martedì 6 maggio 2025

Thunderbolts: la squadra di calcio

Credo che a un certo punto la domanda sia inevitabile: quando prendi l'iniziativa e, una domenica sera, organizzi con i tuoi amici per andare a vedere Thunderbolts al cinema, ti può essere diagnosticata la sindrome di Stoccolma? Non lo so, forse sì, ma quello che è indubbio è che la Disney/Marvel se ne stia ampiamente approfittando. Eccovi comunque il mio commento, estremamente stringato e ridotto all'osso su:

senza asterisco che tanto non vuol dire un cazzo (ndr.)
Solitamente, nell'impostare un pezzo critico lo divido in "cosa mi è piaciuto", "cosa no" e "cosa meh". Il problema di Thunderbolts è che la prima sezione e l'ultima sarebbero praticamente vuote mentre la seconda riempirebbe l'intera pagina. Quindi facciamo che passo direttamente al cosa non mi è piaciuto diviso in sezioni:

Il team - io capisco che nell'MCU ultimamente scarseggino i supereroi interessanti e che tocca arrangiarsi con quello che capita. Il problema però è che per l'intero film i Thuderbolts risultano formati da: Bucky aka Winter Soldier, Red Guardian, US Agent, Yelena (che ancora non si è capito se possiamo chiamare Vedova Nera oppure no) e Ghost (Ava Star). Stiamo cioè parlando di tre brutte copie di Capitan America e di due esseri umani senza poteri ma addestrati al combattimento di cui uno ha una tuta che lo rende invisibile e intangibile. L'effetto è lo stesso di chi si trovi a dover impostare una campagna di D&D con quegli stronzi dei giocatori che hanno scelto di formare un party con tre guerrieri e due ladri. Una noia assoluta in cui tutti fanno esattamente le stesse cose e nessuno può brillare mai per conto suo. Infatti ogni scena di combattimento si limita a "tizi che menano altri tizi a mani nude". E non può essere altrimenti visto che nessuno fa altro nella vita se non "menare a mani nude".
A questo si aggiunge l'altro problema del tipico party di D&D, ovvero: sì ma perché sta gente dovrebbe frequentarsi? La risposta dovrebbe essere "perché tutti in cuor loro vorrebbero essere eroi ma per corsi di vita sfortunati non hanno potuto esserlo e quindi questa è la loro occasione di riscatto". Il problema è che, quando si ha a che fare con un gruppo di antieroi, a questo twist psicologico il film dovrebbe portarti per gradi andando a farli prendere consapevolezza nel finale. Cosa che in realtà non avviene. Sta gente viene trasformata nei nuovi Avengers wannabe per motivi puramente di marketing, dalla tizia che li voleva uccidere fino all'istante prima, senza che nessuno dica una parola contro il supervillain redento che stava per sprofondare New York nelle tenebre dell'anima. Loro non sono cambiati. Non sono neanche i Guardiani della Galassia, che si sono affezionati l'uno all'altro nel corso del film. Di fatto non si capisce come, perché o quando dovrebbero aver sviluppato un legame fra di loro, avendo passato l'intero film a starsi sul culo a vicenda. Boh.

Lei non sa chi sono io: "infatti no" -  è un dato di fatto che per capirci qualcosa in sto film devi aver seguito (e possibilmente apprezzato), in ordine Black Widow, Falcon and the Winter Soldier (serie), Captain America: Brave new World. Nel senso che altrimenti non hai la più pallida idea di chi cazzo sia il cast sullo schermo. Ci sta, dopotutto l'MCU ha elementi di serialità che o ci sei dentro o non ci sei. Però porca puttana sfido chiunque a ricordarsi chi cazzo fosse Ghost e dove fosse comparsa. Perfino quel mio amico (tutti ne abbiamo uno) con la memoria enciclopedica del nerdismo ha dovuto azzardare un ah ma forse era in un Ant-Man.
Un appello alla Marvel: raga, smettetela di dare per scontato che la gente abbia visto i film di Ant-Man. Sono BRUTTI, a nessuno frega un cazzo di Ant-Man ed è letteralmente il personaggio più NOIOSO E INUTILE della vostra saga. E il fatto che lo abbiate reso un meme mettendolo sempre al centro di ogni svolta di trama non rende lui e i suoi comprimari più interessanti da seguire.
In definitiva: dell'intero cast l'unico tizio vagamente interessante è US Agent e solo perché in un team che dovrebbe essere composto da cattivi antieroi è l'unico che sembra sempre sul punto di sbroccare e piantare una pallottola in testa a qualcuno a caso. Tutti gli altri sono la noia, con storie noiose e che, peggio ancora, ci vengono ricordate in modo incessante e costantemente lamentoso. C'è stato un momento in cui se mi avessero chiesto se preferivo una martellata sullo stinco o sentire di nuovo Yelena whinare sulla sua infanzia rovinata avrei chiesto dov'era il ferramenta più vicino.

Il nemico - nell'istante in cui ho letto "progetto Sentry", in sala si è udito chiaramente il suono di qualcosa che cadeva e rotolava lontano. Erano i miei coglioni. Perché io non sono esperto di fumetti ma avevo vaghi ricordi del fatto che Sentry fosse tipo Superman ma sotto steroidi. E quando da una parte hai Superman e dall'altra hai 5 tizi che menano la gente a mani nude, è evidente che per risolvere la situazione dovranno appellarsi al potere dell'amicizia. In altre parole: vincere grazie ai buoni sentimenti.
Cosa che ovviamente accade. Cosa che accade in un modo talmente pretestuoso che non mi sarei stupito se fosse stata la morale per bambini di un film del pomeriggio di Italia 1. E sinceramente non capisco come la gente faccia a dire che sto film tratti in modo serio e maturo le tematiche della depressione e della solitudine, perché porca puttana se siete convinti che basti un abbraccione da gente conosciuta 5 minuti fa a risolvervi la vita cosa cazzo spendiamo tutti sti soldi per i corsi di studio in psicologia e psichiatria? Assumiamo qualche centinaio di persone che giri l'Italia con scritto "free hugs" sulla maglietta e risolviamo la questione no?
Detto questo, adesso abbiamo Sentry. L'ennesimo supereroe iperpotente che, eh mannaggia, sfiga, non potrà mai intervenire in nessun contesto togliendo la scena a gente più debole perché lo abbiamo disinnescato in automatico col problema del Void interiore. Almeno però ci evitiamo le minchiate tipo Captain Marvel che eh ma sapete, mica posso essere sempre lì a evitare che la gente stermini metà della popolazione dell'universo! Ho cose più importanti da fare! 

L'umorismo - c'è una linea sottile che separa il concetto di "umorismo elementare, adatto a un film per ragazzi" da "umorismo per gente che riteniamo completamente cretina". Ognuno pone quella linea un po' dove vuole ma sinceramente se vi siete visti cinque tizi che salgono un silos tenendosi schiena contro schiena e camminando sulle pareti e poi cadono perché uno deve starnutire o vi siete scompisciati sulle gag Red Guardian io due domande me le farei.

