giovedì 19 giugno 2014

Lo sciopero delle edicole

Normalmente non tengo conto di tutte le discussioni che intavolo su facebook. Anche perché, se dovessi fare un post per tutti quelli con cui litigo non mi basterebbero le giornate. Il caso di qualche giorno fa però mi è rimasto in mente perché esplicativo di una certa parte della popolazione italiana.

Riassumo brevemente:

- apro facebook, un mio conoscente ha condiviso un articolo in cui si annuncia una serrata di edicole nel paese vicino per il giorno x
- curioso apro l'articolo e scopro che il motivo della protesta è la decisione del locale supermercato di aprire una sezione dedicata a giornali e riviste

Mentre sotto al post si apre un coro unanime di: "mala tempora currunt", la crisi incalza, ma dove andremo a finire? mi permetto di far notare che, nel mio paese - per inciso, tipo la metà del paese in questione - si vendono giornali al supermercato da tipo 10 anni e che non ha mai chiuso nessuno. Anzi, un'edicola posizionata poco lontana dal centro commerciale in questione sopravvive benissimo. Ne deducevo che, anche se la crisi incalza, forse non è poi questa tragedia immane l'annuncio testé presentato.

Non credevo di aver scritto chissà quale eresia. Ovviamente mi sbagliavo. Il tizio promotore della campagna (sconosciuto e ovviamente aveva il nome della bottega, perché farsi un account persona e una pagina a parte è troppo difficile), mi redarguisce. Come mi azzardo io, perfetto sconosciuto, a mettere in dubbio l'erculea fatica che un edicolante compie ogni giorno per sopravvivere?
Al che gli rispondo che, oltre al fatto di non gradire molto che dei perfetti sconosciuti mi diano del "tu" (e capisco che siamo su Internet, ma su facebook c'è il mio nome e cognome un po' di rispetto no?), scrivere post completamente in maiuscolo, senza punteggiatura e con evidenti problemi ortografici (sant'iddio ha scritto all'ora!!) non era molto di aiuto alla comprensione del suo modo di vedere il mondo. E ho aggiunto "Comunque, all'ora sono sessanta minuti" -> non ho saputo resistere, era dalla terza media che non facevo questa battuta.

Mi risponde (sempre in maiuscolo, ma forse è colpa mia che ho scritto "non usi il caps per favore": magari per gli over 40 è un po' troppo) che lui non ha mai avuto tempo di studiare, perché lui ha dovuto andare presto a lavorare.

Al di là che non capisco cosa centri l'istruzione con l'uso delle maiuscole: mai saputo che non passare l'esame di maturità impedisse di usare correttamente una tastiera. Al di là che tanta gente lavorava a 14 anni eppure ha una discreta conoscenza dell'italiano (mio padre, tanto per dirne uno). Al di là di tutto questo, dicevo, emerge una straordinaria estraneità a tutto quello che succede nel mondo.

No dico, io non so quali siano le terribili forche caudine in cui edicolanti e negozianti vari si affannano ogni giorno, ma beh... c'è chi lavora per 10 ore al giorno, essendo pagato per 3 e mezzo, pagandosi gli spostamenti, le telefonate, il materiale utilizzato e deve anche essere contento perché rientra in quel 50% di under 35 che, effettivamente, ha un lavoro. E beh, ha studiato, fra l'altro.

Quindi, precisamente, da dove viene l'assoluta certezza che chiunque nell'universo mondo che ti circonda, debba obbligatoriamente stracciarsi le vesti perché nel supermercato accanto potrebbero iniziare a vendere dei giornali diminuendo il tuo reddito?
Come può venirti in mente che sia assolutamente impossibile che qualcuno pensi... beh, sticazzi?


Non che tu debba per forza essere felice che la pensi in quel modo, ma non puoi semplicemente lasciar perdere ed evitare di fare la figura dell'idiota ignorante davanti a tutti?


No perché sai, io mi ricordo di altri tempi. Mi ricordo manifestazioni in cui i negozianti si affacciavano sulla strada e ti ridevano dietro. Qualcuno scuoteva la testa. Qualcuno ti mandava anche affanculo perché gli intralciavi il passo davanti alla bottega.
Non mi sembra ci siano mai state serrate dei negozianti a favore degli aumenti di stipendi nelle fabbriche. Non mi ricordo di aver visto gli edicolanti in piazza quando c'era da difendere l'articolo 18. Non mi sovviene nessuna imponente manifestazione dei piccoli commercianti, quando stavano facendo a pezzi l'istruzione pubblica. Mi ricordo invece una serie di frasi continuamente ripetute...


scioperano scioperano, tutte scuse per far festa
ma andassero a lavorare
ma che cazzo vogliono questi stundentelli? Alla loro età già lavoravo...
se uno sta male è perché non c'ha voglia di lavorare

Ecc. ecc. ecc.

Beh, buongiorno. Finalmente avete avuto quello che volevate, no? Siamo nel pieno, assoluto e felice liberismo. Anzi, c'è ancora un po' di stato sociale, ma tranquilli, lo smantelleranno presto. Adesso nessuno sciopera più. Quelli che possono sono tutti a lavorare e, guarda un po', lavorano così tanto che se ne fregano bellamente se hai problemi a mandare avanti la tua botteghina del cazzo. Anzi, probabilmente siamo tutti felici che il centro commerciale abbassi ancora i prezzi mandandovi in rovina, perché non abbiamo più i soldi per far spesa nelle vostre botteghe e dopotutto... sticazzi, ci sono commessi che lavorano 6 giorni su 7, con turni di notte, la domenica, durante le feste. Lavorano sempre, mica come voi che chiudete la bottega a certi orari. Volete stare meglio? Lavorate di più! Non era quello il problema? Cos'è, adesso siete voi che non avete più voglia di lavorare? Lavorate di più!

Che bellissimo mondo che abbiamo creato eh? Siete contenti? Siete felici? Nessuno più sciopera! Nessuno perde più tempo in quelle cazzate!
Contenti?
Adesso siamo tutti come voi: stronzi, egoisti, disinteressati. Ognuno per sé.
Contenti?

Com'è che diceva Brecht?

Prima vennero a prendere gli operai e fui contento perché odiavo gli scioperi 
Poi vennero a prendere gli insegnanti e tacqui perché mi erano antipatici
Poi vennero a prendere gli studenti e fui sollevato perché erano fastidiosi
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non parlai perché non ero comunista
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare

Era all'incirca così, no?

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