sabato 6 settembre 2014

I ragazzi morti e la gente che confonde il pesce col cazzo

Parlare di un fatto come quello di Napoli è sempre difficile. Qualunque cosa dici sicuramente sbagli e la tentazione sarebbe quella di non dire niente. Da una parte perché un diciassettenne ammazzato mentre andava in motorino non è certo un punto luminoso nella storia delle nostre forze dell'ordine (e non è che di punti luminosi ce ne siano a dozzine eh), dall'altra perché dire "non si può sparare alla gente così" è tremendamente facile, a casa propria, con il culo al caldo e una tazzina di caffè posata a fianco della tastiera.
Quello che però non posso sopportare è la folla dei miei "compagni?" che nella solita esaltazione da fuck the police! si affretta a mettere questo episodio nel già ampio faldone con foto d'archivio denominato "brutalità delle forze dell'ordine in Italia dal 1945 a oggi". Ho sentito gente paragonare Davide Bifolco a Carlo Giuliani e la pallottola esplosa dal carabiniere alla Scuola Diaz.
Nel bene e nel male eh. C'è gente che dice "stronzi avete ammazzato un altro dei nostri come Carlo" e altra gente che grida "hanno fatto bene, come con quell'altro terrorista di Giuliani".
Giusto per far vedere come in Italia, non importa quale sia l'argomento, ma le persone che non capiscono un cazzo di schierano sempre, infallibilmente, su due fronti nettamente contrapposti. Combattendo una guerra che solo loro capiscono perché solo loro riescono a concepirla.

Da una parte un tizio che, a una manifestazione politica, si scontrava con le forze dell'ordine. Dall'altra uno che andava con un latitante sul motorino ed è scappato a un posto di blocco. Diciamolo in modo chiaro e semplice, comprensibile a tutti: non c'entrano un emerito cazzo l'uno con l'altro. E non vogliamo nemmeno dire quello era meglio o quello era peggio: semplicemente, sono due cose diverse. Ancora più lontana è la storia della gente alla Diaz. In quel caso, degli agenti entrarono in una scuola piena di gente addormentata e inerme, massacrando di botte chiunque vedessero. Quindi presero tutti quelli non feriti in modo abbastanza grave da aver bisogno dell'ospedale e li portarono in una caserma vicina per torturarli ulteriormente. La Diaz è stata definita "la più grave violazione dei diritti umani verificatasi in occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale". Dubito che qualcuno definirà mai nello stesso modo gli eventi di Napoli.

Ancora, come ultima riflessione, vorrei citare un aneddoto di mio padre. Circa una quindicina di anni fa, viaggiava sulla strada per il paese vicino. Mio padre ha lavorato in fabbrica per tutta la vita ed è stato sempre un pendolare. Quindi tutte le mattine prendeva la macchina, quasi sempre un utilitaria Fiat, e raggiungeva il posto di lavoro. Sempre in anticipo di 10 minuti sull'inizio dell'orario, in modo che nessuno potesse avere da ridere se all'ora esatta di chiusura del turno timbrava il cartellino e andava a casa.
Quindici anni fa, dicevo, in macchina, viaggiava verso il paese vicino. Il sonno, pensieri vari, la distrazione, chissà, non si accorge della macchina della polizia ferma sul lato della strada e della paletta che sventola. Per diversi anni mi sono chiesto come cavolo avesse fatto a non vedere un tizio in uniforme che ti fa segno di fermarti, poi ho capito tutto improvvisamente, in una mattina di novembre, quando, ancora con il foglio rosa, feci impallidire mia madre perché non vidi una macchina della polizia (magari non la stessa, era passato diverso tempo) con l'agente che sventolava la paletta e rischiai di uscire di strada quando mi gridò di fermarmi.
Insomma, mio padre non vide la paletta e tirò dritto. Se ne accorse solo quando uno dei tre agenti, ancora dentro la macchina, suonò il clacson. Accostata la macchina poco più avanti, venne affiancato da due poliziotti. Uno lo conosceva (era un compaesano) e scuotendo la testa gli disse te sei fortunato che ti ho riconosciuto, perché se eri un altro ti si sparava.
E il poliziotto accanto aveva un mitra a tracolla.
Questo è l'aneddoto familiare. Farebbe bene a tutti tenerlo a mente, così come sapere che è ancora in vigore [trasmigrata nella legge Pisanu del 2005 ndr] la legge Reale del 1975, in base alla quale, se non vi fermate a un posto di blocco, i carabinieri sono autorizzati a spararvi. Non a uccidervi eh. Quello no. Sono autorizzati a usare le armi d'ordinanza per fermarvi, quindi in teoria dovrebbero sparare alle gomme. Però lo sapete cosa succede in Italia. I proiettili seguono spesso traiettorie stranissime e finiscono per colpire le persone perfino quando sono sparati in aria. Proiettili intelligenti.

La morale della storia è che le cose brutte accadono. L'altra morale è che se scherzi con gente armata, le possibilità che ti sparino dietro aumentano in maniera esponenziale. A volte non succede. A volte è una bella mattina, i carabinieri sono di buon umore, uno ti conosce, la strada è tranquilla, tutti sono sereni e si limitano a darti del cretino e a farti cagare addosso facendoti vedere il mitra. A volte sono le tre di notte, in un quartiere di Napoli, sei sul motorino con un latitante e il carabiniere spara. E ti ammazza.
Ricordiamocelo questo: le armi sono fatte per ammazzare la gente. Non sono un simpatico gadget delle forze dell'ordine: servono proprio ad ammazzare la gente.
Vale la pena fare i cretini con gente armata? Forse sì. A volte. Magari ti ritrovi in un contesto in cui pensi di lottare per un mondo migliore e allora puoi anche accettare l'idea di farti sparare addosso. Ma per andare in giro in motorino in tre?
Ne vale la pena?

Cosa ne penso di tutta questa storia?
1) Carlo Giuliani e il G8 di Genova non c'entrano un cazzo.
2) shit happens, specialmente quando scappi da gente armata.

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