venerdì 5 ottobre 2012

Drenai non Draenei

Per la serie tutti i giorni se ne impara una nuova, ho scoperto che i Draenei della Blizzard in inglese si pronunciano Drenai. A questo punto bisognerebbe capire come si pronunciano i Drenai di David Gemmel. Io li chiamo Drenai e chiamo Drenei quelli di WoW. Se non vi sta bene chiamateli un po' voi come vi pare.
Ah, dimenticavo, questa è la recensione di...
C'ho due spade. Problemi? (ndr.)
 Esisteva un'epoca in cui i vampiri non sbrilluccicavano alla luce del sole, le eroine non piangevano una pagina ogni tre e i maghi, invece di spuntare dai camini e offrirti dolci e salsicce arrosto, ti scioglievano la pelle del volto perché... beh sostanzialmente perché sì.
A questo filone può essere ascritta la produzione letteraria di David Gemmel, di cui vi rimando alla pagina uichi inglese perché quella in italiano fa veramente schifo.
Il motivo per cui questa recensione tratta sostanzialmente dell'ultimo volume della "Saga dei Drenai" è semplice: mi hanno dato questo da leggere. Quindi accontentatevi.

Trama: la storia è ambientata in un mondo post-apocalisse, alla Terry Brooks per intenderci. La scienza degli antichi, avanzata fino al punto da sconfinare nella magia, ha provocato in qualche modo la loro distruzione (sarà stato il solito disastro nucleare). Gli uomini hanno ricominciato da zero. Tanta agricoltura, piccoli regni semi-barbarici, spade e lance e ovviamente minotauri e lupi mannari creati tramite modificazioni genetiche da simpatici stregoni che vanno a disseppellire cose che era meglio lasciare al loro posto. In questo contesto viene scoperta la clonazione e la possibilità di recuperare le anime dall'aldilà, permettendo ad alcune persone di ottenere una quasi-immortalità al prezzo di un continuo ricambio di corpi e alla soppressione delle anime dei cloni.
Chiunque avrebbe pensato che il mago Landris (mi sembra si chiami così, non ho il libro qui con me e non posso controllare), dopo aver ottenuto la vita eterna e, potenzialmente, un'infinità di ricchezze e potere, avrebbe anche potuto accontentarsi. E invece no. Ovviamente non trova di meglio da fare che riportare in vita la più spietata imperatrice della storia che stranamente non si dedica a pulirgli la casa e a preparargli la cena ma tenta di conquistare il mondo.
Il suo nome è Jianna. Bellissima, assolutamente senza freni e inibizioni, della serie che può tranquillamente portarti a letto oppure scuoiarti a seconda di come le gira, e crea uno stato che si estende sul primo dei continenti abitati.
Trovandosi ormai confinato nell'ultimo lembo di terra libera e avendo come vicini i drenai (che sono un popolo che odia gli ibridi, un tempo potente e adesso no) e un generale ribelle, il mago decide di riportare in vita Olek Skilgannon, eroe epico vissuto mille anni prima (e grande amore di Jianna) per combatterla e mettere fine al suo regno di terrore.
Ci riuscirà?

Commento breve: è da leggere. Il commento lungo contiene spoiler a non finire. Vengono anche sottintesi una serie di riferimenti comprensibili solo a chi ha già letto il libro. Continuate a vostro rischio e pericolo...

