martedì 28 febbraio 2012

Ti premio perché non sei originale

La cerimonia della consegna degli oscar non è esattamente uno degli eventi che, di solito, mi interesserebbe commentare. Faccio un'eccezione perché questo fine settimana mi è capitato di andare a vedere uno dei film premiati (Paradiso amaro - di Alexander Payne).
Sarebbe bello fare una recensione seria del film. Il problema è che mi intendo di tecnica di regia, fotografia, sceneggiatura ecc. come di odontoiatria. Quindi la mia sarà solo l'opinione del classico spettatore medio...
Secondo me è carino.
Ma niente di più.
La trama: George Clooney vive alle Hawaii. Fa l'avvocato, ha un sacco di soldi e sta per averne ancora di più. Lui e le sue due figlie, insieme a un numero di cugini e cugine francamente eccessivo, sono infatti gli ultimi discendenti di re Kamehameha (se il nome vi sembra strano forse è perché avete in mente questo al posto di questo) e sono in trattativa per vendere un insieme di fondi terrieri pari all'estensione del Molise. Se il Molise esistesse e fosse un'isola tropicale incontaminata, con un'acqua più trasparente del vetro e un clima di perenne estate.
Ovviamente ci sono problemi in paradiso. Clooney è un padre assente sempre occupato con il lavoro - o almeno così ci viene presentato, anche se nel film appare l'esatto contrario - e la moglie si sfoga della sua assenza con sport estremi (fra cui andare in barca wtf??). Un giorno ha un brutto incidente in mare e rimane in coma.
Questo è quanto e il film non è né carne né pesce. E' letteralmente un miscuglio di temi diversi in cui si trova di tutto e tutto affrontato in modo superficiale e leggero. In ordine ho individuato:
a) tema dell'eutanasia e del fine vita - la moglie lascia un testamento biologico in cui rifiuta l'accanimento terapeutico
b) rapporto difficile padre-figlie e madre-figlie
c) tema naturalistico e lotta alla distruzione del territorio da parte dell'edilizia
d) tradimento della moglie (vi avevamo detto che aveva un'amante? Beh ce l'aveva. Che sorpresa eh?)
e) rapporto con parenti vicini e lontani e sesso/bugie/diffidenze all'interno della famiglia.

Di tutto questo cosa rimane? Praticamente niente e la colpa è evidentemente dell'affollamento. E' come vedere una sala piena di persone che parlano tutte contemporaneamente cercando di farsi sentire. Con il risultato che nessuno riesce a capirci niente.
La figlia maggiore ad esempio ha problemi di alcool. Perché? Non si sa. A meno di non voler prendere per buona la scusa che è rimasta troppo traumatizzata dallo scoprire che la mamma tradisce il marito. Che sia scioccante non ne dubitiamo. Che basti ad avviare (sulla parola) una tizia sulla strada della perdizione sembra un po' eccessivo.
La figlia minore è una rompiballe. Perché? No, non dipende dalla madre in coma. Forse è solo carattere. Ma quindi cosa ce ne frega?
Clooney non rivela al suocero di essere stato vittima di un tradimento per non rovinargli il bel ricordo. Viene approfondito tale rapporto? No.
La natura da salvaguardare. Clooney ci riesce? Non si sa. Al momento si limita a prendere tempo, ma non esclude di poterla vendere un giorno. Quindi a cosa è servita questa tematica? Boh.
Ma soprattutto, l'inseguimento dell'amante della moglie cosa comporta? Assolutamente niente. Forse il senso del film doveva essere proprio questo. Che la vita va avanti e che ognuno impara a fare i conti con quello che ha mano a mano che procede, con progressivi aggiustamenti e barcamenandosi come può. Tutto molto contemporaneo, ma cosa resta alla fine?
Qualche bel paesaggio delle Hawaii. Una vaga atmosfera comedy con qualche risata e qualche sorriso amaro. Il resto si scorda nel lasso di tempo che corre tra l'uscita dal cinema e la ricerca della macchina al parcheggio. Con l'eccezione del personaggio di Sid, che è talmente fuori posto e ingiustificato da essere indimenticabile.
Consigliamo di andare a vederlo?
Sì. Se è un pomeriggio piovoso e vi piace Clooney che fa le faccette buffe.
E qualcuno ci dovrebbe spiegare per quale motivo esiste un oscar alla "migliore trama non originale". E' un po' come premiare il "miglior tema sgrammaticato" o "la migliore acqua non potabile".

ps. scopro solo adesso che il film è l'adattamento cinematografico di “Eredi di un mondo sbagliato” di Kaui Hart Hemmings. E quindi? Boh, giusto per dirlo...

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