mercoledì 10 gennaio 2024

Un airone veramente brutto

Questo post è in parte una richiesta di aiuto. Cercasi gente che mi spieghi perché questo film è un incredibile capolavoro. Perché quando l'intero mondo dell'internet e la commissione dei golden globe lo sostengono, inizi a sentirti leggermente sbagliato tu, se invece ti ha fatto un po' cagare. Ma parliamo di...

L'ultimo capolavoro di Miyazaki ecc. ecc. (ndr.)
Andrò in ordine assolutamente sparso perché dopo giorni ancora non ho sistematizzato il mio pensiero riguardo al film. Preciso che tutto quello che dirò viene da un tizio che di Myazaki si è visto Il castello errante di Howl quindic'anni fa e non si ricorda un cazzo. Quindi no, non ho un dottorato di critica dei suoi lavori mi disp. Sono tutte opinioni personali dello spettatore ignorante.

1) La tecnica - ok, io capisco fare animazione vecchio stile. Non ho niente in contrario. Mi piace il 2d artigianale, giuro. Però il film supera dei limiti che per me non andrebbero superati. I personaggi sono sempre, costantemente, consistentemente staccati dallo sfondo. È come vedere per due ore dei cartonati che si muovono dentro a dei quadri fissi. Cosa aggravata dal fatto che ci sono pochissimi movimenti di camera (predominano sempre le inquadrature fisse) e che spesso e volentieri sfondi e personaggi sono disegnati in stile diverso. Questa è sinceramente la cosa che mi ha dato più fastidio. Intendiamoci, quegli sfondi sono stupendi. Sono delle pitture portate su schermo. Il problema è che se volessi vedere dei quadri non andrei al cinema, andrei in un museo. La mia capacità di immergersi nella storia è permanentemente ostacolata dal fatto che lo stile dei personaggi fa a pugni con quello degli sfondi, dandomi l'impressione di star guardando uno spettacolo di marionette invece di un film di animazione.
Ovviamente capisco che è una cosa voluta e ricercata. Capisco anche che possa piacere. A me no. Mi fa cagare, sorry.

2) La trama - il film è la storia di Mahito che ha perso la madre in un terribile incendio e, agli inizi dell'adolescenza, cerca di venire a patti con la sua scomparsa (il lutto è una cosa brutta) e col fatto che il padre si è risposato tranquillamente con sua zia mettendola subito incinta (minchia, per la serie: mettiamoci sopra il carico da 11 eh, vogliamo pure gambizzarlo sto bambino, già che ci siamo?). Il tutto nel mezzo della seconda guerra mondiale, in un ambiente rurale in cui si capisce che il padre industriale è l'equivalente del signorotto locale per i servi della gleba i figli dei contadini giapponesi.
Ci sarebbe un bel po' di roba di cui parlare anche così e, vi dirò, a me andava assolutamente bene che continuasse in quel modo. La storia inizia in modo totalmente realistico seguendo Mahito che si autoinfligge una ferita alla testa per non tornare nel mondo che, evidentemente, rifiuta dopo la morte della madre e il trasferimento a casa della zia. A questo punto però arriva l'airone e va tutto a fare in culo.
Quelli che mi conoscono sanno che non ho nessun problema col fantasy. Adoro il fantasy. Però fantasy non significa mi faccio un trip di acidi e quando mi riprendo metto in un film tutto quello che mi ricordo a caso con ogni tanto due frasi di raccordo suggerite dall'editor di sceneggiatura che siccome sono Miyazaki non può dirmi direttamente quanto stia facendo acqua la trama. La struttura del racconto è assolutamente confusionaria, i personaggi interagiscono in modi assurdi e soprattutto non si capisce mai dove cazzo stia andando la storia. È Alice nel paese delle meraviglie, ma fatto in Giappone e 18 volte meno interessante. Sorry pt.2

3) La morale - oh l'ho capita eh. Non è che non si capisce. Mahito ha l'opportunità di fare come suo zio e rifugiarsi in un mondo fantastico costruito solo secondo il suo gusto (e quindi un mondo in cui ad esempio la madre è viva e lancia palle di fuoco) ma rifiuta perché capisce che la felicità si può trovare soltanto accettando il dolore della perdita e cercando di farsi dei veri amici. Bravissimo Mahito. Però raga, nel senso, non è che sia un messaggio di incredibile e stupefacente novità eh. Sta roba la faceva già Evangelion a metà anni '90. E parliamo dell'animazione giapponese, perché se andiamo a pescare nella letteratura non finiamo più. Si può dire che è un messaggio un tantino banale? E quando fai passare messaggi un tantino banali, quantomeno la forma deve essere interessante. E la forma è talmente abborracciata e confusionaria che personalmente mi fa perdere anche il filo del discorso.
Devo dire che cosa ho pensato davvero in modo assolutamente unpolitically correct? Ho pensato che Miyazaki è vecchio. E come tutti i vecchi se ne esce con riflessioni incredibilmente banali che però, essendo vecchio, gli sembrano pregne di significato perché è vicino alla morte e quindi sono le ultime.

Mi spiace. Seriamente, mi spiace. Ma sto film non mi sembra un capolavoro. Mi sembra un nonno che voglia spacciare delle banalità come perle di saggezza ai nipoti. E siccome il nonno si chiama Miyazaki gli hanno fatto fare un film in proposito perché semplicemente a Miyazaki non puoi dirgli di no e di prendere le medicine.

Oh, non fraintendetemi eh. Visivamente è stupendo. Per chi vuole solo un'esperienza visiva è 10/10, andate a vederlo.

Per me prende la sufficienza. Scarsa. 6-

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