venerdì 26 aprile 2024

L'impero ghiacciato che minaccia gli acchiappafantasmi

Stavo per iniziare dicendo "come ho scritto riguardo a Ghostbusters legacy"... poi mi sono ricordato che non l'avevo scritto qua ma ad altra gente in una chat e quindi non ho prove tangibili di aver detto vabbè non era malissimo alla fine, se fanno il sequel vado a vederlo. Credetemi sulla parola. In ogni caso, complice il cinema a sconto (che chi cazzo va al cinema il lunedì sera?), mi sono visto questa roba. E sono pronto a dare la mia rapida e sferzante opinione. Con una premessa sostanziale, ovvero che stiamo comunque parlando di un film della Sony. Nel senso, poteva andare molto, molto, molto peggio.

Il Mastro dell'accendino (ndr.)
Cosa funziona: benché alcuni possano non essere d'accordo a mio parere lo switch totale di genere dai vecchi film sta abbastanza funzionando. Quelli degli anni '80 erano fondamentalmente degli horror comedy con sporadici momenti action. Sia Legacy che Frozen Empire - che per qualche ragione sconosciuta agli Dei del cinema abbiamo dovuto tradurre con Minaccia Glaciale WTF?? - sono dei teen drama a tinte horror. Il pubblico di riferimento è proprio cambiato. Da un target composto al 90% di adulti ci si è spostati su ragazzini e famiglie. Come scelta può piacere come non piacere ai fan del franchise ma tutto sommato, considerando che parliamo di un ritorno in scena dopo trent'anni e una pandemia globale, come sparo nel buio è stata una scelta assolutamente sensata. Quindi, sono dei buoni teen drama? Abbastanza. Storia di formazione: check; buoni sentimenti: check; protagonisti adolescenti per qualche motivo sempre più svegli e abili degli adulti: check. Non dubito che possa intrattenere un pubblico di ragazzini.
Funziona la colonna sonora. Anche perché è sempre quella storica lievemente riadattata. Funzionano le ambientazioni (tornare a New York è una manna).
Le interpretazioni attoriali, eccettuato Murray che sta chiaramente recitando la parodia di se stesso e prende la cosa sul serio tipo dieci secondi per ogni minuto di girato, sono tutte buone, con speciale menzione per Dan Aykroyd che ci crede veramente tantissimo.

Cosa funziona meno: diciamo che il worldbuilding non è mai stato esattamente il punto. L'ambientazione basata sugli esp e le esperienze paranormali era già leggermente fuori contesto negli anni '80. Nel 2024 siamo talmente lontani dall'era dell'acquario degli hippies e dei college americani che devi per forza trovare qualcos'altro per supportare la verosimiglianza di quel mondo. E qualcosa provano a fare ma non ci riescono benissimo. Fra l'altro tutto quello che ha a che fare con i macchinari sembra fintissimo e paradossalmente molto di più di quanto sembrasse con gli effetti speciali dei vecchi film. E diosanto, ogni volta che vedo gli inseguimenti in macchina e le trappole antifantasma montate sui droni volanti o sulle macchinine mi viene l'orticaria.
Eh ma nella serie animata!
Spoiler: quello che funziona in un cartone animato raramente funziona in un film vero.
Ancora, il cattivo funzionicchia. Nel senso che visivamente è abbastanza figo. Per tutto il resto è un cartonato ma non è che ci si aspettasse chissà cosa.
Le gag funzionano. Ce ne sono di divertenti e si apprezzano anche le strizzatine d'occhio ai fan tipo Ray che reincontra il fantasma in biblioteca e scappa di nuovo. Quello che si apprezza meno è la riproposizione della stessa struttura narrativa al solo scopo di rifare le citazioni. Avevamo veramente bisogno di un Mastro di Fuoco in questo film? Con tutto l'affetto possibile per Kumail Nanjiani, mi sei piaciuto in Eternals btw, ANCHE NO.

