lunedì 10 giugno 2013

Dio c'è, ora c'ho le prove!

Spiacente, questo non è un post su Ceccherini e Il Ciclone. Semplicemente sono venuti a trovarmi a casa i Testimoni di Geova e, sventurato, ho risposto.
Non che ne avessi l'intenzione. È solo che era appena uscita mia madre, ho sentito suonare il campanello e mi sono detto "si sarà dimenticata qualcosa". Vado ad aprire e mi ritrovo di fronte a una signora cinquantenne e a una bionda (carina fra l'altro, questo è marketing!) con una manciata di opuscoli in mano che mi vogliono parlare di Dio.
Ora, parlare con i testimoni di Geova è sempre interessante. Soprattutto perché hanno un repertorio talmente limitato che sai sempre cosa stai ascoltando. Un po' come il teatro classico. Purtroppo ho un carattere inadatto a chiudere la conversazione con una porta sbattuta in faccia e ho quindi passato una mezz'ora in loro compagnia.
Purtroppo ci sono cose a cui non puoi rispondere in modo sensato, perché escono dai normali binari logici. Nel senso, se una tizia ti dice che gli uomini sono stati creati 6.000 anni fa (4.000 a.C. circa) perché così dice la Bibbia, cosa gli rispondi? Ho provato a citare le prime forme di civiltà agricola cinese del sesto millennio a.C. ma non è servito. E se poi ti dice che gli uomini di Cro-magnon erano scimmie... eh vabbé. Mai vista una scimmia che si dedica alle pitture rupestri, però boh, c'avranno ragione loro.

Quello che però mi ha colpito è la pretesa di poter dimostrare l'esistenza di Dio. Credo che i Testimoni di Geova siano rimasti l'ultimo gruppo religioso del mondo a sostenerlo. Tutti gli altri, chiesa cattolica compresa, da tipo tre secoli lasciano cadere la frase: "è questione di fede", tutte le volte che si entra in argomento. Perché?
Il motivo ha un nome e si chiama Immanuel Kant.
Kant era fondamentalmente un precisino rompicoglioni, tanto che a Könisberg (l'attuale Kaliningrad) regolavano l'orologio sulla sua passeggiata quotidiana. Da quel grandissimo rompiballe che era, a Kant piaceva chiedersi dove e quali fossero i limiti della conoscenza. Ovvero, cosa possiamo definire vero? E quando? E perché?
All'argomento dedicò l'intera sua opera filosofica trovando anche il tempo en passant di smontare millenni di riflessione teologica intorno alla figura di Dio. Come?
Piccolo ripasso di filosofia/lezione per principianti:

Da che mondo è mondo, l'esistenza di Dio viene dibattuta attraverso le tre "prove classiche": ontologica, cosmologica/dinamica; teleologica.
Ontologica: la prova ontologica è probabilmente la più bizzarra, ma allo stesso tempo la più raffinata, e ha trovato la sua formulazione compiuta nel pensiero di Anselmo d'Aosta (o di Canterbury, se preferite la versione inglese) esplicato nel Proslogion (1077-1078). L'argomento ontologico è questo:
Se Dio esiste è perfetto e se è perfetto deve avere tutte le qualità. Poiché l'esistenza è una qualità, Dio che è perfetto esiste. GG wp and stfu noob!!! (questa potrebbe essere un'aggiunta successiva)
Questa dimostrazione può apparirvi bizzarra ma vi assicuro che non lo è stata affatto per secoli, tanto da essere citata in moltissimi trattati ed argomentazioni filosofiche. Fino a Kant che risolse tutto con il magnifico esempio dei 100 talleri. Se un tizio ha 100 talleri nella tasca destra, potrà benissimo immaginare di averne altri 100 nella tasca sinistra. Ne conoscerà la forma, il peso, le dimensioni, le sensazioni che danno al tatto, l'odore, il colore ecc. Inoltre i 100 talleri a destra avranno la qualità dell'esistenza, visto che esistono. Nella mente, l'idea dei 100 talleri nella tasca sinistra non sarà in niente meno che perfetta dei 100 della tasca destra. I 100 talleri a sinistra saranno pensati esattamente con tutte le qualità dei 100 a destra, compresa l'esistenza. Tuttavia i 100 talleri di destra esistono, quelli di sinistra no. Cosa se ne deduce? Che l'esistenza non è una qualità attribuibile, bensì una realtà empirica.
Puoi immaginarti un cavallo verde, ma poi devi andare a vedere se il cavallo verde esiste davvero(1).

