venerdì 29 giugno 2012

Ok, anche la figlia della Terra ci ha un po' rotto...

Come si dice? Tutto ha una fine e spesso è una fine di cacca.
Questa è la triste storia della saga dei Figli della Terra di Jean M. Auel, giunta al suo sesto, e visti i risultati si spera l'ultimo, volume:

Fa due palle che in confrono il Castello di Kafka è roba da ridere (ndr.)
Potrei anche liquidare il discorso dicendovi che è 'na palla tremenda, ma poiché era dai tempi di Inheritance che non mi dovevo produrre in una stroncatura così recisa e poiché ho davvero tanto tempo da buttare, vi faccio una piccola introduzione/riassunto della serie. Tanto per vedere se anche voi avete così poco da fare da mettervi a leggerla.
Fra l'altro potrebbe anche capitare un fan della Auel e mica vogliamo fare la figura degli impreparati no?
Pronti? Cominciamo...


Autunno dei miei 14 anni. Per una catena di eventi, fra cui una noia estrema, accetto di leggere uno dei libri acquistati da mia madre. Si chiama "Ayla figlia della Terra" e, cosa abbastanza strana visto che in genere le storie con protagonista femminile mi annoiano a morte, mi piace. Chi è Ayla? Ayla è una bambina di 5 anni quando un terremoto uccide i suoi genitori. Problema grosso, aggravato dal fatto che vive, approssimativamente, nel 30.000 a.C. quando gli uomini di Cro-Magnon ancora non avevano inventato il welfare state. Dopo essere sfuggita all'attacco di un leone delle caverne, viene trovata da un gruppo di uomini di Neanderthal, che la adotta nonostante appartenga a una razza diversa. Seguono eventi vari in cui Ayla dimostra che, se i Neanderthal non sono razzisti, comunque a noi uomini sapiens ci spicciano casa. In particolare:
- diventa la cacciatrice più brava del clan in un ambiente in cui le donne dovevano solo raccogliere le erbe e pensare alla cucina (un po' come negli anni '50 del XX secolo insomma) e salva la vita del nipote del capo - in cambio viene esiliata per il periodo invernale rischiando di morire per il freddo e la fame;
- diventa allieva della guaritrice della tribù mettendosi al servizio del Clan - e in cambio viene stuprata dal figlio del capo, Brud, al quale partorisce un figlio bruttino;
- impara a contare meglio dello sciamano capo di tutti gli sciamani - e viene rimproverata, che quando le donne cominciano ad avere a che fare con i numeri non si sa mai dove possono andare a parare.
Alla fine il vecchio capo Brun va in pensione, lasciando il posto a Brud. Il quale ne approfitta per esiliare Ayla.

Costretta ad abbandonare il Clan, Ayla vaga nelle campagne paleolitiche fino a trovare una caverna in cui rifugiarsi. Dovendo arrangiarsi in completa solitudine e avendo tra le sue innumerevoli doti anche la capacità di farsi amare dagli animali, scopre l'allevamento "adottando" prima una giumenta, poi un cucciolo di leone. Il leoncino si chiamerebbe Piccolo ma il nome è così ridicolo che mi rifiuto di utilizzarlo. Quindi... con il passare del tempo Simba cresce alto e forte e diventa re, trovando anche una compagna leonessa. Resta però fortemente legato ad Ayla, cosa che salva la vita a uno dei due esseri umani cretini che gli invadono casa pensando di poter portare via una preda a un leone di un quintale con una lancia di legno. L'umano salvato si chiama Giondalar. E qui la Auel comincia a sbracare per la prima volta cedendo al suo lato bimbominkioso. Lo straniero è infatti bellissimo, altissimo, biondissimo, ha occhi azzurrissimi, un cazzo lunghissimo e per di più fa avere orgasmi a qualunque donna trovi praticamente scambiandoci parola.
Inoltre possiede una tale quantità di culo che, se ti trova a giocare a testa e croce con un tuo amico, certamente vince lui scommettendo sul taglio della moneta. Non solo Ayla, che per la cronaca viene descritta come una modella di Playboy, lo salva dal leone, ma gli cura le ferite, lo accudisce, si innamora di lui ed è cresciuta secondo le regole sessuali del Clan, che si riducono a: quando un uomo ti dice di toglierti le mutande fai alla svelta.
Insomma, dovreste aver capito dove la storia sta andando a parare, no?



Ayla e Giondalar, innamorati, decidono di partire insieme per tornare tra la gente di lui. Felicissima di aver trovato qualcuno con cui accasarsi (nonché per aver scoperto il sesso) Ayla lo segue tra fiumi, foreste e torrenti. A metà strada si fermano presso il popolo dei Mamutoi. Come praticamente "sempre" nei libri della Auel, all'inizio Ayla viene guardata con un po' di diffidenza, ma mica puoi tenere il muso per sempre a una tizia che comanda gli animali (nel frattempo si aggiunge anche un lupo chiamato... Lupo - i nomi non sono proprio la specialità della protagonista) e che ti porta in dono le pietre focaie, no? Il resto della storia ruota attorno a un tizio di nome Ranec che ad Ayla un po' piace, ma poi resta con Giondalar perché alla fine è comunque il più bello. Veniamo anche a contatto con la società dei Cro-magnon, che è matriarcale e, benché sembri conoscere ogni posizione del kamasutra con qualche decina di migliaia di anni di vantaggio, non ha mai messo in relazione il sesso con la nascita dei figli e crede che vengano fuori per volontà della Dea Terra quando lo decide lei. Beh, in fondo la nostra crede in un Dio che è uno ma anche tre e che è venuto sulla terra sotto forma di falegname moltiplicatore di pesci, quindi chi siamo per giudicare?