Cosa no: Phoebe. Non è colpa di Mckenna Grace, diciamolo subito. Lei si fa abbastanza in quattro per il personaggio. Però è proprio scritto a cazzo. Sorry. Non che Finn Wolfhard, per cui le uniche indicazioni di copione sono evidentemente state "fai finta di essere sul set di Stranger Things e lamentati di essere grande ormai", sia stato trattato meglio. Ma essendo il suo personaggio assolutamente ininfluente per il film semplicemente si è notato meno. Nella lista dei personaggi scritti di merda inseriamo pure aspematuchicazzoeri?LuckyDomingo interpretata da Celeste O'Connor che, nel senso, immagino fosse in Legacy perché tutti si comportavano come se la conoscessero, ma io non ho assolutamente idea di chi fosse. Non che fosse importante.
Phoebe dicevamo. Si sono veramente impegnati per farla sembrare una rompicoglioni totale. E ok, un pochino doveva esserlo perché è un'adolescente in crisi ma, diosanto, non ho mai visto una persona tanto intelligente comportarsi in modo così idiota. Di un livello di idiozia e mancanza di empatia che supera di diversi gradi ogni livello di adolescente in crisi. Il plot non l'aiuta. Anche perché è scritto talmente male che, se andiamo ad esaminarlo da vicino, l'unico motivo per cui la città di New York rischia di finire distrutta dal ghiaccio eterno riguarda il fatto che sia gay.
Non sto scherzando. Il punto è che il demone cattivo è rinchiuso in una sfera poké. Per uscire ha bisogno che una formula magica in una lingua dimenticata venga pronunciata da un vivente. Ma può possedere solo i morti. Quindi uno stronzo randomico deve usare una macchina che è stata inventata l'altro ieri per separare la propria anima dal corpo in modo che possedendo l'anima il cattivo possa usare il corpo per pronunciare la formula.
Sì ma, a parte l'incredibile coincidenza che la sfera poké, dopo boh 6000 anni in cui la gente l'ha custodita al sicuro, venga messa in circolazione proprio nell'esatto momento in cui altra gente ha inventato la macchina separa-anime, perché cazzo qualcuno dovrebbe separare la propria anima dal corpo proprio mentre c'è in giro un demone malvagio che controlla i morti e vuole distruggere l'umanità?
A questa difficile domanda, gli sceneggiatori non hanno trovato altra risposta che: "Phoebe diventa amica di una trapassata e improvvisamente decide di volerla toccare". Così, dal nulla. Potevano quanto meno scrivere un dialogo strappalacrime in cui la tizia si lamentasse della sua condizione tragica in cui da decenni non ha nessun contatto umano e quindi yadayada. Invece no. La cosa viene in mente a Phoebe, a caso, con l'unica possibile giustificazione che è in periodo di sperimentazione giovanile e si sente tanto sola. E quindi come non ti viene in mente di strapparti l'anima dal corpo in un esperimento potenzialmente letale?
Tutto abbastanza ridicolo.
Così come è ridicola la famiglia che le si stringe attorno e non perde tempo a ripeterle quanto sia tutto sommato normale che un'adolescente faccia errori. Che è vero, però scatenare un'era glaciale non è esattamente come tatuarsi sul deltoide il nome del tuo ragazzo.
L'altra cosa che non funziona sono i tempi di narrazione. Il duello finale è talmente lungo e il BBEG ci mette così tanto a tentare di ammazzare qualcuno che non mi sarei stupito se a un certo punto fosse comparso Goku per raccogliere l'energia sferica.

Giudizio finale: 6,5
Se avete dei figli potete portarli al cinema.

giovedì 18 aprile 2024

Streaming, pirateria e capire cosa si sta comprando

Quello della pirateria è un argomento carsico che riemerge ogni volta che una grande compagnia di streaming effettua un cambiamento importante a uno dei suoi programmi di abbonamento. In questi giorni è successo con Amazon, che ha introdotto la simpatica opzione "se non vuoi la pubblicità dacci 1 euro e 99 al mese". La delicatezza con cui ha introdotto questa cosa - che, nel senso, in genere quando fai un cambio di servizio lo dovresti fare al rinnovo, in modo che quando l'utente spende dei soldi sa di preciso cosa sta comprando e non all'improvviso per tutti a caso ma vabbè -, che poteva tranquillamente essere sottotitolata dal Marchese del Grillo (si fa così, perché io so io e voi non siete un cazzo), ha stranamente fatto incazzare della gente. Più per i modi che per l'effettivo impatto sulla visione. Anche se leggo di gente che si è ritrovata tre pubblicità all'interno di un episodio di 40 minuti di fallout e si è abbastanza rotta i coglioni.
Da qui il classico dibattito che vede contrapposti i due fronti, entrambi abbastanza stupidi a dire il vero, "ma io non pago, viva OnePiece" e "pezzenti di merda siete dei ladri viva il capitalismo".

Ho un paio di cose da dire a entrambi ma siccome non ho più l'età e il tempo per litigare con tutta l'internet, penso che le scriverò qui dove non le legge nessuno. E siamo a postissimo.

I "wannabe re dei pirati": in realtà qui ce la sbrighiamo abbastanza facilmente. Nel senso che, raga, vi assicuro che non siete Che Guevara. Nessuno di voi sta combattendo nella giungla boliviana. Non siete Billy the Kid e non vi aggirate nel Far West conducendo un'epica lotta contro la cavalleria nordista. Non vi si incula nessuno. Ed è abbastanza il punto del discorso. Se decidete di non pagare qualcosa e di cercarvela sul web, nessuno vi verrà a rompere il cazzo. Potete scaricarvi interi archivi di roba. È illegale ma nessuno vi può fermare. A dirla tutta nessuno è neanche troppo interessato a fermarvi. Quindi, nel senso, fatelo. Di cosa vi state vantando di preciso quando scrivete ovunque che piraterete tutto? Chi state minacciando?
Siete abbastanza imbarazzanti, lasciatevelo dire. E lo siete ancora di più perché la metà di voi ha pure difficoltà a trovare la roba su google. Che poi è uno dei motivi per cui vi sentite tanto minacciati dai rialzi dei prezzi di netflix.
Seriamente, se volete scaricarvi le robe, fatelo e state zitti. Ci fate più bella figura.