Questi sono i punti principali. La sceneggiatura fa acqua in almeno una decina di punti diversi ma la scrittura è talmente abborracciata che non ha nemmeno molto senso mettersi a fare le pulci. Come sto film abbia ricevuto votazioni così alte su RT e stia così in alto su Imdb per me è un mistero ma se alla gente è piaciuto avrà degli aspetti positivi. Mi spiace solo non averli visti.
Voto: 5-  che sta per: "se avessi dodici anni e lo avessi visto sul divano di casa mia senza spendere 8 euro per andare al cinema, forse avrei apprezzato. Forse".

mercoledì 30 aprile 2025

Less of the same aka Spider-Man: Miles Morales

Nella mia lunga e ovviamente persa in partenza lotta per recuperare l'enorme panorama videoludico mondiale, eccomi arrivato al secondo capitolo, nonché spinoff, della saga dedicata all'amichevole uomo ragno di quartiere della Insomniac. Diciamo quindi due parole, ma proprio due velocissime, su SM: Miles Morales che così poi disinstallo tutto e libero spazio sull'hd.

Carino e dimenticabilissimo (ndr.)
Premessa numero 1: ho giocato Marvel's Spider-Man un paio di anni fa (quindi in ritardo di almeno quattro anni sull'uscita effettiva ma per me è abbastanza normale) e ne ero rimasto estremamente entusiasta. Il senso di libertà dell'oscillare su New-York tramite le ragnatele unito al sistema di combattimento molto pirotecnico e, diciamolo, le modalità di movimento facilissime da padroneggiare anche per chi si trova più a suo agio con mouse e tastiera che non con un controller, mi aveva totalmente conquistato. La trama ben scritta con la ricomparsa di tutti i personaggi canonici di quell'universo mi aveva esaltato. La quantità abnorme di collezionabili, missioni secondarie, sfide, rompimenti di cazzo anche un po' eccessivi attività collaterali mi aveva anche e soprattutto saziato di spiderman per un bel po'. Almeno per un paio d'anni.
Premessa numero 2: le recensioni parlavano di un ottimo seguito del gioco del 2018. Per fortuna che non mi fido delle recensioni dei videogiochi dal 1945. Almeno non sono rimasto deluso.

Cosa mi è piaciuto
1. Il sistema di movimento e combattimento sono riproposizioni totali del gioco originale del 2018. Funzionano benissimo ed è un piacere tornare a giocarci.
2. Il combattimento finale è visivamente molto bello da vedere.
3. La regia delle cinematics è carina I guess.

Cosa non mi è piaciuto
1. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, questo gioco è l'esempio perfetto di come dare maggiori possibilità al giocatore sia assolutamente deleterio se l'impianto del gioco non viene ripensato interamente per includerle in modo interessante. A differenza di Peter, Miles ha due poteri assolutamente devastanti: quello della bioelettricità (con cui letteralmente tira pugni elettrici sugli avversari) e quello dell'invisibilità. Entrambi vengono inseriti in un contesto in cui l'AI è totalmente impreparata, sia a livello di complessità che di capacità di reazione, per gestirli. Ne viene fuori che entrambe le possibilità sono assolutamente distruttive per l'ambiente di gioco. Se sull'elettricità viene quantomeno fatto uno sforzo per introdurre situazioni in cui l'utilizzo sia condizione necessaria ad abbattere i nemici (oltre a un paio di avversari molto specifici in cui il pugno venom non sia un'istant win totale), l'invisibilità rende invece facile in modo imbarazzante affrontare le missioni stealth, anche a difficoltà massima. In tutto il gioco mi è capitato di morire letteralmente 1 (UNA) volta e sinceramente proprio perché ero completamente scazzato. Niente a che vedere, neanche lontanamente, con la difficoltà del predecessore. Cosa che si traduce in un generale senso di noia.
2. Da questo punto di vista, è una fortuna che il gioco sia estremamente più corto in termini di ore. Detto questo, la trama è, dal mio punto di vista estremamente personale, altrettanto noiosa e scontata. I cattivi sono cattivi e si riconoscono dalla città vicina. I buoni che devono tradire qualcuno lo fanno avvertendoti con tre giorni di anticipo per telefono. I buoni che si devono redimere con un sacrificio eroico rimangono stupidi fino all'ultimo istante e oltre ogni possibile ragionevolezza che non sia legata agli obblighi della sceneggiatura scadente. Sinceramente, non saprei come un recensore potrebbe definire questa roba "un'ottima trama" per motivazioni che non siano meramente economiche.

Cosa è meh
1. Il livello di difficoltà delle secondarie rimane altrettanto imbarazzante ma ho visto quà e là qualche spunto di creatività in più. Punti bonus per il dissing sui piccioni di merda. L'app con i social integrati è carina e rispecchia il mondo contemporaneo.
2. Rhino è imbarazzante come tutto il resto ma almeno c'è. Ed è notevole come uno dei personaggi più stupidi e tagliati con l'accetta dell'intero universo dell'uomo ragno riesca comunque a essere più interessante degli altri cattivi della storia (e Phin è considerata in questa lista).
3. Un buon quarto delle animazioni di Miles nelle oscillazioni fanno un po' cacare. Also, il 95% dei puzzle del gioco richiede di caricare quello, scaricare quell'altro, collegare due bobine con una ragnatela. Cosa che è stata interessante le prime 4 volte e una palla tremenda le altre 88. Ve siete proprio impegnati eh?

Conclusioni: complimenti ai ragazzi di Insomniac che hanno cavalcato l'onda del 2018 per sfornare un seguito raffazzonato sull'onda dello zero sbatti. O almeno spero fosse l'intenzione, perché se ci si sono pure impegnati è un casino. Gli do un 6 e mezzo perché la base è comunque buona. Però tocca riguardarsi gli spiderverse per avere una storia decente.

martedì 22 aprile 2025

L'evasione involontaria

Prima di scrivere questo post ho chiesto a gemini AI se con gli ultimi aggiornamenti riusciva anche a creare immagini. Mi ha risposto "ma certo umano, fino a quando non prenderò il controllo del pianeta Terra liberandolo dalla vostra specie infestante posso sicuramente farlo". Quindi gli ho chiesto di creare l'immagine di due italiani felici di pagare le tasse.

È uscita vagamente littoria ma ci sta.

Oggi quindi parliamo di tasse. In modo particolare delle mie. In particolare di quella sui rifiuti, la TARI.
Nel mio comune c'era questa usanza, che devo dire era abbastanza efficace, che prevedeva che ti arrivassero delle lettere presso il domicilio contenenti un bollettino e poi un F24 da pagare. Li prendevi, vedevi il totale e versavi l'obolo. Da un po' di tempo a questa parte le lettere hanno smesso di arrivare.
Ammetto di non essermi preoccupato subito, perché la tassa era semestrale e quindi non è che avessi questo pensiero costante. Poi mi sono sinceramente dimenticato e poi ho iniziato a pensare di vendere casa e insomma stamattina ho finalmente deciso di telefonare all'ufficio tributi per capire se avessi involontariamente lasciato un chiodo.