Continua il viaggio di Giondalar e Ayla verso casa. Ci sono molte peripezie che non mi ricordo bene (sono passati un po' di anni). Mi sembra che passino da un popolo che costruisce barche, da un altro dominato da una donna che li vuole uccidere e che alla fine attraversino un ghiacciaio.
Quello che mi ricordo bene è che c'è una descrizione molto accurata di come e quanto i due protagonisti facciano sesso almeno una volta ogni 50 pagine. Il resto è abbastanza trascurabile.



I due finalmente arrivano tra gli Zelandoni (il popolo di Giondalar). La gente fa "oooooh" per gli animali e "bleah" quando vengono a sapere che Ayla è stata cresciuta dai neanderthaliani che loro chiamano Testapiatta e che considerano animali, ma alla fine lei resta sempre una gnoccolona che si sposa con il figlio del capo, che sa guarire la gente a destra e a manca in un mondo in cui arrivare a 25 anni era faticoso e che ha inventato una nuova arma che permette di ammazzare i leoni.
Il libro ruota attorno al razzismo degli Zelandoni e ad Ayla che fa la Martin Luther King dei genitori adottivi.


Questi i libri 1-5. Voto alla saga: 6.8
Nonostante i numerosi difetti di una narrazione che spesso sfiorava l'harmony, I Figli della Terra contavano comunque numerosi punti a loro favore:
1. descrizioni dell'ambiente molto accurate
2. una ricostruzione storica abbastanza romanzata ma comunque verosimile
3. una caratterizzazione della protagonista attenta ed accurata: il carattere di Ayla si evolve molto nei primi 3 libri. La protagonista "impara" dall'ambiente circostante, risolvendo i problemi e affrontando situazioni sempre nuove, spesso in condizioni estreme
4. oh, avevo 14 anni e l'adsl ancora non esisteva. Vi rendete conto che questi libri avevano molti punti in comune con la pornografia, vero?
5. buona scrittura, con una discreta alternanza di tempi serrati e riflessivi

Quindi, quanto può essere schifoso "La Terra delle Caverne Dipinte" per far precipitare la media da 6.8 a 4.5?
Tanto.
Questo ultimo libro è l'esempio perfetto del perché, in alcuni particolari momenti storici, i correttori di bozze dovrebbero sparare agli autori per evitare che uccidano le loro serie. Il libro letteralmente si trascina, pagina dopo pagina, dividendosi all'incirca così:
1/3 - illustrazione di usi e costumi paleolitici inventati già ripetuta praticamente ovunque nei 5 libri precedenti
1/3 - viaggio di Ayla che deve diventare sacerdotessa in tutte le stramaledette caverne esistenti nel raggio di 5.000 kilometri, al solo scopo di vedere dei dipinti di animali che ci vengono descritti nei più minuti dettagli, come se ce ne importasse qualcosa
1/3 - side story collaterali assolutamente inutili ai fini della narrazione e per di più incredibilmente noiose. Davvero a qualcuno può importare del tizio ubriacone che non sta dietro alla sua famiglia? Di storie così ne trovo almeno una ventina solo nel mio paese, mica ho bisogno di andarmi a leggere quelle di 30.000 anni fa.
In realtà delle 700 pagine del libro, le prime 600 sono completamente inutili. La storia si ravviva nell'estremo finale, quando Ayla perde il secondo figlio durante la sua "chiamata" (rito di passaggio in cui lo sciamano ha visioni inviate dalla Dea) e scopre il tradimento di Giondalar, andato a letto con un'altra donna mentre lei passava il tempo a guardare le stelle.
Solo che fra gli Zelandoni il tradimento non esiste, perché tutti possono fare sesso con tutti. Ah Ah!
Pensa quindi di vendicarsi andando a sua volta a letto con l'ubriacone di cui sopra, ma Giondalar lo riempie di botte e lo rimanda a casa con la coda (e non solo) fra le gambe.

E qui emerge l'estremo femminismo dell'autrice per la quale, se sei un uomo che va con un'altra donna, la colpa è della donna che non ti ha prestato abbastanza attenzioni. Se sei una donna che va con un altro uomo la colpa è tua, perché lo fai per vendetta e quindi lui fa bene a riempirlo di cazzotti.
Poi ovviamente Giondalar si sente troppo in colpa per quello che ha fatto. E a noi comunque ci sta più simpatico dell'ubriacone, anche perché l'idea che le nostre donne vadano con altri non ci piace affatto. Quindi no problem.

Ah, dimenticavo di dirvi che Ayla durante il rito di passaggio ha avuto una visione: la Dea le ha rivelato che sono gli uomini, al pari della donne, a far nascere i bambini.
La capo-sciamana decide di rivelarlo al popolo contro il parere dei suoi colleghi. Di lì a pochi anni gli uomini si accorgeranno di essere fisicamente un po' più forti delle donne. Le chiuderanno nei ginecei e instaureranno il potere degli Dei maschili.
Il resto è storia dei giorni nostri.

Morale?
Se in futuro esiste la macchina del tempo, faccio mozione affinché l'inventore torni indietro e cancelli la pubblicazione di questo libro. Se la saga si chiudesse al 5 sarebbe un bene per la letteratura mondiale.

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