I "ma il capitalismo è bello pagate pezzenti"
Qui invece il tema si fa più complesso perché veramente ci sono grossi problemi di comprensione del problema. La facciamo subito più semplice. Diamo già per assodato che la pirateria sia di per sé un furto. Lasciamo da parte tutto il discorso relativo al quanto sia effettivamente rubabile un oggetto infinitamente replicabile con mezzi propri, indistinguibile dall'originale, permanentemente accessibile. Saltiamo a pié pari l'intero dibattito e diamo per certe le conclusioni: vedersi una serie in streaming è un furto, è illegale ed è anche eticamente sbagliato.
Ora, quello che apparentemente i sostenitori di Amazon prime non sembrano capire, è che nessun sistema morale può esistere nel vuoto. Nel senso che per essere applicabile, ogni legge morale ha bisogno di essere sostenuta da un sistema di rinforzi emotivi positivi o negativi, basati in primo luogo sull'empatia. Esempio classico: vedi Tizio menare Caio. Vedi che Caio soffre delle botte e i tuoi neuroni specchio ti trasmettono una sensazione negativa. Ne deduci che menare gli altri è sbagliato (anche perché non vorresti mai che qualcuno meni te) e quindi semmai intervieni in sua difesa.
Fra gli animali, quella umana è fra l'altro una specie con una buona capacità di astrazione e concettualizzazione. Quindi, poniamo che sia in macchina, stia cercando parcheggio e veda un posto vuoto destinato ai disabili. Ovviamente non ci sarà sempre un tizio in carrozzina in quel punto per ricordare ai miei neuroni specchio quanto sia brutto non poter camminare. Il mio cervello sarà in grado di mettere sui piatti della bilancia il mio interesse personale (parcheggiare più comodamente) e il disagio arrecato a una persona che abbia bisogno di quel posto e creerà un differenziale emotivo che mi spingerà a rinunciare alla mia utilità diretta in favore di una più generale utilità collettiva. In altre parole, il nostro essere animali sociali ci spinge a integrarci positivamente nell'ambiente che ci circonda e quindi ci fa sentire male quando infliggiamo sofferenza a un componente del gruppo che riconosciamo come nostro anche quando è soltanto ipotetico e potenziale.
Poi ci sono i rinforzi negativi. Prendiamo ad esempio il caso in cui, la persona che cerca parcheggio di cui sopra, debba scaricare 8 casse di acqua minerale e l'unico posto libero sia a un km di distanza. Il grado di disagio che è disposto a subire per non arrecare danno a un'altra persona ipotetica potrebbe non essere abbastanza elevato da fargli rinunciare al parcheggio. Ecco quindi che interviene la sanzione. Ovvero il rischio di essere multato che incrementa la carica emotiva negativa contraria all'occupazione del posto indebito. Non sempre funziona ma certamente ci si prova.

Adesso trasliamo l'intero discorso sul problema pirateria. Iniziamo a dire che a livello di rinforzi positivi non siamo messi benissimo. Occorre un enorme livello di astrazione per arrivare a provare empatia per Amazon. Poi certo, astrattamente, se ci identifichiamo col singolo dipendente, possiamo arrivare a capire il danno che infliggiamo guardando una se.. nah, in realtà no. Raga, seriamente, se pensate a Amazon la prima cosa che vi viene in mente è in genere Bezos che fa Zio Paperone tuffandosi su mucchi di contante. Un certo grado di empatia si può sviluppare al massimo per il servizio consegne, anche perché vi arrivano a casa dei poveri stronzi a portarvi roba inutile mentre fuori ci sono le tormente di neve, ma difficilmente vi sembrerà di infliggere effettivamente un danno a qualcuno guardandovi s10ep8 di Grey's Anatomy. Anche perché non è esattamente facile comprendere quello che a un'osservazione immediata sembra un crimine senza vittime. In genere chi non ha Amazon prime, sicuramente non spenderebbe 50 euro per guardarsi l'episodio 8 stagione 10 di cui sopra. Quindi le possibilità sono che lui non si guardi l'episodio e Amazon non incassi o che lui si guardi l'episodio e Amazon non incassi ugualmente. Di fronte al dato oggettivo che Amazon sarà comunque infelice, perché essere infelici in due?
Certo, siamo d'accordo che a livello etico il ragionamento non torna. Vi sto semplicemente facendo notare che non esiste nessun rinforzo positivo al comportarsi bene. Siete di fronte a un'entità astratta che subisce un danno astratto da una vostra astratta mancata azione (la possibilità che li paghiate) che comunque non avverrebbe lo stesso. Non vi sentite meglio a non piratare quell'episodio, vi sentite coglioni.
Invece parlando di rinforzi negativi... neppure in Cina riescono a tenere sotto controllo la pirateria. E lì ti fanno sparire nelle segrete medievali, altro che polizia postale. Le sanzioni semplicemente non esistono. Ergo non c'è nessun rinforzo negativo.