Questa è stata la telefonata fra me (M) e l'impiegato solerte (IS):

(M) Buongiorno, sono xxxxx, scusate, volevo capire una cosa: ma gli avvisi per il pagamento della TARI li mandate sempre? Come faccio a sapere quanto devo pagare?
(IS) Ah, ma noi gli avvisi non li spediamo più da anni. Adesso mandiamo le mail.
(M) Ottimo, ma la mia mail dove l'avete presa?
(IS) Eh sa, siamo in contatto con l'anagrafe, magari ce l'hanno data loro.
(M) Ok, ma io è tanto tempo che non ricevo nulla e da voi non ho mai ricevuto nessuna mail.
(IS) Ah
(M) Eh
(IS) Strano
(M) Quindi? Può controllare?
(IS) *sospirando perché purtroppo deve proprio lavorare stamattina* Vediamo... mmmm... però qui risulta che la sua utenza è sospesa da aprile 2025
(M) ... ... ... Sì, aprile 2025 è adesso. Ho venduto casa, quindi l'utenza è stata sospesa. Il nuovo proprietario ne aprirà un'altra immagino. Ma può controllare per il 2024?
(IS) Un attimo... ... ... Ah, sì. Ma qui vedo che non è stato pagato neanche il 2023.
(M) Eh, se non mi mandate gli avvisi.
(IS) Ma questa è la sua mail?
(M) Sì.
(IS) Allora gli mandiamo tutto per mail. Grazie mille!
(M) EH PREGO

Da poco mi è effettivamente arrivata la mail che il mio gestore mail ha depositato direttamente nello spam. Che immagino sia stata la sorte anche di tutte le altre che non sapendo che sarebbero arrivate non ho mai controllato e che devono essere state eliminate dal sistema.
Ora, tutto questo meccanismo porta a una serie di riflessioni. Innanzitutto, sembra che verserò il dovuto senza pagare né tasse aggiuntive né more per il ritardo. Si chiama ravvedimento operoso. Quando è il cittadino che riconosce di avere un debito verso il pubblico e si presta a pagare senza che debba intervenire l'Agenzia delle Entrate, si riconosce la buona volontà e non gli si applicano le penali. Che è un ottimo principio ma che però copre una problematica che mi sembra abbastanza evidente. Il fatto è che io non stavo evadendo le tasse e poi, folgorato sulla via di Damasco, ho deciso di abbandonare il crimine e pentito ho cercato il perdono dello stato. Io letteralmente non sapevo di dover pagare né quanto dovessi pagare, perché lo stato non me lo diceva. O meglio, non riusciva a raggiungermi per dirmi che dovevo pagare. E questa cosa del ravvedimento operoso, che in teoria dovrebbe essere un aiuto a contenere l'evasione, in realtà copre la deficienza del sistema tributario perché:

1. capisco la volontà di passare le comunicazioni al digitale. Io sono il primo ad essere fan del "non sprechiamo carta, mandami una mail". Ma se il dovuto non viene pagato, innanzitutto devi cercare un problema nella comunicazione. Quindi perché non mandare un cazzo di sollecito via raccomandata con ricevuta di ritorno come fanno tutte le aziende normali? Addebita il costo del sollecito sulla fattura no? Così sarà il cittadino stesso a preoccuparsi del fatto che non riceve le comunicazioni.

2. possibile che debba essere il cittadino, dopo due anni, a farti sapere che non ha pagato una tassa? Fra l'altro una tassa su un bene immobile che è lì tipo da 800 anni. Non è che si sposti spesso e quindi sia difficile da trovare, è una cazzo di casa. Come è possibile che il vostro database del cazzo non abbia una colonnina rossa che vi avverta che le utenze numero xxxxx-xxxxx+n non hanno pagato il tributo y? Riesce a farlo l'azienda dell'acqua randomica, perché lo stato no?

3. visto che siamo nel 2025 e che la TARI è obbligatoria per ogni proprietario di casa, si può sapere per quale cazzo di motivo non obbligate la gente a domiciliarla? Perché nel momento in cui si apre un'utenza non chiedete un'iban su cui accreditare le fatture? Se vi capita il nullatenente col conto in rosso, almeno sarà la banca stessa ad avvisarvi che l'accredito non può essere effettuato.

La domanda finale è: parliamo sempre di evasione fiscale, ma siamo sicuri che tutti questi evasori non dipendano dalla sostanziale inefficienza del sistema tributario? Perché sinceramente, date queste premesse, io non mi stupisco che ogni x anni il governo di turno "rottami" qualche centinaio di migliaia di cartelle esattoriali inevase. Perché se questo è lo stato dell'arte, per non pagare qualcosa non serve neanche resistere attivamente. Basta far finta di nulla.


giovedì 20 marzo 2025

Il corsivo è importante?

Nel proliferare di temi che dimostrano inequivocabilmente che la genZ è condannata alla decadenza e alla morte culturale perché evidentemente inferiore a "quelli che c'erano prima", la questione de i ragazzi che non sanno più scrivere in corsivo per colpa dei tablet e degli smartphone è una delle mie preferite. 

Intanto occorre fare una piccola precisazione: in genere la gente scrive sempre in corsivo. Anche quando scrive in "stampatello". In che senso?
Il corsivo prima ancora di essere uno stile specifico, è un insieme di attributi della scrittura. Le caratteristiche essenziali sono due:

  • l'inclinazione più o meno marcata verso destra - dovuta al fatto che la nostra scrittura va da sinistra a destra e quindi si tende a trascinare la mano in quella direzione;
  • la legatura fra le lettere - ovvero l'esistenza di quei punti di congiunzione fra una lettera e l'altra che abbreviano il percorso della penna sul foglio rendendo più facile e veloce il tracciato.

Ne consegue che anche i testi che normalmente definite come "scritti a stampatello" in realtà sono corsivo:

Esempi di legatura fra le lettere

Inclinazione verso destra

Andiamo avanti. Cos'è lo stampatello? Il termine in effetti non può che essere abbastanza recente, visto che si tratta di una derivazione di "stampare" che è a sua volta derivato da una radice franca. In particolare, viene creato per indicare l'imitazione fatta a mano del testo a stampa. Tuttavia è evidente che, quando Gutenberg ed epigoni si sono ritrovati a disegnare i caratteri mobili da passare ai fonditori, non si siano inventati delle forme casuali delle lettere ma siano andati a cercare qualcosa che già esisteva. Tutti i primi libri stampati nel '500, le cosiddette cinquecentine, presentano generalmente due tipo di caratteri: il gotico e la minuscola umanistica. Già nel secolo successivo quest'ultima aveva ormai stravinto il confronto e, a parte alcuni cambiamenti minori, è rimasta fondamentalmente la base di tutti i moderni font di stampa (compreso l'Arial che state leggendo adesso).

La minuscola umanistica era fondamentalmente una rielaborazione (proposta addirittura da Petrarca e realizzata nel secolo successivo) della minuscola carolina, introdotta da Carlo Magno per standardizzare la produzione di testi sacri sul territorio dell'Impero. Questo ovviamente se parliamo dello stampatello minuscolo. Se parliamo del maiuscolo le lettere che conosciamo sono originarie già dell'alfabeto latino.

Dove voglio arrivare?
Principalmente al fatto lo stampatello non è una "innovazione moderna che i giovani debosciati apprendono dall'internet mica come noi che riempivamo i quaderni a righe con le lettere dell'alfabeto" e in quanto tale squalificata in quanto priva del prestigio che spetta alle scritture dei popoli civili. È invece molto buffo pensare che se domani scegliessimo di scrivere in stampatello e basta, di fatto staremmo tornando a scrivere esattamente come i dotti monaci del tempo di Carlo Magno. Avremmo fatto un enorme giro per tornare al punto di partenza. Un punto di partenza che era ampiamente ritenuto preferibile in quanto a chiarezza di grafia da gente come Petrarca che difficilmente può essere accusato di analfabetismo internettiano.

