giovedì 21 giugno 2012

Quello che monta sui tetti e ammazza la gente...

Ieri sera ho partecipato ad una specie di tavola rotonda in un ruolo che era a metà strada tra il moderatore e il cameraman. Esperienza molto interessante e anche divertente. Unico problema è stato il non poter intervenire per dare dell'idiota a chi se lo meritava.

No perché, va bene che cominci ad avere una certa età. Va bene che sei presidente di un'associazione cattolica, però mi fai alquanto girare i coglioni se mi dici:
"Il problema della violenza è molto diffuso fra i giovani. A cominciare dal fatto che guardano programmi violenti alla televisione. E i videogiochi sono violenti. C'è quello di questo tizio che monta sui tetti e ammazza la gente. Anche a San Gimignano. E lo pagano!"

Allora, mettiamo i puntini sulle "i".
1) innanzitutto il gioco si chiama Assassin's Creed e il tizio è Ezio Auditore. Se le cose non le sai salle e se vuoi criticare qualcosa almeno abbi il buon gusto di informarti. E' un po' come se vi dicessi "brutta questa letteratura moderna sui vampiri. Come quel libro... avete presente, quello di quella che si innamora del vampiro e poi si sposano".
No cazzo. Ti informi. La saga di Twilight è una cagata assurda. Ma io lo posso dire perché l'ho letta.
Quindi... vuoi criticare Assassin's Creed? Benissimo. Non ti chiedo di comprarti la Playstation e finire la campagna in modalità eroica. Però cazzo, almeno vai su internet a cercarti il nome.
2) in secondo luogo... la mia è una generazione violenta perché gioca ad Assassin's Creed? Ma porca troia, la tua gambizzava la gente per la strada e metteva le bombe nelle stazioni dei treni. E non aveva nemmeno i videogiochi. E quella prima? La generazione di mio nonno ha fatto la seconda guerra mondiale. Quella del mio bisnonno parlava di guerra come "lavacro" e "fuoco purificatore". E la nostra sarebbe quella violenta. Mah.
3) ma il problema non è nemmeno il non informarsi o lo sparare cazzate del genere "i giovani sono tutti deliquenti". Il problema è l'attribuire ai videogiochi (ma prima c'erano i fumetti, prima ancora la televisione, il cinema, la radio, fino ad arrivare ai romanzi ottocenteschi e a Socrate che corrompeva la gioventù) la responsabilità della naturale abbondanza di teste di cazzo all'interno di un preciso segmento generazionale.
Non aveva forse più dignità il buon Marco Aurelio del Gladiatore (come sapete su questo blog i riferimenti colti abbondano) quando diceva al figlio Commodo "le tue mancanze come figlio sono il mio fallimento come padre"? Signori, se un tizio di vent'anni si droga e accoltella un coetaneo, la colpa non è dei videogiochi. Sarebbe bello. Sarebbe facile. Basterebbe eliminare i videogiochi e metteremmo fine alla violenza. Purtroppo no. Come è sempre stato nella storia, se Caio ammazza Sempronio la colpa si divide al 50 e 50.
In parte è colpa di Caio che è nato stronzo, in parte è colpa dei genitori di Caio che hanno fatto con lui un pessimo lavoro. 51 e 49, se volete. Perché alla fine è comunque Caio che decide di portarsi dietro il coltello.
Ma i Socrate,  i romanzi, la radio, il cinema, la televisione, i fumetti e i videogiochi non hanno mai ammazzato nessuno. Ad ammazzare sono sempre e soltanto le persone.

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