Questo se parliamo di etica e morale. Adesso parliamo di leggi di mercato. Il punto fondamentale del mercato è che il valore di una merce dipende dalla sua abbondanza o scarsità. Quindi chiedetevi, cosa vi sta effettivamente vendendo (prendiamo un altro per non parlare sempre di Amazon) Netflix al costo di 14 euro al mese? Vi sta vendendo un film che potete trovare ovunque a costo zero senza praticamente alcuna ripercussione emotiva di tipo positivo o negativo? Suona un po' strano, no? Di fatto, se parliamo di valore della merce in base alla sua abbondanza, qualunque prodotto piratabile dovrebbe valere circa nulla, visto che è infinitamente replicabile e raggiungibile da chiunque a costo zero.
La verità è che la merce che vi stanno vendendo è la comodità. Il motivo principale per cui i servizi di streaming sono esplosi è che rendevano facile e comodo l'accesso ai prodotti di intrattenimento. Quello che si paga non è la visione del prodotto in quanto tale ma la sua reperibilità, accessibilità e facilità di fruizione. La realtà, è che pagate Netflix più per il fatto di non dovervi alzare dal divano ogni volta che finisce un episodio, che per il prodotto di cui state fruendo. La pagate per il fatto che vi proponga cose su un bel display comprensibile e vi tolga la fatica della scelta. La pagate per non dover chiudere 6 volte una tab pubblicitaria ad ogni inizio di episodio.
Si paga la comodità, non il prodotto. Il prodotto potete averlo ovunque gratis. Il vero rinforzo positivo a scegliere Netflix al posto di sitoytrovatosugoogle è la piacevolezza di usufruire di un servizio comodo e veloce.

Ecco il punto che i difensori di Amazon non capiscono. Inserire le pubblicità, prima o durante l'episodio della nuova serie, è semplicemente stupido. Non per un problema di soldi ma di comodità. Ogni volta che la comodità con cui si fruisce di quei prodotti diminuisce, la tentazione di ottenere lo stesso prodotto in altro modo aumenta. La realtà è che avrebbero ottenuto un risultato migliore a livello comunicativo aumentando il costo di prime da 50 a 70 euro l'anno, senza rompere il cazzo a nessuno con la pubblicità.
E raga, quando vi vedo scrivere alla gente ma è come rubare un paio di scarpe!!! mi sembrate tanto


Era già imbarazzante da vedere nel 2000. Figuratevi nel 2024.
Non so se mi sono spiegato.

domenica 7 aprile 2024

Gente Arcana

Non ricordo più l'ultima recensione di una serie fantasy. Non che abbia abbandonato il genere, ma fino ad oggi non avevo ancora letto niente che contenesse quel giusto mix di piacevolezza e disappunto che di solito mi far venir voglia di scrivere. Dato che ne voglio parlare in modo pieno di spoiler vi anticipo il giudizio: 6,5 
Onestissimo fantasy entry level per un pubblico adolescente. Si fa leggere. Stiamo parlando di Istorie Arcane di Cecilia Randall.

Bella Venezia ma non ci abiterei (ndr.)
Volevo fare il liutaio ma sono nato arcimago (ndr.)






















venerdì 23 febbraio 2024

Realismo letterario

Un po' di tempo fa ho scritto riguardo al gruppo di lettura che sto frequentando. Ne sono tutto sommato soddisfatto perché mi aiuta ad uscire un po' dalla comfort zone dei miei generi preferiti (fantasy, fantascienza e storico). Su questo filone, ultimamente ho letto tre libri che in qualche modo ho visto legati da un unico filo conduttore e questi sono i miei appunti in merito.

