è piaciuto e cosa no

Jennifer Lawrence: 10
Decisamente oltre. Il personaggio di Tiffany è letteralmente crepitante di vita e assolutamente centrato. La disperazione e la gioia di vivere, l'eros e l'odio si intrecciano a dar vita a una personalità terribilmente affascinante. Tanto che a 30 secondi dalla sua apparizione già sappiamo tutti come andrà a finire. Una qualsiasi conclusione che non contempli il trionfo dell'amore tra i due protagonisti sarebbe assolutamente irreale.
Situazioni ben scritte, dialoghi fulminanti, una recitazione senza indugi e sbavature. Qui l'Oscar come migliore attrice ci sta tutto e se non glielo davano avrei promosso una colletta per farne forgiare uno in oro massiccio.

De Niro: 9
Ci sono attori a cui puoi far fare qualsiasi cosa e De Niro lo dimostra sempre. Passa un terzo del tempo a fare le faccette buffe, un terzo a picchiarsi con Pat e un terzo a guardare le partite di football, e metà delle risate del film (e durante il film si ride tanto) hanno in qualche modo a che fare con lui.
Bravo Bravo Bravo Bravo. Ma è De Niro, da lui ce lo aspettiamo. Per questo va dietro la Lawrence nell'indice di gradimento.

L'idea che la normalità non esiste: 8
Siamo tutti pazzi e tutti abbiamo le nostre manie e i nostri problemi. Le famiglie dei due protagonisti sono un campionario di stranezze e ossessioni. Tutto ciò che separa le persone "normali" da chi deve rivolgersi ad uno psichiatra è un leggerissimo strato di autocontrollo che a ogni occasione può infrangersi. Oltre al fatto che alcune manie sono meno visibili e dannose di altre.
Concetto non nuovissimo ma esposto con eleganza.

Bradley Cooper: 7
Alcuni lampi di bravura ci sono (tipo l'arrabbiatura con Hamingway) ma per la maggior parte del tempo si limita a svolgere il compitino di quello problematico ma che vuole rimettersi in carreggiata. Rischia di appiattirsi sulla recitazione da manuale del pazzo: le euforie un po' finte, gli smarrimenti un po' troppo opportuni ecc., ma in fondo il suo lavoro lo fa e lo fa bene.

Il resto del cast e la trama: 6
Un bel gruppo di personaggi secondari. Divertenti, ben caratterizzati nonostante il poco spazio a disposizione. Trama scontata nella sua evoluzione ma che si riscatta con molti piccoli colpi di genio che illuminano di ironia uno scorrere degli eventi altrimenti scontato. Fa venire voglia di leggere il libro da cui è tratto il film (Matthew Quick "L'orlo argenteo delle nuvole).

Il poliziotto: 5
Dash Mihok interpreta un agente messo alle calcagna di Pat per assicurarsi che faccia il bravo ora che è uscito dall'ospedale. Non è colpa dell'attore, ma non ci è piaciuto. Apparizioni un po' randomiche, fuori contesto, né sembra granché affiatato con il resto del cast. Presenza praticamente ininfluente nell'arco narrativo.

Il tradimento della moglie: -15
Ok, qui c'è qualcosa che non va e dipende assolutamente dalla scelta degli attori. Chiariamo: io non mi intendo di bellezza maschile. Cioè, capisco quando uno è bello e quando è brutto, ma se dovessi, a parità di fattori, indovinare chi fra due può attrarre di più una donna media beh, mi troverei in difficoltà. Di una cosa però sono certo, non esiste un universo parallelo in cui una donna può preferire il tizio vecchio, pelato e brutto della doccia a Bradley Cooper. Se esistesse ci sarebbe un po' più di giustizia nel mondo ma cerchiamo di essere realisti per favore.

