lunedì 23 aprile 2012

Quelli che... quest'anno il mio voto non lo prende nessuno.

Le votazioni in Francia mi hanno fatto venire in mente quelle di casa nostra. Dopo i numerosi annunci di scarsa affluenza al voto e le analisi sul declino della politica, arrivano le votazioni e l'80% dei francesi si recano all'urna. Se poi si considera che esiste un 15-20% della popolazione che abitualmente non si interessa di politica e che nei sondaggi si classifica come "indecisa" anche se gli chiedi se preferiscono il verde o il blu, si capisce bene che tutti quelli che avrebbero avuto interesse al voto sono effettivamente andati ai seggi.
Tutto ciò mi fa venire in mente i votanti di casa nostra.
Praticamente ogni anno si vota per qualcosa (comunali, provinciali, regionali, politiche, europee) e praticamente ogni anno sento tot persone proclamare...
quest'anno non ci vado a votare
non voto nessuno, tanto sono tutti uguali
e che ci vado a fare? Ci prendono per il culo e basta!
Solitamente, ti guardano anche con un misto di sarcasmo e stupore quando gli dici che tu invece hai intenzione di andarci. Fai anche la figura di quello illuso che ancora crede nella democrazia.
Poi il giorno delle elezioni arriva veramente, e si scopre che vanno a votare tutti, pure quelli che il giorno prima spergiuravano che non ci sarebbero andati neanche morti.
Interrogati sul perché, in genere si inquadrano in queste categorie:
a) il fazioso - "guarda, non ci volevo andare, ma sennò vinceva X". Alla base di questa motivazione sembra ci sia la convinzione che il voto della persona comune valga 1, mentre il voto del fazioso abbia valore 1.000.000. Da che ne consegue che la sua mancata presenza al seggio basti a far vincere lo schieramento avversario. Potrebbe sembrare leggermente antiscientifico ma pazienza.
b) il qualunquista - "non ci volevo andare perché sono tutti uguali. Ma alla fine ho votato per X. Quanto meno lui rompe le palle agli altri". Da che se ne dedurrebbe che non sono effettivamente tutti uguali, visto che almeno X sarebbe diverso. Il qualunquista però del principio di non contraddizione se ne frega e per lui X è al tempo stesso uguale e diverso.
c) il partigiano - "non ci volevo andare, ma lo sai che..." segue una concione di 60 minuti sul suo nonno partigiano e su tutti quelli che hanno perso la vita per darci il diritto di voto. Cosa su cui si può anche essere d'accordo, ma non si capisce perché faccia a te quel discorso che a votare ci volevi andare anche prima.
d) il metereologo - "non ci volevo andare, ma vabbé: era brutto tempo", affermazione fatta solitamente quando il termometro segna i 35° e la campagna soffre per la siccità.
e) il conformista - "non ci volevo andare, ma alla fine ci andavano tutti", non fa una piega.
f) il furbo - "alla fine ci sono andato perché il voto è un dovere, ma l'ho data in bianco". Seguono due possibili reazioni: o cade nel panico oppure ti accusa di essere un bugiardo quando gli spieghi che i voti bianchi vengono ridistribuiti in percentuale fra tutti i partiti.
g) il furbo parte 2 - "alla fine ci sono andato perché il voto è un dovere, ma l'ho annullata". Solitamente è il furbo dell'anno precedente che ha capito come funziona. In genere la scheda presenta un BUFFONI scritto a caratteri cubitali ma ci sono anche dei virtuosismi quali:
  • inserire una citazione latina
  • voto a persone defunte e/o del mondo dello spettacolo
  • voto dato a personaggi dell'immaginazione, come Peter Pan, Ercole, Topolino o Berlusconi
  • inserimento di una fetta di salame e/o mortadella a seconda delle regioni geografiche
Ovviamente mentono.
Le motivazioni addotte sono tutte scuse per mascherare una semplice verità: votare è divertente.
Intanto c'è la sensazione di un rito collettivo. Un po' come la messa, solo che è laico e quindi possono partecipare tutti. Entri, saluti gli scrutatori, il presidente di seggio ti chiama per nome (cosa che fa sempre piacere perché ti senti parte della comunità), ecc. Alcuni ci vanno appositamente per farsi timbrare la scheda in modo da fare a gara con quelli fuori. "Ma tu ce l'hai il referendum del 2004?" "No, però sono andato alle europee del 2002" "Vabbé, io ho quello delle amministrative del 1999" "Figo!!". 
Insomma, tutte cose che Gaber ha spiegato meglio qui:


In secondo luogo è l'altro momento (insieme alla festa dei morti) in cui tutto il paese si riunisce. Ho visto famiglie intere, che magari non si vedevano da mesi, trovarsi davanti al seggio. Inoltre puoi chiedere informazioni e pettegolezzi. Ma X è venuto? Ma quella chi è? Ma quello è il cugino che stava con la moglie del fornaio? Ma la moglie di Caio ora vota nella 4 perché è tornata con...? ecc. ecc.
Ma soprattutto... non votare ti impedisce di partecipare al vero sport nazionale italiano, che non è il calcio, ma la critica e la disamina della situazione politica. Se non voti non appartieni a nessun partito e quindi non puoi dire agli altri: "voi fate male, noi siamo meglio". Se non voti non hai squadra e se c'è una cosa che gli italiani amano è far parte di una squadra che si contrappone a un'altra.
Chissà se vale anche per i francesi...

Nessun commento:

Posta un commento