1) John Fante - La Confraternita dell'uva

Ho notato adesso la prefazione di Capossela
Ambientato negli USA, parla dei difficili rapporti fra un figlio scrittore e un padre scalpellino, all'interno della comunità italoamericana. L'ho abbastanza divorato. Nel senso che me lo sono portato dietro per un corso di formazione in una città vicina e me lo sono letto praticamente letto per intero durante l'andata e ritono in treno. A farmelo piacere di più è stato il grezzo materialismo. Gli ambienti, le persone, i paesaggi, gli oggetti, il cibo, sono tutti descritti nel modo più materico possibile. Quando Fante descrive la pietra ti sembra di poterci appoggiare le mani, quando racconta dei piatti serviti sulla tavola ti sembra di poterli assaporare. La letteratura americana di suo ha punte di estrema concretezza che qui vengono particolarmente esaltate. Poi certo, ci sono altri passaggi che ho apprezzato. L'introspezione psicologica, in cui evidentemente l'autore mette note biografiche, è molto accurata e se avete avuto un rapporto in qualche modo conflittuale con vostro padre (esistono maschi che non lo hanno avuto?) vi ci potreste senza dubbio ritrovare. Però no, questo libro mi rimarrà in mente per la descrizione del banchetto finale con le api. A livello di scrittura è stupendo.

2) John Steinbeck - Uomini e topi

Un'efficace brevità
Parlando di lacune culturali, Steinbeck è sicuramente una. Non mi sono addentrato molto nella letteratura americana e almeno questo libro l'ho recuperato col gruppo di lettura. Commento: finita la lettura, l'ho messo da parte non insoddisfatto ma abbastanza tiepido. La storia era passata via veloce in modo molto piano. Trama semplicissima, praticamente telefonata. L'autore vi mette davanti una serie di elementi che, uno dopo l'altro, riappaiono e tornano importanti nello stesso ordine in cui erano comparsi la prima volta. Quando il destino di Lennie si realizza, non siete stupiti. Non c'è nessun colpo di scena: è la realizzazione di un percorso che avevate visto fin dall'inizio.
Quindi ero tiepido. Poi ci ho ripensato e soprattutto ho riflettuto su come mi ero sentito durante la lettura. In 130 pagine scarse, Steinbeck crea questo meccanismo perfetto in cui siete perfettamente consci che:
- i protagonisti sono dei completi disgraziati, dei casi persi che nel migliore dei mondi possibili al massimo riusciranno a sopravvivere;
- il mondo che li circonda è ostile, brutale e tutto andrà a finire in lacrime;
- hanno delle speranze e dei sogni quasi tangibili e sarebbe veramente bellissimo se potessero realizzarli.
Tutto questo insieme. Si osservano le speranze dei personaggi, desiderando come loro che si avverino, consapevoli che non succederà. Il tradimento del sogno americano messo su carta. Bellissimo.
Ps. ho letto la traduzione di Pavese. Sono abbastanza sicuro che la Bompiani ne abbia rilasciate altre sostenendo che quella di Pavese fosse troppo influenzata dal suo modo di scrivere e che nei tempi moderni ecc. Ma abbiamo avuto abbastanza forestali per il momento. Almeno Pavese sapeva scrivere.

3) Jean-Claude Izzo - Casino totale

Sorseggiare pastis in un bar di Marsiglia
"No ma ho cominciato a leggere quel libro di Izzo che mi avete dato. Ma lo sai che è carino?"
Comunque l'autore è morto.
Grazie mamma.

Comunque, Izzo sapeva scrivere. Rip. Di per sé il libro ha un sacco di difetti. L'intreccio è, intanto, un enorme casino. Poi un po' sono io che prima di leggere un giallo preferirei farmi sparare in un ginocchio, però oggettivamente la trama è tenuta assieme con tanto nastro adesivo e buone intenzioni e la soluzione dei problemi arriva con espedienti abbastanza ridicoli. Detto questo, per il resto è scritto da paura e si inserisce benissimo in questo percorso di verismo per quanto riguarda la descrizione degli ambienti. Marsiglia, la città, viene raccontata con amore, consapevolezza e poesia. Le strade, le persone, anche qui: il cibo, vengono raccontati in modo vivido e commuovente. A metà volume ho guardato quanto ci vuole ad andare in macchina a Marsiglia per capire quanti giorni devo prendermi per andare a bere un pastis in un bar sul mare. Poi ho letto su internet che il pastis è a base di anice. Porca puttana, odio l'anice.
Comunque, veramente un bel libro. Voglio andare a cena da Fabio Montale. Peccato non esista. 



domenica 11 febbraio 2024

Il voto popolare

Probabilmente farò il solito ascolto/classifica di Sanremo perché ormai è tradizione, però volevo partecipare al dibattito nazionale su Angelina Mango che scippa il titolo a quello che piaceva al popolo. E lo farò facendovi notare un piccolo dettaglio che non so perché sembra sfuggire ai più:

Classifica Sanremo 1982

Classifica Sanremo 1983

Raga, le canzoni estremamente popolari non hanno MAI vinto a Sanremo. Mai. La differenza è che adesso arrivano seconde mentre nel 1982-83 si classificavano regolarmente ultime per poi rimanere prime nelle classifiche di ascolto per sei mesi.
Non ho idea se Geodier si meritasse o no di vincere, né se lo meritasse la figlia di Mango. Ma il punto è: chissenefrega di chi vince Sanremo? Quando mai è stato importante?
Eddai su.


domenica 28 gennaio 2024

Un film stupendo che non so se mi è piaciuto

Premessa: ciao, sono sempre quello che non capisce un cazzo del bel cinema d'autore e quindi scriverò solo delle impressioni personali totalmente prive di qualunque background professionale. Come si fa sui blog personali, tipo. Quindi, parliamo di Povere creature di Lanthimos e facciamolo per punti, come al solito.