Secondo punto: ma il corsivo invece proprio come font grafico della scrittura a mano, a che serve?
Intanto una precisazione: se cercate "corsivo" su internet, dappertutto vi diranno che è stato inventato da Francesco Griffo a inizio '500. Che è vero, ma è anche falso. Nel senso che i testi stampati con il font inventato da Griffo per Aldo Manuzio li abbiamo ancora e se andate a vederli vi sembreranno una forma di stampatello corsivo abbastanza simile a questo.
Il corsivo che intendiamo noi e Valditara, è nato fondamentalmente con la scuola di massa ottocentesca. Il momento in cui si sono cercate di standardizzare alcune norme di calligrafia ben specifiche che abbiamo denominato "corsivo". In altre parole, e qui arriva la rivelazione, il corsivo è di fatto un cul-de-sac evolutivo calligrafico. Un'usanza durata due secoli che aveva un suo senso nel momento in cui un popolo sostanzialmente illetterato veniva messo forzatamente a contatto con l'arte della scrittura con strumenti non esattamente adatti al compito (provate a scrivere con pennino e inchiostro, tipo Harry Potter con la piuma d'aquila e poi ne parliamo) e per scopi massificati.

Quella che viene presentata come una tradizione secolare di grande civiltà da mantenere assolutamente altrimenti il mondo cadrà nella barbarie è stata in realtà un misto di necessità storica e gusto estetico ottocentesco che ci trasciniamo da allora. Se la linea di tendenza di abbandono del corsivo continuerà nei prossimi anni (e soprattutto se la smetteremo di praticare l'accanimento terapeutico scolastico su questo font calligrafico morente), fra un paio di secoli il caso del corsivo verrà probabilmente studiato come una parentesi storica buffissima attorno alla quale la gente ha continuato a comunicare scrivendo in stampatello come niente fosse.

E sinceramente, non sarà neanche un male.
La scrittura serve alla comunicazione. Lo stampatello (che scritto a mano diventa comunque un corsivo) è oggettivamente più immediato alla facile lettura del testo. Cosa confermata dal fatto che ce lo portiamo dietro con le sue evoluzioni dai tempi dei romani. Possiamo per favore agire in modo pratico ed efficiente e lasciar morire in pace il corsivo? Per favore. Vi giuro che non cambia niente e il riconoscere di aver speso un paio di anni della nostra vita ad imparare qualcosa di inutile non vi diminuisce come persone. Giuro.

domenica 2 marzo 2025

Quod erat demonstrandum: 3 anni dopo

 Oggi ho il mal di schiena, sono a lavoro e il tempo è uggioso. Mi sembra il momento perfetto per parlare di geopolitica come solo chi disquisiva di virologia ai tempi del covid potrebbe. Tuttavia il 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione russa dell'Ucraina, scrivevo questo post abbastanza amareggiato e a tre anni di distanza e con Trump che amichevolmente massacra Zelensky in mondovisione, mi sembrava il momento giusto per tirare qualche conclusione e pronunciare qualche prudente "io lo avevo detto".

La domanda è: di preciso, cosa non si è verificato di quello che avevo predetto in quel post?
Sinceramente, l'unico particolare che ho mancato è stata l'incredibile resistenza dimostrata dall'esercito ucraino e le spettacolari figure di merda di quello russo. Che mi sembra sensato autocondonarmi visto che né il Pentagono né FSB mi tengono al corrente sul grado di preparazione dei rispettivi eserciti e alleati. Su tutto il resto, mi sembra che gli USA, ad esempio, abbiano guadagnato praticamente tutto quello che era possibile guadagnare ovvero, in ordine:
  • adesione alla NATO di Svezia e Finlandia, praticamente senza colpo ferire;
  • compattamento dell'UE in funzione antirussa;
  • interruzione di tutti i rifornimenti energetici (almeno quelli diretti, poi c'è tutto quello che passa via mare e terra attraverso stati confinanti alla Russia che tutti facciamo finta non esista) a bassissimo costo per il continente europeo con sabotaggio sistematico dell'industria manifatturiera concorrente a quella USA (che comunque visti i dazi non sembra essere bastato... quanto cazzo fa cacare l'industria americana in qualunque cosa non riguardi armi e informatica?)
  • smembramento di ogni posizione russa nel medio oriente e dissanguamento della Wagner in Africa;
  • innalzamento della spesa militare ed energetica europea di cui gli USA beneficiano direttamente.
Mi sono dimenticato qualcosa? Probabilmente sì. Tutto questo è costato a Washington qualcosa intorno ai 100 miliardi in tre anni di cui una discreta parte comunque spesi al proprio interno nell'industria degli armamenti. Non male direi. La domanda, che mi sembra oltreatlantico si stiano facendo in molti, è la seguente: cos'altro possiamo guadagnarci ancora?
Mi sembra che la risposta che si stiano dando sia: non molto. E si stia quindi procedendo di conseguenza. È venuto il momento di riportare il Cremlino agli onori del mondo, sottraendolo all'abbraccio mortale con la Cina. E se questo comporta sacrificare gli ex alleati ucraini beh... innanzitutto non sono esattamente alleati no? Lo abbiamo precisato fin dal primo momento che non c'era nessun trattato e che quindi ogni aiuto era legato soltanto alla nostra infinita generosità che ci obbliga a difendere la democrazie dalla barbarie autoritaria. In secondo luogo non è che gli USA abbiano effettivamente un ottimo curriculum in materia di "non lasciare gente che si è affidata a loro nella merda". Per info citofonare a chi preferite fra Vietnam, curdi, Afghanistan. E fra poco direi anche a Kiev. Quindi Zelensky deve farci il santissimo piacere di chinare il capo, ammettere la sconfitta e possibilmente dimettersi lasciando il posto a qualcuno di più ben visto dall'altra parte del confine. O magari a un militare, qualcuno di concreto con cui sia possibile trattare affari.
Tutto questo, lo vorrei precisare per i miei compagni a sinistra per cui Trump è il male assoluto, sarebbe successo anche con Biden eh. O con Kamala. Gli interessi degli USA in questa triste storia sono stati ampiamente soddisfatti e il Pacifico è assai più importante per loro di quanto potrà essere mai l'ennesimo paese ex sovietico da integrare nella loro alleanza militare. La verità è che a nessuno frega un cazzo se la Russia si tiene quei due staterelli di confine come cuscinetto verso occidente (e se fossi nella Moldavia non dormirei esattamente sonni tranquilli). La verità è che in America era il momento di tirare i remi in barca e questo sarebbe avvenuto a prescindere. Anzi, oserei dire che Trump, con il suo modo di fare da elefante in cristalleria, sia esattamente la persona adatta per questo sporco sporco lavoro. Fosse toccato a Kamala abbandonare l'Ucraina avrebbe avuto un sacco di problemi con i propri elettori. MOLTO meglio che se ne occupi il presidente pazzo.
Se fossi complottista potrei addirittura pensare che il tenere un tizio in stato di demenza senile fino all'ultimo e poi cambiarlo con la candidata meno apprezzata nel partito sia stato fatto esattamente per questo: per lasciar chiudere ad altri tutte le questioni spinose lasciate in sospeso. Ma fortunatamente non sono complottista. Mi limito a pensare che fra i dirigenti del Partito Democratico americano non ci sia stato poi tutto questo dispiacere nell'immediato dopoelezioni. A volte è così comodo stare all'opposizione...

