martedì 28 luglio 2015

Battaglie utili: cookies e rotture di palle

Come dovreste aver notato, da oggi anche questo blog è in regola con la normativa europea sui cookies. Evviva evviva evviva.


Per chi non lo sapesse, i cookies sono file di piccole dimensioni che il vostro pc scarica in automatico quando visitate i siti internet. Si dividono, a grandissime linee, in due tipi: quelli tecnici e quelli di profilazione. I tecnici servono per visualizzare in modo corretto alcune funzioni (tipo entrate nell'homebanking e non riuscite a visualizzare l'estratto conto a scomparsa: colpa dei cookies), quelli di profilazione per, indovinate un po'?, per tracciare il vostro profilo di utente.

Ve lo dico con parole più semplici: Google vi spia. Ok? Avete presente che quando cercate certe cose a casa, su google, trovate alcuni risultati e se poi lo fate sul pc di lavoro ve ne escono altre, o magari le stesse ma in ordine diverso? E avete presente che se usate lo stesso pc per molto tempo, a lavoro, alla fine i risultati di uno tendono ad assomigliare a quello dell'altro? Ok. Google (ma pure un casino di altra gente eh) raccoglie info su di voi e tende a farsi un'idea delle roba che vi piace.
In teoria è una cosa buona (le possibilità di trovare risultati utili si accresce) che ha un evidente svantaggio: la vostra navigazione cessa di essere anonima. Ergo possono usare le info per mandarvi pubblicità.

Bene. Questa cosa l'abbiamo sempre saputa (o almeno la sapevano per forza quelli che cancellavano i file temporanei dei browser quando ancora non esisteva la funzione "cancella cronologia") e ci abbiamo sempre convissuto. Sapevamo di poter nascondere ai nostri genitori quali siti porno visitavamo ma che, un giorno non lontano, Larry Page e Sergey Brin si sarebbero presentati al nostro portone, con la nostra cronologia stampata, pronti a ricattarci. Ed era ok. Ci convivevamo. Era dura ma la possibilità di accedere a tutte le informazioni e alle infinite possibilità di apprendimento garantite dalla rete al porno ci faceva passare sopra a questo dettaglio. Poi un gruppo di cacacazzi random ha deciso di alzare il ditino e dire le fatidiche parole: "ma voi non avete mica il diritto di raccogliere informazioni personali senza avere il mio consenso!"

Che si sa, il consenso informato è necessario. Immediatamente si è riunito un consiglio straordinario di eminenti saggi composto da l'Unione Europea rappresentata dal Principe delle Tenebre, un Garante a caso, probabilmente Godzilla, Re Artù, He-Man e Gargamella che ha convenuto che: cavolo, avevano ragione. Quindi da adesso tutti i siti che raccoglievano info sugli utenti avrebbero dovuto mettere un avviso gigante per dire a tutti che lo stavano facendo.

In altre parole, adesso Google/tutti gli altri continuano a spiarvi e in più vi beccate anche una megascritta in mezzo allo schermo che tutte le volte dovete togliere. Cosa trascurabile se navigate da pc ma particolarmente fastidiosa che siete su mobile.

Morale: prima di incominciare una battaglia ideale di qualsiasi tipo, per prima cosa preoccupatevi dell'eventuale vittoria. 

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