Quei... cazzo... di... violini... (ndr.)

Trama: Godwin Baxter (Willem Dafoe) è un geniale chirurgo che, trovando nel fiume il corpo di una donna incinta in fin di vita, fa quello che ogni medico sottoposto al giuramento di Ippocrate farebbe: espianta il cervello del nascituro e lo reimpianta nel corpo della donna per poi rianimarla. Dopotutto se si era suicidata del corpo non ne aveva bisogno no? Tutto estremamente etico.
La bambina (Bella) cresce viziata nel corpo di un'adulta in una gabbia dorata fino a quando non scopre il sesso e decide di viaggiare per il mondo per provare tutto quello che gli può offrire. Praticamente la storia del mostro di Frankeinstein, se il mostro fosse stato Emma Stone nel remake di Nymphomaniac ma coi soldi e una fotografia da paura.

Cosa mi è piaciuto
  • fotografia, regia e costumi sono da 9,5/10. Visivamente è un'esperienza stupenda e i panorami sono tanto belli quanto surreali. Bellissimo anche il modo in cui viene resa l'evoluzione dal bianco e nero ai colori. Il mezzo punto che manca per arrivare al 10 è dovuto ad alcune scelte registiche che, nel senso, raga, bellissima l'inquadratura di un minuto e mezzo sui piedi della Stone che scopre la masturbazione però tipo, capisco il feticismo, ma anche meno?
  • grandissime le prove attoriali. Emma Stone è fantastica per tutto il film. Seguono da vicino Defoe e Ruffalo (forse in alcuni punti leggermente esagerato ma ci sta);
  • tutto il percorso di sviluppo fisico della protagonista (movimento + linguaggio) è reso in modo accurato;
  • il tono da dark comedy del film, dopo un inizio un po' straniante, è molto piacevole. Sebbene non sia esattamente necessario piegarsi in due dal ridere sul pollo-maiale e, ve lo si dice con affetto, se lo fate avete seriamente dei problemi, ci sono dei momenti comunque abbastanza divertenti. Da questo punto di vista il film non annoia mai.
Cosa non mi è piaciuto:
  • il film è abbastanza lungo. Troppo lungo. Specialmente considerando che non è che abbia da presentare chissà quali incredibili tematiche. La scoperta della sessualità e la ribellione contro il controllo maschile sul corpo delle donne vengono affrontati largamente nella prima ora. A quel punto personalmente ero già sul ok, ho capito, tutto chiaro, possiamo andare avanti adesso? E invece no. Ci insistiamo anche per l'ora e mezza successiva. Per me il film avrebbe potuto concludersi serenamente alla scena del matrimonio. La mezz'ora seguente è abbastanza inutile.
  • a questo proposito, diosanto il finale. Posso dire che lobotomizzazione, installazione di cervello caprino e riduzione dell'ex marito ad animale da giardino mi sembrano un tantino too much? Specie in un film in cui si celebra l'empatia e la libertà personale. Nel senso, ho capito che era uno stronzo assassino. E voglio dire, faccio il DM su D&D. Parte del mio lavoro è creare cattivi abbastanza cattivi da poter essere ammazzati a cuor leggero dai miei giocatori. Ma se i miei giocatori mi dicessero all'improvviso questo però non lo ammazziamo, lo priviamo della volontà e ce lo trasciniamo al guinzaglio per il resto della campagna ridendogli in faccia ogni tanto for fun minimo minimo inizierei a sentirmi a disagio giocando con loro e gli farei cambiare l'allineamento in Neutrali malvagi. Raga, ci sono dei limiti. Sparate un colpo in testa a quel povero stronzo e facciamola finita. E fra l'altro, cazzo vi aveva fatto di male la capra per prendergli il cervello e trapiantarla in un corpo in cui è condannata a morire di fame, visto che non può digerire l'erba?
  • infine, secondo me, l'evoluzione psicologica della protagonista non è resa altrettanto bene rispetto alle capacità fisiche e mentali. Nel senso che questo film si distacca profondamente dalla storia del mostro di Frankeinstein (e anche dalle sue varianti parodistiche, per info citofonare a Mel Brooks), in quanto la personalità del mostro veniva sempre profondamente impattata e deformata dal contatto con il mondo e con la società esterna. Quella storia era una critica sociale perché faceva vedere come un essere originariamente puro, veniva reso malvagio dal contatto con l'ingiustizia e i pregiudizi. Qui... io non sono in realtà riuscito a vedere nessun impatto su Bella. Il personaggio attraversa una serie lunghissima di esperienze senza però esserne apparentemente toccato. Tutto viene esaminato, catalogato, sezionato e messo da parte accrescendo la conoscenza di Bella ma, di fatto, quale impronta psicologica lascia sul suo carattere? A occhio nessuno. Ogni esperienza, positiva o negativa, è catalogata come "interessante" e si prosegue così. Voglio dire, a un certo punto dona tutti i soldi di Ruffalo ai poveri. Solo che non arrivano ai poveri. Vengono rubati da due marinai che la truffano platealmente. Possibile che questo non provochi in lei nessuna reazione? No, lo stronzo è l'amico Harry che non crede nel prossimo. Solo che a lui non hanno rubato i soldi. Io capisco che magari a Lanthimos questo aspetto non interessava e/o che comunque il peculiare sviluppo cerebrale di Bella la renda "speciale" e quindi non valgano per lei le regole che varrebbero per qualunque altro essere umano che si ritrovasse ad affrontare gli stessi avvenimenti. Però questo ma la fa sentire anche come molto meno interessante. Mi disp.
Parentesi su quest'ultimo punto. In questo senso, il film mi sembra definitivamente post romantico. Specialmente sul finale, sembra emergere questo modello di questo nuovo essere umano, apparentemente senza debolezze e da un certo punto di vista perfetto, in quanto non influenzabile dall'esterno, la cui unica funzione è celebrare la libertà di provare tutto, fare tutto, essere tutto, senza limiti esterni, avvertiti tutti a prescindere come negativi. Basta vedere come le proibizioni del padre a inizio film vengano, praticamente senza alcuna problematizzazione, catalogate come volontà di controllo e repressione. Ora, non vorrei qui iscrivermi alla categoria del patriarcato, ma se hai una tizia che cammina barcollando, che parla in modo stentato, che non conosce niente del mondo perché a livello intellettivo ha letteralmente 5 anni se va bene, magari non la lasci vagare per la città a caso. E non perché vuoi controllarla ma perché vuoi che non affronti situazioni pericolose prima che sia in grado di controllarle. Da questo punto di vista però il mondo è totalmente asettico. A Bella non succede mai niente di male. Nessuno cerca di approfittarsi di lei. Perfino l'esperienza al bordello parigino è sempre totalmente consensuale e con vasti livelli di gentilezza. E voglio dire, capisco che siamo nel mondo in cui giustamente eh alcuni tipi di sex workers sono sdoganati, però si affronta la questione in modo un tantino riduttivo rispetto all'enorme flagello della prostituzione illegale che affligge il mondo occidentale (ultimo rimasuglio della tratta degli schiavi).
E per finire sul post romanticismo, probabilmente sono io all'antica, ma non so quanto mi piaccia questa coppia moderna di superuomini/donne, impegnati a esplorare l'esistente, che si tengono compagnia in questo viaggio individuale fatto di esperienze. Non so, credo di essere affezionato all'idea che siamo tutto sommato esseri fragili e che cerchiamo nell'altro un complemento emotivo per affrontare la vita e quindi tutte quelle baggianate sulla mezza mela e via dicendo. Ma io sono un boomer.
Quindi boh. Su tante cose mi sembra che il film sia un tantino superficiale. Poi sicuramente sono io che non capisco un cazzo. Ci sta.