Media ponderata: 8
Un film che spremerà fuori il vostro lato romantico costringendovi a sorridere come cretini durante il finale. E poi la Lawrence è veramente troppo sexy. Da denuncia.

mercoledì 20 marzo 2013

L'erba voglio

Allora la storia è questa: narrasi che, nel corso della diciassettesima legislatura del paese chiamato Italia, i seguaci del Grillo parlante giunsero in Parlamento senza la minima idea di come, quando e perché dovessero essere eletti i presidenti delle Camere. Fiduciosi di poter votare fino all'ultimo il proprio candidato, si trovarono infine in grave imbarazzo quando gli sussurrarono all'orecchio che a un certo punto si sarebbero trovati nel curioso rito che il mondo occidentale chiama "ballottaggio".
Ebbene sì, votare il magistrato o l'indagato per mafia? Di fronte all'ardua scelta, la decisione fu netta e decisa: "votiamo bianca, però boh forse c'è libertà di coscienza, ma insomma voi siete del Veneto e c'avete culo, ma se passa Schifani a noi ci esiliano dalla Sicilia".
Fu così che l'unità del Movimento si ruppe il Bersani ottenne la sua prima vittoria.
E per far vincere Bersani ce ne vuole eh...

Dunque, rimediata la prima figura di color marrone, la tizia random che ora ho capito che si chiama Lombardi, fece la voce grossa perché loro del Movimento ce l'hanno duro. E non ce ne frega nulla se il motto ha il copyright, perché noi di internet2.0 c'abbiamo il mulo e i torrenti e piratiamo anche la Lega!

link
Ora, visto l'andamento dei dibattiti in giro per il web, giusto un paio di riflessioni:
1) Sono il primo a sostenere che l'erba voglio esista e che il fottuto vicino ne abbia sicuramente due o tre balle nascoste nel garage ma, giusto per sapere, intendono cominciare a parlare con qualcuno per la scelta di questori, vicepresidenti e compagnia, oppure si aspettano che le cariche vengano assegnate da Babbo Natale tornato in servizio a marzo per il Parlamento Italiano? No perché, se i posti in commissione vengono assegnati in base alla composizione dei gruppi parlamentari (e quindi spettano di diritto), i presidenti e i vicepresidenti vengono eletti. Avete presente quel procedimento in base al quale tante persone dicono la loro e vince la maggioranza? Eh quello. Quindi se vogliono una vicepresidenza farebbero meglio a cominciare a parlare con qualcuno. Vabbé che i piddini sono coglioni, ma magari prima o poi pure loro potrebbero rompersi le palle di avere a che fare con gente che manco ti dà la mano. Che poi prendersela con la Bindi. Vabbé. Non avevo visto niente di più gratuito da quando Anonymous hackerò la Binetti...
2) In giro per la rete si leggono commenti, diciamo così, entusiastici sull'entrata dei 5 stelle nel Copasir. Ora, senza voler fare la parte del Grinch, volevo mettere a verbale che personalmente dubito alquanto che vi siano, in giro per il Parlamento, faldoni abbandonati con scritto sopra in pennarellone nero "TUTTA LA VERITA' SU USTICA" o "MANDANTI STRAGE DI BOLOGNA" o "LISTA DEI NOC, NON FAR VEDERE A ETHAN HUNT!!!".
3) Ma se vogliono andare al voto entro giugno, che gli frega di avere i vicepresidenti di questo e quello?

E infine... che cavolo la convochi a fare una conferenza stampa se poi non vuoi rispondere alle domande dei giornalisti? Potevano mandare un video già pronto al Tg1 o un comunicato agli organi di stampa o, meglio ancora, pubblicare il tutto su internet. Non era internet il solo e unico mezzo per diffondere la verità e la luce? No perché, quello famoso per fare le conferenze stampa senza domande, era Scajola. Scajola. Anche per scaramanzia, io eviterei...

