venerdì 5 settembre 2014

Recensire cose che il resto del mondo ha già visto da anni: Hunger Games

Se passate su internet una discreta parte della vostra giornata, l'apparizione improvvisa di una recensione di Hunger Games non può non avervi suscitato un sorrisetto malizioso. Non starò a spiegare il perché per tutti gli altri (JL+4chan) e vi risponderò un deciso: "no, non è quello il motivo".
Ok, in parte. Semplicemente ho sempre ignorato i libri della serie HG, nonché i film e il mondo che gli sta attorno, come una bimbominkiata senza né arte né parte. Tuttavia i recenti avvenimenti hanno portato alla luce una verità da me sempre ignorata: la protagonista era proprio la Jennifer Lawrence che avevo tanto apprezzato qui. Evidentemente c'era una falla nel mio sapere che andava colmata subito. Quindi mi sono scafatto prestare il dvd del primo film.

A che serve tirar frecce quando la gente ti muore attorno da sola? (ndr.)
Quindi, giudizio in breve... è effettivamente una bimbominkiata di proporzioni cosmiche. Per fortuna che il mio sesto senso non sbaglia mai in questi casi. Seguono approfondimenti in cui vorrei spoilerare in modo pesante, quindi se ancora non lo avete visto e vi interessa, vi conviene guardarlo e poi tornare qui, che ne parliamo assieme.


Fatto?

Ok.

La trama: once upon a time, in un mondo del futuro in cui la gente va a caccia con arco e frecce ma alcuni hanno le astronavi, esiste uno stato dispotico, che si estende non si sa bene né come né dove, che ha nella sua periferia 12 distretti. Da alcuni indizi sparsi quà e là, sembra di capire che i distretti in questione siano ricchi di materie prime e di gente che lavora, mentre al centro dell'[impero/mondo/stato inserire il termine preferito] ci sia solo gente che sostanzialmente non fa un cazzo se non curare i giardini e guardare la televisione. Probabilmente per questo motivo, ottant'anni prima i fatti della nostra storia (o giù di lì), i distretti si erano ribellati solo per essere sconfitti dopo una lunga guerra. Decisi a umiliare gli sconfitti, lo Stato centrale creò gli Hunger Games: ogni anno 24 ragazzi fra i 12 e i 18 anni, due sorteggiati in ogni distretto, si sarebbero sfidati in una gara di sopravvivenza in un bosco semivirtuale per la gioia di tutti gli altri cittadini teledipendenti. Ne doveva sopravvivere solo uno.
Solo che dopo 74 anni arriva Katniss Everdeen (JL) e tutto va in merda.

Quanto fa cagare: in una scala da 1 a 10, gli darei un 4. Tranquillamente e senza rimorsi.