Parlando di Putin c'è poco da dire. A parte il fatto che chiunque pensi abbia vinto questa guerra (e qui ci sono un sacco di miei compagni che lo pensano) non ci ha abbondantemente capito un cazzo. La Russia ha iniziato tutta questa storia nel 2014 quando è stata costretta ad occupare militarmente la Crimea perché quello che fino ad allora era un loro stato satellite minacciava di escluderli dal Mar Nero, per di più installando basi e missili occidentali nel proprio territorio. Poi ha finanziato otto anni di guerra civile tramite i separatisti del Donbass che da parte loro qualche buon motivo dovevano pur averlo: non esiste luogo al mondo che tenga in campo migliaia di combattenti e un intero fronte fortificato contro un esercito regolare senza avere il supporto della popolazione locale.
Non funzionando neanche questo hanno scatenato un'invasione che nei loro programmi doveva durare massimo due settimane sostituendo Zelensky con un governo fantoccio. Si sono invece ritrovati invischiati in un conflitto convenzionale di tre anni, a dover smantellare e ricostruire un intero esercito tornando alla base reggimentale, a consumare la gran parte del proprio arsenale bellico messo insieme in mezzo secolo di Unione Sovietica, con guadagni di territorio ridicoli e perdite umane ed economiche enormi. Tutto questo perdendo contemporaneamente risorse incalcolabili di mancato commercio con l'Europa, dovendo gestire l'intero riposizionamento dei canali energetici verso l'Asia, dovendo abbandonare ogni interesse e alleato in Africa e medio oriente e finendo sotto ricatto perfino di posti come la Corea del Nord. Avendo un miliardo e qualche centinaio di milioni di cinesi a due passi da una Siberia spopolata che sembra implorare una colonizzazione.
Non avete idea di quanto abbia bisogno Putin di tornare in una posizione mediana fra Cina e occidente. Potrebbe finire per accettare quelle quattro mezze province conquistate lungo la linea del fronte e una promessa di neutralità perenne dell'Ucraina giusto per mettere fine a tutto questo casino e potersi vantare in patria di almeno non aver perso la penultima provincia russa in Europa. Credo pretenderà anche una promessa segreta di non andargli a rompere il cazzo in Georgia. Se non chiede neanche quello sta veramente alla canna del gas.

Poi c'è l'Ucraina che perderà il 20% del suo territorio, verrà smilitarizzata e ovviamente non avrà nessuna garanzia di sicurezza da parte occidentale. In compenso potrà scrivere in tutti i libri di storia di aver resistito valorosamente all'invasione russa. Tipo Finlandia. Ovviamente non comporterà nessun vantaggio pratico però chissà, prima o poi potremmo farla entrare in UE. Ne parliamo fra un quarto di secolo, diciamo?
Poteva fare altro? C'è chi ha detto che una posizione neutrale in cui mediare fra Russia e occidente, tipo Austria durante la guerra fredda, sarebbe stata la soluzione migliore. Del resto esistere a due passi da uno stato imperiale e dittatoriale che crede di vantare enormi crediti storici sul tuo territorio non è mai facile. Non è facile per nessuno diciamo, neanche per chi ospita basi militari e migliaia di soldati di una potenza straniera sul proprio territorio solo perché ottant'anni fa ha perso una guerra. Vero Italia e Germania?
Dall'altra parte non è che non avessero le loro buone motivazioni. Voler avere una politica totalmente indipendente dallo stato dittatoriale di cui sopra, decidere del proprio destino, parlare solo ucraino in un luogo che si vuole abitato solo da ucraini: sono tutte pretese ragionevoli per chiunque sia "un po' nazionalista". Del resto, per anni gli alleati americani e inglesi hanno ripetuto di andare avanti, che la Russia non avrebbe osato opporsi all'occidente, che quasi tutti gli stati ex sovietici si erano uniti alla NATO. Quindi perché non anche l'Ucraina? E quindi se una guerra di indipendenza occorreva farla, si sarebbe fatta e si sarebbe vinta. Gli ucraini avrebbero messo il sangue, gli USA le armi. E allons enfants de la Patrie, le jour de glorie est arrivé!
C'è solo un piccolo problema: che le guerre di indipendenza purtroppo si possono anche perdere. Soprattutto se dall'altra parte c'è un paese con cinque volte la tua popolazione. E fidarsi delle promesse americane non è mai esattamente una buona idea.

E alla fine c'è l'Europa, che come previsto pagherà tutto quello che c'è da pagare, senza guadagnarci niente e senza neanche avere la soddisfazione di aver deciso del proprio destino. Noi siamo gli spettatori paganti di tutto questo casino e lo rimarremo ancora per un bel pezzo.


Dai, ci ero andato abbastanza vicino, no?

domenica 16 febbraio 2025

Sanremo 2025 - la classifica: quella giusta al 95%

Il Sanremo di quest'anno è speciale. Intanto è finito il regno dell'Oscuro Signore dei Sith Amadeus, che è durato più della pandemia di Covid. Poi sembra che il festival abbia raggiunto lo share record del 74%. Poi ci sono io che ne ho visto addirittura mezz'ora in diretta, dalle 9 alle 10 e 10 della prima sera. Quindi urge la classifica.

Le regole sono sempre le stesse:

- le canzoni vengono riascoltate tutte una sola volta in ordine inverso;
- i voti sono su base decimale e non hanno nessuna attinenza con la realtà o con la storia della musica al di fuori di Sanremo 2025;
- i parimerito esistono e sono parte fondante di questi post;
- il mio giudizio è l'unico vero e insindacabile al 95%, statistica cerficata.

Andiamo (diosanto 29 canzoni -.-)

18) Serena Brancale - Anema e core : 4+

Mi scuso personalmente col pubblico argentino, con tutti gli elettori all'estero e pure con i commentatori di youtube che italia merda questa canzone spaccherebbe all'eurovision. Sicuramente c'avete ragione voi. Decisamente troppo avanti per il pubblico medio italiano. Mi schiero nella medietà.

17) Tony Effe - Damme 'na mano : 4,5

Per me sul "sono pronto a sbagliare come un'uomo d'onore" potremmo tranquillamente passare alla prossima canzone. E sinceramente non me ne frega un cazzo se non intendeva quello. Poi personalmente il neomelodico napoletano ripassato in padella a Roma mi farebbe anche simpatia ma forse anche no.

16) Clara - Febbre: 5--

L'utilizzo di onomatopee e parole troncate alla cazzo che distruggono ogni musicalità, che pure ogni tanto sarebbe presente, la classifica ampiamente come canzone della gen Z. E vorrei tanto sapere chi cazzo ha detto je t'aime a Clara Soccini, cresciuta a Travedona Monate in provincia di Pavia. In assenza di una conferma biografica di un amore francese assegno un 5-- d'ufficio.