lunedì 18 marzo 2013

Bella mossa

"Rappresaglia"
Un po' come quando a scuola il compagno di banco ti frega il diario e tu per ripicca gli prendi l'astuccio e minacci di gettarglielo dalla finestra.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/18/caso-maro-corte-suprema-indiana-non-riconosce-piu-limmunita-dellambasciatore-mancini/533648/
Non ci rimandate i due tizi, di cui fra l'altro non ci importa un cazzo ma, a questo proposito, grazie per gli 800.000 dollari di cauzione che ovviamente ci teniamo? Ok. Il vostro ambasciatore non può lasciare il paese. Ciao.
Empasse un po' difficile da superare su cui il coltissimo popolo di internet si è diviso in tre profili:
1) l'indignato rabbioso - "come osano questi pezzenti adoratori di vacche sequestrare uno dei nostri? Vendetta!"
Commento di grande profondità che sembra tuttavia ignorare che:
a. i pezzenti sono un paese in fortissima espansione nonché potenza nucleare;
b. non è che adorare una vacca abbia minore dignità che non, diciamo, un'ampolla contenente il sangue di un tizio morto (se è sangue, cosa su cui non tutti concordano);
c. Sì VENDETTA! Arrestiamo tutti i venditori di rose nei ristoranti italiani! Spezziamogli le reni a questi Indiani!

2) l'avvocato incredulo - "ma come è possibile? Gli ambasciatori hanno l'immunità diplomatica!"
Verissimo. Solo che l'immunità è una cosa, il mantello dell'invisibilità di Harry Potter è un'altra. Vogliamo essere più precisi? Ok. Diciamo che uno stato come l'Italia prometta una cosa all'India. Tipo che prende in consegna due persone ma che glieli rimanderà dopo un tot di tempo. Dopo averli presi però cambia idea. Fa una pernacchia, digita LOL a tutto schermo sul proprio blog, e urla ai quattro venti "VIABBIAMOFREGATIINDIANIDELCAZZO!!!11!10!111!!!.
A questo punto, cosa può fare l'India? Dichiarare guerra all'Italia? Sospendere le relazioni commerciali? Ritirare il corpo diplomatico? In teoria sì, ma cosa ci guadagnerebbe? Ha le mani legate.
Ecco, è esattamente la stessa cosa. Gli indiani cattivi hanno preso il nostro ambasciatore. Quindi cosa facciamo? Dichiariamo guerra? Sospendiamo le relazioni commerciali? Ritiriamo il corpo dipl... ah no, questo non possiamo farlo comunque. Merda. Mi sa che ci hanno fregati eh?

3) quelli che si vergognano - "Pure con l'India 'ste figure demmerda. Abbiamo perso credibilità a livello internazionale, non siamo più affidabili ecc. ecc. ecc.
Tranquilli, questo incidente non intaccherà la stima che il mondo intero nutre nei nostri confronti. Anche perché è difficile intaccare qualcosa che non esiste.

Per quanto mi riguarda, vado a preparare i pop corn. Prevedo che il tutto si concluderà con tanti conti indiani gonfiati da soldi provenienti dall'Italia. Tutto per due cretini che hanno fatto il tiro a segno. 
Bella mossa.

domenica 17 marzo 2013

Kobo

Volevo solo presentarvi il mio ultimo animaletto domestico. Si chiama Kobo. Non sporca, consuma pochissima corrente ed un portale per la cultura fantascientifica.


Ma poiché so che da un grande potere derivano grandi responsabilità, qui solennemente giuro:
1) che non lo userò mai se esite la possibilità di procurarsi in tempi accettabili la versione cartacea dell'opera a cui sono interessato;
2) che non piraterò troppo
3) che Kobo avrà solo il mio corpo, il mio cuore e la mia anima resteranno fedeli al libro stampato!

venerdì 15 marzo 2013

Controtendenza

Ogni tanto mi vengono dei dubbi. Ma solo io ho trovato il discorso del nuovo Papa estremamente fiacco? Alla fine cosa avrebbe detto di tanto importante da passare alla storia, di grazia? Forse i commentatori alla Bruno Vespa hanno letto fra le righe qualcosa di portentoso ma per quanto mi riguarda il tutto può essere riassunto in:

