Non so per quale miracolo, ma nella città dove lavoro esiste una biblioteca comunale con un settore fantasy molto fornito. O forse dovrei dire incredibilmente fornito visto che, in media, nelle biblioteche italiane il settore fantasy occupa due mensole dell'ultima libreria in fondo alla saletta buia accanto al bagno.
Grazie a questa circostanza posso spesso avvicinarmi a opere che non mi convincono molto e che in libreria esiterei ad acquistare per la mia perenne assenza di denaro liquido (per non parlare di quello solido).
Oggi parlerò quindi di:
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Il sangue c'è. Poteva andare peggio... (ndr) |
Esbat è un raro caso di romanzo nato su internet. Inizialmente si trattava di una fanfiction sul noto anime Inuyasha (o almeno noto per chi seguiva la serata anime di Mtv quando Mtv faceva ancora finta di essere una rete ggiovane). Finito in seguito a una serie di segnalazioni sui tavoli della Feltrinelli, veniva quindi pubblicato in sottotono nell'ormai lontano 2007.
Sebbene non sia stato un fenomeno di culto, probabilmente anche per la copertina abbastanza essenziale e per l'assenza di un certo numero di buoni sentimenti comunque necessari nelle storie per adolescenti, deve aver comunque riscosso un certo successo, visto che l'autrice (di cui trovate una simpatica intervista
qui ) si è potuta permettere di trasformare il romanzo in una trilogia.
La trama, in breve, è questa:
Una fumettara giapponese di cui non ricordo il nome ma che i fan chiamano
Sensei, sta per concludere una serie manga durata anni. Per farla breve, diciamo che tratta di
questo. La Sensei è una donna di cinquant'anni, single, assolutamente controllata e per di più astemia (il peggio del peggio insomma), con un ego da far invidia a Lady Gaga e che si considera l'equivalente di un Dio per i lettori delle sue storie. In una notte di luna piena, succede però il fattaccio.
Sesshomaru (per comodità userò i nomi dell'anime) arriva incazzato come una belva e le racconta che ha dei poteri speciali e che quello che disegna si trasforma in realtà nel suo mondo. Quindi le ingiunge di riscrivere la storia, che lui non ha nessuna intenzione di passare la vita con l'umana a cui è stato accompagnato.
Lei gli risponde picche.
Seguono rituali in stile wikka, automutilazioni e sacrifici umani. Il tutto complicato da una side-story in cui Sesshomaru scopre per caso una studentessa un po' bruttina, reduce da un tentativo di stupro rituale, con gli stessi poteri della sensei.
Ora, fino al "picche" della sensei la storia filava alla perfezione (ovvero fino a pagina 10 del libro). Poi si capisce che è una fanfiction. Perché? Semplice.
a) Sesshomaru si rivela un coglione
b) Sesshomaru fa sesso praticamente nella scena seguente
Invece di prendere la fumettara e minacciarla di morte se non rivede immediatamente il suo lavoro, il demone le rivela tranquillamente che qualunque cosa accada lui non potrà comunque ucciderla. Che se lei morisse il suo operato diventerebbe irreversibile e lui finirebbe per doversi comportare, per non si sa quanto, come un pacioccone eroe salvaumani, invece del terribile assassino sovraumano che preferirebbe essere.
E glielo dice perché? Boh. Fondamentalmente perché lei fa la faccetta furba e gli dice "perché non mi hai ucciso subito se sei così incazzato? Hai bisogno di me vero?"
Maledette donne. Ci fregano sempre.
Ovviamente prendere la tizia, attaccarla a un muro, e cominciare strappandole una ad una le unghie dei piedi o un paio di denti per vedere se si convince a prendere in mano la matita da disegno non viene considerata un'opzione praticabile. L'autrice trova molto più ragionevole che un demone a cui fa schifo anche solo l'odore degli umani, uno spietato semidio per il quale uccidere una bambina equivale a liberarsi di una mosca, decida di sedurla e di portarsela a letto (più volte, per diversi mesi) per convincerla ad agire. E non è che usa il sesso come ultima possibilità, quando ogni altra strada è stata eliminata. Macché. Ci va diretto come Rocco sui set in cui lo pagano meno.
Un'ottima idea, che funziona talmente bene che la sensei decide che lo ama e che deve fare di tutto per non perderlo.
Bel lavoro Sesshomaru! Si vede che sei un machievellico principe dei demoni eh!
E anche alla Manni la cosa deve essere sembrata un po' troppo cretina, tanto che per tutto il libro ripete a ogni piè sospinto che la visione del demone è limitata, che non capisce i sentimenti umani perché appartiene a un'altra specie, più un'altra serie di discorsi e giustificazioni che non spiegano però come mai se il demone non capisce i sentimenti umani non faccia altro che tentare di sfruttarli e non ricorra invece a un qualcosa che tutte specie del mondo comprendono: il dolore e il "fai quello che voglio sennò ti ritrovi con un paio di scarpe di cemento a camminare sul fondo dell'Hudson".
Ovviamente la spiegazione è semplice: non può farlo perché altrimenti la storia andrebbe a ramengo. Che va benissimo per quanto mi riguarda. Solo che qui è talmente evidente che c'è bisogno di una sospensione di incredulità francamente eccessiva.
Quello che separa un romanzo serio da un racconto tanto per, è il grado di coerenza interno alla storia. Se presenti un personaggio come un Hannibal Lecter (letteralmente: Sesshomaru si mangia proprio delle persone durante la storia), privo di compassione e incapace di comprendere gli umani poi non lo puoi fare agire come un personaggio random di Beautiful in preda a problemi ormonali.
In altre parole, la trama così com'è non sta in piedi. Spiacente, ma era da rivedere.
Altri punti negativi:
1) ma la descrizione continua a ridondante della bellezza e perfezione di Sesshomaru era davvero necessaria? Seriamente, a tratti avevo l'impressione di avere fra le mani un libro della
Meyer...
2) ma la side-story della ragazzina aveva altre funzioni oltre a quella di fornire una scusa per il cliffhanger alla fine?
3) Wikka/satanismo/BestiediSatana/Amicoonline WTF?
Questo significa che il libro è brutto?
No, non direi. Anzi è perfino abbastanza carino. Ci sono scene di grande impatto. In modo particolare: tutte quelle che contengono tagli, sangue che sprizza, atti di cannibalismo ecc. Nota di merito per la caratterizzazione della sensei. Bella anche la descrizione di Yobai (Naraku), anche se qui si sente l'influenza del personaggio originario del manga. Interessante l'ambientazione in Giappone.
Opinione conclusiva: molto carente a livello di plot, ma in fondo siamo una generazione cresciuta a Nutella e Dragonball Z. Quindi where's problem? Se il seguito è sanguinario quanto il primo, lo leggo volentieri.