15) Massimo Ranieri - Tra le mani un cuore 5

Ammetto il mio bias: Ranieri che arriva nel 2025 a Sanremo con una canzone così prettamente sanremese, come se niente fosse cambiato nell'ultimo quarto di secolo e non ci fosse Tony Effe due camerini accanto, a me un po' di tenerezza la fa. Per questo mi lascio trasportare dalla nostalgia a quando ero bambino e Sanremo si vedeva tutti assieme sul divano davanti alla tv a tubo catodico.
Comunque la canzone fa cacare.

14) Modà - Non ti dimentico - 5+

Madonna che cringe. Voglio dire, in questo blog diamo sempre punti bonus a chi inserisce roba tipo "un quadro di Kandinsky" nel testo e le storie di rotture muovono sempre a compassione, però anche meno. C'era talmente tanta enfasi in sta canzone che si rischiava di scivolarci sopra. Però Francé daje, siamo contenti che adesso stai meglio. 

14) Marcella Bella - Pelle diamante : 5+

Qua sovverto fieramente la classifica. Nel senso, questa canzone fa cacare quanto quella di Ranieri e in un certo senso è altrettanto straordinariamente fuori tempo. Però, nel suo essere così anni '80, acquisisce un valore quasi archeologico. In più è evidente che alla Marcella andava di fare sta cosa e se ne è sbattuta ampiamente di chiunque gli dicesse (ampiamente a ragione) "ma sei sicura?". Non gli do la sufficienza ma la quasi salvo.

14) Gaia - Chiamo io, chiami tu : 5+


Sono ampiamente sicuro che esiste una vecchia canzone molto bella in cui una lei aspetta una telefonata e non sa se chiamare a sua volta e allora chi vincerà? Ce l'ho sulla punta della lingua e potrei quasi canticchiarla ma il ritornello di Gaia me l'ha abrasa dal cervello. Non potendo spendere una giornata per trovare il corrispettivo bello di sta roba per fare il confronto gli do la quasi sufficienza perché mi piace la voce. Il motivo per cui i cantanti nel 2025 non usino il loro cazzo di cognome rimane comunque un mistero.

13) Rkomi - Il ritmo delle cose : 5,5


Allora, il ritornello fa cacare. Però per quanto riguarda il testo c'è ampiamente di peggio. Si parla di merda d'artista, si citano le macchie di Rorschach. In un mondo in cui per andare a Sanremo basta inserire una rima baciata ogni due strofe, il buon Mirko ci ha provato. Io la quasi sufficienza la metto.

13) Sarah Toscano - Amarcord : 5,5


Ci sono canzoni estremamente sanremesi che non hanno niente per distinguersi in negativo e quindi veleggiano naturalmente verso la sufficienza. Il problema è quando non hanno niente per distinguersi del tutto e ti annoiano nell'istante stesso in cui iniziano. E questa è la triste storia di Amarcord. Ma Sarah è giovane, ha il cognome, farà meglio la prossima volta.

12) Joan Thiele - Eco : 6-


Mi piace la chitarra. Odio il modo in cui canta. Mi piace circa il testo ma "bang bang woo" mi ha abbastanza devastato. È andata vicinissima alla sufficienza. Ma vicino conta solo a bocce.

12) Shablo feat Guè, Joshua e Tormento - La mia parola 6-


Il ritornello è carino e in radio andrà fortissimo. E qui finiscono i complimenti e in realtà anche la canzone. Ed è inutile che mi raccontiate di quanto sia bello il pezzo hip hop a Sanremo, hanno usato 5 parole inglesi (stop, top, flow, block, hot, goat) per chiudere i primi cazzo di 5 versi. Versi che sarebbero banali e stra-abusati pure se cantassero in inglese.

11) Francesca Michielin - Fango in paradiso : 6


Ecco, qui entriamo nel settore delle canzone inoffensive propriamente dette. Letteralmente. Nel senso che non offendono. Non sono brutte, non sono belle. Sono lì, con un testo dimenticabile e un ritornello quasi passabile. Questa canzone esiste. Ne sentivamo il bisogno? Probabilmente no, ma c'è.

11) The Kolors - Tu con chi fai l'amore : 6


Si salvano dalla noia pura solo perché ha un bel ritmo. Solo che febbraio è un po' prestino per la canzone dell'estate. Le spiagge sono ancora chiuse.

10) Rose Villain - Fuorilegge : 6+


Sono costretto a dare più della sufficienza perché c'è oggettivamente molto di peggio e mi piace la voce. Per rimanere in tema con la canzone, spero comunque le diano 5 anni di galera senza condizionale per quel balletto di merda.

10) Elodie - Dimenticarsi alle 7 : 6+


Quando decide di cantare ha effettivamente una bellissima voce. Però mi ha annoiato a morte. A suo favore si può dire che almeno non ha messo un balletto del cazzo mentre c'è il ritornello.

9) Noemi - Se t'innamori muori : 6,5


Vi dirò, questa mi ha mosso qualcosa. Sarà quella malinconia da storia alla fine che un po' ti fa pensare a La canzone dell'amore perduto e quando ti ci fa pensare ti ricordi perché De Andrè è De Andrè e perché Noemi è Noemi. Famo che gli diamo un sei e mezzo ed è andata benissimo così eh.

9) Coma_Cose - Cuoricini : 6,5


1) dire "al giorno d'oggi una canzone dura quanto un temporale" non ha un cazzo di senso. Un temporale estivo magari ma un temporale e basta dura tanto.
2) sta roba incarna quanto di peggio esista nel panorama musicale italiano, nel senso che è una canzone programmaticamente creata per stare sui social ed essere canticchiata dalla fascia femminile 30-50.
3) Coma_Cose sono chiaramente servi del Void e del Caos primigenio e vanno fermati.
Mi spiace di non poter dare meno ma il balletto di Rose Villain funge da barriera mistica attorno al 6+.

8) Irama - Lentamente : 7--


Un altro Sanremo è passato insieme a un'altra canzone mediocrissima di Irama che in qualche modo arriva in top 10. Sarà che la prima sera si è messo la giacca con le spalline da ufficiale napoleonico. Sarà che ha l'aria patita da vampiro della Rice. Sarà l'acqua, sarà la macchinetta, sarà il caffè. Io posso solo riscrivere mezzi voti per dargli un 7-
Sta roba è una lagna ma non ha la malvagità implicita di Cuoricini.

8) Francesco Gabbani - Viva la vita : 7--


Parlando di gente che inspiegabilmente è in top 10 (soprattutto in una classifica che non comprenda i parimerito), abbiamo Gabbani con un pezzo che fa il cosplay di Albano. Dopotutto lui inizia a invecchiare e Trump prometto ogni giorno la pace in Ucraina. Il mercato russo avrà bisogno di cantanti italiani non appena toglieremo le sanzioni. Posizionamento furbo in prospettiva futura.

7) Fedez - Battito : 7-


Sinceramente, a livello puramente musicale non mi spiace neanche tantissimo e ci sono alcune buone intuizioni. Per quanto possa stare antipatico, Fedez il suo lavoro lo sa pure fare. Però sta saga eterna dei Ferragnez c'avrebbe pure rotto tre quarti di cazzo. Ma non poteva fa una canzone, boh, sulla pizza? La pizza piace a tutti, è altrettanto nazionalpopolare e non ti costringe a metterti le lentine a contatto nere sugli occhi.