1) Buonasera  - Acclamazioni della folla. Un po' come per Maria de Filippi all'inizio di "C'è posta per te"
2) Mi hanno trovato alla fine del mondo - ok, frase carina, lo ammetto
3) Saluto al Papa pensionato con paternostro e ave Maria annesse - meh
4) bla bla bla - trad. cercherò di essere un buon vescovo

Secondo me è un po' pochino. Cavolo, almeno poteva dire a tutti perché ha scelto Francesco come nome. Non so, citare il Santo di Assisi, la vicinanza agli ultimi della Terra, la Chiesa che deve farsi interprete dei mali dei poveri ecc. ecc. So che ha avuto poco tempo e che magari non parla benissimo italiano, però qualcosa in proposito poteva dirlo. Anche perché così resta il dubbio. Siamo noi che supponiamo abbia scelto Francesco per ricollegarsi al santo di Assisi, ma magari era uno zio che gli stava particolarmente simpatico.

Chiudo con una citazione di Spinoza (giusto per non perdere il contatto con l'attualità politica)
Papa Francesco: “Domani pregherò la Madonna”. Ehi, ha lo stesso programma di Bersani

martedì 12 marzo 2013

Scontato

La cosa veramente incredibile è che esistano ancora paesi, nel mondo, che continuano a fidarsi di noi.

http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/12/news/mar_reazione_india-54360057/?ref=HREC1-6
Cioè, cosa dobbiamo fare ancora per convincerli che siamo inaffidabili? Sottrarre due dei nostri alla giustizia di un paese straniero perché tanto hanno solo ammazzato un paio di pescatori indiani quindi chissenefrega? 
Ah no, già fatto.
E ricordiamocelo tutte le volte che mandiamo affanculo gli americani per il Cermis. Perché non siamo meglio.

lunedì 11 marzo 2013

Non ho resistito...

Solitamente non copioincollo da altri, per due motivi:
a) mettere sul proprio spazio cose scritte da altri ha poco senso, anche se ne condividi il pensiero, tanto vale dare un link;
b) quando altri se ne escono con battute che avrei voluto fare io, ci rimango male.

Tuttavia, devo fare per stavolta uno strappo alla regola per il post di Mattia Butta sulla conferenza ai capogruppo del M5S. Non sono sempre d'accordo con le posizioni espresse dall'autore, ma stavolta è stato geniale:

Io avrei una proposta per i giornalisti: non intervistateli più.
Voglio dire, ad ogni domanda rispondono:
- noi non facciamo alleanze
- noi valutiamo i singoli provvedimenti
- non facendo alleanze non possiamo dare la fiducia quindi siano solo per un governo monocolore (marrone, evidentemente) cinquestelle
[Tra l'altro mi sfugge la differenza. Se il governo lo fanno gli altri non possono votare la fiducia perché sarebbe alleanza coi vekki partiti della kasta, se invece la fiducia se la fanno dare i grillini dagli altri partiti non è alleanza? Un po' come dire: se lo metti dentro stai scopando, se invece lo prendi non stai scopando].
 http://www.butta.org/?p=13037 

mercoledì 6 marzo 2013

Anna Karenina e l'inguardabile Vronskij

*Nota: non so come né perché, ma molti giungono su questa pagina per rispondere alla domanda "ma lei  [SPOILER] perché lui l'ha tradita?" Per offrire un servizio di pubblica utilità rispondo alla domanda alla fine della recensione.

Dopo lunga discussione, lunedì sera siamo arrivati alla conclusione che in questo periodo non c'è stato niente di veramente interessante da vedere, al cinema. Con l'eccezione di Django, ovviamente, ma Tarantino fa categoria a parte. Personalmente sostenevo anche i meriti dell'ultimo Tornatore, ma sono stato messo in minoranza.
La conferma giunge dall'Anna Karenina di Joe Wright, già famoso famigerato per aver riportato Orgoglio e Pregiudizio sul grande schermo nel 2005.