Cose che meh
  • La colonna sonora è bellissima. Però alla quattordicesima volta che senti lo stesso accordo di archi e pianoforte sparato a tutto volume ti rompi un po' il cazzo.
  • Posso dire che "Emma Stone che fa la pazza" sia tipo la cosa meno erotica nell'emisfero occidentale senza perdere la tessera di maschio etero bianco base cis? Nel senso, trovo vagamente disturbante che il film sia pieno di gente che non veda l'ora di accoppiarsi con una tizia, evidentemente, mentalmente disabile ma immagino sia voluto, quindi ok.
Giudizio finale: l'ho scritto nel titolo. Il film è bellissimo, 10. Però in realtà non mi è piaciuto, 4
Media ponderata: 7

mercoledì 10 gennaio 2024

Un airone veramente brutto

Questo post è in parte una richiesta di aiuto. Cercasi gente che mi spieghi perché questo film è un incredibile capolavoro. Perché quando l'intero mondo dell'internet e la commissione dei golden globe lo sostengono, inizi a sentirti leggermente sbagliato tu, se invece ti ha fatto un po' cagare. Ma parliamo di...

L'ultimo capolavoro di Miyazaki ecc. ecc. (ndr.)
Andrò in ordine assolutamente sparso perché dopo giorni ancora non ho sistematizzato il mio pensiero riguardo al film. Preciso che tutto quello che dirò viene da un tizio che di Myazaki si è visto Il castello errante di Howl quindic'anni fa e non si ricorda un cazzo. Quindi no, non ho un dottorato di critica dei suoi lavori mi disp. Sono tutte opinioni personali dello spettatore ignorante.