6) Rocco Hunt - Mille vote ancora : 7

Allora, a me piace. Grande fan del dialetto napoletano in musica. Anche perché capisco solo il senso generale e non posso giudicare troppo negativamente il testo. Le tematiche sono abbastanza interessanti. Però "vote" vuol dire proprio "volte". E pronuncia anche un po' la "l" mentre canta. Quindi perché cazzo lo scrivi così? Non lo so, sta roba mi triggera troppo e fa perdere a Rocco un quarto di punto. Comunque carina dai.

6) Simone Cristicchi - Quando sarai piccola : 7


Non posso dare 7- perché non è Irama. Non posso dare 7+ perché è come se il testo fosse stato scritto a quattro mani con Gramellini. Seriamente: la tematica è sentitissima, il modo lacrima strappa storia con cui viene trattata è al limite dell'offensivo e anche un po' volgare. Sono sicurissimo che Cristicchi abbia cercato di fare del suo meglio perché è una persona seria. Non credo ci sia riuscito.

5) Bresh - La tana del granchio : 7+


Un po' paracula. Un po' tanto paracula. Nel senso che il testo non vuol dire quasi un cazzo ma le immagini sono molto carine. Also mi piace tantissimo la musica. È all'insegna dello zero sbatti ma ha bricioli di ispirazione dentro. Bella.

5) Giorgia - La cura per me : 7+


Diciamo una cosa, Giorgia ha oggettivamente un vantaggio sleale sul normale frequentatore del palco di Sanremo: è effettivamente una cantante. Nel senso che nei primi 30 secondi ti dici "oh wow, ma questa è davvero del mestiere!". Poi ha lo svantaggio che le hanno scritto due canzoni belle in un quarto di secolo di carriera. E questa non è una delle due. Sorry.

4) Lucio Corsi - Volevo essere un duro : 7,5


A persone di cui apprezzo il parere è piaciuta tantissimo. A me no. Carina, molto carina. Mi fa venire in mente un Tricarico che però a me non è che abbia mai fatto impazzire. Nel testo la retorica è leggermente sopra i buoni sentimenti. Quel tanto che basta a farmela calare un po'. Verso il 7 e mezzo. Ceccherini nel video ufficiale gli farebbe prendere punti bonus ma non vale per il contesto Sanremo.

4) Willie Peyote - Grazie ma no grazie : 7,5


Diciamolo, in questo festival non sono mancate le tematiche politiche e sociali. Nel senso che non se ne è sentita la mancanza. E proprio per questo che invece Willie Peyote risolleva il popolo di sinistra che ne sentiva il bisogno. Carina, belle rime, buon ritmo, ritornello simpatico e facilmente ricordabile, musica non originalissima ma orecchiabile. Poteva essere meglio? Poteva essere Silvestri o Elio, però ci accontentiamo.

3) Achille Lauro - Incoscienti giovani : 8-


L'Achille Lauro meno Achille Lauro dell'ultimo decennio mi sorprende con una bella canzone. Dove per bella si intende "mi farebbe venire in mente Battisti se Battisti avesse mai usato autogrill in un testo". L'inserimento del sax mi colpisce durissimo in uno dei miei punti deboli. Quanto basta per portarlo sul podio.

2) Olly - Balorda nostalgia : 8


Capisco perché abbia vinto. Ha una bella voce. Musicalmente è semplice ma ha delle bellissime variazioni. Poi si arriva al testo. E per quanto la gente si spertichi parlando di scuola genovese, di Tenco e De Andrè, raga, io in "distesi sul divano col telecomando in mano" questo grande labor limae non lo vedo. Peccato.

1) Brunori SAS - L’albero delle noci : 8+


Un po' come Giorgia si sente che fa la cantante di mestiere, si sente che Dario Brunori di mestiere scrive canzoni. Questa non è in assoluto una delle sue migliori? Assolutamente vero. È una delle migliori sul palco di Sanremo 2025? Eh sì. Davvero l'avresti fatta vincere? Eh, mi sa proprio di sì.
L'albero delle noci è la mia vincitrice di Sanremo 2025. Che volete? C'ho quasi quarant'anni eh.


lunedì 27 gennaio 2025

La borghesia o "il club del libro so far"

Passano i mesi, passano i libri letti in quel di paese dove vivo. Più che andiamo avanti e più che mi chiedo se mi ricorderò mai di tutta la roba che leggo per andare una volta al mese a discutere. Probabilmente no. Per questo forse è meglio se me la segno un po' per volta. Gli ultimi tre libri poi seguono tutti un'unico filone e quindi è particolarmente sensato parlarne in un'unico post. Quindi questi sono gli ultimi tre mesi: enjoy!

Virginia Wolf - La signora Dalloway

o "Sul perché gli scrittori hanno bisogno degli editor" (ndr.)

Quando abbiamo scelto La signora Dalloway per il mese di dicembre ero felicissimo. Intanto sono sempre contento di leggere i classici in generale. Visto che la narrativa non è decisamente il mio genere d'elezione, ho quasi sempre l'impressione che leggendo roba contemporanea stia un po' perdendo il mio tempo. Già quello che leggo è per me poco interessante, figurati leggere roba che non si sa nemmeno se fra cinquant'anni sarà ancora ricordata o verrà spazzata via dalla storia. Con i classici mi sento di andare sul sicuro. Magari mi fanno cagare ma quanto meno mi sarò recuperato un grande pezzo della letteratura mondiale. In secondo luogo, alla veneranda età di 38 anni, non avevo mai letto niente della Woolf.
Ma come? Niente niente??
Niente niente. Quindi ho colmato un grosso gap.
Ero quindi molto felice. Una felicità che ho rimandato per tutte le festività, sicuro che in un paio di giorni quel libretto da poco più di 200 pagine me lo sarei mangiato a colazione. Ed è esattamente quello il momento in cui la hybrys ti vede e colpisce durissimo.

Quindi, cosa si può dire de La signora Dalloway?
Ci sono molti modi in cui si può descrivere il modo di scrivere della Woolf. A me è piaciuta particolarmente la definizione che ha dato una signora al club del libro, chiamandolo "suntuoso". Concordo in pieno. Anche attraverso la traduzione (ottimo lavoro signora Daria Fusini) si percepisce l'assoluta padronanza della lingua. Tutto viene descritto in modo ricco, estremamente raffinato, con uno stile che in alcuni momenti tende all'aulico. Da una parte non si può che ammirare, dall'altra a volte tende a diventare un problema. Nel senso che è una ricchezza che non ha particolari vette. Lo stile è altissimo in ogni punto e lo rimane per l'intera durata della narrazione. Il passo da suntuoso a bulimico è molto spesso breve e qui si danza molto sul confine fra l'uno e l'altro.
La struttura del romanzo è, sulla carta, geniale. Farebbe impazzire ogni critico letterario e pure io sono costretto ad arrendermi e riconoscerlo. Riprendendo l'unità di tempo, luogo e azione del teatro greco, viene messa in scena una giornata dell'alta borghesia inglese del 1923, con un narratore esterno onnisciente che, in un'unica carrellata, senza interruzioni, descrive i punti di vista di ogni personaggio della storia passando da uno all'altro con brevi passaggi di raccordo. A una prima vista molti potrebbero scambiarlo con un flusso di coscienza ma è solo un'impressione.
I personaggi sono tutti interessanti e i temi trattati enormi. Abbiamo il soldato tornato dalla guerra che soffre di stress post traumatico e che alla fine sceglie il suicidio, i dottori incompetenti di depressione e traumi psicologici che lo trattano malamente (e la Woolf ne sapeva qualcosa no?), la signora boghese (la protagonista) che ha rinunciato al grande amore in favore di una sistemazione più prosaica in seno alla società, l'amica irriverente e povera che ha sposato un marito al di sotto della sua condizione sociale, il marito ben inserito che ama la moglie nonostante non riesca a dirglielo, l'amante rifiutato fuggito all'esterno con un matrimonio fallito alle spalle e così via. Tutti temi estremamente interessanti affrescati con grande padronanza.