Trama: sostanzialmente allineata al libro. Anna è moglie di Aleksej Karenin, di cui sappiamo solo che fa un sacco di riunioni con gente e ministri random e che quindi deve essere un Qualcuno alla corte dello Zar di Russia. Dopo aver saputo che il fratello, Stiva, ha tradito la moglie con la governante, corre a Mosca per salvargli il matrimonio. Il destino beffardo la fa però incontrare con il conte Aleksej Vronskij, di cui si innamora follemente e con cui avvia, dopo una resistenza iniziale, una storia di amore clandestina destinata all'autodistruzione.

Pregi e difetti

1) Keira Knightley ci è moderatamente piaciuta. Anche se a questo punto ci chiediamo se Wright sceglierà mai un'altra protagonista per i suoi film. Con questo siamo già al terzo (fra l'altro tutti tratti da libri) in cui la povera Keira compare in vesti diverse ma sempre come protagonista di un amore tormentato che, in due casi su tre, finisce con la morte. Cambiare no?
A parte questo la Knightley è convincente per almeno 3/4 del film. Un po' fuori posto, secondo me, è l'isterismo con cui sul finale viene resa la gelosia morbosa della protagonista, ma vabbé, diciamo che ci può stare.
7-

2) Ok la scenografia è figa. L'intera storia è resa come su un palco teatrale, con spettacolari scene in cui gli "effetti speciali" svelano fondali e cambi d'abiti delle comparse in un continuo svelamento della finzione del palcoscenico che ovviamente nasconde altra finzione. Il tutto studiato con cura per due scopi:
- rendere l'idea dell'artificio della società russa di fine '800;
- far finta che rendere l'idea dell'artificio della società russa di fine '800 fosse il vero scopo, mentre invece si intendeva soltanto far strabuzzare gli occhi agli spettatori.
Non si può negare che il secondo obiettivo sia raggiunto (in effetti alcune scene sono una gioia per gli occhi) ma quanto tutto ciò sia di giovamento al film nel suo complesso non saprei dirlo. Per quanto mi riguarda, il sentimento predominante è stato spesso e volentieri il fastidio. Cercare di sospendere l'incredulità mentre la gente si trasforma da impiegati a passanti cambiandosi il vestito in diretta risulta estremamente difficile.
8 per l'idea, ma 6 perché l'idea rompe alquanto le palle.

3) Oddio Karenin. Si può seriamente prendere un attore come Jude Law e pretendere per contratto che mostri lo stesso carisma di un tacchino morto? Dovrebbe essere illegale. Sottovalutato, irrilevante, ridotto a spettatore non pagante e per di più vittimizzato e colpevolizzato random secondo l'andamento del film, l'Aleksej Karenin di Wright è uno dei personaggi più maltrattati della storia della cinematografia mondiale. Apriamo le sottoscrizioni in suo favore.
4,5

4) Vronskij. Oh My God.
Dal romanzo di Lev Tolstoj...
Ma a lui non fu difficile trovare il lato buono e attraente di Vronskij; questo anzi gli saltò subito agli occhi. Vronskij era di statura media, ma di costituzione forte, bruno, con un viso simpatico e bello, straordinariamente calmo e deciso. Nel viso e nella persona di lui, dai capelli neri dal taglio corto e dal mento rasato di fresco fino all’uniforme ampia e nuova fiammante, tutto era semplice e nello stesso tempo elegante. 
Avete letto bene? Vi siete fatti un'immagine mentale del personaggio? Ok...