Perché: andiamo per punti

  • Plot - di questo immagino dovremmo dare la colpa al libro. Seriamente, spesso ci sono film con trame non esattamente brillanti, con carenze vistose, che riescono comunque a tenersi su affastellando eventi e colpi di scena continui che tengono alta la tensione dello spettatore nonostante il WTF? sia dietro l'angolo. Ma per fare una cosa così brutta e abborracciata bisogna seriamente impegnarsi. Voglio dire: hai una ragazza neanche maggiorenne che prende il posto della sorella in una sfida quasi sicuramente mortale. In più, durante il film, diventa amica/quasi si innamora dell'altro tizio del suo distretto, consapevole che solo uno dei due potrà tornare a casa vivo. Hai un intero stato corrotto da denunciare. Storie drammatiche di ragazzini addestrati fin dall'infanzia a uccidere. In teoria ci dovrebbe essere materiale per tenermi sveglio in abbondanza e invece, niente. Proprio niente. Nemmeno un filo di tensione. Se all'inizio del film avessero messo in mano a Katniss un cartello con scritto "sono la protagonista e non posso morire", almeno avrebbero messo nero su bianco l'evidenza. Il mondo semplicemente si aggiusta intorno a lei come e quando ne ha bisogno, senza praticamente necessità di un suo intervento.
    1. Nonostante faccia del suo meglio per rendersi antipatica a tutti, tutti si prodigano per aiutarla in ogni modo. Vestiti che sprigionano fiamme, sponsor che piovono dal nulla nonostante il capo dei capi (un tizio con la barba bianca che potrebbe essere l'architetto di Matrix) metta subito in chiaro che quella là proprio non gli piace, hype nei suoi confronti assolutamente ingiustificato. Mah.
    2. Agli organizzatori non piace: se ne sta in disparte, non vuole partecipare, aizza il popolo dei distretti alla rivolta, non da spettacolo (cavolo gli devono incendiare la foresta alle spalle per farla muovere) eppure il suo "manager" riesce ad avere tutto quello che vuole, quando lo vuole. Per lei cambiano le regole di un torneo immutate da 74 anni, annunciando che se i due prescelti dello stesso distretto sopravvivono insieme possono tornarsene a casa, poi cambiano idea e poi la ricambiano di nuovo quando Kat e Peeta (mai nome è stato più infelice) decidono di suicidarsi con delle bacca velenose perché se muoiono entrambi si rovina lo spettacolo. Ed è una cosa totalmente insensata. Innanzitutto, la prima volta decidono di dargli la speranza di salvarsi, perché sembra che senza quell'annuncio i distretti si rivolterebbero al potere centrale. Subito dopo, gli viene in mente che se però uno dei due uccide l'altro poi non potrebbe essere un eroe quindi non potrebbe far ribellare nessuno. Perché ovviamente un tizio che dice in diretta alla donna che ama "uccidimi e salvati" non può diventare un martire. Invece due che si suicidano sì e poi non farebbe spettacolo. Capito Shakespeare? I protagonisti che muoiono non fanno spettacolo: alla faccia tua! NO SENSE
    3. Era dai tempi di Smallville che non vedevo così tante persone morire attorno al protagonista, senza che questo sia coinvolto in alcun modo nella loro morte. Facciamo un elenco veloce: la gang del cattivo ammazza circa metà dei partecipanti. Uno viene sbranato dai mastini. Una dalle vespe velenose. Una bambina che l'aiuta viene ammazzata da un ragazzo sbucato fuori dal nulla che nessuno aveva notato prima e di cui nessuno nota l'assenza dopo. Quello sbranato dai mastini ne ammazza una che stava per ammazzare lei. Il capo dei cattivi viene ammazzato ancora dai mastini. Una ragazza sfuggente e abile nella sopravvivenza, viene uccisa dalle bacche velenose che Peeta stava raccogliendo e che aveva lasciato in bella vista sul terreno. L'unica persona che effettivamente viene uccisa da Kat è il tizio che ammazza la bambina. E quindi? Boh.
    In mezzo a tutto questo, la cosa veramente tremenda per una qualsiasi storia con una qualche premessa di serietà, è l'immutabilità dei personaggi. Peeta, di fronte a una finestra, annuncia coraggiosamente che "non vuole che gli HG" lo cambino. Il problema è che quella che doveva essere una frase drammatica destinata ad infrangersi con la dura realtà è invece il perno del film. Veramente questi due tizi affrontano una gara mortale in cui "non cambiano". La protagonista si vede cadere addosso il mondo ma di fatto "non è costretta a fare niente che cambi il suo carattere o le sue convinzioni". La gente gli muore attorno, il ragazzo che ama, forse che sì forse che no, si salva, le ferite gli vengono sanate, il cattivo muore. Tutto finisce esattamente come doveva finire e il bene ha trionfato. Ora, non mi aspetto che Martin sia il modello di riferimento per ogni opera fantasy/fantascienza, però perfino nel telefilm di Hercules la gente veniva ferita ogni tanto e c'erano delle conseguenze. Qui no. Ogni 10 minuti si passa lo straccio e tutto torna allo status quo originario.

  • Gli attori: dire che mi hanno fatto schifo tutti non sarebbe professionale. Quindi ho approntato una classifica dei cinque peggiori:
Jennifer Lawrence nel ruolo di Kat - primo posto meritatissimo per la nostra protagonista. Dove sia finita la stupenda attrice che aveva illuminato Il lato positivo non saprei proprio. Lost in action. La fotografia qui di fianco è sovrapponibile per l'intero film. Inespressiva a livelli tali che Sylvester Stallone in confronto è un caleidoscopio di emozioni. Terribilmente piatta (e per fortuna non parlo delle tette), monocorde, recita le battute come se stesse aspettando la cena. Riesce a essere credibile solo in un paio di scatti di rabbia: quando fa finta di infilzare la mano del mentore sul treno e quando scaglia la freccia contro il palco. Btw la scena più telefonata vista quest'anno. Mancava solo che qualcuno si mettesse una mela in testa per rendere più chiaro dove volessero andare a parare. Premio al valore per la scena in cui muore la bambina. Tralasciando il fatto che uno si metta a raccogliere fiori per l'ucciso dopo aver provocato un'esplosione immane a 100 metri di distanza, tralasciando il fatto che nessuno del gruppo dei cattivi sembri preoccuparsi di dare la caccia alla tizia che gli ha appena fatto perdere le scorte di cibo, armi e medicine... ma quanto cavolo è finto quel pianto sul corpo della bambina? "Contorcerò la faccia e mi metterò le mani nei capelli", wow Oscar now pls!

