lunedì 3 dicembre 2012

Farlo in salmì

Avevo una mezza idea di scrivere un post descrittivo di Budapest, giusto per dare un'idea di cosa un turista italiano possa trovare soggiornando in zona per qualche giorno, ma alcune cose hanno la precedenza assoluta. Una in particolare: la follia.
La follia è un tratto tipico del nostro mondo, solo che ormai si esplica in forme talmente lievi e inoffensive da non essere quasi avvertita. Solo questo può venire in mente dopo aver visto il caso del capriolo di Moena.

http://www.trentotoday.it/cronaca/capriolo-investito-esposto-procura.html
I fatti sono questi: in una ridente località del Trentino Alto Adige succede il fattaccio. Una macchina incontra e si scontra con un giovane capriolo che, non essendo un cinghiale - che se lo fosse stato se ne sarebbe andato tranquillo mentre l'autista avrebbe arricchito il meccanico locale - resta ferito mortalmente.
Il guidatore, attualmente sconosciuto, probabilmente perché colto dal panico, non attua nessuna delle due procedure in vigore per casi simili ma fugge via lasciando l'animale agonizzante.
Quali procedure?
Ok, per chi lo volesse sapere, ci sono soltanto due modi giusti di agire in casi del genere:
1) Chiamare il 118. Si tratta della procedura standard, in base alla quale il pronto intervento si mette in contatto con la forestale e la Asl che intervengono per assicurarsi che l'animale non sia capitato sulla strada semplicemente perché sbadato o sfortunato, ma in quanto portatore di una qualche malattia epidemica. 
Il 99% delle volte il povero animale viene caricato, portato al laboratorio di analisi addetto e, una volta dichiarato sano e quindi morto semplicemente per motivi accidentali, viene messo in salmì per la gioia dei presenti.
2) La seconda procedura, definita anche "non ufficiale", viene praticata direttamente dall'autista che, dopo aver smadonnato per minimo dieci minuti sul danno alla carrozzeria, si consola dando il colpo di grazia al capriolo per poi caricarlo in macchina, in barba alla legge, per farlo il salmì personalmente.
Fra i due destini il secondo, per quanto sgradevole, è probabilmente preferibile per il capriolo in questione. Nel primo caso deve infatti morire per conto suo o aspettare che arrivino quelli dell'Asl (e sarebbe il caso di dire "campa cavallo"). Nel secondo muore in fretta senza agonizzare per delle ore.
Stavolta però è stato sfortunato: a trovarlo è stato un veterinario. Dopo aver avvertito mezzo mondo, stanco di aspettare l'Asl, ha chiesto ai tizi della forestale di poter somministrare degli antidolorifici all'animale sofferente ricevendo un picche come risposta. Perché sai, se dei tizi ci devono fare degli esami sopra, io forestale so un cavolo se quello che gli dai influisce o meno sulle analisi.
Seguono ore di discussione che finiscono con il capriolo morto in agonia, i forestali scazzati e l'ordine dei veterinari che denuncia tutti per "crudeltà contro gli animali" perché "bisogna evitare sofferenze inutili agli esseri viventi". 
Ovviamente a nessuno viene in mente di risolvere la situazione nel modo più sensato: una mazzata.

Ma la follia giunge al culmine con il commento di Paolo Casicci sul Venerdì di Repubblica, di cui riporto un breve stralcio:
Annunziata Salines è il veterinario che, notando per caso l'incidente, ha dovuto seguire la prassi che obbliga i liberi professionisti a chiamare il 118 e, attraverso quello, i colleghi dell'Asl. Risultato: il medico è arrivato due ore dopo la chiamata. "Se anziché di un capriolo si fosse trattato di un uomo, e trovandosi sul posto un medico, se quell'ipotetico dottore non avesse prontamente soccorso il ferito, si sarebbe certamente trattato di omissione di soccorso" osserva Salinas. Domanda elementare: "Perché per gli animali non è così?"
Risposta elementare: perché si tratta di animali.
Risposta seria: prova a prendere un ferito in un incidente stradale e a infilargli in vena una siringa di morfina. Poi vai a raccontare a quelli del 118 che "poverino soffriva tanto" e guarda come reagiscono... Se va bene ti prendi un cazziatone. Se va male una denuncia per omicidio colposo. 
Come insegnano in qualsiasi fottuto corso di pronto intervento al minuto 1 della prima lezione soccorrere significa restare sul posto per guidare i soccorsi, non operare a cuore aperto sul ciglio della strada perché tanto sono un medico. Avete visto troppo House gente.
Risposta meno seria: gli esseri umani mica puoi farli in salmì! Hanno un saporaccio...

La Follia.


2 commenti:

  1. http://www.trentagiorni.it/files/1367913688-37.pdf
    E LA PROCURA ARCHIVIO'

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie dell'aggiornamento!
      Possiamo dichiarare chiuso il caso del capriolo ucciso...

      Elimina