giovedì 5 novembre 2015

Specista

La mia voglia di scrivere ultimamente (come è facile notare) è pari a zero. Ci sono però degli obblighi morali a cui non si può sottrarsi, quindi eccovi l'ennesimo pezzo mainstream sulla questione chiave delle ultime due settimane: "quanto ci romperanno ancora il cazzo i vegetariani per colpa dell'OMS?"

Non che sia proprio colpa dell'OMS. Alla fine hanno detto quello che tutti sapevano da anni, ovvero che la carne rossa e in particolare quella lavorata (insaccati, affettati ecc.) fanno male. Adesso sappiamo anche come fanno male. Consumarne aumenta del 18% la possibilità di contrarre il cancro al colon, al pancreas e all'intestino.
Ovviamente si scatena subito il panico perché  la gente non sa leggere e da quindi per scontato che una persona su cinque di quelle che mangiano carne si ammali. In realtà risulta semplicemente che, fra tutti quelli che contraggono quella particolare tipologia di tumore, i carnivori (di carne rossa, se mangi solo pollo sei uguale a un vegano) si ammalano il 18% in più degli altri. Un po' come se sei un fumatore hai più probabilità di contrarre il cancro ai polmoni di un non fumatore.
Con una piccola differenza: se fumi la possibilità di contrarlo aumenta da 14 a 20 volte rispetto a un non fumatore.
Giusto per mettere in prospettiva le cose: fatta pari a 100 la possibilità di un fumatore di ammalarsi di tumore, se non fumi hai il 7,14% di probabilità di ammalarti. Fatta pari a 100 la possibilità di un mangiatore di wurstel e salsicce di ammalarsi, se sei vegano hai l'84,7% di probabilità di contrarre lo stesso il tumore.
Capite che le cose sono leggermente diverse.
Seguono le varie precisazioni non si sa quanto veritiere degli allevatori italiani sul fatto che la nostra carne è più sana, che nel nostro paese se ne mangia di meno ecc. ecc. ecc.

Insomma, dopo questo articolo che invita a privilegiare la dieta mediterranea e le carni bianche, non si sa con quale motivazione logica è ripartito il tam tam sul vegetarianesimo come scelta etica e sul fatto che mangiare carne di mucca ci renda tutti degli assassini senza cuore.
Vorrei quindi esaminare le cose da un punto di vista strettamente logico, visto che nessuno sembra farlo.

I cavalli di battaglia dei vegetariani (se si può dire, non vorrei offendere) sono da sempre due:
- il dolore inflitto a creature inermi
- l'uccisione di altre creature viventi
Di fatto non si capisce dove sia il punto della questione. Se il problema è che facciamo soffrire gli animali (e qui potrei anche essere d'accordo), la lotta dovrebbe essere rivolta alle varie crudeltà dell'allevamento industriale: evitare gli ammassamenti in locali inadeguati, evitare di imbottire le bestie di medicinali, evitare di ucciderli in modi violenti (le famose griglie elettriche per i polli ecc. ecc.) Prendere una mucca, allevarla nei campi, mungerla ogni giorno e sopprimerla per mangiarla in modo indolore, dovrebbe quindi essere etico. Ovviamente se tutta la carne fosse prodotta così il prezzo crescerebbe parecchio ma si può decidere che la qualità valga la spesa e che mangiare meno carne ma più sana sia una buona soluzione.
Francamente non avrei niente in contrario ma cosa centra con lo smettere di mangiare carne?
Se il problema è invece l'uccisione di esseri viventi, la domanda è: perché una mucca, una pecora o un maiale (anche se i maiali sono sempre poco citati, chissà perché) dovrebbero avere una corsia preferenziale rispetto a tutti gli altri? Se affermi la sacralità della vita, allora dovrebbe valere anche per i ratti, per le nutrie, per gli insetti, per i ragni e i serpenti velenosi. Le piante? Non sono vive le piante?
Quando chiedo queste cose in genere mi sbuffano contro e mi dicono "ma vuoi paragonare un topo a un agnello?". E tutte le volte mi chiedo: perché no? Non ho capito, il ratto deve scontare il fatto di essere nato piccolo e brutto?
Per quanto girino intorno alla faccenda, ho sempre l'impressione che i vegan-vegetariani abbiano selezionato alcune specifiche categorie di animali che gli sono simpatiche mentre il resto del mondo (compreso il loro vicino di casa) può tranquillamente andarsene affanculo.

Poi c'è il passo successivo. Esaurito ogni argomento ti chiamano "specista!"
La cosa mi fa un po' ridere, perché è lo stesso termine che Terry Pratchett usava nei suoi romanzi fantasy per gli umani, i nani o i troll razzisti verso le altre specie senzienti. Ecco, io invece sarei "specista" nei confronti delle mucche perché, evidentemente ritenendomi superiore, pretendo di mangiarle.
Il problema è che si confondono i termini del discorso. Superiorità o inferiorità non hanno niente a che fare con la catena alimentare. Le piante sono forse "superiori" alla luce del sole perché si riforniscono di energia tramite la fotosintesi? Il lupo si preoccupa di superiorità o inferiorità quando si mangia le pecore? La gallina che scova un verme in cortile si mette a interrogarsi sull'etica della caccia agli invertebrati?
Non so, probabilmente è proprio il fatto che non mi considero superiore a un lupo che mi permette di mangiare carne senza sussulti etici. Francamente non mi sento investito di alcun dovere morale quando si tratta di fare esattamente quello che fanno tutti gli animali: nutrirmi per sopravvivere.
Al contrario, mi sembra che decidere che alcune razze elette di altri animali, superiori agli altri, siano meritevoli di essere salvate e protette, mentre gli altri esseri viventi possono tranquillamente diventare alimenti, quello sì, sia un tantino specista.

Infine c'è il punto finale, la visione utopica secondo cui, una volta convertiti tutti al vegetarianesimo, gruppi di attivisti raggiungeranno gli allevamenti intensivi, apriranno le porte e gli animali si riverseranno fuori, in un nuovo mondo di luce e calore in cui tutti gli esseri viventi (meno le piante, i parassiti, i topi, gli insetti, i ragni e i serpenti... e pure i gabbiani che attaccano i camerieri in piazza S. Marco iniziano a essere un problema eh) saranno fratelli e condivideranno biada e soia.
Non so, io vorrei davvero capire se i vegetariani credono seriamente che prima o poi esisterà un mondo in cui le mucche pascoleranno libere nella pianura padana, i polli si aggireranno felici nei giardini pubblici di Milano e i maiali gireranno per i boschi accoppiandosi con i cinghiali che presto invaderanno i paesi, visto che non esisterà più la caccia.
Mah.
Francamente, non credo siano stupidi. Credo semplicemente che si divertano a portare avanti una battaglia contro i mulini a vento, proprio sapendo che poiché non vinceranno mai, saranno per sempre i soli nel giusto. Puri e salvi. Una setta insomma, ma con la soia al posto della Bibbia. Contenti loro.


ps. non ho niente contro i vegani. Se uno non vuole mangiare la carne sono fatti suoi. Pure io non mangio i fagioli perché mi fanno schifo. Il post è contro i vegani che paragonano chi mangia carne ai nazisti.

pps. non so perché, ma c'è sempre qualcuno che spende ore della sua giornata a paragonarmi ai nazisti. Prima i difensori degli embrioni, i sostenitori della famiglia tradizionale, i testimoni di Geova... adesso pure i vegani. Ma farsi una vita, no?

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