 Il plot: ok, non è esattamente il punto forte del libro. Le premesse del fantasy epico ci sono tutte e funzionano: terra invasa da creature bestiali, regina crudele e immortale da rovesciare, eroi random riportati in vita dall'oltretomba pronti a menarsi come se non ci fosse un domani, battaglia finale in stile Termopili. C'è anche la classica quest di ricerca dell'oggetto/fonte del potere da distruggere e l'idea che sia una specie di ricevitore di energia satellitare si integra bene nel rapporto magia-tecnologia posto alle fondamenta della storia.
Cosa non va, quindi?
E' dispersivo. Assolutamente dispersivo. I temi ci sono tutti ma vengono trattati in maniera superficiale e la trama presenta passaggi molto discutibili. Un paio di esempi:
  • Non so cosa sia la privacy - Per ben tre volte (Olek, Decado e il generale Vattelappesca che invade le terre di Landris) scoprono fatti importanti per il proseguo della storia semplicemente leggendo alcuni appunti che il mago grafomane ha lasciato in giro. Cosa che indica che a) il mago è assai sbadato e b) Gemmel si scazzava a elaborare espedienti diversi per far procedere il racconto.
  • Il Martin Luther King dei poveri - un mercante diventa capo di un'orda di Jiamad (gli ibridi uomo-bestia). Scopre che sono solo vittime di un sistema che li incita alla violenza contro il prossimo e che, se lasciati a se stessi, vagano volentieri per i boschi cacciando cervi e rispettando Madre Natura. Insomma, le vere bestie sono gli uomini. Ottimo. Adesso resta solo da capire cosa ce ne dovrebbe importare a noi, visto che ci sarebbe un attimo una regina da detronizzare e un sacco di nemici da uccidere.
  • Il boss finale cazzone - alla fine, viene fuori che tutto, dalle ribellioni interne alla rinascita di Skilgannon, è diretta conseguenza di un piano di Jianna. Conquistare il mondo stava diventando troppo facile e si annoiava. Vabbé...
  • Il buon psicopatico - è lunga tradizione del fantasy (e di Dragonball) che ci sia almeno un supercattivo che è tale perché ha avuto un'infanzia difficile e che si redime con una morte eroica. Questa volta è toccato a Decado.
  • Il fumo c'è, ma l'arrosto? - ogni autore deve fare in modo che i suoi eroi abbiano delle debolezze. Un eroe invincibile e perfetto non può suscitare interesse, perché fino all'ultimo deve rimanere il dubbio: "ce la farà?". Non a compiere la missione, perché ovviamente nei fantasy la sconfitta del malvagio è praticamente un obbligo, ma soprattutto a uscirne vivo e possibilmente abbastanza abile da ciulare con il love interest della storia e a viverci felice e contento. In alcuni casi, e Le Spade del Giorno e della Notte sono uno di questi, l'autore però esagera nell'indebolire il protagonista, creando un contrasto del tutto stridente tra il "come viene presentato" e il "cosa effettivamente riesce a fare". Perché alla fine Skilgannon risulta soccombente in quasi tutti i momenti decisivi: viene salvato da Akali (il nome del clone abusivo di Jianna, di cui alla fine la regina prende possesso non è questo. Deve essere qualcosa di simile, tipo Ankia, Anika o simili. Mi viene in mente solo Akali per colpa di quel cavolo di gioco) nello scontro con le ombre; si fa giocare da Jianna nel momento decisivo della storia; soprattutto, perde il duello finale con Decado ed è la stessa Jianna a compiere la quest conclusiva, mettendolo in secondo piano.
Insomma, sono tanti piccoli particolari, tante minuscole sbavature che fanno pensare o a un'opera non propriamente rifinita (nel senso che con un paio di centinaio di pagine in più ci sarebbe stato spazio per fare meglio) o a uno stile di scrittura che privilegia molto l'azione, il "cosa", lasciando le motivazioni e i perché un po' defilati sullo sfondo.
Cosa invece ci è piaciuto?
Vi faccio un elenco veloce:
1. c'è un tizio con due spade di colori diversi che ammazza gente a destra e a manca;
2. ce n'è un altro uguale, solo che è pazzo e ne ammazza di più;
3. ce n'è uno che ha un'ascia gigante e oltre ad ammazzarli ti fa anche la morale sui perché e i percome del guerriero;
4. il finale, che dimostra chiaramente come possiamo anche essere eroi leggendari con un millennio di combattimenti alle spalle, ma le donne ci fregano come e quando gli pare
5. happy ending
Voto finale: 7,5. Un romanzo paragonabile in tutto e per tutto ai vecchi racconti di Conan il Barbaro. Per la serie che sei troppo intento a tifare per lui e la sua ascia bipenne per preoccuparti di come sia del tutto impossibile che riesca sempre a uscire in 40 secondi da labirinti chilometrici con le mura che crollano alle sue spalle, senza uno straccio di tomtom.
Note particolari:
* l'anima di Jianna passa da un corpo all'altro tramite un sistema di trasferimento automatico da fare invidia ai miseri horcrux di Voldemort.
* pollice alto per il personaggio di Memnot. Però fa una fine assurda
* la tematica antitecnologica lascia un po' perplessi, bisognerebbe capire se fa parte dell'ideologia dell'autore o di quella di Skilgannon

4 commenti:

  1. bella recensione! Da fan accanito della serie m'è parso un poco sbiadito rispetto agli altri libri ma comunque tiene alta la media^^

    Se riesco ti porto "la leggenda di Druss" così capisci chi avrebbe dovuto essere Harad e perche il capitano dell'ascia faccia i pipponi sul perchè ed il percome del guerriero :D

    Perquanto riguarda la tematica antitecnologica posso dirti che tutti gli ultimi libri che ha prodotto ne hanno qualche traccia ;)

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    1. SPOILERONE:





      correggerei quel "5.happy ending" in un "5.happy ending?" :D

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    2. Nah, niente punto interrogativo. Non dice che le dispiace per la morte del mercante (Stavi) e anzi dice di essere dispiaciuta per l'amico. Dimentica l'arco e fa la minaccia finale al conte di bronzo.

      E' evidentemente lei.

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  2. ps. per me è un happy ending. Mi stava troppo simpatica :P

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