martedì 7 maggio 2013

Uno non si può distrarre 94 anni che gli muore Andreotti



Un post bisognava farlo anche solo per copiare nel titolo una delle battute di Spinoza. Però, vi dirò, a differenza di molti che hanno stappato le bottiglie di spumante alla notizia, io non sono contento.
Di cosa dobbiamo essere contenti, infatti?
Il Divo Giulio se n'è andato. Senatore a vita, padre costituente e sette volte Presidente del Consiglio. Sì, certo, c'è quella semi-condanna per mafia e c'è la soddisfazione di avergli negato la Presidenza della Repubblica ma, a parte questo, se n'è andato da imbattuto. Campione d'Italia in una posizione intoccabile, con la sua gobba ripiena di segreti oscuri di cui non verremo mai a conoscenza.

Qualunque cosa dicano i saggi cinesi, sedersi in riva al fiume aspettando che passi il cadavere del nemico non è mai una soddisfazione né una vittoria. Che soddisfazione può esserci nel sopravvivere a qualcuno che partiva con settant'anni di svantaggio?

Vale Giulio Andreotti. A modo tuo, ci mancherai.

(vabbé, adesso non esageriamo)

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