martedì 10 giugno 2014

Sulla questione Spinelli

L'affaire Spinelli è uno di quei tipici casi che rendono la sinistra radicale così invisa al grande pubblico. Richiede infatti, sia nei protagonisti sia in chi la segue, una dose di sadomasochismo e seghe mentali tanto elevata da essere semplicemente inavvicinabile da chi assume come normale giornale di riferimento La Gazzetta dello Sport.
Riassumo in poche parole per chi non è del campo:
fase 1) ci sono le elezioni europee, si forma la lista Tsipras "per portare una voce di sinistra in Europa" (cit.) e Barbara Spinelli si candida nella cirscoscrizione del Centro Italia;
fase 2) in seguito a non si sa bene quali accordi interni, la Spinelli annuncia però che la sua è una candidatura solo di facciata e che, nel caso fosse stata eletta, avrebbe rinunciato a favore del secondo in lista;
fase 3) la Spinelli viene eletta con un mare di preferenze e il 50% di quelli che l'hanno votata scopre che in realtà aveva detto che si dimetteva;
fase 4) la Spinelli decide di non dimettersi e di andare comunque in Europa, forse in seguito a qualche centinaio di lettere di cittadini non troppo felici di aver dato il proprio voto per ritrovarsi poi uno sconosciuto, forse perché gli promettono il posto di vicepresidente del gruppo di sinistra in Europa;
fase 5) tal Marco Furfaro (da ricercare sul web alla voce "chiccazzè?") scrive una lettera di protesta e rilascia interviste accusando la Barbara di non "essere stata ai patti" e di non essersi dimessa lasciando il posto a lui, che era arrivato secondo.
Ne risulta una situazione in cui, incredibilmente, nessuno riesce a fare una bella figura, nemmeno di striscio.


La Spinelli avrebbe fatto una figuraccia a prescindere. Chiunque non avesse sentito, in campagna elettorale, la sua promessa di dimettersi, si sarebbe giustamente sentito tradito dal suo abbandono. Del resto l'usanza del presentare figure di spicco come vetrina per poi far passare altri non è nuova nel mondo politico italiano e (ai tempi) era una di quelle cose per cui prendevamo per il culo Berlusconi. Nessuno si ricorda più il "lol si candida per posti in cui non metterà mai piede... lol"... ecco, oggi lo fanno i nostri. Contenti?
Tuttavia quella figuraccia specifica era almeno parzialmente giustificata dalla clausola, inserita nel codice dei comportamenti sociali della terza elementare, "io l'avevo detto". In base alla quale, a chiunque si lamentasse di aver dato una preferenza inutile (compresa mia madre) si poteva rispondere "oh, lei l'aveva detto, se non sei stata attenta cazzi tuoi".
Adesso è invece riuscita a:
  • fare la figura dell'ipocrita
  • far incazzare quelli che la sostenevano
  • mandare in vacca una campagna elettorale in cui tutti avevano dovuto spiegare che si ritirava mentre invece poi ci va davvero.
Insomma, praticamente una condizione di lose-lose: non fai vetrina per il movimento perché tutti sanno che ti dimetti appena eletta e poi non ti dimetti facendo fare pure la figura dei coglioni a quelli che ti sostenevano. Magari, dico "magari" se stava zitta prendeva qualche voto in più.

Quelli che invece potevano uscirne bene erano Marco Furfaro e Sel. Cioè, guardiamo in faccia la realtà... Sel a livello nazionale ha il 2 e qualcosa per cento. Per passare il 4% alle Europee con la lista Tsipras avete dovuto mettere insieme praticamente ogni residuato possibile e immaginabile della sinistra italiana, raccogliere 100 intellettuali che vi dessero un minimo di visibilità e candidare gente come Ovadia e Maltese che sono stati votati perché avevano un nome e una storia che li collocava chiaramente da una certa parte.
Ora, la Spinelli all'ultimo momento ti frega. Cosa puoi fare per impedirglielo? Nulla. L'eletta è lei. Ha la legge dalla sua parte. Quello che puoi fare è rompere le palle a tutti dentro il movimento, riprometterti di non partecipare mai più a progetti in comune con Rc (e capisco che vedere il tizio di Rc che passa e tu rimani a casa possa essere duro ma oh, c'est la vie), far cadere i santi a bestemmie e togliere a tutti l'amicizia su facebook. Poi mandi un bel comunicato a tutti i giornali con scritto: "Sel è stata la prima a insistere con Barbara affinché la volontà degli elettori fosse rispettata e siamo felici che sia lei a rappresentarci in Europa. Il suo nome e la sua storia non possono che giovare alla nostra causa contro il liberismo ecc. ecc. ecc. roba random sulla sinistra, l'europeismo e quanto ci vogliamo tutti bene noi rivoluzionari".
Perché puoi anche essere incazzato come una biscia ma la Causa viene prima di tutto. Il Partito (quello con la P) viene prima di tutto. E non fai una bella figura né come persona, né come partito, né come movimento politico a lamentarti come un bambino a cui la mamma aveva promesso il gelato ma poi non glielo compra perché è troppo caldo e ti cola tutto sui pantaloni. La prima cosa che viene in mente all'italiano medio, soprattutto in questo periodo, è: "ecco uno che è rimasto senza poltrona, senti come si lamenta!"
Non è proprio il massimo. Anche perché magari non è vero.


La Lista Tsipras non ci fa una bella figura. Perché che cosa vuoi andare a cambiare l'Europa, se manco riesci a decidere chi deve andarci a cambiarla, fra i tuoi eletti? Chi dovrebbe parlarci con la Merkel?
Senza contare che, quando a uno dei tuoi eletti offrono la vicepresidenza del gruppo, anche o proprio perché si chiama Barbara Spinelli, non fai fare a lei un comunicato in cui dice "ok, allora ho deciso che vado io". Sei tu, come lista, che te ne esci sui giornali annunciando "la dirigenza nazionale della Lista Tsipras, viste le condizioni nel nuovo Parlamento Europeo, ha deciso all'unanimità di chiedere alla Spinellidistocazzo di andarci lei a rappresentarci in Europa, visto che così ci danno una vicepresidenza e ci facciano tanto più bella figura, sapete com'è?"
Ancora una volta: così si fa politica. La dirigenza da chi cavolo è composta?

Conclusione 1: quella che ne emerge è la solita sinistra italiana: divisa e inconcludente. Se dieci italiani di sinistra vengono chiusi dentro una stanza, mezz'ora dopo ci sono sei partiti diversi e uno si sta per scindere.
Conclusione 2: ça va sans dire un dibattito del genere può avvenire e può interessare solo gli elettori di una certa parte politica. In nessun altro partito ci sarebbe stato un così lacerante dibattito su una tizia che effettivamente va a fare quello per cui è stata votata. Pd a parte, intendo. Solo che nel Pd vale di nuovo la regola: "se lo dice il segretario Renzi va bene", quindi sarebbe stato tutto risolto abbastanza velocemente.

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