mercoledì 23 marzo 2022

Esportatori democratici

È stato un grosso errore basare la nostra politica energetica sull'importazione di gas dalla Russia. Avere rapporti con una dittatura è sempre sbagliato e gli effetti li vediamo.

Ovviamente sta roba non la dice Draghi, che dice una cosa leggermente diversa e anche pure leggermente interessata. Sta roba si dice su facebook fra gli esperti di geopolitica, relazioni internazionali e politiche energetiche adesso che hanno un momento di pausa dalla loro attività secondaria di esperti di virologia e politiche sanitarie.
Io personalmente non sono esperto in nessuna di queste cose ma ho una connessione internet e posso chiedere a google di fornirmi la lista dei primi 10 esportatori mondiali di gas naturale.

1. Russia: 37.4;
2. Iran: 32.1;
3. Qatar: 24.7;
4. Turkmenistan: 13.6;
5. Stati Uniti: 12.6;
6. Venezuela: 6.3;
7. Arabia Saudita: 6.0;
8. Emirato Arabi Uniti: 5.9;
9. Nigeria: 5.5;
10. Algeria: 2.3

Quindi, vediamo un attimo quali sono le alternative allo stato del dittatore Putin:
Iran - una teocrazia nel cuore del medio oriente sottoposta a sanzioni ad anni alterni per il programma nucleare e per i rapporti non esattamente cordiali con USA e Israele. Un ottimo partner.
Qatar - questa non è neanche una dittatura, è proprio una monarchia assoluta. Esiste un'assemblea ma è solo consultiva. Partiti politici vietati, Shar'ia come unica legge. Principale finanziatore dei Fratelli Musulmani nel mondo. Diciamo che in tema di diritti umani il regime russo in confronto è la Svizzera.
Turkmenistan - paese interessante. Tecnicamente è una repubblica presidenziale dal 1992. Con il piccolo problema che il paese è stato governato per vent'anni da un "presidente a vita" Saparmyrat Nyýazow, a capo dall'unico partito legalmente autorizzato (TDP), famoso per la sua estrema umiltà, testimoniata dalle statue dorate di se stesso costruite in tutte le principali città del paese. Dal 2013 sono permessi anche altri partiti. Il TDP continua comunque a vincere le elezioni. Diciamo che il paese è democratico quanto la Russia?
Venezuela - beh, se sentite alcune frange dell'estrema sinistra, tipo il Partito Comunista dei Lavoratori, i governi di Chavez e Maduro sono stati un faro di luce per tutta l'America del Sud, creando una terra di libertà e diritti contro la malvagia dominazione yankee sul continente. Se sentite chiunque altro beh, diciamo che Putin ha avuto stampa migliore?
Arabia Saudita - praticamente il Qatar, con la differenza che almeno i principi ereditari del Qatar non fanno a pezzi i giornalisti all'interno delle proprie ambasciate all'estero. E quando dico fare a pezzi non sto usando una metafora.
Emirato Arabi Uniti - questa è una monarchia assoluta che federa altre piccole monarchie assolute. Se avete delle reminescenze della piramide feudale, ecco, è più sensato cercarla qui che nel medioevo. In compenso però le donne possono guidare la macchina ed è pure concesso un moderato uso di alcol. Liberalismo spinto proprio.
Nigeria - tralasciamo un attimo che è una federazione di 36 paesi e che alcuni di questi sono principati, di cui uno è un sultano che svolge pure il compito di massima autorità musulmana del paese. Dall'indipendenza del 1960 hanno avuto: 5 colpi di stato militari, una guerra civile su base etnica (Biafra), elezioni quanto meno dubbie, crisi ecologiche, gruppi separatisti e terroristi, assassini di tecnici stranieri. Partner affidabilissimo.

Dai, l'Algeria e gli Stati Uniti non sono male.

Non so se si è capito il punto, ma credo che dovremmo affrontare la dura realtà che "presenza di giacimenti di gas fossile" e "paese democratico di stampo occidentale" non siano esattamente dei fattori molto compresenti nel mondo attuale. A questo si aggiungono altri piccoli problemi definibili nei termini di "produzione" e "trasporto". Per la produzione, diciamo che sarebbe molto interessante se l'Algeria potesse prendere il posto della Russia come partner energetico. Abbiamo già due gasdotti (Transmed di Eni e il Megdaz spagnolo) che funzionano regolarmente. Peccato che al momento occorrerebbero 18 Algerie per raggiungere il livello di esportazione russa. Ok, crescerà sicuramente nei prossimi anni, ma diciamo che da qui al rimpiazzare anche solo quel 38% e passa percento di importazioni russe nella sola Italia, ce ne passa.
In secondo luogo il trasporto. Capisco che le cartine geografiche sono brutte, ma guardandole forse i nostri esperti di politiche energetiche potrebbero notare la dura realtà che fra gli Stati Uniti (o il Venezuela) e l'Europa, c'è quella striscia di mare chiamata Oceano Atlantico. Il gas deve arrivare in nave. Avete idea del costo di sostituire l'intero import energetico della Russia con gas liquefatto caricato su navi che attraversano l'atlantico?
Anche il Qatar è un'alternativa, infatti ci abbiamo mandato Di Maio per essere sicuri. Ma occorrerà costruire infrastrutture che dovranno passare per alcune delle aree più calde del medio oriente.

Il punto è che, a parità di fattori di tasso di democraticità degli stati, la politica di partenariato energetico con la Russia era, di fatto, un'ottima idea. Specialmente se si pensa alla teoria, per niente stupida, che legare economicamente la Russia all'Europa fosse un ottimo modo di integrarla nel mondo occidentale e democratico. Lamentarsene adesso sa tanto di senno di poi. E con quello graziepurealcazzo.

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