lunedì 22 aprile 2013

Abbiamo sbagliato

Oggi voglio raccontarvi una storia.
Qualche tempo fa, un mio amico si mise in testa di voler far campagna informazioni contro l'acquisto dei famosi F35. Si trattava di una di quelle raccolte di firme simboliche, in cui si gira per le piazze portando volantini e importunando le persone. Ovviamente tutto organizzato in modo estremamente amatoriale.
Un pomeriggio il mio amico si trova in piazza con 10 volantini di numero, stampati a casa sua, quando passano due ragazzi iscritti ai Giovani Democratici (evoluzione storica, un po' ridicola, della Sinistra Giovanile). Visto lo stato dell'arte, lo prendono un po' in giro ma subito dopo lo prelevano, lo portano di forza in sezione e gli fanno stampare una cinquantina di copie a gratis in modo che almeno potesse darne qualcuna in giro o preparare qualche affissione.

Ecco, questa è l'immagine che ho sempre avuto, e con me tanti altri, del Pd. Gente alla buona. Li conoscevi, sapevi che c'erano tanti palloni gonfiati, tanti che facevano i rivoluzionari per gioco, tanti che facevano politica solo per darsi arie di importanza e parlare dentro a un megafono. Tanti i tromboni, della vecchia guardia, che ti parlavano come se fossi l'ultimo degli scemi e loro dovessero portarti il verbo dell'unico grande partito riformista italiano. Tanti i collusi, anche. Con la vecchia politica, con la corruzione, con la malagestione, con la pratiche italianissime degli amici degli amici, delle raccomandazioni e dei giochi di potere.
Ce n'erano tanti così, però c'erano anche i tizi che quando ti vedevano impegnarti per qualcosa, magari pensavano che eri un coglione, però ti davano una mano. Perché, alla fine, eravate dalla stessa parte. Un po' più in quà, un po' più in là. Sbagliavi te, sbagliavano loro, ma alla fine ci si trovava d'accordo. E alla fine ti fidavi un po' anche del Pd nazionale.
C'era D'Alema, però c'era anche la base del partito. E la base contava. La base era fatta di gente come noi. Mica potevano fare troppo i furbi quelli della dirigenza, perché poi la base gliela faceva pagare cara.

Ok, siamo stati dei coglioni. Ammettiamolo.
Ci siamo sbagliati su tutta la linea. Abbiamo voluto credere, con tutte le nostre forze, che gli errori, le incertezze, i tentennamenti, gli accordi e gli accordicchi con la peggiore destra europea (con l'eccezione di quella ungherese, che in effetti batte pure B.) fossero appunto questo: errori. Anomalie. Deviazioni dal volere della base di cui però avrebbero pagato pegno.
Invece l'errore era nostro. A questa dirigenza Pd non solo non frega un'emerita minchia di quello che vuole la base, cosa che sapevamo già, ma soprattutto non riesce più nemmeno a fingere che gliene freghi qualcosa. Non riesce più nemmeno a fingere di essere di sinistra e le "dimostrazioni di affetto" nei confronti di Barca sono indicative.

Pretendevamo che Grillo facesse un accordo con Bersani supponendo che il Bersani che invocava il cambiamento fosse la vera faccia del Pd. Quella nascosta, offuscata dalla melma informe dei vari Gentiloni e Franceschini e D'Alema. Invece no. Era tutto il contrario e stavolta aveva ragione Grillo.
Lo hanno dimostrato tutti insieme, votando per il Napolitano 2, come se non ne avessimo già avuto abbastanza del primo. E lo hanno fatto tutti, senza distinzioni. Per convenienza, per non spaccare di nuovo il partito, per ossequio alle decisioni comuni, magari qualcuno perché davvero gli piaceva Napolitano.
Non importa. Sono colpevoli. Tutti. Di aver prestato di nuovo il fianco alla peggiore destra d'Europa. E non me ne frega un cazzo delle loro ragioni, dei loro tentennamenti, di D'Alema che conduce il Pd sulla strada sbagliata con i suoi sofisticatissimi raggiri (ma quali poi?). Potevano cambiare le cose e invece hanno scelto di conservare lo status quo. Come se questo status quo fosse l'eldorado invece della merda che è.
Stavolta c'aveva ragione Grillo. 
Del resto si sa, anche gli orologi rotti segnano due volte al giorno l'ora giusta...

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