martedì 9 agosto 2022

Le non proposte del PD

La nuova campagna elettorale incalza e tutti se ne giustamente strafregano perché stanno al mare, beati loro. Io invece sono a lavoro e visto che ormai sto qua, tanto vale andare di full masochismo e fare un bel post riassuntivo sulla situazione politica del centrosinistra.
Mentre lo scrivevo mi sono però reso conto che ci voleva un post propedeutico per rispondere a un'annosa questione che affligge questa parte dell'arco costituzionale. Ovvero: "ma perché il PD non dice niente di sinistra ma che dico di sinistra, perché non dice niente di centrosinistra ma che dico di centrosinistra, perché il PD non dice niente in generale?".


È una cosa che ci siamo domandati spesso. Insieme al "ma come fa il PD ad avere ancora il 22-23% se sono almeno vent'anni che non ha un tema serio, un'istanza sociale, un obiettivo politico da portare avanti?". Spesso ci siamo limitati a dire che si tratta di "tifo politico". Che in Italia la politica non è matura, che la gente si affeziona ai partiti come alle squadre di calcio e che c'è gente che in quella roba ci è cresciuta e che non l'abbandonerebbe mai perché sarebbe come abbandonare sua madre.

Beh, è certamente una visione del mondo che ho per tanto tempo pure condiviso. Eppure, più che andiamo avanti e più che mi sembra una minchiata. In realtà, secondo me, la risposta è molto più semplice solo che occorre un radicale cambiamento di prospettiva al fine di inquadrare l'effettiva natura dell'elettorato PD.

Due dati:
a) se aveste dato un'occhiata ai sondaggi ultimamente, avreste potuto notare che c'era una lievissima maggioranza di italiani scontenti della caduta del governo Draghi. Tipo 51 contro 49. La cosa divertente è che in tutti i partiti c'era circa un 60% di persone contente della caduta del governo, con un'eccezione. Nel PD l'88% degli elettori rimpiangeva Draghi.
b) sempre guardando tutti i sondaggi, è abbastanza semplice tracciare l'identikit dell'elettore medio del PD. Abita principalmente in città medio-grandi, prevalentemente nei centro storici. Ha un'età in genere superiore ai 55 anni e un tenore di vita che potremmo definire "tranquillo". Non ricco ma certamente non ha grosse preoccupazioni economiche.

Ora, il punto è che nessuna aggregazione umana può sopravvivere a vent'anni in cui i suoi vertici fanno cose che la base non approva. Questa cosa della "base PD" scontenta e nettamente opposta al vertice è una leggenda che ci raccontiamo e che forse è venuto il momento di abbandonare. Ci sono certamente, nel PD, alcuni elementi, spesso giovani, che vorrebbero una politica più nettamente socialista. In alcuni contesti sono anche rumorosi, però quello schiacciante 88% favorevole a un governone di unità nazionale con una politica prevalentemente centrista (se non di destra) ci dice molto altro.

Forse è il momento di concludere che i vertici del PD non fanno proposte di sinistra, né di centrosinistra, né proposte in genere, perché è esattamente quello che la loro base vuole. La verità è che i leader del PD non propongono niente perché è precisamente quello che i loro elettori vogliono: niente. Sono tutte persone senza grosse preoccupazioni economiche che vivono in quartieri fondamentalmente ben ordinati e hanno frequentazioni piacevoli. Ovvio che quello che vogliono sia soltanto che le cose continuino ad andare come vanno. Vogliono lo status quo, sic et simpliceter. Infatti l'unica proposta politica che da almeno vent'anni esalta l'elettorato PD è la lotta feroce a qualunque cambiamento possibile. Se viene da destra è fascismo, se viene da sinistra è populismo.

Con l'eccezione dei diritti civili. Perché? Chiedetevi un attimo: al di là di tutti i discorsi sul crollo della famiglia tradizionale e dell'occidente, se due gay si sposano, cosa cambia in concreto per il paese?
Esatto: nulla. Che è appunto quello che vuole l'elettorato PD. Nulla.