Lenny Kravitz nel ruolo di Cinna - chi cavolo è? Me lo sono domandato praticamente per l'intero film. Fa lo stilista, ok. Prepara il vestito con le fiamme finte che escono dalla schiena per impressionare tutti. Incoraggia la nostra protagonista per tutto il film e esprime opinioni piene di comprensione e fiducia nei suoi confronti quando il resto del cast l'attacca. Rimane però un problema essenziale, ovvero: chi cavolo è?
Le probabilità sono due: o mi sono addormentato a inizio film e mi sono perso tutte le scene in cui spiegavano chi fosse, quale fosse la sua funzione e perché fosse importante per la trama, oppure è proprio il personaggio che non ha un senso. Il WTF? più grosso del film.

Terzo posto per Wes Bentley nel ruolo di Seneca Crane - in parte non è colpa sua, bisogna riconoscerlo. Ci vorrebbe il migliore attore del mondo per rendere credibili le svolte psicologiche e le decisioni prese "ad cazzum" del suo personaggio. Il fatto che non sia il migliore attore del mondo è però fin troppo visibile. Riesce ad uscirne mostrandosi sempre incerto e indeciso. Solo che non si capisce bene se lo fa perché è il carattere del personaggio da interpretare o perché si è proprio perso nella sceneggiatura.

Alexander Ludwig nel ruolo di Cato - lo capisco eh. Le indicazioni dalla regia devono essere state all'incirca: "agita la spada!" "fai vedere i bicipiti" "fammi la faccia arrabbiata dai" "urla più forte!!" Dare un carattere a una sagoma di cartone con scritto "cattivo" sopra non è facilissimo. E pensare che di materiale ce n'era. Immaginatevi un tizio di 17 anni, addestrato fin dall'infanzia a uccidere, anche i propri compagni, con l'unico scopo di portare un po' di gloria al suo distretto. Immaginatevi la tensione, la dicotomia buono-cattivo, il "non sono nato così, mi hanno fatto diventare così". Immaginatevi tutte le possibilità di evidenziare quanto l'educazione influisca sul carattere e quanto sia disperato e tragico il destino di un ragazzo prescelto, forgiato e destinato a vincere o morire. Condannato a morte dalla nascita con un unica possibilità su ventiquattro di sopravvivere. Immaginatevi tutto questo. Fatto? Ok. Nel film non c'è niente. Appunto, siete costretti a immaginarvelo. E nell'unico monologo che gli fanno fare il povero Alex non riesce a dar prova di sé. E' colpa sua? Mah, di certo la tizia che lanciava i coltelli e sembrava una sadica spietata era più credibile.

 Josh Hutcherson nel ruolo di Peeta Mellark - anche qui la simpatia si spreca. Anche solo per il fatto di doversi far chiamare Peeta per un intero film. In ogni caso, se dovessi scegliere fra lui e la tizia dei coltelli di cui sopra, la tizia dei coltelli vincerebbe di nuovo a mani basse. È incredibile come avendo praticamente un terzo del film incentrato su di lui e sul suo "vorrei ma non posso" non riesca a strappare un minimo di empatia. Francamente, nell'ultima scena se Kat gli avesse detto "ok, muori solo tu allora" e gli avesse piantato una freccia nel petto... probabilmente mi avrebbe fatto un effetto migliore. Il fatto che si salvi non mi ha fatto né caldo né freddo e se succede questo dopo che ti ho guardato fare cose per due ore di fila, forse non sei stato esattamente il massimo.

  • Si salvano da questo disastro:  
- Stanley Tucci (ci ho messo 20 minuti a capire chi era sotto tutto quel trucco)
- Liam Hemsworth, nel ruolo del "miglior amico/love interest che ci rimane male quando la vede tornare con un altro". Mai visto né sentito prima ma riesce ad essere più espressivo lui in 3 minuti e mezzo di film che il povero Peeta in 2 ore. E il suo era un altro dei personaggi che poteva essere interessante da sviluppare ma lo stilista aveva la precedenza. Mah.
- Donald Sutherland, nel ruolo del Presidente Snow. A inizio film gli hanno dato solo un'indicazione: "fai il saggio e cerca di far capire che consideri degli idioti tutti quelli che ti circondano". Vabbé era facile però.





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