sabato 12 gennaio 2013

Il dito

L'altra sera non ho potuto seguire il confronto del secolo BerlusconiVsRestoDelMondo da Santoro. D'altra parte, le sole ragioni per vederlo, che poi sono anche le ragioni per cui è stato seguito dal 99% degli spettatori, erano:
a) l'inevitabile lite con Santoro;
b) la reazione di B. a Travaglio;
c) la reazione di Travaglio a B.
Una ventina di minuti in tutto che ho potuto ampiamente recuperare grazie a youtube.


Per il resto è evidente il motivo per cui B. è andato da Santoro. Più che coraggio, io la chiamerei disperazione. Sa molto bene che ormai neanche un marziano capitato per caso sulla Terra darebbe ascolto ad una eventuale pretesa di avere un serio programma di governo. L'unica cosa che può fare è buttarla in caciara, sperando che la % di italiani che voterebbero perfino una scimmia se l'alternativa fosse, non dico Bersani, ma un governo simil-presentabile di centro destra, perché ovviamente senza le buffonate del Cavaliere avrebbero una crisi di identità, sia ancora sufficiente a dargli un qualche ruolo di interdizione al Senato.
E' una di quelle operazioni nostalgia. Tipo quando fanno le maratone dei migliori episodi di Star Trek o il Concerto di Natale a Vienna o il pranzo in famiglia per la Santa Pasqua. E quale luogo migliore per richiamare i fedeli del Povero Ilvio, del complotto tedesco, de "la mafia non esiste, la vera mafia è a Roma", del "fanculo la scuola basta che mi compra Pato", del salotto nemico di Santoro?

Ovviamente tutta la faccenda non sposterà un solo voto, né a destra né a sinistra. Andrà semplicemente a vantaggio di B. richiamando alle urne quella parte del suo elettorato che potrebbe anche trovarlo a letto con la moglie o nella camera dei figli con un coltello da macellaio in mano, senza che questo infici la loro irremovibile decisione di votarlo.
Perché non c'entra nulla con la politica. E' una questione di tifo. Hanno deciso che B. è in squadra con loro e quindi fottenasega se non segna. La squadra del cuore mica si abbandona.

In tutto questo c'è il dito. Francamente è la cosa che mi ha spaventato di più. Perché alle stronzate di B. siamo tutti abituati ma, sul serio, non posso credere che per leggere il suo foglietto di accuse contro Travaglio  avesse bisogno di seguire il rigo con il dito.
Da quanti anni ci ammorbano con questa storia del "grande comunicatore"? Quello che lancia i messaggi. Quello con il senso della scena. Quello con il linguaggio del corpo del vincente.
Da quando i grandi comunicatori leggono come gli scolari di quinta elementare?

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