-.-
Ora io mi chiedo, perché? Non perché il regista abbia scelto Aaron Taylor-Johnson come co-protagonista. Quel motivo è evidente. Sai che è un film che attirerà un pubblico femminile abbastanza vasto, quindi devi metterci un tizio bellissimo. E poiché hai l'indipendenza di giudizio di un cavolfiore, ovviamente devi scegliere un tipo dal fascino un po' edwardesco, per non deludere l'eventuale fan di Twilight capitata in sala (dove peraltro deve essere arrivata per sbaglio ritenendo che Anna Karenina fosse il libro tratto dal film, anziché il contrario). Piuttosto mi chiedo "perché Dio permetti un tale scempio?" Poi mi ricordo che con tutta probabilità non esisti e mi consolo.
Tuttavia, giusto per sottolineare il fatto che Aaron Johnson era il protagonista perfetto, per un altro film, vi pregherei di spostare l'attenzione poco più in basso, dove ho collocato un'immagine del conte Vronsky di Bernard Rose (a.D. 1997).

Brace yourself Anna, Winter is coming...
Cazzo sarà un tantino differente avere Sean Bean e avere Aaron Johnson? Secondo me sì.
3 per l'offesa portata all'onore dei russi, a Tolstoj, ai romanzi e al genere umano nel suo complesso.

Giudizio finale: 6-
Si lascia guardare ma c'è di meglio. Deve esserci di meglio se la cinematografia intende sopravvivere nel 21° secolo.


*[SPOILER]
Ok, la risposta è no. Vronskij non ha tradito Anna (o quanto meno non ancora, se poi lo avrebbe fatto nel corso degli anni è un altro discorso) quando lei si uccide gettandosi sotto al treno. Il testo che segue, tratto dal romanzo di Tolstoj, spiega le motivazioni del suicidio:
“Il mio amore si fa sempre più appassionato ed egoistico, e il suo non fa che spegnersi, ecco perché ci dividiamo — ella seguitò a pensare. — E non vi si può rimediare. Io ho tutto in lui solo, e pretendo che egli mi si dia sempre di più. E lui sempre di più vuole allontanarsi da me. Noi, prima di giungere al nostro legame, ci siamo proprio andati incontro, così ora ci dividiamo andando irresistibilmente verso parti opposte. E cambiare questo non si può. Lui mi ha detto che sono insensatamente gelosa e io stessa mi sono detta che sono insensatamente gelosa; ma non è vero. Non sono gelosa, sono scontenta, invece. Ma... — aprì la bocca e cambiò posto nel carrozzino per l’agitazione suscitata in lei dal pensiero che le era venuto a un tratto. — S’io potessi essere qualcos’altro, invece dell’amante che ama appassionatamente le sole sue carezze; ma io non posso e non voglio essere null’altro. E con questo desiderio io suscito in lui la repulsione, e lui in me il rancore, e non può essere altrimenti. Non so io, forse, che egli non si metterebbe a ingannarmi, che non ha intenzioni circa la Sorokina, che non è innamorato di Kitty, che non mi tradirà? Tutto questo lo so, ma per questo non sto meglio. Se lui, senza amarmi, sarà buono, tenero con me per dovere, e non ci sarà quello che io voglio, questo è mille volte peggiore anche dell’odio! Questo è l’inferno! Ed è proprio così. Lui non mi ama già più da tempo. E dove finisce l’amore, comincia l’odio... Queste strade non le conosco per nulla. Vi sono delle montagnole, e poi sempre case, case... E in queste case sempre uomini, uomini... Quanti ce ne sono, e sono senza fine e tutti si odiano a vicenda. Ebbene, ammettiamo che io trovi quello che voglio per essere felice. Ecco. Ottengo il divorzio, Aleksej Aleksandrovic mi dà Serëza, e io sposo Vronskij”. Ricordatasi di Aleksej Aleksandrovic, immediatamente, con una straordinaria chiarezza, se lo raffigurò davanti a sé come vivo, con i suoi occhi mansueti, senza vita, spenti, le vene turchine sulle mani bianche, le intonazioni