martedì 29 gennaio 2013

I sei

Ciao. Eh no, non sono morto, ho solo avuto un po' da fare in questo periodo. Tuttavia cinque minuti per commentare questa notizia dovevo trovarli.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/29/elezioni-salta-confronto-tv-in-rai-berlusconi-non-vuole-sfida-a-sei/483099/
Ma cosa c'è in realtà da commentare? B. che rifiuta un confronto è normale. Anzi, era strana tutta la voglia di confrontarsi delle settimane scorse. Sarà che i sondaggi sono in ripresa...
No, la vera notizia è che, a quanto pare, Oscar Giannino ha fondato un partito e che è candidato a Presidente del Consiglio.

Non che sia un fulmine a ciel sereno. Nel senso che ne avevo già sentito parlare di questa ennesima discesa in campo ma che devo opportunamente averla rimossa dall'io cosciente. In ogni caso, per chi non seguisse assiduamente la vita politica italiana, sappiate che Oscar Giannino è questo:


e che il simbolo del suo partito è questo:


Da qui la mia mozione. Chiedo fermamente che anche il mio partito venga rappresentato degnamente in un confronto televisivo a sette con Bersani e Berlusconi. Vota e fai votare:


domenica 20 gennaio 2013

Grazie Giorgio


Quando si parla di riabilitazione dei carcerati... Sallusti compare nel nuovo programma dell'Annunziata e insulta Ingroia. Così, juste à faire. Lo accusa di essere un mascalzone perché "è un magistrato".
Eh beh, in effetti, è comprensibile. Se uno appartiene alla Banda Bassotti...

Solo che io mi prendo un colpo. Un po' come quando segui una serie per tanto tempo ma poi rimani indietro di qualche puntata. Infatti esclamo: "ma Sallusti che cavolo ci fa lì? Non era agli arresti domiciliari?"
Poi mi spiegano che Napolitano gli ha dato la grazia.
Poi leggo che in realtà non si tratta di una grazia, bensì di una commutazione della pena. Una multa in cambio del periodo di detenzione previsto.


Bella idea Giorgino. Quando ti scade il mandato?

martedì 15 gennaio 2013

Suoneria

Prima o poi, a tutti è capitato di lasciare il cellulare da qualche parte e non ricordarsi dove. A maggior ragione quelli di dimensioni ridotte. A me solitamente capita di gettarlo sul letto, a una certa, per poi coprirlo con eventuali vestiti, coperte, libri ecc. Oppure di lasciarlo in bagno o su un divano o su una qualche mensola in una remota parte della casa.
Quando devo ritrovarlo, esiste una semplice soluzione: prendere il telefono di casa, digitare il numero e seguire il suono quando si mette a squillare.


Stavo giusto pensando che dovrebbero mettere una suoneria anche sugli occhiali.

sabato 12 gennaio 2013

Il dito

L'altra sera non ho potuto seguire il confronto del secolo BerlusconiVsRestoDelMondo da Santoro. D'altra parte, le sole ragioni per vederlo, che poi sono anche le ragioni per cui è stato seguito dal 99% degli spettatori, erano:
a) l'inevitabile lite con Santoro;
b) la reazione di B. a Travaglio;
c) la reazione di Travaglio a B.
Una ventina di minuti in tutto che ho potuto ampiamente recuperare grazie a youtube.


Per il resto è evidente il motivo per cui B. è andato da Santoro. Più che coraggio, io la chiamerei disperazione. Sa molto bene che ormai neanche un marziano capitato per caso sulla Terra darebbe ascolto ad una eventuale pretesa di avere un serio programma di governo. L'unica cosa che può fare è buttarla in caciara, sperando che la % di italiani che voterebbero perfino una scimmia se l'alternativa fosse, non dico Bersani, ma un governo simil-presentabile di centro destra, perché ovviamente senza le buffonate del Cavaliere avrebbero una crisi di identità, sia ancora sufficiente a dargli un qualche ruolo di interdizione al Senato.
E' una di quelle operazioni nostalgia. Tipo quando fanno le maratone dei migliori episodi di Star Trek o il Concerto di Natale a Vienna o il pranzo in famiglia per la Santa Pasqua. E quale luogo migliore per richiamare i fedeli del Povero Ilvio, del complotto tedesco, de "la mafia non esiste, la vera mafia è a Roma", del "fanculo la scuola basta che mi compra Pato", del salotto nemico di Santoro?

Ovviamente tutta la faccenda non sposterà un solo voto, né a destra né a sinistra. Andrà semplicemente a vantaggio di B. richiamando alle urne quella parte del suo elettorato che potrebbe anche trovarlo a letto con la moglie o nella camera dei figli con un coltello da macellaio in mano, senza che questo infici la loro irremovibile decisione di votarlo.
Perché non c'entra nulla con la politica. E' una questione di tifo. Hanno deciso che B. è in squadra con loro e quindi fottenasega se non segna. La squadra del cuore mica si abbandona.