Esempio di cavallo verde con in groppa un asino
Molti pensatori successivi hanno tentato di smontare la dimostrazione di Kant (Schelling tanto per dirne uno), senza però riuscire a ristabilire lo status quo. La mossa più semplice era dire che l'idea dei 100 talleri, al contrario di quella di Dio, non era perfetta. E che quindi i 100 talleri immaginari non avevano la qualità dell'esistenza, non essendo perfetti. Tuttavia ormai il dado era tratto e nessuno è più riuscito a convincersi fino in fondo che "esistenza" sia una qualità al pari di "buono", "alto" o "generoso".
Cosmologica/dinamica: vecchissima, affonda le sue radici nel pensiero di Aristotele e venne riattualizzata, in Europa, dalle Cinque Vie di San Tommaso d'Aquino.
Ogni cosa che esiste al mondo è stata creata da qualcun altro o da qualcos'altro. Ma se ogni effetto ha una causa, deve esistere una causa prima che abbia portato tutto il resto. La causa prima non può che essere Dio.
Principio che può essere riformulato anche in senso dinamico, dicendo che ogni cosa che si muove è stata mossa da qualcos'altro. Deve quindi esistere un "motore immobile" che causi tutto il movimento.
Si tratta dalla prova più semplice e apparentemente fondata. Tanto che i suddetti Testimoni di Geova la utilizzano senza timore.
Peccato che non abbia senso, su base logica. Perché?
Perché pone all'inizio un postulato, ovvero: "ogni cosa esistente, al mondo, è stata creata da qualcos'altro". Solo che poi introduci un secondo elemento che contraddice il postulato, ovvero Dio. Se Dio esiste e fa parte del mondo, come può sfuggire al postulato iniziale? Dovremmo quindi chiederci "chi ha creato Dio?". Se invece Dio non fa parte del mondo, come fai a dare per scontato che rientri nel processo di causa ed effetto? Si tratta di un ragionamento a due corna: o Dio è causa interna al sistema ed è quindi a sua volta causato da qualcosa o Dio è esterno al sistema e non puoi quindi dimostrare che c'entri qualcosa con il sistema stesso.
Si tratta di un passaggio dal piano fisico-fenomenico a quello metafisico che non può essere logicamente giustificato. In pratica si tratta di attribuire ad un effetto nel mondo fisico, una causa appartenente a un altro mondo. Solo che a) non puoi garantire che il principio di causa-effetto si estenda anche nel mondo metafisico e b) non puoi spiegare logicamente perché, se una tale causa esistesse, quella causa dovrebbe essere proprio Dio.
Se dal mondo delle idee puoi passare liberamente a quello fenomenico, perché a causare tutto dovrebbe essere proprio Dio? Magari all'origine dell'universo c'è un cavolfiore o un mobiletto da camera o Moana Pozzi. 
Possibile origine dell'Universo
La verità è che non puoi mettere Dio all'origine di tutto senza uscire dalla logica su cui hai basato il ragionamento, cosa che inficia il ragionamento stesso. Motivo per cui la Chiesa ha smesso di citare la prova cosmologica da qualche secolo.
Teleologica: declinata in varie maniere e ancora oggi molto in voga, tira in ballo la "perfezione" della natura. Si tratta del classico discorso dell'orologio di Cartesio. Se in spiaggia trovo un sasso posso pensare che sia stato creato per caso, ma se trovo un orologio devo per forza dedurne l'esistenza di un orologiaio. Discorso che può essere applicato a praticamente qualunque cosa, dalla forma del corpo, all'interazione delle forze nell'universo, al movimento del pianeti ecc. Esempio:
L'universo è ordinato in modo estremamente preciso e risponde a regole di precisione e perfezione assoluta. E' impossibile che tutto ciò si sia formato per caso, quindi occorre che sia stato creato da una mente intelligente. Quindi da Dio.
La risposta è scontata. L'universo appare perfettamente regolato a noi perché ci viviamo dentro. Si tratta di un ragionamento ex-post. Lodare Dio perché ha avuto la bellissima idea di inventare aria respirabile composta dal 20% di ossigeno e dal 70% di azoto è un tantino troppo semplice se senza quella composizione atmosferica sei destinato a schiattare. Il movimento dei pianeti ci appare perfettamente regolato perché, se la gravità fosse diversa, col cavolo che la nostra razza si sarebbe potuta evolvere sul pianeta, sarebbe crepata per le temperature inadatte alla vita. Tuttavia è difficile pensare che l'universo "non funzionerebbe" lo stesso se le leggi che lo regolano fossero un po' diverse. Sarebbe un universo in cui non esiste la vita umana, ma a chi fregherebbe qualcosa? Certamente non ai triceratopi di piombo respiranti anidride carbonica e elio, adoratori del Raptor Jesus di alluminio, che dominerebbero il pianeta.

Dio nel mondo parallelo...
Ne consegue che non siamo in grado di giudicare "quanto" l'universo sia ordinato. In realtà potrebbe anche essere disordinatissimo ma noi lo preferiremmo comunque così perché altrimenti non potremmo vivere.
Del resto, se anche esistesse un'intelligenza che ha ordinato l'esistente adattandolo ai nostri bisogni, niente implica che sia anche un creatore. Quando un tizio fabbrica un orologio non crea niente. Prende metalli e legno già esistenti e li mette insieme. Non esiste quindi alcuna analogia tra l'idea dell'orologiaio e quella di Dio. Al massimo potrebbe esistere con quella di Demiurgo.

Cari Testimoni, prendete ad esempio i vostri cugini cattolici e date retta a Kant. Non esistono prove dell'esistenza di Dio. Esiste solo la fede. Uno o ce l'ha o non ce l'ha. Quindi, se bussate a casa di qualcuno e quello vi dice "sono ateo, cazzo", non ci potete fare niente. Non ha fede. Evitate di tornare sabato prossimo, per favore.

(1) Del resto, se i tizi della meccanica quantistica hanno ragione e ci sono infiniti universi paralleli, è indubbio che da qualche parte esisterà in effetti un cavallo verde. Quindi certamente da qualche parte esisterà anche un Dio. Bisogna però vedere se quell'universo è proprio il nostro oppure no. In pratica siamo al punto di partenza...

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