di voce e lo scricchiolio delle dita e, ricordatasi di quel sentimento che c’era stato fra di loro e che pure s’era chiamato amore, rabbrividì di repulsione. “Allora dunque, otterrò il divorzio e sarò moglie di Vronskij. Ebbene, Kitty smetterà di guardarmi come mi guardava oggi? No. E Serëza smetterà di chiedere e di pensare ai miei due mariti? E fra me e Vronskij che sentimento nuovo inventerò mai? È possibile, non pure una qualche felicità, ma la fine del tormento? No e no! — ella si rispose adesso, senza la più piccola esitazione. — È impossibile! Noi siamo separati dalla vita, e io faccio la sua infelicità, lui la mia, e non si può rifare né lui, né me. Tutti i tentativi sono stati fatti, la vite s’è spanata..."
Riassumo per chi non ha voglia di leggere. Anna si uccide non per gelosia quanto per uscire (e far uscire Vronskij) da l'empasse che lei stessa ha creato. Capisce bene che se lei ha bruciato tutti i ponti con la società russa abbandonando il marito, Vronskij potrebbe ancora rientrarvi (si sa, l'uomo è messo sempre meglio). Quindi capisce come Vronskij si senta, allo stesso tempo, incapace di lasciarla e desideroso di riprendere il suo posto nel mondo che gli appartiene. Da qui la possessività crescente nei suoi confronti (di cui la gelosia è solo un aspetto in fin dei conti secondario) che spinge lui ad allontanarsi e lei a odiare se stessa per averlo fatto allontanare. Da qui il disprezzo di Anna per lui, che vorrebbe tornare a vivere in società, e per se stessa, incapace di lasciarsi del tutto il passato alle spalle e in più sempre più consapevole di come la sua vita sia ormai totalmente dipendente da quella di Vronskij. Ci vogliamo mettere anche il rammarico per i figli abbandonati? Ok mettiamocelo. Inoltre c'è da considerare anche l'altra ipotesi. Se un giorno Anna riuscisse a sposare Vronskij, le cose migliorerebbero?
La risposta è no. Perché questo è il corso dell'amore. La passione può durare solo per un lasso di tempo limitato, poi l'amore diventa altro. Si trasforma in altro. Fiducia reciproca, stima, affetto, un progetto di vita insieme ecc. Ma Anna da tutto ciò è già fuggita quando ha abbandonato Karenin. Come può tornarvi? Ovviamente non può. Così come non può fare quello che ha fatto la madre di Vronskij: abbandonarsi a una vita di piaceri alla faccia del resto del mondo. La soluzione non può che essere una sola...
Quindi no, se pensavate che Anna si suicidi solo per timore di un tradimento avete sbagliato in modo grossolano. L'amore è molto più complicato di così...

lunedì 4 marzo 2013

Un minimo di buon senso...

Un piccolo post per ringraziare Dario Fo e Renzo Piano per le loro risposte a Grillo. Non tanto per aver detto "no grazie", cosa abbastanza scontata, quanto per le motivazioni.
Una cosa assurda ma bella. Mi fa piacere. E' un atto di stima ma ci vogliono forze inaudite, non ho le possibilità fisiche e psichiche        - Dario Fo
Presidente della Repubblica? Sono sbalordito, non ci penso proprio. E' un buon segno se si pensa alla società civile, ma io non sono in grado di farlo, non ho alcuna conoscenza di rudimenti della pubblica amministrazione e poi ho troppo da fare col mio lavoro specialmente in questo momento, ne ho dappertutto, sto costruendo a New York una delle più grandi università del mondo, a Los Angeles l'Academy Museum of Modern Picture, il Museo del cinema, come farei a occuparmi di altro, non lo vedo possibile -Renzo Piano
Ok le provocazioni, però qui c'è gente che lavora. Intendiamoci, sono sicuro che Renzo Piano potrebbe essere un ottimo PdR, però cavolo, un tizio sa fare UNA cosa bene nella vita: l'architetto. E faglielo fare.