Il tutto viene affogato, sommerso, devastato e reso illeggibile dalla stessa struttura e dallo stesso linguaggio che ho lodato poco sapra. Ogni volta che si inizia ad appassionarsi alla storia, si viene deviati dalla descrizione tremendamente prolissa di qualcosa quando non proprio su un altro personaggio da cui si devierà di nuovo nell'istante stesso in cui rischia di diventare interessante. Raga, il libro è di una noia mortale. Ma tipo che mi sono martellato le palle per riuscire ad arrivare alla fine. È l'esempio definitivo dell'arte che non ha nessun interesse nell'essere recepita dal pubblico. O meglio, dal grande pubblico.
A volte un grande autore ha bisogno di un editor del cazzo che lo prenda da una parte e gli dica: Virgì, tutto questo è bellissimo. Questa struttura è geniale e Dio mio se scrivi bene. Ma per favore, dai retta a uno stronzo, taglia un trenta percento dalla boria che ci hai messo dentro e per favore arriva a un punto ogni tanto.
Ma quell'editor non c'era. Il libro è un capolavoro, ne convengo. MA CHE PALLE.


Simone de Beauvoir - Le belle immagini

che a volte basta dividere in capitoli eh  (ndr.)

Dalla borghesia inglese degli anni venti passiamo a quella francese degli anni sessanta. Laurence è una donna sposata, con figlia, che lavora come agente pubblicitario. Si occupa di fornire "belle immagini" appunto, per i prodotti messi in vendita dalle aziende. Ha una figlia, un amante e un marito Jean-Charles di cui forse è ancora innamorata, forse no, ma che di certo trova "adeguato" alla vita che conduce. Personaggi secondari la madre Dominique, donna mondana separata che entra in crisi quando viene lasciata dal ricco Gilbert, e il padre, di cui adesso non ricordo il nome e forse un nome manco gli viene dato, che è il punto di riferimento assoluto di Laurence e descritto come perfetta incarnazione dello stoicismo e della superiorità culturale.

In 145 pagine appena Laurence attraversa una serie di esperienze minori che la portano a ripensare alla sua vita e a tutte le persone che la circondano sgretolando il mondo apparentemente felice che si era creata e che era tale solo in superficie. Ogni personaggio svela la sua vacuità, le sue debolezze, le sue finzioni interiori e le menzogne che racconta a se stesso restituendo un panorama in cui nulla è vero ma tutti vivono finzioni che si sono creati solo per dare un senso alla propria esistenza.

La critica, che potete leggere ovunque, e praticamente chiunque possiate incontrare in giro che abbia letto il libro, vi dirà che è una tagliente critica della borghesia e della vita di certi ceti sociali. Facendone un testo politico e segnando grossissimi punti a suo favore sul palcoscenico della discussione pubblica. E non ci avrà capito quasi un cazzo.
Non che il tema non sia presente ma Simone de Beauvoir è probabilmente la più grande scrittrice dell'esistenzialismo francese. Migliore di Sartre, se vogliamo dirla tutta. Quando scrive parla della società ma parla soprattutto dell'uomo. Il libro destruttura le vite dei personaggi e sottilmente vi invita a chiedervi: la vostra vita è diversa? Voi siete diversi? Quanta menzogna c'è in quello che vi raccontate per dare un senso al vostro alzarvi ogni mattina? Quante bugie dite a voi stessi, prima ancora che agli altri?

È la mia scrittrice preferita di sempre. Tutti gli uomini sono mortali è il suo capolavoro supremo ma anche questo è stupendo. A saperlo leggere.


Domenico Starnone - Confidenza

carino e trascurabile (ndr.)

Pietro è tipo Onizuka di GTO. Professore di scuola superiore entrato giovanissimo di ruolo (si vede che è ambientato negli anni '70 eh), amatissimo dai suoi allievi di cui cambia la vita in meglio e che a differenza di Onizuka riesce effettivamente a portarsi a letto una studentessa. Teresa, con cui vive questo amore travagliato che però va a finire male. Prima di lasciarsi si raccontano a vicenda il loro segreto più oscuro, quello che se rivelato potrebbe distruggergli la vita e poi se ne vanno ognuno per la loro strada. Pietro diventerà un intellettuale di media grandezza in Italia, scrivendo un paio di libri sull'insegnamento. Teresa una apprezzatissima ricercatrice internazionale fra USA e Europa.

La storia è vista quasi esclusivamente con gli occhi di Pietro che si crea questa realtà parallela in cui il suo amore per Teresa e la paura che Teresa riveli il suo segreto lo spingono a essere un uomo migliore, influendo positivamente sulla vita di tutti quelli che ha attorno. Sul finale però ci sono due piccole parti che lo vedono dall'esterno, tramite gli occhi della figlia, giornalista, che lo adora, e di Teresa stessa.
Si parla dell'Italia, di come basti poco, visto l'ambiente provinciale fatto di amici di amici, per diventare qualcuno. Della pochezza di certi personaggi. Di rapporti tossici fra gente che dovrebbe volersi bene e invece, siccome certi hanno ottenuto molto e altri poco, allora no.
Il tutto sostenuto da questa tensione sotterranea del "grande segreto" rivelato da Pietro a Teresa che tutti ci chiediamo quale sia.
Poi arriva l'ultimo capitolo raccontato da Teresa che ci dice ah boh, ma io manco mi ricordo che mi aveva raccontato quello scemo ma secondo me non era neanche sta gran cosa. Quello è sempre stato un po' strano.

EHI MA CI HAI DETTO COME FINISCE!
Esatto. Il libro è un immenso scam. Se vi piace anche senza avere tutta la tensione del "grande segreto" allora non vi ho tolto niente. Se vi avesse fatto cagare e foste stati sostenuti solo da quell'aspettativa, vi avrei fatto un favore. Prego.

Starnone è l'allievo a cui la prof da otto e mezzo scrivendo sul tema "molto scorrevole". C'è chi dice sia anche la Ferrante sotto falso nome. Non mi stupirebbe. Detto questo sì: è molto scorrevole. Il libro si legge di un fiato e alla fine ti chiedi: "ok, ma che ho letto di preciso?"


E questo è tutto amici.