1) La tecnica - ok, io capisco fare animazione vecchio stile. Non ho niente in contrario. Mi piace il 2d artigianale, giuro. Però il film supera dei limiti che per me non andrebbero superati. I personaggi sono sempre, costantemente, consistentemente staccati dallo sfondo. È come vedere per due ore dei cartonati che si muovono dentro a dei quadri fissi. Cosa aggravata dal fatto che ci sono pochissimi movimenti di camera (predominano sempre le inquadrature fisse) e che spesso e volentieri sfondi e personaggi sono disegnati in stile diverso. Questa è sinceramente la cosa che mi ha dato più fastidio. Intendiamoci, quegli sfondi sono stupendi. Sono delle pitture portate su schermo. Il problema è che se volessi vedere dei quadri non andrei al cinema, andrei in un museo. La mia capacità di immergersi nella storia è permanentemente ostacolata dal fatto che lo stile dei personaggi fa a pugni con quello degli sfondi, dandomi l'impressione di star guardando uno spettacolo di marionette invece di un film di animazione.
Ovviamente capisco che è una cosa voluta e ricercata. Capisco anche che possa piacere. A me no. Mi fa cagare, sorry.

2) La trama - il film è la storia di Mahito che ha perso la madre in un terribile incendio e, agli inizi dell'adolescenza, cerca di venire a patti con la sua scomparsa (il lutto è una cosa brutta) e col fatto che il padre si è risposato tranquillamente con sua zia mettendola subito incinta (minchia, per la serie: mettiamoci sopra il carico da 11 eh, vogliamo pure gambizzarlo sto bambino, già che ci siamo?). Il tutto nel mezzo della seconda guerra mondiale, in un ambiente rurale in cui si capisce che il padre industriale è l'equivalente del signorotto locale per i servi della gleba i figli dei contadini giapponesi.
Ci sarebbe un bel po' di roba di cui parlare anche così e, vi dirò, a me andava assolutamente bene che continuasse in quel modo. La storia inizia in modo totalmente realistico seguendo Mahito che si autoinfligge una ferita alla testa per non tornare nel mondo che, evidentemente, rifiuta dopo la morte della madre e il trasferimento a casa della zia. A questo punto però arriva l'airone e va tutto a fare in culo.
Quelli che mi conoscono sanno che non ho nessun problema col fantasy. Adoro il fantasy. Però fantasy non significa mi faccio un trip di acidi e quando mi riprendo metto in un film tutto quello che mi ricordo a caso con ogni tanto due frasi di raccordo suggerite dall'editor di sceneggiatura che siccome sono Miyazaki non può dirmi direttamente quanto stia facendo acqua la trama. La struttura del racconto è assolutamente confusionaria, i personaggi interagiscono in modi assurdi e soprattutto non si capisce mai dove cazzo stia andando la storia. È Alice nel paese delle meraviglie, ma fatto in Giappone e 18 volte meno interessante. Sorry pt.2

3) La morale - oh l'ho capita eh. Non è che non si capisce. Mahito ha l'opportunità di fare come suo zio e rifugiarsi in un mondo fantastico costruito solo secondo il suo gusto (e quindi un mondo in cui ad esempio la madre è viva e lancia palle di fuoco) ma rifiuta perché capisce che la felicità si può trovare soltanto accettando il dolore della perdita e cercando di farsi dei veri amici. Bravissimo Mahito. Però raga, nel senso, non è che sia un messaggio di incredibile e stupefacente novità eh. Sta roba la faceva già Evangelion a metà anni '90. E parliamo dell'animazione giapponese, perché se andiamo a pescare nella letteratura non finiamo più. Si può dire che è un messaggio un tantino banale? E quando fai passare messaggi un tantino banali, quantomeno la forma deve essere interessante. E la forma è talmente abborracciata e confusionaria che personalmente mi fa perdere anche il filo del discorso.
Devo dire che cosa ho pensato davvero in modo assolutamente unpolitically correct? Ho pensato che Miyazaki è vecchio. E come tutti i vecchi se ne esce con riflessioni incredibilmente banali che però, essendo vecchio, gli sembrano pregne di significato perché è vicino alla morte e quindi sono le ultime.

Mi spiace. Seriamente, mi spiace. Ma sto film non mi sembra un capolavoro. Mi sembra un nonno che voglia spacciare delle banalità come perle di saggezza ai nipoti. E siccome il nonno si chiama Miyazaki gli hanno fatto fare un film in proposito perché semplicemente a Miyazaki non puoi dirgli di no e di prendere le medicine.

Oh, non fraintendetemi eh. Visivamente è stupendo. Per chi vuole solo un'esperienza visiva è 10/10, andate a vederlo.

Per me prende la sufficienza. Scarsa. 6-