giovedì 2 agosto 2012

Lacrime

Mi ricordo quando la Fornero si mise a piangere per la riforma delle pensioni. Un buon 80% di quelli che conosco (mia madre compresa) si intenerirono: "ha avuto un momento di commozione... CHECCARINAAAA!" Il restante 20% si incazzò a bestia: "prima ci manda in pensione a 65 anni e poi si mette pure a piangere".
Il 5% di quel 20% aggiunse "quella zoccola" dopo "piangere" ma vabbé. I maschilisti esistono da sempre e a volte sono anche donne.
Io invece tenni una posizione mediana. L'incazzatura c'era ma predominava una generale sensazione di WTF?
Sarò stato educato male ma quelle lacrime, prima ancora che ipocrite, mi sembrarono semplicemente fuori posto. Perché è una questione di serietà. Io ti mando a fare un lavoro, tu mi dici che mi devi salassare per farlo. Posso essere d'accordo o meno, ma devi avere almeno il buon gusto di esporre le tue soluzioni in modo pacato (come direbbe Walter) e razionale. Se ti metti a piangere, sposti tutto il discorso sul piano emotivo e da un membro del governo, soprattutto se tecnico, mi aspetto altro.
Oggi la Fornero torna sul luogo del delitto:


Dire che chi la critica lo fa perché è una donna è esattamente la stessa cosa del mettersi a piangere. Semplicemente non c'entra nulla con il discorso e anche se fosse vero, dovrebbe essere l'ultima delle sue preoccupazioni. La prima dovrebbe essere quella di rispondere alle critiche in modo razionale.
E dirò di più, questo vittimismo non fa assolutamente bene all'immagine della donna nel nostro paese. Già siamo un popolo naturalmente portato a vedere le donne in modo non del tutto proprio del 21° secolo, ma se anche quelle che ottengono posizioni di potere, come prima cosa, si mettono a confermare stereotipi random come "abbiamo la commozione facile" e "aiutatemi mi dicono le brutte cose perché sono una fanciulla indifesa" allora non ne usciamo più.
Vi immaginate una Merkel che si lamenta con i giornalisti di essere attaccata perché donna? Oppure che si mette a piangere durante una conferenza stampa?
E non si tratta, come accusa il fronte femminista, di volere "omogeneizzare la donna" ai criteri di comportamento maschili. Né di "accettare solo le donne con le palle". Si tratta di rendersi conto del contesto in cui ci si trova e del comportarsi di conseguenza. Sinceramente, se Passera annunciando una nuova tassa per gli industriali si mettesse a piangere o chiedesse di smetterla di criticarlo perché gli ricorda quando da piccolo lo prendevano per il culo per il suo cognome, voi come reagireste? Io lo manderei affanculo, perché non ti ho mandato lassù per raccontarmi i tuoi problemi psicologici. Ti ho mandato lassù per risolvere i miei problemi o almeno per vedere come limitare le perdite. Poi se i tuoi colleghi/nemici/contestatori ti fanno mobbing perché sei un uomo sulla sessantina pelato o perché hai la vagina al posto del pene, francamente sono cazzi tuoi.
Qui non si tratta di volere solo donne con le palle, si tratta di volere coraggio e responsabilità da chi ci rappresenta. E nascondersi dietro al "sono donna" non è una dimostrazione di coraggio. Faccia il ministro, signora Fornero. Non pianga!

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