In tutto questo c'è il dito. Francamente è la cosa che mi ha spaventato di più. Perché alle stronzate di B. siamo tutti abituati ma, sul serio, non posso credere che per leggere il suo foglietto di accuse contro Travaglio  avesse bisogno di seguire il rigo con il dito.
Da quanti anni ci ammorbano con questa storia del "grande comunicatore"? Quello che lancia i messaggi. Quello con il senso della scena. Quello con il linguaggio del corpo del vincente.
Da quando i grandi comunicatori leggono come gli scolari di quinta elementare?

venerdì 11 gennaio 2013

Ascoltando Maria

Ero in macchina diretto alla stazione e mi sono detto: "potrei anche ascoltare un po' la radio".
Prima emittente? Ovviamente Radio Maria, dove La dott.ssa (non so in cosa, non riesco a trovarla su internet, ma ammetto di non aver cercato a lungo) Alessandra Savelli Cappa, raccoglieva telefonate ed elargiva consigli sul come crescere i figli.
La seconda telefonata è di un tizio che vuol sapere se far sesso con la propria donna mentre è incinta mette in pericolo il bambino.
Solo che la Cappa fraintende e pensa gli stia chiedendo se può farlo mentre il bambino dorme in camera con loro.

Figuriamoci, penso io... gli dirà di no. Ci mancherebbe.
Invece mi sorprende rispondendo: "stai tranquillo, i bambini appena nati ovviamente non capiscono cosa stanno facendo i genitori, ma avvertono comunque il loro piacere a stare insieme. Quindi non è per niente dannoso".

E io mi dico: ma guarda un po'. Vedi che abbiamo un sacco di pregiudizi su Radio Maria e invece mica è bacchettona come pensiamo!
Poi continua:
"Fra l'altro molti studi provano che i bambini che crescono in ambienti simili hanno minori rischi di incappare in problemi di omosessualità. Quindi non ti preoccupare, favorisce una sana vita eterosessuale"
Ah ecco. Mi sembrava... 

giovedì 10 gennaio 2013

3,14

Il titolo del post vi dice niente?
...
...
Proprio niente?
...
...
Sicuri?


Tranquilli, è normale. Se invece avete indovinato subito che volevo parlarvi del film "Vita di Pi", significa che lo avete già visto. Quindi è inutile che continuate a leggere.
Per tutti gli altri, tirate fuori il vostro amore per gli animali e seguitemi in questa recensione:

La scena più traumatica dai tempi della mamma di Bambi (ndr.)

Il film non si presentava benissimo. Intanto era girato in India. Cosa che evoca alle menti più stereotipate (tipo la mia) l'immagine di tizi vestiti con tuniche strane che ogni tanto si mettono a ballare e a cantare per le ragioni più incomprensibili.
Ang Lee del resto non è una garanzia. Soprattutto per chi (come me) non è rimasto affatto impressionato dai Segreti di BBM e che, nonostante sia pronto a tifare per qualsiasi cosa comporti assurdi duelli a mezz'aria con katane e coltelli, continui a rimproverare l'assoluta mancanza di una trama coerente a "La Tigre e il Dragone".
E vogliamo parlare del fatto che fosse tratto dal libro di uno scrittore canadese? Brrrr...
E vogliamo parlare del fatto che è pieno di animali? Cos'è per vedere un documentario adesso devo andare al cinema?
E e e e... E invece, cavolo, è bello.

Trama: uno scrittore canadese con il blocco dello scrittore incontra un ex maestro di nuoto indiano, che gli promette di fargli ascoltare una storia in grado di far credere in Dio.
Con queste premesse, viene introdotta la voce narrante di Piscine Molitor Patel (chiamato così in onore della Piscina Molitor di Parigie e abbreviato in Pi per evitare di essere chiamato Piscione dai compagni di scuola).
La prima parte del film procede leggera, con toni al confine tra la descrizione nostalgica degli ambienti di Radio Days (se Radio Days fosse ambientato nella Pondichery francese) e l'irrealtà di un Big Fish. Per chiunque non avesse letto la trama (tipo me) l'aspettativa andava sempre più orientandosi verso il classico film di formazione con morale dickensiana alla fine.
Invece la mazzata. La nave con cui l'intera famiglia di Pi si sta trasferendo in America incappa in una tempesta e affonda, lasciando il ragazzo naufrago su una scialuppa in compagnia di una scimmia, di una zebra ferita, di una iena e di una tigre di nome Richard Parker.
Ah, non vi avevo detto che i genitori di Pi avevano uno zoo?

Commento: non vi fate ingannare dalla situazione favolistica. In questo film si ride molto poco (e quel poco con amarezza). La commozione la fa da padrone, anche perché Ang Lee ha incluso delle scene paragonabili per crudezza solo alla morte della mamma di Bambi.
Il tutto unito a delle ambientazioni assolutamente straordinarie (e ve lo dice uno che non impazzisce per i film marinareschi) e ad un senso di meraviglia costante.
Quanto poi sia valida la metafora/morale conclusiva resta discutibile, soprattutto per la vicinanza eccessiva alla scommessa di Pascal, ma sceneggiatura e recitazione valgono un po' di filosofia spicciola.

Da vedere.